Solo zuccheri della frutta

Ed eccoci qui con la terza e ultima parte della "saga dell'aggiuntosio": gli zuccheri (nascosti) copertina
variamente aggiunti a marmellate e confetture.

Come vi dicevo questa è una sorta di anticipazione del mio prossimo libro "Le bugie nel carrello" in uscita a maggio, dove parlo di vari prodotti in vendita in un supermercato immaginario (qui potete vedere la copertina in anteprima). Alla fine il capitolo sui prodotti "senza zuccheri aggiunti" è rimasto fuori dal libro, e ve lo presento qui.

Incuriosito da quello che ho scoperto (vedi gli articoli precedenti sulle marmellate “senza zucchero” e “senza zuccheri aggiunti*” ) mi metto a frugare tra gli scaffali e trovo un altro esempio di zuccheri nascosti, questa volta in un prodotto biologico di "Alce nero"

senzazucchero-05

Questa volta, correttamente, non c'è scritto "senza zuccheri aggiunti" ma "solo zuccheri della frutta". A norma di legge. Bene. L'immagine della confezione però potrebbe suggerire che gli zuccheri della frutta siano solo quelli presenti delle fragole. Non è così. Giriamo la confezione e leggiamo gli ingredienti

senzazucchero-06

Qui troviamo del succo d'uva concentrato come secondo ingrediente. Il suo scopo è identico a quello del succo di mela nel caso precedente: dolcificare! Facendolo però mascherando l'aggiunta di zuccheri semplici. Ci sono persone che leggendo l’etichetta, e la lista degli ingredienti, potrebbero erroneamente pensare che in qualche modo questo prodotto sia “dietetico” o in qualche modo “più sano”.

Quello che interessa, ancora una volta, sono gli zuccheri totali, indipendentemente dalla loro origine e se siano stati aggiunti o meno. Guardiamo la tabella nutrizionale:

senzazucchero-07

Questo prodotto contiene il 44,4 per cento di zuccheri, analogamente ad altri prodotti simili.

il succo d'uva concentrato è uno sciroppo che contiene fruttosio e glucosio in percentuale circa uguale. Le sue proprietà chimiche e dolcificanti sono molto simili all’HFCS, High Fructose Corn Syrup data la composizione simile. L’HFCS è uno sciroppo di glucosio e di fruttosio in concentrazione variabile. Solitamente nelle bevande gassate si usa l’HFCS 55: 55 per cento fruttosio e 42 glucosio, mentre per altri prodotti, come quelli da forno, spesso si usa l’HFCS 42, meno dolce, con il 42 per cento di fruttosio e il 53 per cento di glucosio. Le percentuali medie relative di fruttosio e glucosio nel miele sono molto simili all’HFCS 55.

Sul suo sito comunque Alce Nero incorre nella medesima violazione in cui sono incorse Zuegg, Rigoni e Hero: dice “senza zuccheri aggiunti”, cosa che abbiamo già spiegato la volta scorsa non si può fare. Insomma, il marketing cerca di catturare così quella fetta di consumatori che sono ormai terrorizzati dallo zucchero “raffinato” aggiungendo un succo che è anch’esso estratto da un vegetale, trattato, concentrato e raffinato.

L’etichetta annuncia anche che non è stata aggiunta pectina, il gelificante tipico di confetture e marmellate, e in effetti questa non ha la consistenza di una confettura ma più di una composta. Anche qui il bersaglio è il consumatore terrorizzato dai nomi “chimici” o quelli convinti erroneamente che la pectina “aggiunta” sia in qualche modo diversa da quella già presente nella frutta.

Più del 100%?

Guardate la foto della confezione: c’è più del 100% di frutta! Vi pare strano? Nella lista degli ingredienti sono dichiarati 102 grammi di frutta (e suppongo si riferisca solo alle fragole e non all’uva) ogni 100 grammi di prodotto finito. Come è possibile? Beh non è impossibile visto che la frutta viene cotta e parte dell’acqua evapora riducendosi in peso prima di aggiungere il succo d’uva concentrato. E di questo quanto ne viene aggiunto? Facciamo due conti.

Secondo le tabelle INRAN le fragole hanno il 5,3 per cento di zuccheri quindi 102 grammi forniscono 5,4 grammi di zuccheri. Visto che la tabella nutrizionale dichiara che 100 grammi di prodotto contengono 44,4 g di zuccheri vuol dire che il succo d’uva concentrato ne apporta ben 39 g. 39 grammi di zuccheri semplici aggiunti. Importa qualche cosa che siano estratti dall'uva? Ovviamente no.

Un'altra cosa che a volte stupisce il consumatore è che sommando la percentuale di zucchero alla percentuale di frutta non si ottiene 100 per cento. Sul sito di Rigoni vi è un esempio

Contenuto di frutta e zucchero aggiunto, perché i conti non tornano?

Il consumatore legge sulla confezione che Fiordifrutta contiene il 65% di frutta e il 40% di zuccheri totali. Fa la somma: 105%. I conti non tornano. Non tornano perché non è il calcolo corretto. Gli “zuccheri totali” esprimono la quantità di sostanze zuccherine che contiene il prodotto. Solo una minima parte degli zuccheri contenuti nella confettura proviene dalla varietà di frutta che dà il nome al prodotto. Se consideriamo che la frutta utilizzata contiene circa il 10% di sostanze zuccherine, per ottenere 100 grammi di prodotto finito, la Rigoni di Asiago utilizza mediamente 65 grammi di frutta che apportano al prodotto finale il 6,5% di sostanze zuccherine. A questo quantitativo si dovranno aggiungere delle altre sostanze zuccherine per portare il contenuto di zuccheri totali al 40%, 45% o oltre. Nel caso si voglia utilizzare lo zucchero come dolcificante si utilizzeranno 33,5 grammi di zucchero (6,5 + 33,5 = 40) per portare il contenuto di sostanze zuccherine al 40%; nel caso si utilizzi lo zucchero di mela si dovranno utilizzare quasi 400 g di mele biologiche, dalle quali si estrarrà il succo, il quale verrà poi filtrato per ottenere solo gli zuccheri naturali che contiene.

100% frutta

Una variante molto utilizzata della frase “contiene solo zuccheri della frutta” è dichiarare “100% frutta” come per questi snack alla frutta

senzazucchero-08

Guardiamo insieme la confezione

senzazucchero-09

“100% frutta”, “senza zuccheri aggiunti**” (aridaje!) “senza conservanti” con quattro bei lamponi. Effettivamente si vede anche mezza mela, grande quanto un lampone. Facciamo un gioco: guardando la confezione secondo voi qual è la percentuale di lamponi utilizzata? Forza, tirate ad indovinare! 80%? 40%? 10%?

Ora giriamo la confezione

senzazucchero-10

I lamponi rappresentano il 5 per cento. Il colore rosso è rafforzato dall’estratto di sambuco e la mela, tra purea e succo concentrato, rappresenta il 91%. Novantun per cento. Proprio come nell’immagine vero? Questi snack sono composti per circa il 70 per cento di zuccheri. “Senza conservanti”, certo! Con tutti questi zuccheri uno mica ne ha bisogno! E sul loro sito dichiarano orgogliosamente che dicono NO ai “procedimenti di fabbricazione chimica”. Sempre sul sito commettono anche lo stesso errore di Zuegg e Hero: dichiarano “Nessuno zucchero aggiunto”. In più dichiarano che queste caramelline contengono solo fruttosio “lo zucchero naturale della frutta”. È vero che il fruttosio si chiama così perché è contenuto in molta frutta, ma molti frutti, incluso le mele, contengono anche glucosio e saccarosio in percentuali non trascurabili.

Insomma, concludendo, dopo aver parlato delle marmellate "senza zucchero", di quelle "senza zuccheri aggiunti" e di quelle che contengono "solo zuccheri della frutta" abbiamo imparato che per capire quanti zuccheri sono contenuti in un prodotto l'unica cosa da vedere è la tabella nutrizionale!

I numeri non mentono mai.

A presto

Dario Bressanini

172 commenti RSS

  • Zuccheri che vanno e zuccheri che vengono, ma per avere una dedica sul libro, oltre che comprarlo, cosa devo fare? Farai un tour promozionale con delle conferenze?

  • Ciao Dario, ieri ho provato questa frutta secca e ho pensato subito a te:
    http://www.adchini.it/images/packaging/pack_chini/Goldensec/Goldensec.jpg e ti ho pensato.
    Cosa ne pensi della dicitura "Contiene naturalmente zuccheri" ? Io l'ho apprezzata molto.
    Sul retro ovviamente la tabella nutrizionale riporta 78 g di zucchero su 100 g di prodotto. Ingredienti: "Mele golden essiccate (400g di mele fresche per 40g di mele secche)". E basta :)
    Che qualcuno stia iniziando a fare le cose per bene?
    Comunque grazie.. sei troppo forte!
    (io studio a Pavia, passerai anche da queste parti per la presentazione del libro?)

  • Io uso normalmente prodotti vis e rigoni (le prendo al supermercato quando sono in offerta)
    Nella Vis i componenti sono frutta, zucchero, gelificante (pectina), succo di limone con percentuale di carbidrati al 45%.
    in effetti sono quasi equivalenti con leggera preferenza verso vis per alcune tipologie.
    Alla terza puntata ho capito che quello che conta è la qualità della frutta e non il tipo di zucchero!!! forse...

  • Io abito a Teramo, farai una capatina da queste parti, oppure mi tocca organizzare un evento special?

  • E così si è sempre fatta un po' di chiarezza in più. Non me ne vogliano i detrattori dello zucchero, che però adesso DEVONO sapere che le marmellate senza zucchero non esistono. E' come l'acqua senza DHMO :D
    Sta al buonsenso assumerne la quantità corretta.

    Io prima o poi appiccicherò alle arance l'etichetta: Contiene E300, E330. Anzi ai limoni potrei anche mettere un bel 5% di E330

  • Enrico Pantorno 19 aprile 2013 alle 10:52

    Mitico Prof, non vedo l'ora che esca in libro. A quando una presentazione in Sicilia?

  • @Dario

    credo che tu non abbia ancora risposto alla mia seguente domanda : perché tecnicamente non si puo' fare marmellata da un frutto a patto di concentrarlo al punto di avere 44% di zuccheri ? (al di là del fatto che dovrebbe chiamarsi compotta).

    Una persona ha detto che il motivo risiede nel fatto che lo zucchero è intrappolato dentro le cellule della frutta e non riesce a dare struttura, né a svolgere una giusta azione antibatterica. E' cosi' ?

  • Luigi: anche io apprezzo la Vis. Si', quello che conta veramente e' la qualita' della frutta

    Emanuele: una volta per alcuni frutti molto ricchi di zuccheri si faceva proprio come dici tu: con le albicocche ad esempio. Solo che si cuoceva per un sacco di tempo, proprio per concentrare e contemporaneamente liberare gli zuccheri. Il risultato e' che dell'aroma fresco della frutta rimaneva ben poco. Conosco dei "fissati" antiadditivi che piuttosto che usare il fruttapec o la pectina e cuocere solo pochi minuti sono disposti a cuocere la frutta per piu' di un'ora, con risultati deludenti.
    Credo che tecnicamente per alcuni frutti ricchi di zucchero questo si possa fare (ad esempio per l'uva), ma non per quelli molto acidi come arance, o molto delicati come le fragole.

    le composte normalmente sono cotte molto poco, proprio per mantenere il gusto fresco.

  • Bella questa serie di articoli, e non vedo l'ora che esca il libro (sperando di poterlo comprare online). A quando un tour di presentazione per noi italiani all'estero? ;-)

  • Ciao Dario,
    tre domande:

    ho sempre preferito marmellate dolcificate con succo d'uva o di mela piuttosto che saccarosio perché, a parità di zuccheri (quelli sono, e quelli stanno scritti alla voce "zuccheri") mi dava l'idea che assieme ai carboidrati i succhi apportassero qualche vitamina, minerale e forse qualche fibra in più (magari non specificate nella tabella). Mi sono sempre sbagliata?

    Il succo di mela apporta anche un po' di pectina? (per esempio se lo metto nelle marmellate fatte in casa).

    Metto il fruttapec nelle marmellate fatte con frutti "delicati" che devono cuocere poco ma mi hanno detto che contiene conservanti. Cerco su internet e leggo "conservanti: acido sorbico, succo di limone disidratato, zucchero". L'acido sorbico cos'é? Va nei "buoni" o nei "cattivi"?

    Grazie.

  • se poi uno pensa che quegli sticks alla mela (con un po' di lampone) vengono 40 e passa euro al kg capisce che portata hanno packaging e frasi ad effetto.
    spero che le multe per etichette e pubblicità fuorvianti (per il cibo, ma anche per gli altri campi come ad esempio telefonia) aumentino almeno di una cifra così da avere un mercato giusto e soprattutto sapere veramente cosa stiamo mangiando/comprando/consumando.

  • @Eco

    l'acido sorbico è un prodotto utilizzato contro l'attività di lieviti, funghi e muffe. Per contro non è un antibatterico.
    Viene utilizzato in enologia per impedire la rifermentazione in bottiglia.

  • Eco, ma perchè i conservanti terrorizzano così tanto? Sono messi per evitare infezioni e contaminazioni. Finiscono all'ospedale ogni anno più persone intossicate per prodotti conservati male (specialmente casalinghi) che non per l'uso di conservanti.

