mercoledì 1 maggio 2024

QUANDO È LA VITA A DECIDERE (n.99) (E domani Maggio sarà)

Un incontro, delle parole dal Cuore accompagnano al nuovo mese. Dove non arrivo io arrivi Tu, un patto di stima ed affetto, tutto compreso. Sai di quegli incontri che ti segnano la giornata, e fai fatica a non pensarci, ed ogni azione pur semplice e normale ti riporta lì, in quel posto e a quelle parole... - Sono non vedente da poco, l'ultima volta di Te vedevo l'ombra, oggi di Te vedo la voce. - E come ti sembra la mia voce? - Mi sembra ruvida. Togli la mascherina ché io possa ascoltarla meglio. Quanto affetto in quelle parole, soprattutto in quelle cinque..."ti ho riconosciuta dalla voce". - Lo sai, non mangio caramelle, ma posso dare la mano, e Tu ancora non mi hai offerto la Tua. Allora sono andata incontro a quel bisogno di contatto, e la mano ho stretto forte. E sono stata ad ascoltare di un tempo senza fine e senza luce, e del desiderio di continuare a... Nonostante tutto.

QUANDO È LA VITA A DECIDERE (n.98) (Le strategie del Coping - prima parte)

Interessante anche questo 15 ° incontro, tema il "Coping", ovvero le strategie mentali e comportamentali che una persona mette in atto per gestire o fronteggiare situazioni problematiche. La vulnerabilità ci appartiene e lo stress è compagno di vita, quando questo supera il livello di guardia, ad esempio per malattia, lutto, perdita di lavoro, allora stiamo male. Cinque sono le fasi di reazione ad un evento negativo. - Shock/stordimento - Negazione - Struggimento - Rabbia - Disorganizzazione - Contrattazione - Depressione - Organizzazione - Accettazione Il Coping allora potrà venire in aiuto orientato al compito, orientato alle emozioni o evitante. Ma qual è il problema? Un Coping maladattivo. Essere inclini alla ruminazione. Reagire nell'immediato in modo esagerato Biasimarsi e colpevolizzarsi Evitare i problemi e nascondere i problemi Cercare di sopprimere i pensieri negativi. Lo stile di Coping dipende dalla valutazione cognitiva dell'evento e delle proprie risorse, dal comportamento adottato (attivo o passivo) dalla persona per far fronte all'evento, dal tipo di controllo emotivo utilizzato. Per la Nostra esperienza di volontari in campo Oncologico ne avremmo da raccontare di esempi di coping. Uguale patologia, diverso modo di affrontarla, cercando il miglior "adattamento". (continua)

QUANDO È LA VITA A DECIDERE (n.97) ("E all'improvviso hai pace dentro, e capisci che fuori e intorno non comprendono")

Propongo di nuovo il primo pensiero sottovoce, accogliendo il suggerimento di un'amica... ogni pensiero sia la didascalia di una storia tra quelle che contano. Storia di malattia e guarigione sempre. Guarigione interiore soprattutto. Ed essendo l'incipit di tutto tutto quanto, la storia nell'immediato sarà quella che mi riguarda. Un evento triste è spesso preceduto da un sentimento latente che viene interpretato come "inquietudine", in realtà è la percezione che qualcosa manchi o sia prossima a mancare all'improvviso, e allora ci si chiede di continuo... che cosa non ho, oppure non avrò, per cui sentirò la mancanza? che cosa mi fa stare così, apparentemente senza motivo? Le risposte per me arrivarono con la comparsa improvvisa del tumore e la morte della mia cagnolina nello stesso periodo. E fu messaggio da interpretare. Poi compresi che avrei dovuto calarmi completamente nella situazione, e prendere il coraggio che da sempre mi era mancato. Valutare la cosa così com'era, affrontarla, senza pensare a quel che sarebbe stato. Contava solo quel momento. E finalmente fu "pace dentro" mentre "fuori e intorno" non comprendevano quell'improvvisa serenità, nonostante tutto. Perché se nulla avviene per caso, la malattia fu l'occasione giusta per riabilitarmi soprattutto ai miei occhi e cominciare a credere finalmente in me stessa. Ritrovare l'autostima porta a capacitarsi poter fare sempre di più, ad osare... A non rinunciare ancor prima di tentare.

lunedì 29 aprile 2024

QUANDO È LA VITA A DECIDERE (n.96) (Pensieri sottovoce)

Quasi sussurrati, o semplicemente letti e meditati. Cominciai a scriverne di getto quel giorno che il paese fu chiuso per la pandemia, intorno a quel 6 marzo di quattro anni fa. Il primo venne su per rabbia, gli altri che seguirono furono risorse, speranze, aspettative. Un pensiero al giorno per 365 giorni per quattro anni. Non mi piace far conti, c'entrano poco e niente con i sentimenti e le emozioni. Pensieri sottovoce, perché trattenuti a stento ché non fossero parole amare o invettive. Pensieri sottovoce pure perché a ciò che si prova si riserva spesso un velo di pudore. Stamane ho pensato di raccogliere insieme questi miei pensieri sottovoce, magari per farne un altro libro. Voi cosa ne pensate? Si accettano consigli. E intanto condivido il primo pensiero che fu l'incipit di quel che continua tuttora. RISORSE(n.1) E all'improvviso hai pace dentro, e capisci che fuori e intorno non comprendono. Trascorso quindi è il tempo, e forse è quello giusto per elaborare e farne ricchezza. Perché a volte si tratta di emozioni intense, difficili da spiegare, impossibili da condividere se non in un secondo tempo. Vanno trasmesse poiché le senti vivere, vibrare addosso... e così non andrà perso il loro valore.

