Milano, 16 luglio 2017 - 07:47

Milano, parte il piano Monumentale: «Sì al museo» e videosorveglianza

Da agosto 77 occhi elettronici scoraggeranno furti e vandalismi. Arriva il «responsabile artistico». Caccia agli eredi e guerra ai cavilli per fermare il degrado delle tombe. Il Comune, intanto, ha avviato la ricerca di un curatore che si occupi della parte artistica

Il Comune ha avviato la ricerca di un curatore che si prenda cura della parte artistica del cimitero Monumentale (LaPresse) Il Comune ha avviato la ricerca di un curatore che si prenda cura della parte artistica del cimitero Monumentale (LaPresse)
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Il Monumentale sarà un vigilato speciale, dal 4 agosto. Quel giorno s’accenderà la rete di videosorveglianza: in tutto 77 telecamere di sicurezza, installate lungo l’intero perimetro del cimitero, 74 fisse di cui 45 tradizionali e 29 termiche, più 3 tecnologicamente avanzate (speed dome), in grado di compiere una serie di movimenti con straordinaria rapidità e precisione. L’assessore alla Trasformazione digitale e Servizi civici, Roberta Cocco, appena insediatasi a Palazzo Marino, nel settembre scorso, aveva indicato la sicurezza del Monumentale tra le priorità. Infatti, era stata grande l’eco dell’ultima serie di furti, registrati qualche mese prima, in primavera, quando nel Riparto XX e nei confinanti Giardini Cinerari di Ponente c’era stata un’autentica razzia. In una sola notte erano sparite 28 opere d’arte a corredo di tumulazioni. Non tutte celebri come i busti in bronzo di Alberto e Antonio Ascari, i campioni automobilistici morti tragicamente, entrambi 37 enni, a distanza di trent’anni l’uno dall’altro. O come «La bambina con la bambola» di Antonio Rescaldani realizzata per la tomba di Giovanna Maria Poli. «È stata necessaria un’attenta analisi delle localizzazioni e poi la verifica con la Soprintendenza», spiega l’assessore Cocco che al Corriere anticipa altri interventi destinati a valorizzare questo luogo. «Il Monumentale avrà un curatore, come è giusto che sia in un museo. E per questo stiamo lavorando insieme all’assessorato alla Cultura. Si tratta di una nuova figura e in settembre sarà oggetto di una commissione consiliare congiunta».

Il Monumentale è sempre più meta di visite turistiche. E non è sempre all’altezza delle aspettative. Alla pulizia e all’ordine del viale centrale fa da contraltare il caos dei vialetti laterali e dei controviali, dove il parterre è coperto da un tappeto di aghi e rami caduti. Lo sguardo dei visitatori meno distratti incrocia spesso statue crollate, tombe scoperchiate, l’esempio più eclatante dell’abbandono di sepolture abbandonate da eredi che forse non ne conoscono neppure l’esistenza. Così le edicole, fatiscenti. Come quella della famiglia Frova, che i documenti dicono essere di un ente pubblico il quale, però, nega di averla iscritta nell’inventario dei propri beni. Pare condannato al degrado l’ottanta per cento delle tombe dell’Ottocento. L’edicola Zerboni è in rovina. Un nastro bianco e rosso delimita le zone a rischio crolli. «Il degrado è anche figlio delle regole, non possiamo intervenire su tombe che sono proprietà privata», chiarisce Cocco. Neppure per togliere dei fiori secchi. «La ricerca degli eredi delle tombe abbandonate impegna costantemente gli uffici — aggiunge —. Ma si fanno passi avanti. Per esempio al momento si sono rese disponibili due edicole, l’edicola Moretti e l’edicola Fucigna, e poiché c’è un lungo elenco di persone in lista d’attesa per subentrare e abbiamo iniziato a contattarle. A queste s’aggiunge l’edicola Levi, destinata alla comunità ebraica. Chi subentra deve farsi carico del restauro conservativo e tutto passa attraverso la Soprintendenza».

Ad indicare l’attenzione dell’amministrazione per il Monumentale è anche il fatto, sottolinea l’assessore, che in previsione del pensionamento (a fine anno) dell’attuale direttrice «s’è deciso di affiancarle chi la sostituirà. Questo consentirà di raccogliere l’eredità di chi ha dedicato una vita a questo cimitero e non perdere mesi preziosi di lavoro». Il Monumentale è un Museo a cielo aperto ed è stata così rinnovata la convenzione avviata nel 2014, allora su iniziativa dell’associazione Amici del Monumentale, con l’Accademia di Brera per il restauro conservativo di 78 sculture lapidee e con la fonderia Battaglia per il recupero di altre 40 sculture in bronzo. «Venti studenti che hanno svolto qui l’alternanza scuola-lavoro hanno prodotto videostorie che contribuiranno al percorso di valorizzazione», continua Cocco. Ma tra i nodi cruciali da sciogliere c’è quello del censimento. Al Monumentale si trovano capolavori di Fontana, Medardo Rosso, Bistolfi, Wildt, Gio Ponti, Beltrami, Maciachini. «Il nostro obiettivo è arrivare al censimento di 85 mila tra edicole, sepolture, cellette, colombari — conclude l’assessore —. Sarà creato un archivio digitale, un processo complesso naturalmente perché siamo nel campo dei dati sensibili. E prioritariamente saranno definite le linee guida per procedere». Le sole edicole sono 900, accolgono defunti sin dal 1866. E i giardini 15.000. Sarà poi creata anche una sezione museale per l’esposizione delle sculture rientrate dal restauro, che non è più necessario collocare sul luogo dell’originaria sepoltura. E, informatica permettendo, nella visione dell’assessore c’è anche la possibilità di offrire una visita virtuale del cimitero.

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