  • @Dario
    Per la verità la marmellata di arance "senza pectina aggiunta" si può fare basta utilizzare un giusto rapporto buccia polpa. In effetti i residui dalla lavorazione degli agrumi (pastazzo di agrumi) sono la materia prima secondaria più comunemente utilizata nel sud Italia per la produzione o, per la precisione, per l'estrazione della pectina (mentre al nord viene generalmente estratta dalle mele).

  • Certamente. Pero' l'albedo (che ne contiene in grande quantita') e' amaro. Mentre per alcuni frutti delicati questo non e' possibile perche' ne contengono troppo poca.

  • emanuele 19 aprile 2013 alle 10:56

    la mostarda d'uva piemontese, che in fondo è una specie di marmellata, si fa senza zucchero. Contiene mosto d'uva, frutta (quella che c'è, io uso parecchi pesche selvatiche, ma anche fichi, susine ed altro, sarebbe preferibile mele cotogne, che ancora non mi fruttificano), nocciole tostate tritate, buccia di limone, aroma (si mettono in un sacchettino di garza che poi si toglie) di cannella, chiodi di garofano, frutta secca in pezzi.

    Dario

    parafrasando George Burns: alla mia età ho bisogno di tutti i conservanti possibili

  • @Antonio

    ieri me ne sono fatto una bella fetta !!
    La sto conservando fuori dal frigo ed è perfetta.

  • Eco, le mele contengono pectina. Specialmente i semi, l'aggiunta di mele è un classico delle confetture casalinghe. A patto però di imbastardire un po' il sapore. In questi prodotti che descrivo fibre non ne aggiungono perchè il succo viene filtrato

  • Accompagno mia mamma al supermercato e come un label-addicted mi fermo mezz'ora davanti alle confetture & co....

    Devo dire che Zuegg ha risolto alla grande con una linea di prodotti: Confettura di X. Basta niente di più. Un altra linea mi sembra che riportsse solo zuccheri della frutta.
    Però c'è da dire una cosa invece: come volevasi dimostrare quelle con succo di uva concentrato ccostano molto di più delle normali e anche di quelle Bio, che invece contengono Zucchero di canna grezzo.

  • Alberto Guidorzi 19 aprile 2013 alle 20:08

    Come hanno fatto a controllare che si tratta di zucchero di canna Bio? Glielo ha confermato Prodi, il Santo dell'Africa?

  • Ciao Dario,anche a me piacerebbe avere il libro autografato...non farai nessuna presentazione a Cagliari?mannaggia a me che sto in un isola,vero?
    Quando esce esattamente 'le bugie nel carrello'? 'pane e bugie' è ormai diventata la mia bibbia (bello detto da un'atea,eh?) visto che sempre più mi ritrovo a discutere di certi argomenti....quanti danni fa internet e il terrorismo alimentare?

  • @Alberto: han riportato solo zucchero di canna, la frutta è bio.

    Stamattina casualmente ho aperto un nuovo vasetto della medesima marca (2 tipo di prodotti sovra citato) ed era specificato "solo zuccheri della frutta", però sulla confezione, sull'etichetta anteriore non c'era scritto cosa era. Solo posteriormente era scritto "preparazione a base di frutta".
    Ed era a base di mirtilli

    PS noto solo ora che sul loro sito è comparsa la Gelatina di albicocca in home ma non nei prodotti. Quindi in pratica hanno 4 linee (non tutte presenti sul sito), che confusione. Però riportano chiaramente saccarosio tra gli ingredienti delle confetture.

  • Non ci posso far niente, a me in queste etichette colpisce e irrita l'uso di "natura" e "naturale"; magico, medicamentoso, apotropaico. Mentre però la morte naturale si addolcisce, lo zucchero naturale si stempera.

  • Il libro sará in vendita anche su Amazon? (it e de) Sono all'estero e sarebbe il modo piú comodo per comprarlo.

  • Ho controllato, immagino la risposta sia sí perché ci sono gli altri tuoi libri. Allora ti faccio la seconda domanda: la versione Kindle é piú cara della media. I soldi vanno a te o il tuo editore ci é andato pesante? :-D
    (sono favorevole al self-publishing in modo che i prezzi siano bassi e i soldi vadano il piú possibile alla persona che ha scritto il libro)

  • Alberto Guidorzi 20 aprile 2013 alle 18:52

    Alessio

    Se lo zucchero non è bio esso rende il tutto non biologico e non è etichettabile come tale, quindi è un'etichetta contestabile.

  • Interessante questionario sulle abitudini d'acquisto promosso da Focus ed Eurispes su http://www.focus.it/acquisti, in collaborazione con Dacia: interessante anche perché c'è un concorso e si può vincere anche un'auto

  • @zil

    In realtà non si vince un'auto, ma ti scarrozzano per un giorno su una Dacia, facendoti visitare l'acquario del Genova. Lo dico per puntiglio perchè Focus mi sta lievemente sulle sfere.

  • Ciao Dario
    anche se sai già di essere bravo voglio rinnovare i miei complimenti.
    Tempo fa parlammo di olio ecco io sto avviando un progetto sulla diffusione della cultura dell'E.V.O. potresti essere interessato alla cosa? Mi piacerebbe includerti nel gruppo di lavoro.
    Un caro saluto

  • Ciao Dario,
    ho letto con attenzione i tuoi post e devo dire che li ho apprezzati parecchio.
    Premettendo che sono un laureando in ingegneria (quindi con la cucina e con la chimica ho poco a che vedere) e che mi sto avvicinando da poco al mondo della gastronomia per scopi puramente "hobbistici", dopo aver letto i tuoi post mi viene spontanea una domanda: dove sta il problema nel produrre marmellate senza zucchero (cioè senza succo di mele e/o rifiuti nucleari vari)? Non sono buone?

  • BlakDal , i prezzi li decide l'editore. Non so neppure a quanto verrá venduto il libro

  • Semplicemente senza zucchero non è una marmellata :) un po' come la carbonara vegana ;)

  • mia nonna faceva la 'marmellata' con le piccole prugne semiselvatiche gialle e viola che crescevano lì intorno. non metteva zucchero, lei diceva che costava troppo, le prugne bollivano per ore fino a che il tutto caramellava. veniva una cosa della consistenza di una cotognata molto compatta e si conservava anche fino all'anno dopo. come funzionava?

  • Beh concentrava lo zucchero delle prugne. Ma appunto veniva una roba caramellata dove il sapore iniziale si era perso.

  • Bressanini , cosa succede se , per far evaporare l'acqua , si opera sotto vuoto e poi , per poco tempo , si porta ad ebollizione normale il composto ?

  • Si concentra. Non so se industrialmente usano basse pressioni o meno per la cottura. Sicuramente lo fanno per produrre il succo di mela o di uva concentrato

  • Uhm, però la mia esperienza di consumatrice mi insegna che le marmellate con solo zuccheri della frutta sono più buone (sanno più di frutta) delle altre. Perchè?

  • Dipende solo dalla quantit di frutta utilizzata, e dalla qualitá, non dallo zucchero

  • @Dario riguardo la paura verso i conservanti: forse tanta paura non è a sproposito.
    Non è (fortunatamente) il caso delle composte/marmellate ecc... ma in molti cibi (insaccati in primis) come conservanti vengono utilizzati ad esempio nitriti e nitrati, la cui pericolosità è ben nota. Ma ve ne sono molti altri dai quali è bene stare alla larga.

    Pertanto trovo assolutamente normale, anzi opportuno, che si cerchi di capire bene cosa contengano i cibi che ingeriamo.

  • Alberto Guidorzi 22 aprile 2013 alle 09:19

    Riccardo

    Quando li usavano o usavano solo quelli conosciuti (sale, spezie e aceto) si cuccavano delle intossicazioni, ora almeno ciò è evitato, salvo quelle dovute all'insipienza, alla disonestà o all'egoismo umano. Ma quelle non hanno bisogno di conservanti per mantenersi!
    La buona salsa di poomodoro di una volta era manatenuta con tanto acido salicilico. Oppure si accettava la crescita di muffe in superficie che ogni tanto si raschiavano.
    Ricordo che avevamo un vigneto specializzato e come tutori vi erano degli alberi di prugne, che si vendevano e che servivano per fare conserve, lo zucchero non si usava, e quindi anche qui le muffe proliferavano prima di versarne un po' nel piatto la si levava grossolanamente. Era la cecena di noi bambini in cui intingevamo due fette di polenta.

  • Riccardo, ben venga la consapevolezza. Ma anche in quel caso ti protegge dal rischio del botulino. Mi chiedevo come mai la sola parola "conservante" facesse paura invece di tranquillizzare. Io da un salame "senza conservanti" me ne sto alla larga, per dire ;)

  • Raschiare lo strato superficiale delle muffe (da marmellate, composte, passate ecc.) comunque è un cattivo comportamento alimentare; ho letto anche recentemente in Modernist Cuisine che queste muffe sviluppano dei filamenti piuttosto lunghi e profondi, e che ingeriti sono dannosi per la salute.
    So che parecchi lo fanno (soprattutto a casa), per salvare nel frigo barattoli di marmellate, ecc.: potete confermarmelo, oppure spiegare in breve come funzionano queste muffe?

  • Alberto Guidorzi 22 aprile 2013 alle 12:58

    Chefclaude

    Non sono un tecnologo alimentare, sono un agronomo, ma so quale azione ha lo zucchero come conservante. Egli cattura l'acqua e senz'acqua qualsiasi microrganismo non si sviluppa. Evidentemente la cattura dell'acqua è proporzionale al quantitativo di zucchero pertanto quindi un conto è parlare di confettura o marmellata con molto zucchero aggiunto, un altro conto sono le confetture dietetiche con poco zucchero.

    Nel primo caso si può sviluppare della muffa nella parte superiore, ma questa si sviluppa non a causa dell'acqua presente nella marmellata ma per l'umidità che vi è in superficie. In questo caso puoi benissimo raschiare la muffa superficiale e mangiare il resto. Le ife fungine non vanno in profondità in quanto non vi trovano acqua. Buona norma sarebbe, quando inizi un vasetto di marmellata e non lo finisci conservarlo capovolto in modo che il composto cada sul coperchio ed elimini l'aria e l'unidità atmosferica, sulla superficie libera del contenuto capovolto non si forma nessuna muffa perchè si è creato il vuoto.

    Diverso è il caso delle composte con poco zucchero in quanto qui le muffe invadono tutto il contenuto del vasetto e quindi non serve raschiare, è tutto da buttare.

    Le muffe si nutrono degli zuccheri, ma solo in presenza di acqua. L'ultima parola però la lascio a qualche tecnologo alimentare che ne sa più di me.

  • @Guidorzi

    La spiegazione è molto chiara. I tecnologi alimentari parlano di acqua libera.
    http://it.wikipedia.org/wiki/Attivit%C3%A0_dell%27acqua

  • è un po' come quelli che non vanno al ristorante cinese o non usano il dado da brodo perché, dicono, il glutammato gli fa venire il mal di testa ma poi mangiano un etto di parmigiano.
    io però concordo con ElenaB: quando compro una marmellata cerco quelle che hanno più frutta e meno zucchero (nella tabella nutrizionale, tranquillo!) e di solito coincide anche con un sapore migliore. Credo come te che si tratti di qualità della frutta, ma se in proporzione ce ne è di più di certo il sapore migliorerà. di solito coincidono con quelle un po' più "curate" e meno "a buon mercato", potrebbe essere uno dei fattori ai quali stanno attenti insieme a tanti altri come la qualità della frutta, nel senso che per diminuire lo zucchero e ottenere comunque un sapore gradevole forse curano di più altri aspetti.
    e se è marketing è fatto bene! :)

  • Come sempre Complimenti a Dario per le infinite ricerche e sforzi che fai e per l'opportunità che offri a tutti noi di approfondire "seriamente" temi altrimenti ostici!
    Due piccole precisazioni su cui mi pare aver colto qualche perplessità dai vari interventi: La MARMELLATA è SOLO ED SCLUSIVAMENTE di agrumi,....TUTTO IL RESTO si chiama CONFETTURA. Tutte le aziende conserviere/confefturiere utilizzano ormai la concentrazione a vuoto per i loro prodotti, (con vacuum o bolle di concentrazione) é il solo modo per cuocere molto velocemente, evitare la caramellizzazione degli zuccheri (quindi il colore e gusto caramellato), le ossidazioni e la perdita delle sostanze aromatiche.

  • Ho letto uno di seguito all'altro i suoi ultimi articoli ed è veramente triste sapere come veniamo raggirati. Grazie per fare chiarezza su temi importanti e non vedo l'ora di acquistare il libro!

  • Vorrei proporre una visione alternativa, a difesa di tutti quelli che qui più o meno esplicitamente si vogliono far passare per fessi. Persone che comprano la confettura con su scritto senza zuccheri aggiunti credendo che sia come la coca cola zero o quella col succo d'uva credendo che sia più sana di quella con gli zuccheri chimici.
    Appurato che ciò non è vero, resta il fatto che si tratta di un prodotto che li soddisfa di più e quindi vale di più, al pari di un barattolo bello, un'etichetta artistica o il colore più vivace.
    E credo che sia segno di intelligenza non sentirsi superiori per il fatto di non (poter) dare importanza a questi fattori. Tutti gli estremismi sono dannosi.