QUANDO È LA VITA A DECIDERE (n.95) (La scrittura come forma di comunicazione ha i suoi limiti?)

La Comunicazione in generale non dovrebbe avere affatto i limiti, permette di capirsi e favorisce l'arricchimento, ma tant'è che spesso e volentieri si creino equivoci. Perché? Innanzitutto per la mancanza di umiltà nell'andare incontro all'altro. A volte c'è pure poco impegno, o molta veemenza nell'esprimersi, presunzione e alzata di tono, e poi poca pazienza per scarsa o mancante empatia. L'Empatia ci rende umani, è la capacità di immedesimarsi in un'altra persona fino a coglierne pensieri e stati d'animo. Riuscire a vedere le cose dal Suo punto di vista e avere una totale attenzione verso i Suoi bisogni, pensieri e sentimenti. Empatia... "sentire in", ma anche essere capaci di uscirne, lucidamente distaccarsi. Con la scrittura poi, se da una parte c'è il vantaggio dei filtri, dall'altra è da considerare che non ci si può guardare negli occhi, non si percepisce il tono della voce, quindi sarà indispensabile pensare bene a ciò che si intende trasmettere e con saggezza scegliere le parole. Scrivendo si può urlare in silenzio, fare arrivare la propria voce dove mai si penserebbe. Ed elaborare, e far mettere fuori dolore e rabbia moderata, e far riflettere... e portare aiuto. In conclusione... "Scrivere è leggere in se stessi". Leggiamo bene perché l'altro non è poi tanto diverso da noi. "Verba volant, scripta manent". Ciò che si scrive resta e lascia il segno.

sabato 27 aprile 2024

QUANDO È LA VITA A DECIDERE (n.94) (Libertà)

Oggi è stata la parola più ripetuta e scritta. Libertà, a volte solo una parola, molto più spesso un sentimento. Si, perché bisogna sentirsi liberi per esserlo davvero. Volontà di affermare la propria opinione, non essere giudicati o addirittura condannati per questa, che anzi andrebbe sempre considerata, nel bene e nel male. Quanti conflitti in meno... "La libertà è la possibilità di dubitare, la possibilità di sbagliare, la possibilità di cercare, di esperimentare, di dire no a una qualsiasi autorità, letteraria artistica filosofica religiosa sociale, e anche politica" - Ignazio Silone - Ma poiché l'essere umano è quel che è, ecco che la libertà nel suo valore oggettivo diventa utopia. Nel mio piccolo sono contenta della mia libertà di esserci, nel rispetto dell'Altro, forte del mio vissuto, fiduciosa in un futuro che qui o altrove, comunque sarà. Perché siamo insieme e liberi? Per continuare e non perdere la speranza, neppure quando sembra si sia scordata di Noi. Perché è nella continuità che i ricordi sopravvivono, ed è sempre nella continuità che si trova forza e motivo per vivere e al meglio, in quanto dono gratuito. Ci è stata concessa la grande libertà di esserci, e Noi ci siamo, sperando di esserci ancora a lungo, sempre liberi.

venerdì 26 aprile 2024

QUANDO È LA VITA A DECIDERE (n.93) (Benedetta per questa vita)

Ogni tanto trovo ancora qualcuno che mi premia con sante benedizioni... E io mi meraviglio perché non faccio nulla di speciale, poiché al bene do principio per me. Fa star bene fare del bene. Se poi si aggiunge l'entusiasmo, la disponibilità incondizionata, la capacità d'ascolto, e l'immedesimarsi nella condizione dell'Altro ma con una buona dose di resilienza, allora forse qualche benedizione è meritata, sia ben inteso, è solo puro caso. Sarà per l'esperienza, perché ormai sono "figura nota" o faccia conosciuta, ultimamente le sante benedizioni si sono evolute laicamente, diventando "complimenti". E la cosa mi fa piacere e a volte compensa l'affanno di certi periodi. Come ad esempio l'attuale, ché ho poco tempo per me. Comunque va bene, i cambiamenti pure se non traumatici, non sono mai semplici. E poi l'abbiamo ripetuto tante volte, è tutto nella testa, no? E allora attiviamola quando serve. Giornate intense le mie, quest'ultime più del solito. Sei gatti, un cane, un figlio e un marito. Ore insufficienti. Ormai è chiaro. Prova da sforzo per testare la mia resistenza. Poi ci sono le ore in reparto, per fortuna. Lascio fuori parte della suddetta quotidianità per abbracciarne il resto. Giorni fa ho conosciuto una bella Persona. Consapevole, sereno, ha riso e pianto. - Ho perso mia moglie quattro anni fa, per questo stesso male. Ho perso la cosa più bella della mia vita. Gli occhi gli si sono illuminati di lacrime... - Strano, io non piango mai. Senza replicare ho offerto a lui un fazzolettino. - Signora, è stato un piacere averla incontrata... - Anche per me. Ma allora perché non darci del "tu"? - Se lo gradisce, mi scusi... se lo gradisci. E poi grazie per l'impegno qui con Noi... In realtà è per tutti Noi, ho pensato, e sono tornata a casa con una ricarica di vita per continuare.