  • Landolfi, qui nessuno si sente superiore. Posso capire (al limite) che qualcuno, leggendo questi articoli, possa dire a se stesso "cavoli, l'industria X mi ha fregato", ma io non c'entro. Se mi indichi in quali paragrafi di questi ultimi tre articoli cerco di far passare "per fesso" l'acquirente di questi prodotti te ne sarei molto grato, perchè non era certo questa l'intenzione

  • Bisogna apprezzare e valutare tantissimo l'informazione di esperti come Dario Bressanini, specialmente in questa era di disinformazione e speculazioni che sta alimentando ancor di piu' l'internet.
    Se non si avrebbe il coraggio e l'audacia di far conoscere scoperte, corretta informazione e innovazioni per paura di urtare le sensibilita' di un ego fantasma con le sue paure, credenze e convinzioni saremmo ancora all'eta' della pietra, oppure ancora ostracizzati come Galileo Galilei.
    Personalmente, non mi sento mai ingannato o fesso quando apprendo da esperti come Dario Bressanini, e sono veramente grato a quegli esseri umani come lui che cercano intrepidamente di farci progredire.

  • Dario, tu non dai del fesso a nessuno (lo fanno i commentatori), ma mi sembra ovvio che vuoi contrapporre la verità scientifica alle bugie del marketing. Io, che apprezzo le nozioni scientifiche e condivido tutto quello che dici, cerco di pormi dal punto di vista altrui, di colui che cerca "altro" nel cibo e, visto che può permettersi di essere ignorante (dal momento che viviamo in una società super-protetta e stracolma di cibo buono), si lascia "prendere per mano" dall'immagine del prodotto e ne è felice. Allo stesso modo di chi compra un orologio costoso crede di avere al braccio una tecnologia superiore.
    Secondo me tutti questi aspetti fanno parte del prodotto, con la stessa dignità del contenuto in senso stretto (che sia frutta o altro).
    E mi sembra evidente che invece si tenda a dividere tra contenuto oggettivo e... fuffa per gonzi. Ma potrei sbagliarmi...

  • Mi pare ci sia un problema di estetismi piuttosto che di estremismi, su questo Blog, ma solo a volte eh... :mrgreen:

  • @ Landolfi
    Se un buon marketing fa vendere di più io non ho nulla in contrario, ma gli italiani leggono poco le etichette, questo favorisce un certo tipo di marketing che sfrutta questo scarso approfondimento da parte dei clienti.
    La cosa più grave secondo me è che gli addetti ai lavori leggano poco le etichette di quello che poi finisce nelle pietanze di bar e ristoranti.
    Saluti

  • Se il cibo ci servisse solo per nutrirci, sarei d'accordo con voi. Ma allora si userebbe una cosa simile a quella che mangiano gli astronauti...
    Ma siccome il cibo, oltre che per il corpo, è anche per la mente, ognuno si soddisfa come meglio crede.
    A me dà più soddisfazione mangiare del cibo autoprodotto, o preparato con tecniche particolari come quelle che abbondano in questo blog, INDIPENDENTEMENTE dalla qualità oggettiva del cibo.
    Ad altri piacerà credere che il fruttosio della mela sia migliore di quello della canna.

  • Ma poiché questo è un blog scientifico da queste parti lo si rammenta che non c'è differenza ;)

  • A volte sfugge, questa faccenda della scientificità del Blog, nella foga del discorso dico, eh...? :mrgreen:

  • A seguito dell’articolo “Solo zuccheri della frutta” segnaliamo alcune precisazioni da parte di Alce Nero e Mielizia, il gruppo di più di mille agricoltori biologici, apicoltori e produttori Fairtrade, da oltre 30 anni tra i principali produttori di alimenti bio in Italia e nel Mondo.

    • “Zuccheri nascosti”: nell’etichetta in oggetto il dolcificante è esplicitato in modo chiaro in etichetta
    Non ci sono, infatti, dolcificanti nascosti ma il dolcificante utilizzato è “in chiaro” – lo zucchero d’uva elencato in etichetta deriva, appunto, dalla frutta. Da qui la dicitura “solo zuccheri della frutta”

    • La scelta dell’immagine sul fronte dell’etichetta afferisce ad una scelta grafica studiata per la linea composte di frutta, quella di evidenziare il frutto principale in etichetta. È una scelta “stilistica” che sottolinea la volontà di evidenziare il plus principale del prodotto – l’etichetta principale ed esplicativa è quella di legge che contiene tutte le informazioni chiave in un unico campo visivo.
    La legge impone delle regole ben precise quando si utilizzano le immagini in etichetta e l’etichetta in oggetto è a norma.
    Pag. 2 riga 2-3

    • Non riteniamo che un fruitore di fronte ad un prodotto assimilabile ad una confettura possa ingannevolmente essere portato a credere che si tratti di un prodotto dietetico. Essendo per natura, tradizione e definizione normativa un prodotto costituito da zuccheri e frutta, in un rapporto che normalmente è 1 a 1. Non possiamo conoscere le motivazioni all’acquisto dei nostri prodotti, il nostro compito è rendere assolutamente trasparente l’etichetta in ogni sua parte. Cosa intende per “potrebbero erroneamente pensare che questo prodotto sia dietetico”? In nessuna parte questo prodotto si riferisce ad un target di questo tipo, non lascia spazio alla confusione anche perché i prodotti dietetici sono normati a parte e prevedono etichettatura specifica.
    • “dolcificare” – sottolineiamo che la componente zuccherina è una caratteristica delle confetture, o di prodotti simili come questa composta: “la mescolanza di zuccheri e una o più specie di frutta”. La scelta di utilizzare il succo d’uva (e quindi uno zucchero della frutta e non un saccarosio o sciroppo di glucosio ecc….) è in linea con la volontà di Alce Nero di offrire una gamma di composte che abbiano ingredienti il più possibile vicini alla materia prima caratteristica, cioè la frutta.
    Il succo d’uva è l’ingrediente che, rispettando le caratteristiche di cui sopra, garantisce a livello di processo di lavorazione il migliore risultato nutrizionale ed organolettico.
    • Il dolcificante nella confettura e prodotti affini serve anche per stabilizzare il prodotto – condizione imprescindibile per offrire al fruitore un prodotto sicuro.

    • Di fatto il prodotto, se paragonato ad una confettura convenzionale, è “più sano” per via della totale assenza di additivi e fitofarmaci di sorta – concetto che afferisce al biologico in generale.
    Questa preparazione a base di frutta è ideata non per essere una confettura dietetica bensì una confettura senza additivi, senza fitofarmaci, con le garanzie di qualità offerte dalle attuali tecnologie.

    • L’HFCS è un derivato del mais e quindi la scelta è di non utilizzare, ovunque tecnologicamente possibile, un prodotto che derivi da una coltivazione al centro delle polemiche sugli ogm.

    • sul sito, rinnovato da pochi mesi, evidentemente era rimasta una dicitura vetusta, corretta qualche giorno prima dell’uscita di questo articolo.

    • Noi facciamo marketing ma in completa trasparenza, da oltre trent’anni e nel caso specifico la scelta del succo d’uva è in linea con le scelte di Alce Nero rispetto alla nutrizione, al grado Brix che si deve ottenere, alla rotondità del gusto e anche alla sostenibilità economica del prodotto (anche di posizionamento al pubblico).

    • L’impegno di Alce Nero da sempre è quello di non utilizzare additivi, ove tecnologicamente possibile, perché ottenuti comunque da un processo di sintesi chimica. Riteniamo anche che la pectina contenuta naturalmente nella frutta non sia paragonabile come concetto all’additivo, di estrazione chimica, aggiunto al prodotto che si porta dietro tutta una serie di coadiuvanti tecnologici (per facilitare il processo) e che seppur affini nella formula chimica, non hanno a che fare con la pectina naturale. Poiché la quantità di pectina naturalmente contenuta nella fragola è irrisoria, cioè in tracce, l’additivo pectina è utilizzato normalmente per addensare la confettura, Alce Nero ha, invece, scelto di fare un prodotto come la confettura senza additivi aggiunti.
    • Anche a questo mira l’investimento tecnologico realizzato da Alce Nero per l’acquisto di un macchinario in grado di lavorare ad una alta concentrazione sotto vuoto per realizzare un prodotto con un’alta concentrazione di frutta e di selezionare come dolcificante (obbligatorio per normativa) il succo d’uva.
    • Se ci si aspetta di trovare un prodotto a base frutta senza dolcificante e quindi 100% frutta, si deve cercare, come norma vuole, la PUREA DI FRUTTA. Alce Nero ha due referenze in assortimento con queste caratteristiche che si chiamano, infatti, polpa di mela e polpa di frutta a pezzetti. La destinazione d’uso, ovviamente, è completamente diversa da quella di una composta/ confettura.
    • La scelta produttiva e nutrizionale di Alce Nero è quindi di aver un prodotto:
    Pulito – che non contenga additivi
    Con materie prime selezionate – costante e puntuale controllo della filiera produttiva
    Buono – organoletticamente gustoso perché crediamo faccia parte integrante “della
    promessa” che Alce Nero fa con chi sceglie i suoi prodotti
    Sicuro – in questo caso il dolcificante, come spiegato sopra, serve anche a stabilizzare il prodotto

  • Mmh, no, 'sta roba non mi piace: troppe chiacchiere, meglio se stavate zitti!
    (dopo una vita da consumatore e 25 anni di mkt e adv).

  • Giovanna Tamburini 29 aprile 2013 alle 16:55

    Grazie invece ad Alce Nero per le precisazioni, sintomo di grande trasparenza ed affidabilità. Continuerò sicuramente ad usare i vostri prodotti! Soprattutto la Cioko Crem... mmmmmh deliziosa!

  • excusatio (lunga) non petita...
    Io comunque pretendo che la legge imponga che venga ben evidenziato in etichetta per legge che si tratta di un prodotto bio o biodinamico, così posso non comprarlo.
    Ho litigato con un pizzaiolo che scriveva che la farina delle sue pizze era esclusivamente biologica, quando gli o chiesto se non ne aveva con farina normale... che ci posso fare se non amo le aflatossine e compagnia...

  • Curioso e sintomatico di un certo modo di pensare che "sano" debba significare "senza additivi"

  • "...non utilizzare additivi, ove tecnologicamente possibile, perché ottenuti comunque da un processo di sintesi chimica" oddiomè, e adesso che si fa con quel raffinatissimo laboratorio chimico che è il nostro corpo?

  • Giovanna, scusa se mi permetto, ma questa non è trasparenza: la stanno buttando in caciara!
    Quando la Voltan dice: "La scelta produttiva e nutrizionale di Alce Nero è quindi di aver un prodotto:
    Pulito – che non contenga additivi" ti assicuro che intende "abbiamo trovato un modo per far soldi dicendovi che i nostri prodotti sono puliti" infatti quando mai gli additivi sono sporchi? E ancora afferma "non utilizzare additivi, ove tecnologicamente possibile, perché ottenuti comunque da un processo di sintesi chimica " dimenticando che la sintesi chimica è la vita stessa. Infine (ma ce ne sarebbero molte altre). Infine "Noi facciamo marketing ma in completa trasparenza" intendendo che il marketing come non lo fanno loro è roba truffaldina ma se fatto da loro è trasparente... e a te davvero queste affermazioni ti ispirano fiducia?

    PS
    Io ho sempre fatto il tifo per i pellerossa e chiamare "Alce Nero" 'ste cose mi sembra davvero irrispettoso e paraculesco. Augh.

  • (mi è partito il post prima di ricontrollarlo, comunque si capisce, no?)

  • "La scelta di utilizzare il succo d’uva (e quindi uno zucchero della frutta e non un saccarosio o sciroppo di glucosio ecc….)"

    Gentile Silvia,
    il succo d'uva concentrato è assimilabile ad uno sciroppo (definizione della farmacopea italiana e europea) sia di glucosio che di fruttosio.

    La pectina non viene prodotta per sintesi in nessun stabilimento industriale ma semplicemente estratta dalla frutta (è più economico) e non presenta alcun "elemento in tracce" che non si ritrovi, probabilmente, anche nella vostra purea di fragole.

    Una confettura "senza additivi" è frutta + zucchero (+succo di limone). Il resto sono aggiunte, quindi se non vogliamo chiamarli "additivi", sono "addizioni".

  • Scusa Demetrio, ma quale ufficio stampa di Alce Nero ci sembrava corretto dare una risposta dal punto di vista dell' azienda, per rispetto verso i nostri consumatori . E' semplicemente un approfondimento punto su punto per dare qualche precisazione e informazione in più, tutto qui.

  • Silvia, ho molto apprezzato questo intervento. Il mio articolo però voleva mettere l'accento sulla "sostanza" scientifica più che sull'aderenza alle leggi. Come ho detto i due articoli precedenti riguardavano una violazione della legge, mentre in questo la legge è a posto ma comunque gli zuccheri ci sono. *Ovviamente* come dice anche lei, ma le assicuro che molte persone, che non conoscono la definizione "legale" della confettura o della marmellata, pensano che esistano delle confetture "senza zucchero" o con i "soli" zuccheri della frutta, escludendo ovviamente succhi d'uva o di mela

  • [...] Ed eccoci qui con la terza e ultima parte della “saga dell’aggiuntosio“: gli zuccheri (nascosti) variamente aggiunti a marmellate e confetture.Come vi dicevo questa è una sorta di anticipazione del mio prossimo libro “Le bugie nel carrello” in uscita...  [...]

  • [...] on bressanini-lescienze.blogautore.espresso.repubblica.it Share this:Google +1FacebookTwitterLinkedInStumbleUponDiggRedditEmailStampaTumblrPinterestMi [...]

  • Oh, Silvia, ci mancherebbe: tu fai li tuo lavoro - e potrei dirmi tuo ex collega - mentre io fortunatamente sono in vacanza e posso esprimere quello che mi va :-) cordialmente, buon lavoro!

  • Qualcuno ha mai gustato il succo d'uva concentrato ?
    Che sapore ha ?
    Perché se il sapore non è neutro certo non si puo' dire che dal punto di vista del prodotto finito sia equivalente utilizzare il saccarosio.

    Una marmellata deve essere buona prima di tutto.

  • Il succo d'uva prodotto con metodo biologico è prodotto con uva raccolta da vigneti in cui è consentito utilizare alcuni fitofarmaci. L'agricoltura biologica è un metodo, non garantisce un risultato.

  • Una volta ho provato a fare una confettura d'uva (dài, lasciatemi dire "marmellata", odio la parola "confettura"!). Ricordo che è stata una faccenda lunghissima e al finale anche un poco deludente. Avevo una sovrabbondanza d'uva una volta preparato il vino, e per curiosità ho provato questa ricetta che mi avevano consigliato, ma giuro che non ci provo più. Si trattava in pratica di
    1 - togliere i vinaccioli
    2- cuocere l'uva abbastanza a lungo, senza alcuna aggiunta
    3- passarla al setaccio
    4- rimettere il passato su fuoco dolce ad asciugarsi A LUNGO fino ad essere abbastanza consistente: in pratica, una volta concentrato, l'abbondante zucchero d'uva (l'uva da vino è molto dolce, più di quella da tavola) ha fatto le veci del saccarosio che uso nelle altre marmellate e mi si è conservata esattamente come le altre. Però non ne valeva la pena, con tutto quel lavorìo, penso: il sapore non è abbastanza caratterizzato, come invece avviene con altre marmellate.
    Qui usano molto i succhi di frutta non monofrutto, ma misti con succo d'uva, proprio per il suo potere dolcificante, ma trovo che il sapore del frutto principale si perda.

  • Riguardo alla pectina: se non è proveniente dalla frutta è di origine animale, e la si prepara dall'idrolisi del "carniccio" grattando via ciò che rimane attaccato alle pelli degli animali macellati, prima del procedimento di concia, quando le pelli arrivano in conceria (puoi immaginare il profumo!) Per cui, per fattori puramente emotivi, preferisco le marmellate che riportano la dicitura "pectina della frutta".
    Risulta anche a te?

  • ameriga: NO. la pectina è di origine vegetale :)

  • @Silvia Voltan,

    si e' resa conto che quanto dice inizialmente: "Non possiamo conoscere le motivazioni all’acquisto dei nostri prodotti"

    e' in chiara contraddizione con quanto afferma in seguito:
    "Noi facciamo marketing ma in completa trasparenza, da oltre trent’anni e nel caso specifico la scelta del succo d’uva è in linea con le scelte di Alce Nero rispetto alla nutrizione, al grado Brix che si deve ottenere, alla rotondità del gusto e anche alla sostenibilità economica del prodotto (anche di posizionamento al pubblico)."

    O pensava che, data la lunghezza del testo (e i risultati dei test PISA) nessuno se ne accorgesse?
    Fortunatamente per Alce Nero l'ufficio marketing lavora meglio dell'ufficio stampa...

    PS:
    "Non riteniamo che un fruitore di fronte ad un prodotto assimilabile ad una confettura possa ingannevolmente essere portato a credere che si tratti di un prodotto dietetico."

    Siamo seri, ci sono piu' cose nella testa dei consumatori, cara Silvia, di quante ne contenga la sua filosofia. Interessante comunque l'uso di un termine come "fruitore".

  • I miei, che hanno il diabete, quando leggono "senza zuccheri aggiunti" o "solo zuccheri della frutta" sulla marmellata, la comprano, certi che sia dietetica.

  • L'immagine della confezione riporta "più del 100% di frutta". A voler essere fiscali la dizione potrebbe non essere consentita. Nella retrostante etichetta è riportato correttamente "frutta totale utilizzata:102g per 100g di prodotto finito", ma con meno evidenza. Il Regolamento UE n. 1169/2011 del 25/10/11 recita:
    "Per gli alimenti che hanno subito una perdità di umidità in seguito al trattamento termico o di altro tipo, la quantità è indicata in percentuale corrispondente alla quantità dell'ingrediente o degli ingredienti utilizzati, in relazione col prodotto finito, TRANNE quando la quantità totale di tutti gli ingredienti menzionati sull'etichettatura SUPERA IL 100% nel qual caso la quantità è indicata in funzione del peso dell'ingrediente o degli ingredienti utilizzato per preparare 100g di prodotto finito".

  • In moderazione. Motivo imperscrutabile.

  • Meglio mangiare frutta fresca. Le marmellate, si sa sono dei concentrati di zucchero. Tradizionalmente si sono sempre fatte, perché una volta raccolta la frutta, in assenza di frigoriferi, bisognava conservare gli alimenti che non si riusciva a mangiare subito. In inverno quando il freddo mordeva(leggasi maggior consumo di calorie per riscaldarsi) , e i prodotti scarseggiavano tutte le conserve fatte in estate erano una benedizione. Ora invece noi abbiamo il problema opposto, difenderci dal troppo cibo.
    Dobbiamo mangiare soprattutto cibi freschi, quindi ed essere consapevoli che usare la marmellata significa ingerire soprattutto zuccheri e frutta ormai priva di effetti benefici. Ognuno si regoli in base al suo stile di vita (quanto brucia con esercizio fisico) ed alla risposta del suo organismo agli zuccheri. Concordi Dario?

  • in alcune confezioni di biscotti la tabella nutrizionale riporta la dicitura carboidrati con un valore (es: 18 g ) di cui zuccheri ( es. 9 g)...secondo me è un po' fuorviante visto che gli zuccheri sono carboidrati, forse indicano la distinzione tra polisaccaridi e monosaccaridi e disaccaridi.

  • Ameriga ha scritto una cosa giusta, ma ha fatto confusione con pectina e gelatina (quest'ultima si che deriva prevalentemente da suini e bovini e pesci in misura minore).
    Tutte cose che Dario aveva riassunto in questo gustoso post:
    http://bressanini-lescienze.blogautore.espresso.repubblica.it/2008/03/14/la-gelatina/

    Io quando voglio mangio frutta fresca, quando voglio invece la marmellata (confettura pardon), e più zucchero c'è e più sono contento. Le sensazioni non sono logicamente paragonabili...la confettura è ora un prodotto indulgente (un dolce da fine pasto sul pane ?), e come tale ha diritto di essere consumata...
    la purea di albicocca sul pane ? Acida, acquosa, poco dolce...no non ce la vedo proprio...:-)

    Fa parte del gioco che il marketing continui a cercare di conferire valore ad aspetti tecnologici (si concentra la frutta sottovuoto a 60 °C circa per poterne avere un certo quantitativo senza dover stare li a far bollire la frutta per ore) abbastanza banali, così come continuare a usare questo termine "pectina di frutta" lasciando intendere a chi non ne sa che possa esistere della pectina da altre fonti meno "belle" o meno "buone"...
    Il problema è che poi chi forma la sua cultura scientifica non sui libri ma alla televisione o per strada, capta questi messaggi facili e a volte ne diventa un fiero sostenitore, e non c'è nulla che possa fargli cambiare idea.

    Vado a concludere il pasto con una confettura di mirtilli, molto economica (presa al discount) e per questo con il giusto di frutta, ma TANTO zucchero.

  • Ah e riguardo agli additivi di sintesi...(altra parola che vorrei capire perchè deve essere vista come una cosa negativa...ma cosa gli viene in mente ? lo scienziato pazzo tra provette alambicchi, liquidi colorati e fumi mefitici...non riesco a non ridere di questa cosa), provo a fare un veloce excursus sui vari addensanti alternativi alla pectina impiegabili per dare maggiore struttura ad un preparato di frutta e zucchero (marmellata, confettura, composta, conserva della nonna o come più ci piace chiamarla).

    E 401 Alginato estratto da alghe
    E 406 Agar idem con patate
    E 407 Carragenina come sopra

    E 410 Farina di semi di carruba (spero il termine FARINA sia abbastanza indicativo di quanta "sintesi" abbiamo....

    E 412 Farina di semi di guar Idem

    E 415 Xanthan gum lo Xantomonas campestris mangia lo zucchero e produce tra i vari metaboliti questa gomma...in effetti la sintesi c'è ma da parte di un microrganismo...niente scienziati pazzi o "pipeline" petrolchimiche.

    E 417 Farina di semi di Tara..........

    Questi sono i principali additivi addensanti / gelificanti usati dall'industria.
    Certo non sono tutti ma se voglio addensare, queste sono le scelte nel 98 % dei casi (e il restante 2 % di "sintesi" ne vedrà un pò con il cannocchiale).
    Quasi Tuttti gli emulsionanti sono di sintesi, ma non sono di certo impiegati nelle confetture, e anche qui non riesco a cogliere per quale motivo dovremmo averne paura.
    Solo per tentare (ripeto) tentare di testimoniare quanto ci si arrampichi sugli specchi della logica per cercare di dare valenze positive attaccandosi al nulla o al nonsenso, purtroppo con ottimi risultati su una certa fascia della popolazione.

  • @Rosy

    La marmellata non è un prodotto che, tradizionalmente, si è sempre fatto. La gran parte della frutta coltivata in passato si conservava per tutto l'inverno anche senza frigorifero. Ostacolo alla diffusione della marmellata era la carenza di zucchero. In Italia, fino alla fine dell'800, era diffusa quasi esclusivamente la cotognata e in alcune zone alcuni tipi di mostarda. Nel 1902 venne firmata la Convenzione di Bruxelles; gli stati aderenti si impegnavano a non esportare le eccedenze di zucchero. L'Italia potè così colpire con dazi molto pesanti l'importazione di zucchero favorendo la crescita dell'industria nazionale saccarifera; industria che fu in grado di coprire il bisogno interno già intorno al 1910. Negli anni successivi anche in Italia si produsse zucchero in eccedenza. L'industria saccarifera, che aveva manodopera stagionale libera e la materia prima necessaria, iniziò a produrre, come prodotto accessorio la marmellata. Prima e più famosa (1914) fu la Ligure-Lombarda, una delle maggiori aziende del settore zuccheriero. Nel contempo si stava sviluppando la frutticultura industriale che potè garantire la consegna della frutta necessaria all'industria e garantirsi un mercato certo per il suo prodotto. E' rimasto celebre il contratto sottoscritto tra la "Ligure-Lombarda" e L'Azienda Bonvicini di Massalombarda, azienda che aveva a dimora,all'epoca, ben 50.000 alberi da frutta.

  • Oggi sono proprio in moderazione.

  • Alberto Guidorzi 1 maggio 2013 alle 01:23

    Vorrei farvi notare, dato che mi sono interessato di zucchero per 40 anni e che di ogni settore di cui mi sono occupato mi è sempre piaciuto conoscerne la storia, che volenti o nolenti tutte le discussioni sullo zucchero sono viziate dall’azione di informazione/disinformazione che le varie filiere che si occupavano di dolcificazione degli alimenti hanno svolto nei secoli. Si nei secoli! Perché tale è la durata.
    Si pensi solo che la produzione dello zucchero di canna fu prodotto sotto controllo stretto dei paesi europei, infatti, nelle colonie americane non era permesso impiantare raffinerie, ma solo in Europa era permessa l’operazione. Si ricorda che lo zucchero deve essere raffinato, nel senso che una volta ottenuta la massa cristallizzata per concentrazione facendo evaporare l’acqua, si ottiene una massa semisolida di color marrone scuro dolce, ma immangiabile. Dato però che la ulteriore raffinazione nelle colonie era proibita, ma comunque la si doveva trasportare oltreoceano si pensò di usare l’acqua per chiarificare la massa, solo che questa scioglieva anche lo zucchero e quindi si pensò di coprire la massa semisolida di terra argillosa in modo che l’acqua che si versava assieme alla terra operasse una filtrazione (in gergo “terrage du sucre”). Lo zucchero che si otteneva, ancora molto scuro, era essiccato al sole e poi caricato sulle navi per essere imbianchito completamente nel Vecchio Continente. Il sistema è ancora praticato nelle aziende dei piccoli produttori sudamericani ed è poi quello che ora si vorrebbe far passare come lo zucchero sano e salutare di canna. Queste triangolazioni commerciali furono però soggette a varie legislazioni ed una di queste fu appunto la Convenzione di Bruxelles che penalizzarono sempre lo zucchero coloniale,

    Con l’avvento dello zucchero indigeno europeo, quello di bietola per intendersi, i contrasti aumentarono ed è di questo tempo l’origine della diatriba circa la superiorità o meno dello zucchero di canna rispetto alla bietola o viceversa ( i fautori dello zucchero di canna della fine del XVIII sec. dissero che la bietola dava uno zucchero velenoso ed a conferma si portava l’esempio dei molti vegliardi che vivevano in Brasile dove lo zucchero era un alimento divenuto banale. E’ in quest’epoca anche che si pensò di estrarre lo zucchero dall’uva , che, però, per il fatto di non essere cristallizzabile, rese il tentativo fallimentare. Diatriba e contrasto che ancora persiste, ma che non ha ragioni obiettive, è solo “tifoseria”.

    L’aumento dei consumi di zucchero per la maggiore disponibilità del prodotto e concomitante con l’introduzione delle bevande esotiche come il caffè, il the e il cioccolato, fece sorgere movimenti saccarofobici e che si scontrarono con altri saccarofili, che sono continuati fino a noi e che ancora influenzano il dibattito sui benefici o i malefici dello zucchero. Si pensi che Claude Fischler, uno dei più reputati sociologi in materia alimentare ha catalogato da inizio secolo XX ad oggi ben 70 patologie che sono state attribuite allo zucchero, compresa l’impotenza e la foruncolosi.

    L’avvento dei prodotti “ligth” ha aperto la strada a nuovi dolcificanti sintetici (saccarina, acesulfame, aspartame ecc. ecc). o partenti da materia prima naturale ma modificati chimicamente ( zuccheri alcool) e impose allo zucchero saccarosio un’altra battaglia per difendersi, in quanto è di questo periodo che lo zucchero da golosità, da derrata corroborate, da ingrediente di prodotti di qualità, divenne il nemico n° 1 della salute e che venne coniato da parte di John Yudkin la frase “pure, white and deadly”.

    Quando poi si affermarono gli sciroppi di glucosio e parti di questi furono trasformati in sciroppi di fruttosio che s’imposero il mercato delle bevande zuccherate allora fu la filiera dello zucchero di canna e bietola che si allearono per dire che gli HFCS erano veri e propri veleni.

    Tutto questo per dirvi di non dimenticare mai che certe risultanze scientifiche valide solo per il contesto sperimentale sono utilizzate dalle diverse filiere in modo generalizzato e per combattersi fra loro inducendo molta confusione tra i consumatori o addirittura creando dei “partiti presi” senza basi scientifiche e venduti come“vangelo” medico.

    In realtà molte ricerche mediche conclusive ci dicono:

    OBESITA’ : da fattore primordiale di obesità, lo zucchero è passato in secondo ordine rispetto ai grassi

    DIABETE: Tutta la costruzione di zuccheri rapidi o lenti o semplici e complessi si è passati ad inquadrare il tutto nell’ indice glicemico ed a scoprire che il riso bollito o le patate lessate hanno indici glicemici nettamente superiori allo zucchero. Inoltre è ancora ritenuto vero che comunque lo zucchero porti alla formazione del diabete, mentre ora si sa che ci deve essere preliminarmente predisposizione. Lo zucchero da totalmente bandito per i diabetici, ora, se associato ad altri alimenti, può essere assunto, ma in presenza di una dieta controllata.

    CARIE DENTARIA: il batterio cariogeno e goloso sia degli zuccheri semplici che dell’amido. La sola vera prevenzione della carie rimane l’igiene boccale, che, tra l’altro, da quando si è instaurata ha già ridotto di quattro volte il coefficiente di carie nei ragazzi fino a 12 anni.

    RISCHI CARDIOVASCOLARI: lo zucchero non è più un fattore di rischio in assoluto, salvo in qualche caso di malfunzionamento metabolico come ad esempio l’ipergliceridemia di tipo 4.

  • Grazie Roberto e grazie Guidorzi . Le crociate non hanno mai dimostrato di essere al servizio del buon senso e della veridicità ma solo di equivoci interessi di retrobottega . Una cosa su cui non si è mai insistito molto è stato il cambiamento nel regime di vita delle persone negli ultimi 70-80 anni . Parlo proprio dell' attività quotidiana . Sino alla fine anni '50 la gente andava a lavorare a piedi o in bicicletta , i più fortunati avevano il mosquito o un ciclomotore . La spesa la si andava a fare a piedi o in bicicletta con i borsoni . I camion si caricavano e scaricavamo a mano . Gli alberi in montagna si abbattevano con l' accetta e si spaccavano con le scuri o con le biette ( cunei ) e con mazze . Le case , le scuole e gli uffici , raramente avevano una temperatura sup. a 13°. I maschietti e le fanciulle ( dai robusti polpacci , veder le foto del tempo ) indossavano maglioni e calzettoni di lana con scarpe degne degli alpini , almeno in inverno . Avete mai idea di che razza di dispendio energetico vi fosse ? Si era veramente potenti motori a combustione interna . Oggi con case , scuole ed uffici a 20° e , spesso ben di più , trasporti con auto , case con ascensori , camion scaricati e caricati con carrelli elevatori , boscaioli con motoseghe e benne di carico con trasporto del legname motorizzato ( ed è ancora un lavoraccio ) ecc. ecc. . In breve non ci siamo ancora adattati psichicamente a questo nuovo stile di vita , mangiamo come spaccalegna e lavoriamo spostando due fotocopie il giorno . Da qui la necessità di educare le persone ad un regime alimentare da 21° secolo .

  • Vorrei fare una considerazione (in ritardo, ma ho letto gli articoli solo oggi): secondo me la normativa, benché sia stata corretta, è ancora carente. Infatti se si utilizza lo zucchero estratto dalla barbabietola o dalla canna si deve scrivere in etichetta "zucchero", mentre se si utilizza lo zucchero estratto dalla mela o dall'uva si può scrivere "succo concentrato" e si può anche aggiungere la dicitura "solo zuccheri della frutta" e "100% frutta".
    Certo, perché invece la barbabietola non è frutta, è verdura...
    Ma allora si potrebbe fare una confettura tradizionale scrivendo negli ingredienti "succo di barbabietola concentrato" e aggiungendo la dicitura "solo zuccheri naturali di origine vegetale" ?
    A mio parere la legge, per tutelare anche i consumatori meno informati, dovrebbe imporre di indicare sempre la parola "zucchero" tra gli ingredienti. Poi si può specificare quanto si vuole il tipo di zucchero impiegato.

  • Alberto Guidorzi 2 maggio 2013 alle 00:05

    echo 72

    appunto con le diciture ci si gioca dell parti di mercato e quindi le filiere fanno lobby per ottenere la dicitura che più li favorisce, ciò anche in funzione di strategie condotte a priori per influenzare l'opinione dei consumatori.

  • A chi deride chi guarda con sospetto ai componenti di sintesi, consiglio la lettura del sito di Gianna Ferretti, in particolare dell'ultimo articolo pubblicato, dove si parla appunto dei vari tipi di carragenina: http://trashfood.com/2013/04/27/che-effetti-hanno-le-carragenine-iota-carragenina-kappa-carragenina-e-lambda-carragenina/

    Altro ingrediente usato molto spesso e che invece dovremmo valutare attentamente, dato che ve ne sono di molti tipi diversi, tutti etichettati sotto lo stesso nome: http://trashfood.com/2013/01/06/i-nanomateriali-e-il-colorante-biossido-di-titanio-e-171-negli-alimenti/

    Questo per dire che se un ingrediente viene utilizzato dall'industria è SEMPRE da guardare con sospetto, semplicemente perchè l'industria cerca il massimo profitto e non certo la salute dei suoi consumatori.

  • Ehhem, Riccardo, le carragenine sono estratte dalle alghe, NON sono di sintesi

  • Bravo Riccardo,
    sempre diffidare delle industrie, è risaputo che il Loro scopo è sterminarci tutti... sai poi che gran guadagni avranno senza più fruitori!
    Sulla titania occhio perché è anche presente in tutte le vernici da interno a base bianca, nei detersivi, nella carta, nella maggior parte delle plastiche e si mi spiace dirlo ma anche in alcuni farmaci allopatici in compresse o per uso topico.
    Diffidate di tutto e tutti, mangiate solo cibo autoprodotto, vestitevi di fibre naturali (autoprodotte) e spegnete quei computer frutto delle peggiori menti omologatrici pagate dalle multinazionali.

  • Scusate il commento sterile ma oggi sono veramente stufo dell'ignoranza.
    Ora vado a mettere in frigo una birra autoprodotta contenente una adeguata dose di metabisolfito, che mi ha permesso di conservarla adeguatamente.

  • L'articolo è chiarissimo, quindi, prima di commentare sarebbe opportuno assicurarsi di aver capito cosa si è letto!

    Rari neuroni in gurgite vasto ...

  • @Dieghigno

    ma come ? fai la birra in casa e ci schiaffi il metabisolfito ? Ma nemmeno quella in commercio ce l'ha, in genere viene pastorizzata !

  • ehm Dario, se vogliamo disquisire sul termine "di sintesi" da me impropriamente usato, d'accordo, ma dalle naturalissime alghe di partenza, si possono ottenere ben altri elementi: cito testualmente la tua collega Ferretti:
    "Sotto accusa dei frammenti a basso peso molecolare che potrebbero essere ottenuti dalla carragenina durante le filiere produttive, durante la digestione o in seguito al metabolismo della flora batterica. In passato è stato attribuito un effetto dannoso al poligeenan “un prodotto di degradazione della carragenina”. L’unica relazione tra carragenina e poligeenan è che la prima è il materiale di partenza per arrivare a quest’ultima."

    Quanto agli altri simpaticoni, tralascio ogni commento e che continuino pure ad ingurgitare quanto gli aggrada.

  • @ emanuele
    inizio OT
    Anche nel vino c'è il meta, e comunque le birre buone non sono pastorizzate!
    Non essendo pastorizzate, perché devono rifermentare in bottiglia e non avendo tasso alcoolico dei vini è necessaria una attenta sanificazione di bottiglie, tappi, imbottigliatore, ecc. Esistono molti metodi per farlo, io ho scelto ipoclorito e meta (ovviamente in dosi precise).
    Ad oggi non ho trovato controindicazioni salutistiche o degustative.
    Inoltre essendo per consumo famigliare non devo neanche scrivere in etichetta "CONTIENE SOLFITI AGGIUNTI"
    Un dei miei prof di chimica all'ingresso in laboratorio diceva sempre
    : La chimica è e sarà sempre nostra amica esige solo rispetto di alcune regole
    fine OT

    Ora lasciamo che gli altri possano tornare a parlare di zuccheri\o

  • E' sempre la solita solfa, si legge, se ne capisce il 50% (sono buono!), e si traggono conclusioni apocalittiche. Così dopo la saga del glutammato ecco ai blocchi di partenza quella della carragenina. Poi che prenda il nome da una cittadina irlandese dove da secoli si mangia uno zuppone di latte e alghe :( senza particolari patemi è un particolare assolutamente trascurabile (per alcuni). Se poi, caro Riccardo, avessi capito anche la restante parte dell'articolo, avresti potuto trovarvi la preparazione del poligeenan ...Il processo di produzione per ottenere la poligeenan richiede il trattamento della carragenina con un acido forte e alta temperatura (circa quella dell’acqua bollente) per sei ore o più.... Situazione tipica del nostro apparato digerente :mrgreen: .Simpaticamente Diego

  • @Dieghigno

    ogni regola ha una sua ragion d'essere.
    Se usi metabisolfito per la sanificazione dei recipienti ok, se invece lo usi come additivo fai un grosso errore visto che non ce n'è alcun bisogno.

    @Diego

    i 100 °C nel tuo stomaco non ti danno bruciorino ?

  • Ciao Dario, ma non dovrebbero ricevere una sanzione maggiore o almeno di pari entità, le marche che producono cioccolato e scrivono in bella vista sulla confezione "senza zuccheri aggiunti" e poi negli ingredienti spicca il maltitolo?

  • @Emanuele:
    1)era un paragone ironico
    2) io so' d'amianto!!

  • Alberto Guidorzi 2 maggio 2013 alle 20:12

    Vi è un detto per cui quando due persone parlano del più e del meno si dice che scambiano pareri "freschi e salati". Dato che lo si può fare tutto l'anno lo si mette in contrapposizione con il nutrirsi che nei tempi antichi, diciamo durante il Rinascimento, doveva rispettare le stagioni e quindi certi alimenti erano il cibo quotidiano per alcuni mesi e sempre quello. Ad esempio noi italiani potevamo consumare dei prodotti vegetali freschi per 8 mesi, mentre uno scozzese solo per 5 mesi. Ciò a quei tempi e durante i lunghi mesi invernali dei climi nordici provocava il cosiddetto "scorbuto di terra" (per distinguerlo da quelli dei marinai che lo contraevano nei lunghi viaggi transoceanici per mancanza di vitamina C.

    Questo desiderio di verdure e frutta fresche conviveva con delle prevenzioni che ora ci fanno sorridere. I frutti crudi si credeva che fossero la causa di tutti i mali intestinali e ben sappiamo quanto nei tempi antichi questi disturbi fossero frequenti e temuti (ora sappiamo che sono delle vere e proprie infezioni) . Si diceva che il succo verde, allora chiamato medicalmente "bile del porro" che il vomito insistito faceva emettere, erano accoppiati ai succhi verdi della frutta, anzi si diceva che la carne, il pane non li provocavano perchè non corrispondeva il colore. Dato poi che la frutta si è sempre mangiata non a maturità fisiologica, non vi era frutto che non provocasse questi disturbi, infatti, Galeno diceva che i frutti debbono essere mangiati a loro completa maturità. Non si proibiscono i frutti freschi, ma con molte raccomandazioni: evitare i frutti verdi, preferire i frutti secchi. Meloni e prugne sono talmente "umidi" che si corrompono appena dopo un'ora dalla raccolta e quindi sono perturbatori della "macchina animale" a tal punto da creare abnorme peristalsi (flusso di ventre) Occorre mangiarli ad inizio pasto perchè essendo cibi freddi si riscaldano con la cottura che il cibo subisce nello stomaco ( a quei tempi la digestione era paragonata ad una cottura). Il melone deve gustarsi come antipasto accompagnato da sale o prosciutto ( ma guarda da dove deriva l'abitudine di mangiare prosciutto e melone!) per correggere la sua natura umida. Bere vino cotto è consigliabile perchè corregge questi cibi freddi.

    Presso la Corte o dai ricchi le pesche si mangiano intinte nel vino per i motivi suddetti (ricordo che un mio zio le pesche le ha sempre mangiate intingendole nel vino).
    E' in questo contesto che si preferiscono le varietà di frutti molto tardive (pere e mele) e che per maturare devono essere custodite nella paglia. Le varietà precoci e quindi più deperibili non erano apprezzate e quindi scartate, solo noi ne abbiamo fatto una ricercatezza.

    Verdure e frutta in confettura invece se ne può mangiare quanta si vuole, infatti non sono considerati alimenti bensì condimenti. La cottura e lo zucchero sono ritenuti capaci di ovviare ai loro difetti naturali. Molto consigliati sono l'aceto e il sale perchè conservanti . A. Rimini si dice che si viva molto poco perchè mangiano frutti crudi. Medici e opinione pubblica considerano le conserve di frutta tutte buone, se ben riuscite.

    In conclusione l'intervento vuole significare che il mondo non è cambiato, ad ogni epoca vi sono tabù e usanze accettate come vere e proprie regole di vita .

    Fonte: Madeleine Ferriéres - Histoire des peurs alimentaires - dal Medioevo all'alba del XX sec. Di cose curiose se ne possono leggere molte. Di leggende metropolitane ne esistevano anche allora; e come!

  • Alberto Guidorzi 2 maggio 2013 alle 20:14

    Matthew

    Il maltitolo non è considerato uno zucchero, ma un edulcorante, che differenza ci sia lascio a te gudicarlo

  • roberto pinton 3 maggio 2013 alle 14:08

    Non è che il maltitolo non sia considerato un zucchero, il maltitolo non è uno zucchero, ma un poliolo.
    La differenza, oltre che chimica, è legale.

    Se un'azienda indicasse nell'elenco degli ingredienti l'edulcorante maltitolo o lo sciroppo di maltitolo come "zucchero" sarebbe imputabile di frode in commercio.

    Il regolamento CE n.1333/2008 classifica gli «edulcoranti» come un «additivo alimentare» (cioè qualsiasi sostanza abitualmente non consumata come alimento in sé e non utilizzata come ingrediente caratteristico di alimenti, con o senza valore nutritivo, la cui aggiunta intenzionale ad alimenti per uno scopo tecnologico nella fabbricazione, nella trasformazione, nella preparazione, nel trattamento, nell’imballaggio, nel trasporto o nel magazzinaggio degli stessi, abbia o possa presumibilmente avere per effetto che la sostanza o i suoi sottoprodotti diventino, direttamente o indirettamente, componenti di tali alimenti) utilizzato per conferire un sapore dolce agli alimenti.

    Più in generale, invece: si può imputare alle aziende le responsabilità che derivano da loro azioni (o omissioni), non certo quelle che derivano dal rispetto della normativa, cui non devono nè possono derogare.
    In caso contrario, si sbaglia bersaglio.
    O vogliamo un'industria alimentare -o d'altro genere- che non rispetta le leggi, anche quelle che possono sembrare bizzarre?

  • Il problema è generale: non si facciano Leggi bislacche e non si costringerà il Cittadino a violarle...

  • Alberto Guidorzi 3 maggio 2013 alle 17:33

    Roberto non volevo farne una distinzione regolamentare in senso stretto. La fiiliera ha voluto che non si usasse la parola saccarosio, ma zucchero, perchè quest'ultimo nella opinione pubblica aveva una valenza nutritivamente superiore a tutte le altre sostanze dolcificanti, quando la tendenza si è invertita è zucchero è divenuto un prodotto non dietetico ed al limite "velenoso" le altre filiere ne hanno approfittato per ribadire ed assecondare la nuova esigenza.

    Che differenza vi è tra maltitolo e saccarosio da un punto di vista dietetico e non salutistico? E' vero che uno è uno zucchero e l'altro un poliolo o zucchero alcol perchè deriva dall'idrogenazione del glucosio, Infatti sono ambedue sostanze nutritive apportando circa 4 cal/g, ma avendo il maltitolo un potere dolcificante 0,85/0,95 per dolcificare come lo zucchero deve essere apportato quasi in quantità doppia, quindi è doppiamente nutritivo. Certo salutisticamente non influisce sull'indice glicemico e non è cariogeno, ma guarda caso non si informa il consumatore su queste cose.

  • Il Sig. Baldassarre Piasanelli medico bolognese nel 1611 scriveva che il zuccaro, purchè bianchissimo, più diletta allo stomaco, al polmone e al petto che il m(i)ele. "Il zuccaro si chiama mele di canna, perchè si cava dalle canne di mele, e per esser buono conviene ch'egli sia ben cotto, sodo, e bianchissimo, come è quello, che volgarmente da Medici è detto Tabarzet. ... In tutte le vivande è gratissimo, eccetto che nella trippa, perchè postovi sopra la fa puzzare, come sterco di buoi fatto di fresco." Questo vuol dire sperimentare, trippa e zucchero, altro che cucina molecolare.

  • Alberto Guidorzi 5 maggio 2013 alle 19:46

    Chiedo scusa, nell’intervento del 3 maggio sul maltitolo ha sbagliato riga nel documentarmi. Allora per penitenza vi riporto un commento completo:

    Gli zuccheri che si dividono in edulcorati nutritivi (detti anche agenti di carico) ed in edulcoranti intensi, per valutarli compiutamente vi sono quattro parametri.

    Il primo è il “Potere Dolcificante (PD)” che risulta dal confronto (rapporto) tra una soluzione di 30 g/litro di saccarosio a 20° C e la quantità in grammi del dolcificante da definire, anch’esso sciolto in acqua (1 litro) a 20° C. Evidentemente più sostanza devo sciogliere in un litro per avere un uguale gusto dolce nella soluzione, minore è il potere dolcificante della sostanza presa in considerazione
    Il secondo è “valore calorico unitario” che è la quantità di calorie fornite da un grammo di sostanza dolcificante.

    Il terzo e “la Massa” rapporto tra la massa di 5 g di saccarosio e il PD dell’edulcorante preso in considerazione.

    Il quarto è il “valore calorico assoluto che è il prodotto tra le masse calcolate ed il valore calorico unitario.

    Solo conoscendo questi 4 valori di un dolcificante lo si può giudicare da un punto di vista dietetico ( e tralascio tutti gli altri aspetti).

    Esempi:

    Il Mannitolo (isomalt) ha PD 0,50, massa 10, valore calorico assoluto (VCA) 20, valore calorico unitario (VCU) 2.
    Il Sorbitolo PD 0,55 Massa 9, VCA 36 perché le calorie/grammo sono 4
    Il saccarosio PD 1, massa 5, VCA 20, VCU 4

    Si chiamano agenti di carico questi tre zucchero perché apportano massa se usati nei prodotti da forno, Infatti il Maltitolo non è considerato un agente di carico perché ha PD 0,90, massa 5,5 VCA 11, VCU 2.

    Per fare paragoni con qualche edulcorante intenso, detti certuni anche di sintesi, vi riporto qualche valore:

    Aspartame PD 190, Massa 0,026 VCA 0,1, VCU 4 ( è una proteina)
    Stevioside PD 280. Massa0,018, , VCA 0, VCU 0.

    Questo lavoro a suo tempo l’ho fatto per tutti i dolcificanti conosciuti.

  • Con l'intenzione di dare maggiore supporto scientifico, riporto le conclusioni del documento EFSA (di cui sicuramente Riccardo conoscerà le competenze e i fini), con parere espresso il 5 Marzo 2003, proprio in risposta a queste continue paure sulle carragenine.

    Ovvio che se Riccardo fosse davvero interessato a conoscere tutti i dettagli su come la commissione EFSA è arrivata a questa conclusione, sono sicuro che si sbatterebbe un'attimo per andare sul sito dell'EFSA, cercare il documento e leggerselo per intero con calma.

    Gianna Ferretti scrive un sacco di cose ma più volte ho avuto l'impressione di preconcetti, come in questo caso (come mai io che non sono nessuno ho sentito il dovere di informarmi presso l'EFSA, mentre lei non ha citato questo documento ? avrebbe stemperato le paure dei suoi lettori ? avrebbe equilibrato troppo l'esposizione ? ).

    In ultimo, prima di postare, la degradazione delle carragenine avviene quando in maniera significativa quando le molecole sono sottoposte a trattamento termico prolungato in concomitanza di pH bassi inferiori al 4.50).
    Queste sono le condizioni tipiche per una confettura, dove MAI (solo una volta ho visto un prodotto HERO light che ho visto in Francia) si usano le carragenine.

    I prodotti dove tipicamente si usano le carragenine sono invece i dessert, le mousse, tutti i prodotti a base latte (oppure latte in polvere, grasso e acqua) che hanno un pH prossimo alla neutralità, condizioni queste ultime dove la degradazione delle molecole di carragenina non è significativa.

    Lo scrivo in maniera ancora più semplice: utilizzando le carragenine per fare una confettura o un gel acido (peraltro perdendo gran parte del potere gelificante)...non ha senso neppure dal punto di vista tecnico / economico, per questo motivo io ritengo quasi impossibile che qualcuno di noi venga a contatto con carragenine degradate.

    Le carragenine sono invece i prodotti gelificanti di elezione (oltre alla gelatina) per panne cotte, creme caramel e similari, ma in queste condizioni non si ha depolimerizzazione.

    Spero possa bastare a stimolare l'approfondimento dal punto di vista scientifico, da sostituirsi con la ripetizione pappagallesca delle fobie trovate in rete.

    Conclusion
    The Committee concluded that the information available since its last review of
    carrageenan as an additive for general food use did not provide any reason to alter the
    ADI of 0 - 75 mg/kg bw established previously. The Committee notes that intakes are
    considerably below the ADI.
    The Committee does however consider that, if feasible, a molecular weight limit of not
    >5% below 50 kDa should be introduced into the specification, in order to ensure that the
    presence of any degraded carrageenan is kept to a minimum.
    In the absence of any further information on possible absorption of carrageenan by the
    immature gut in the very young infant, the Committee reaffirms its earlier view (SCF,
    1998) that it remains inadvisable to use carrageenan in infant formulae that are fed from
    birth, including those in the category of foods for special medical purposes. The
    Committee has no objection to the use of carrageenan in foods for older infants, such as
    follow-on milks (SCF, 1983) and weaning foods.

  • Salve a tutti ringrazio moltissimo Dario che diffonde questi articoli davvero preziosi e interessanti, oggigiorno la gente non sa più cosa mangiare, specialmente a colazione, mi piace esser sempre informato, il latte già ha vari problemi vuoi perchè le mucche vengono pompate con ormoni e antibiotici, vuoi perchè le caseine del latte aumentano il rischio di tumori (mi riferisco a un uso eccessivo ovviamente, non è mai morto nessuno per una tazza di latte) senza contare anche i grassi,gli zuccheri del lattosio, cosa rimane? Delle fette di pane integrale, una marmellata, ma a quanto vedo sono tutte quante troppo zuccherine, si parla di zuccheri alternativi, anche se continuando a leggere capisco che il problema non è nel singolo elemento ma sta nel nostro uso, nella nostra moderazione, usare l'aspartame come dolcificante? che è considerato cancerogeno...?
    usare altri mezzi, dosi minori potere dolcificante maggiore, il sucralosio? Fa male anche questo? più o meno dello zucchero? Usare lo xilitolo? La stevia? Lo zucchero di canna integrale?Il fruttosio, Il maltitolo consideranto un edulcolorante? Il miele? Il galattosio?
    Qual è "il meno peggio" ?
    Dobbiamo fare colazione facendo bollire il miglio o le mandorle per poi usarle come bevanda sostituendo il latte, dobbiamo mangiare della frutta secca per aver un apporto di grassi omega 3 e vitamine e proteine, i semi di papavero, zucca, lino etc e via dicendo.
    Più informazioni ho e più diventa problematico scegliere una colazione adatta, anche voi avete queste paranoie mentali, questi problemi, dubbi? Grazie, un saluto a tutti quanti

  • Uova fritte e pancetta oppure un paio di salcicce, pane tostato e burro, un paio di bicchieri di cedrata (non più la San Pellegrino da quando ci mettono l'edulcorante e sa da medicina), che volendo si può sostituire con il te verde che contiene taaaaaaanti antiossidanti... ciao! :)

  • Uova fritte e pancetta oppure un paio di salcicce, pane tostato e burro, un paio di bicchieri di cedrata (non più la San Pellegrino da quando ci mettono l'edulcorante e sa da medicina), che volendo si può sostituire con il te verde che contiene taaaaaaanti antiossidanti... ciao! :)

  • Aò! O ti mette in moderazione o ti duplica i post luiqui chiunque sia...

  • Alberto Guidorzi 8 maggio 2013 alle 21:54

    Smile

    Non pensare a quello che mangi e che potrebbe farti male, ma a quello che non mangi e che il farlo ti fa bene. Io credo che solo l'essere responsabili possa essere una linea condivisibile per non rischiare di morire giovanili e sani per cose imponderabili.

    Pensa anche se si fossero posti queste tue problematiche i nostri nonni o antenati e non dirmi che loro correvano meno rischi di noi. Ognuno vive nel suo momento e per il tempo che la sua struttura biologica o il suo l'assemblaggio genico che ha ereditato e non scelto gli permettono.

  • Stavolta s'è mica capito una mazza, sai Guidorzi? Con che fan colazione le tue larghe schiere antenatizie e progenie, te compreso? ;)

  • Alberto Guidorzi 8 maggio 2013 alle 23:03

    Io non mi pongo problemi se giudico di non esagerare mangio di tutto.

    I miei antenati arrosavano il tutto con grappa e vino, l'unico alimento veramente energetico per rifocillarsi dopo aver falciato un prato di erba medica, o mietuto o spaccato zolle di un campo arato. Quando capitava si sbronzavano anche e se c'era l'occasione mangiavano a crepapelle, troppo poche volte purtroppo, tanto che credo siano morti tutti a credito di calorie.

  • Tutte le calorie che ci avanzeranno dopo la morte, caro Guidorzi, saranno il passivo delle vite nostre e di quelle che cian preceduto, ma nulla andrà comunque disperso, io credo... ;)

  • Tazzona di latte e 4 fette 4 di ciambellone della nonna (una qualunque van bene tutte, perchè sono le uniche rimaste ad usare un numero congruo di uova nel stesso) e poi via a pedalare!
    Smile ormoni nel latte od antibiotici non li troverai mai e poi mai.

  • Grazie Alberto per la risposta,
    è vero i nostri antenati non prestavano molta attenzione, ma forse questo era dovuto anche uno stile di vita completamente diverso, c'era molto più lavoro manuale,
    per far un esempio banale anche solo il fatto di andar a prender e tagliare la legna per il camino o lavare i panni al fiume, le persone erano molto più attive della sedentarietà di oggi e utilizzavano molti prodotti caserecci.
    Si mangiava molto cibo fatto in casa, i bambini andavano ad arrampicarsi sugli alberi per prender la frutta, gli edulcoloranti e zuccheri fortementi lavorati, industriali, non erano cosi diffusi o almeno non nel mio caso. Le merendine chi le conosceva? i grassi idrogenati, l'aspartame e via dicendo.
    Con questo voglio solo dire che è sempre più difficile far una colazione attenta ed equilibrata, sana e naturale

    Zeb, per quanto riguarda uova e pancetta ogni mattina non so quanto sia salutare, con già due tuorli d'uovo dai un bel picco al colesterolo, senza contare il sale aggiunto, i grassi delle uova, della pancetta e dell'olio utilizzato per la frittura, il burro (aiuto)
    Il tè verde è buono quello in foglie, grazie per aver riportato la tua colazione, ciao ;)

    Diego-
    breve parentesi sul latte (con una piccola ricerca in rete che poteva far chiunque)
    copio-incollo per riportare solo dei dati

    "Quasi tutto il latte di mucca ha 59 ormoni attivi, allergeni in gran quantità, grasso e colesterolo (NdR: non facilmente metabolizzabili dall'organismo umano).
    La maggior parte del latte di mucca contiene quantità misurabili di erbicidi, insetticidi e diossina fino a 2.200 volte il livello di sicurezza, fino a 52 potenti antibiotici, sangue, pus, feces, batteri e virus
    Un bicchiere di latte, può contenere un cocktail fino a 20 antidolorifici, antibiotici e ormoni della crescita: lo hanno dimostrato gli scienziati, che nel far uso di un test altamente sensibile, hanno trovato una quantità di sostanze chimiche usate per trattare malattie sia in animali che umani e questo in campioni di mucche, capre e latte materno.
    La maggior quantità di medicine è stata trovata in latte di mucca.
    I ricercatori credono che i farmaci e quelli destinati alla crescita ormonale, siano stati dati al bestiame o siano finiti nel latte attraverso i mangimi o causa contaminazioni nella fattoria.
    La squadra ispano-marocchina ha analizzato 20 campioni di latte di mucca acquistati in Spagna e Marocco, insieme ad altri campioni di latte di capra e materno.
    I risultati, pubblicati nel Journal of Agricultural and Food Chemistry, hanno rivelato che il latte di mucca contiene tracce di antiinfiammatori, l'acido niflumico, mefenamico e ketoprofene: comunemente usati come antidolorifici in animali e persone."

  • Simile delle vacche marocchine e spagnole non posso dire nulla, ma, ad esempio quelle che come Agronomo seguo, consegnano il latte a centrali anche famose, alcune producono per la vendita di latte crudo e la ricerca di ormoni ed inibenti sono analisi banali e che vengono eseguite sul latte di massa sempre, ad essi si è aggiunta anche quella sulle aflatossine, e nessuno, dico nessuno rischierebbe la chiusura della stalla, la perdita del contratto e cause di risarcimento pesantissime per guadagnare pochi spiccioli (il latte alla stalla quota 0,35 -0,45 €) conferendo latte mastitico o sotto trattamento veterinario. Per quanto riguarda il web, si parla anche di scie chimiche, che fai esci con lo scolapasta sulla testa? Ciao Diego

  • dunque Diego secondo te il latte che vendono nei supermercati,panifici,fruttivendoli, il latte delle grosse multinazionali è privo di tutte queste cose che fanno male? Sono sempre stato convinto che portano le mucche allo sfinimento per produrre in modo esagerato il latte, altrimenti non potrebbero mantenere questi ritmi di produzione, non mi riferisco solo a fonti web ma anche da libri, non mi sono mai preoccupato delle scie chimiche, il mio discorso è solo per cercare di ottimizzare la nostra alimentazione, è vero, un sacco di cose fanno male e il vero trucco è la moderazione, però è bene sempre optare per il "meno peggio" Ciao

  • @ Smile, liberissimo di credere quello che ritieni più opportuno, non sarò certo io a limitare questo tuo diritto, però quando scrivi cose simili (roba che definisco delle epiche stronzate) su siti pubblici, allora mi sento in diritto di risponderti.
    "...dunque Diego secondo te il latte che vendono nei supermercati,panifici,fruttivendoli, il latte delle grosse multinazionali è privo di tutte queste cose che fanno male? " Si, il latte al supernercato ne è privo e non potrebbe essere altrimenti (vd. attentato alla salute pubblica):
    1) per le analisi che si eseguono sia da parte delle industrie sia dalle ASL ed istituti Zooprofilattici, per tacere poi di quelle eseguite da APA, associazioni di produttori ecc ecc
    2) Ma ti pare che, vista la pressione mediatica che suscitano queste cose, qualcuno possa rischiare le chiappe per roba simile? C'è sempre un Guariniello in agguato disposto a farsi enorme pubblicità a costo zero.
    Il latte è un alimento importantissimo, ma facilmente inquinabile da batteri e robaccia simile Dario, che ci ospita, gli ha dedicato un post http://bressanini-lescienze.blogautore.espresso.repubblica.it/2008/12/16/il-buon-latte-crudo-di-una-volta/
    Tra le funzioni della mammella c'è anche quella escretoria, per questo motivo si ritrovano nel latte metaboliti provenienti da antibiotici, micotossine, ecc ecc. parlare di limiti di ben 2200 volte superiori a quelli di sicurezza, logica vuole allora che ci si trovi di fronte ad una vacca agonizzante, perchè avvelenata!
    Arriviamo alla vacche "munte fino alla morte", La produzione del latte è in base alle potenzialità genetiche dell'animale, frutto della selezione effettuata dall'uomo negli anni. Questo condizionamento è così forte che se l'allevatore non è bravo ad assecondarne le richieste, la povera vacca andrebbe incontro a disordini metabolici gravi, in quanto essendo "programmata" a fare latte si autoconsumerebbe pur di produrlo, Ed è questo il motivo di carriere produttive corte, molti allevatori hanno vacche che non si meritano!! Lascia perdere i siti vegan complottisti, in alcuni si afferma che le vacche producono 120 l/giorno(???), e se vuoi ci sono pubblicazioni universitarie dove poter fugare tutti i dubbi, peccato che siano tutte dopo pagine e pagine di fesserie. Saluti

  • MMMMiiiii .... moderato fui!!!!

  • Sono stato molto contento di aver trovato questo sito. Voglio dire grazie per il vostro tempo per questa lettura meravigliosa! Io sicuramente mi sto godendo ogni post e ho gi salvato il sito tra i segnalibri per non perdermi nulla!

  • Alberto Guidorzi 10 maggio 2013 alle 09:33

    Smile

    Si una volta facevano più "ginnastica" (chiamiamola così) e quindi smaltivano di più, ma per smaltire occorre aver immesso. Ecco io credo che una volta le immissioni non erano mai sufficienti a coprire i consumi. L'ho già raccontata altre volte quanto consumava uno scariolante e quanto si alimentava. Ora, non essendo medico non mi pronuncio fino in fondo, ma non so se sia più grave il denutrimento o il fatto di sbagliare di un po' l'alimentazione.

  • che confusione....per questo adoro nutrirmi di prodotti senza etichetta. se voglio una mela mangio una mela, se voglio una fragola mangio una fragola...ecc...però peccato che a breve i raw food ce li guarderemo solo in etichetta. vabbè, it's progress, stupid. se è così significa che è giusto, no?

  • Ottimo articolo!
    Grazie, mi ha aiutato molto!
    Léia

  • Complimenti per gli articoli me li sto leggendo tutti pian pianino,(veramente porta via piu tempo a leggere i commenti che sono interessantissimi) ora che ho un PC finalmente.
    http://www.roboqbo.com/cgi-bin/pub/home.cgi
    ecco la macchina con cui facciamo le marmellate, cotte in brevissimo tempo, con sottovuoto.

  • @ Paolo Braga: sucsandomi per il ritardo in quanto leggo solo ora, ringrazio molto per il suo intervento del 6 maggio ;)

  • Mi chiedevo... quali sono i carboidrati della frutta che NON sono zuccheri?
    Mi spiego meglio, in una confezione di una nota mousse di frutta (100% frutta e con dicitura "contiene solo zuccheri dell frutta") nella tabella nutrizionale leggo: contiene 15,4 g di carboidrati (di cui 11 g zuccheri). E gli altri 4,4 g cosa sono? Ho già guardato le tabelle inran per i tipi di frutta indicati che riportano che il 100% dei carboidrati sono zuccheri.

    C'è qualcosa da scoprire in merito?

  • Alberto Guidorzi 26 giugno 2013 alle 14:58

    Andrea

    I carboidrati sono una categoria di prodotti chimici a diverso grado di polimerizzazione. Esempio l'amido è un carboidrato formato da tante molecole di glucosio attaccate l'una all'altra, l'Inulina invece è un polisaccaride formato da tante molecole di fruttosi sempre attaccate l'una all'altra. In ambedue i casi le molecole si possono staccare.

    Ora il glucosio ed il fruttosio sono zuccheri semplici ed in questo stato sono contenuti nella frutta (dimenticavo di dirti: più un carboidrato è complesso, cioè è formato da tante molecole attaccate l'una all'altra meno estrinseca sapore dolce), ma nella frutta vi sono anche altri zuccheri più o meno complessi (compomgono quel 4,4 % di differenza)

  • Alberto, non capisco... ma allora sempre zuccheri sono? Ma allora perché non sono categorizzati come "zuccheri"?

    Mettiamola così, se compro, che so, una mela al suo interno ci sono zuccheri (tipo fruttosio, glucosio o chi per loro) e anche altra roba che va a formare i carboidrati totali?
    E come mai sul sito Inran non sembrano fare questa distinzione, ovvero per loro una mela contiene un tot di carboidrati, il 100% dei quali sono zuccheri?

  • Un'informazione che forse è rilevante... parte della frutta è derivata da polpa concentrata e non da frutta fresca. Potrebbe essere questo l'inghippo?

  • @Andrea

    Ti riporto la tabella INRAN della pera. Puoi vedere che i carboidrati "disponibili" coincidono con gli zuccheri. Non tutti i carboidrati sono però disponibili.
    http://www.inran.it/646/tabelle_di_composizione_degli_alimenti.html?idalimento=007260&quant=100

  • @Roberto,
    ma infatti... quello che non capisco però è da dove spuntano i carboidrati "non disponibili" se sulla tabella INRAN non compaiono. Mi aspetterei che nel caso della pera mi dicessero una cosa tipo
    carboidrati: 10 g (di cui 8,8 zuccheri)

  • Alberto Guidorzi 26 giugno 2013 alle 16:17

    Andrea

    La fibra cosa credi che sia?

  • Alberto Guidorzi 26 giugno 2013 alle 16:20

    Andrea la polpa concentrata non altro che frutta fresca privata di parte di acqua.

  • Nell'etichetta che sto guardando le "fibre alimentari" sono elencate separatamente.

  • Spero di non dire una cretinata ma:
    - i carboidrati possono essere semplici o complessi
    - i carboidrati semplici si chiamano anche zuccheri
    - i carboidrati complessi sono l'amido, ... e normalmente non li si chiama zuccheri

  • Certo, gli amidi sono carboidrati, cosí come i polimeri di fruttosio, le maltodestrine, le fibre. Pure la cellulosa (solo che non la metabolizziamo)

  • Scusate se insisto, ma non capisco proprio... guardando la tabella dell'INRAN leggo che la frutta non ha amidi e invero poco oltre acqua e zuccheri. Da dove vengono questi carboidrati "complessi" non classificabili come "zuccheri"?

  • Tanto per essere chiari questo è un esempio di scheda nutrizionale:

    proteine: 0,3
    caorb: 15,2
    di cui zuccheri 10,5
    Grassi 0,1
    di cui sature 0,02
    fibre alimentari 1,1
    sodio 0,002

    Il prodotto è 100% frutta e, dicono, niente altro. La maggior parte è mela e un 20% è purea di altra.

    Da notare le calorie... secondo l'INRAN, una mela contiene 47Kcal, mentre questo prodotto 65 Kcal. Da dove proviene questo quasi 50% extra?

  • Potrebbero essere piccole unitá di glucosio unite tra loro, troppo piccole per essere catalogati come amidi

  • Ma da dove saltano fuori se tutto quello che ho è mele con, metti, un po' di mirtilli (da concentrato)... E poi quell'energia extra da dove viene fuori?
    Se sono domande stupide ditemelo che smetto subito :) Però mi avete messo la pulce nell'orecchio :d

    Da notare che sul sito web della ditta hanno una tabella nutrizionale diversa dove i carb totali sono i medesimi, ma non differenziano tra zuccheri e non zuccheri. Dicono solo
    carboidrati (di cui zuccheri): 15 g (o quello che è).

  • Alberto Guidorzi 26 giugno 2013 alle 23:40

    Andrea ho bisogno di un piccolo ripassino di botanica per farti capire.

    Quando mangi una pera non hai mai sentito sotto i denti dei piccoli corpiccioli duri? Si tratta di sclereidi (in particolare brachisclereidi nel caso della pera). Il tessuto che le compone è in gran parte cellulosa (90%) ed anche lignina che non è un carboidrato ed è insolubile.

    La funzione delle sclereidi è meccaniva impedisce alla polpa della pera di collassare, cioè servono a mantenere il frutto consistente

    Evidentemente queste passano nel succo di pera, anche se una buona parte viene trattenuta, ebbene è la cellulosa che ti da quel 4,4 di carboidrati e la lignina e la cellulosa che ti danno le fibre solubili e insolubili.

    Vuoi sbizzarrirti ecco tutti gli zuccheri elencati:

    Monosaccaridi Gliceraldeide · Diidrossiacetone · Eritrosio · Treosio · Ribosio · Deossiribosio · Ribulosio · Arabinosio · Xilosio · Xilulosio · Lixosio · Glucosio · Galattosio · Mannosio · Mannitolo · Allosio · Altrosio · Gulosio · Idosio · Talosio · Fruttosio · Psicosio · Sorbosio · Tagatosio · Talosio · Sorbitolo · Inositolo · Glucuronolattone · Ramnosio · Eptulosio · Sedoeptulosio · Acido sialico · (Triosi · Tetrosi · Pentosi · Esosi · Eptosi · Aldosi · Chetosi)
    Disaccaridi Cellobiosio · Gentiobiosio · Maltosio · Isomaltosio · Lattosio · Saccarosio · Trealosio · Lactulosio
    Oligosaccaridi Ciclodestrina · Melitosio · (Frutto-oligosaccaridi)
    Polisaccaridi Agarosio · Glicogeno · Destrano · Amido · Cellulosa · Emicellulosa · Pectina · Amilopectina · Amilosio · Chitina · Callosio · Laminarina · Mannano · Fucoidano · Galattomannano · Inulina · Levano · Destrina · Maltodestrina · (Omopolisaccaride · Eteropolisaccaride · Glicani · Xilani)

  • Alberto, quello che dici va benissimo, MA quello che non capisco è perché allora la tabella INRAN non riporta questo dato. Una mela è pur sempre una mela per cui lo dovrebbero dire.
    in sostanza sto cercando di capire come interpretare una tabella nutrizionale in relazione a quella INRAN.

  • Alberto Guidorzi 26 giugno 2013 alle 23:50

    Andrea ho tralasciato un passaggio

    I monosaccaridi ed i disaccaridi sono definiti zuccheri e non tutti,ma hanno potere dollcificante, mentre gli oligosaccaridi ed polisaccaridi sono compresi nella categoria dei carboidrati e non hanno nessun potere dolcificante

    Vuoi un esempio di effetto fibra? Se mangi le radici di cicoria o del topinambur ti creano una peristalsi intestinale aumentata (più prosaicamente "brontolamento di pancia") Ebbene che ti fa questo effetto è l'inulina o altri composti dell'inulina a grado di polimeraizzazione intermedia.

  • Alberto Guidorzi 27 giugno 2013 alle 00:01

    Allora nei carboidrati rientrano tutte le 4 categorie di Glucidi (dizione più esatta): le prime due categorie sono dette anche zuccheri, mentre le seconde due sono dette carboidrati (anche se è un modo di esprimersi un po' grossolano)

    Le fibre sono date dalle lignine, ma hanno efftto fibra anche molti dei composti compresi nei carboidrati come ad esempio inulina, cellulosa, xilani e altri.

  • Cerco di informarmi il più possibile per essere una consumatrice responsabile MA VORREI ANDARE A FARE LA SPESA CON UN TUTOR!!!!!!
    Il profitto, la corsa ad una produzione sempre più massiccia, una vita frenetica che non concede il tempo di guardare le etichette per la gioia dei produttori scriteriati, le bugie dell'industria, le falsi quanto nauseanti pubblicità, gli animali che mangiano mangime OGM e antibiotici e noi mangiamo la loro carne intrisa di questa roba, l'impatto ambientale che è catastrofico.....
    ...IO VORREI DIRE BASTA A TUTTO QUESTO MA NON SO COME FARE!

    per Shampoo e prodotti cosmetici ho risolti prendo prodotti naturali con vuoto a rendere, senza cosi mettermi sul corpo e sulla cute quella M**** di prodotti che vendono.

    ....MA PER LA SPESA SONO SEMPRE PIù IN CRISI!
    DI CHI POSSO FIDARMI?COSA MANGIARE?COME SCEGLIERE?

    Ringrazio con tutto il cuore Dario Bressanini per il suo impegno,la sua conoscenza, e la sua voglia di trasmetterla...per di più in maniera cosi illustrativa e chiara.
    <Grazie il suo blog è prezioso.

    Valeria

  • Serenella Noseda 13 marzo 2014 alle 14:04

    Buongiorno Dario,

    non sai quanto mi è utile il tuo blog e quante cose ho imparato!!! Grazie mille!!! Volevo chiederti un consiglio, devo preparare un tiramisù alle fragole che deve essere servito per quattro giorni di seguito e volevo sapere come potevo fare per mantenere il colore delle fragole bello rosso fino al 4° giorno. So che il limone mi aiuterebbe ma dato che farò il tiramisù senza uova e userò la panna volevo sapere se c'erano contro indicazioni nell'utilizzo di questi due elementi o se c'era un metodo migliore per conservare il colore rosso. Sono anche indecisa sul fatto di frullare le fragole creando un succo o lasciarle intere...mi sparesti dare qualche consiglio in merito?

  • [...] ci spiega l’esperto Dario Bressanini in un interessante articolo che vi consiglio di leggere qui. 708        ALBICOCCHE IN [...]

  • prodotti biologici http://blog.universobio.com/prodotti-biologici-online-guida-alla-scelta-dello-zucchero-di-qualita/ In questo articolo spiega i diverti tipi di zucchero, come possono essere mascherati nei vari alimenti. Quella polverina bianca che viene venduta come fruttosio, spesso anche nei negozi di alimenti naturali è da evitare al pari del saccarosio non essendo il vero fruttosio che si assume mangiando della frutta matura bio, di stagione e biologica. Mi è capitato di leggere sulle etichette sciroppo di glucosio-fruttosio. Prima che leggessi questo articolo pensavo che lo sciroppo dei fruttosio fosse lo sciroppo della frutta ma in realtà deriva dal mais che è il peggio del peggio. Le industrie alimentari lo usano perché costa meno dello zucchero, si amalgama più facilmente agli altri ingredienti e rende più facile ottenere prodotti soffici. Se trovate scritto in etichetta “sciroppo di glucosio-fruttosio NON COMPRATELO, vale anche per le marmellate o biscotti

  • Nadia, guardi che le hanno fatto credere un sacco di fandonie. Il fruttosio è sempre fruttosio. Non cambia. Qui nel blog trova un sacco di articoli dedicati agli zuccheri

  • Nadia, allora buttiamo via anche le formule chimiche. Se due composti hanno la stessa formula chimica ma vengono da due cose diverse... come dire che l'acqua, il cloruro di sodio o l'acido solforico non devono più essere descritti come H2O, HCl, H2SO4 ma da pioggia, lago o mar tirreno, estratto da miniera di sale, salina etc etc

  • Avevo contestato un mesetto fa ad Alce Nero la questione del peso della frutta e l'ingannevole risposta. Però, una delle vere libertà del consumatore è quella di non comprare più un prodotto o un servizio. Peccato, perché ci sarebbe tanto bisogno di cibarsi in modo sano e consapevole.

  • Nadia, ho letto il link: lo definirei un fulgido esempio di pubblicità ingannevole.

  • Due chicche solo per fare qualche esempio:
    - lo zucchero "bianco" (solo quello eh) che distrugge la vitamina B
    - l'agricoltura bio che non usa pesticidi (se leggi il testo ci troverai un virgola messa in maniera astuta :-) )

    Va beh vedi tu.

  • Alberto Guidorzi 27 ottobre 2015 alle 15:03

    Nadia

    Allora tu rifiuti il fruttosio in quanto non estratto dalla frutta, ma il fruttosio non è mai stato estratto dalla frutta perchè è un processo antieconomico. Quindi ti dico che con queste tue fisime di fruttosio come lo vuoi tu non lo troverai mai.

    Solo che hai delle idee confusissime circa gli zuccheri in quanto se poni le condizioni che tu dici per accettare uno zucchero tu assolvi totalmente il saccarosio perchè lo si estrae direttamente dagli organi di accumulo delle foglie (ti faccio notare che quello che tu tanto colpevolizzi avvenire nella fabbricazione dello sciroppo di fruttosio avviene nello stomaco delle api tramite enzimi e quindi dovresti aborrire anche il miele.

    Dolcis in fundo quando tu metti in bocca del saccarosio e lo sciogli con la saliva ha esattamente scisso la molecola in glucosio e fruttosio e quindi ha creato uno sciroppo di glucosio.

    Quindi smettila di sentenziare da ignorantona di cosa sono gli zuccheri. Vai a studiare e poi ritorna da noi, oppure non sentenziare e fai domande alle quali noi ripsonderemo con sincerità ed obiettività scientifica.

  • Alberto Guidorzi 27 ottobre 2015 alle 15:04

    Scusate il "delle foglie" non c'entra un'acca.

  • Nadia purtroppo sul web ci sono molte falsità, non ci creda.

  • buongiorno,

    Ho letto tra i suoi commenti che lei starebbe alla larga da un salame senza conservanti; non so, forse ho letto male. Credo che intenda conservanti chimici; le faccio notare che i conservanti nei salumi si aggiungono da pochissimo tempo; per secoli si è sempre e solo usato al più ingredienti naturalmente conservanti. E' sufficiente che sia preparato nel modo corretto perché un salume si conservi, a patto di conservarlo in un luogo adatto. Se no come avremmo fatto fino ad oggi a mangiare cibo conservato senza additivi chimici.. Mi risulta strano come lei non si sia posto la questione in maniera diciamo meno "Naiv". Chieda anche alle persone più anziane di lei, fino a qualche tempo fa qualunque insaccato aveva sempre un caratteristico colore marrone scuro, e non quel rosso brillante dal quale, personalmente, mi tengo alla larga. In verità è solo per mantenere il colore vivo che vengono aggiunti tali additivi, in primis il sale nitrito. ci faccia un pensierino, e mangi i salami fatti a dovere.. un saluto.

  • Mattia, il nitrito di sodio e il nitrato (o salnitro, col nome antico) E' UN CONSERVANTE CHIMICO, non è certo biologico :) E250, Come dici tu si è sempre usato, ma questo non cambia il fatto che purtroppo è cancerogeno (o meglio, si trasforma in nitrosammine cancerogene).
    Ovviamente che sia naturale o di sintesi non cambia nulla, e le proprietà sono identiche perché la sostanza è la stessa.
    Si usa NON solo per una questione estetica ma per evitare il botulino, ed è per questo motivo che io evito accuratamente salami senza conservanti

  • Mah! mattia, sarà semplice aneddotica ma il nonno, classe 92 morto nel 78 lo usava per tradizione il "salnitro"(o E252 o KNO3 o nitrato di potassio vedi quale definizione ti piace di più/spaventa di meno) nel preparare il salame. Ricordo molto bene le sue pratiche di "norcineria". E se fosse davvero "inutile" non sarebbe stato incluso( con E250) tra le sostanze ammesse per le produzioni biologiche dal Reg. CE 834/2007. La prossima volta che mangi bresaola senza nitrati (quella, a farla bene, si può fare senza) con la rucola, fatti raccontare di quanti ce ne sono nell' Eruca Sativa. :)

  • Alberto GUIDORZI 9 gennaio 2018 alle 00:24

    Bresaola made in italy con carne argentina....

  • Hai scelto male, le fragole, lamponi son dolci, comunque non demonizzare la zuegg, lamponi 5%? La zuegg, 65%di frutta poi ha zucchero d'uva tabelle zucchero 30 carboidrati 65

  • Daniela, ma hai letto di fretta? Perché il commento non si capisce (lo zucchero d'uva è solo una miscela di glucosio e fruttosio comunque, che è esattamente quello che ottieni con le altre confetture)

  • Ma la marmellata senza zucchero o robe simili esiste???
    Io prendevo la zuegg 100% meno calorica pensando che lo zucchero non c'era

  • Lo zucchero è ovunque ...

  • Ciao Dario, apprezzo molto i tuoi articoli che aiutano a comprendere un mondo così complesso come quello dell'alimentazione. In riferimento a questo articolo, mi ha fatto riflettere sapere che per produrre il succo di mela concentrato presente in un vasetto di marmellata servono 400 g di mele biologiche... per cui mi è sorta una domanda: le mele che vengono utilizzate per il succo filtrato, vengono utilizzate poi in qualche modo? O la purea non filtrata viene buttata?
    Grazie anticipatamente per la risposta, saluti
    Barbara