8 Marzo 2009

Un paese dove sentirsi cittadino in terra altrui

di Maria Scarinzi (Blog Paupisi. Alla Scoperta della nostra Italia)

Piazzetta cittadina

Situato alle falde della catena del Taburno Camposauro, Paupisi è un piccolo paese che, con i suoi 1.538 abitanti, riesce a conservare una storia ricca di tradizioni e cultura.

Qui il tempo sembra essersi fermato: le case, le stradine, le tradizioni e il cibo hanno ancora un sapore genuino.

Attraversare i vicoli del paese è un’esperienza unica per chi qui c’è stato da bambino e ora ci torna da adulto. La vecchietta seduta davanti alla casa a lavorare a maglia, il cannone nella piazza per non dimenticare una triste guerra, il negozietto di paese dove è possibile “trovare tutto e niente” e la folle corsa delle donne al rintocco delle campane verso una chiesa totalmente restaurata, lasciano trasparire un’immobilità a tratti metafisica.

A Paupisi continua ad aver vita un eterno scontro tra il “troppo passato” e il “troppo moderno” quasi come se, nella paura di perdere i ricordi o di non essere al passo con i tempi, si rifiutasse il presente; un presente che continua a lavorare, però, per mantenere vive quelle tradizioni che altrove sono andate perse.

Considerato il paese dell’olio, del vino e del mangiare sano, ha qui luogo ogni anno la “Sagra del Cecatiello”, un piatto di pasta semplice, dove dall’incontro tra acqua e farina nasce un’opera d’arte, un connubio di sensazioni, ricordi, emozioni.

A Paupisi, però, la tradizione non è fatta solo di cibo. I ricordi di bambino e delle cose fatte in semplicità non si fermano all’impasto dei cecatielli dove il vedere, in una sagra, mani esperte impastare la farina richiama alla memoria le spensierate domeniche passate in campagna dalla nonna; o assaporare l’olio sul pane fatto a legna ci riporta ricordi di un dolce tempo ormai passato, quando la merenda era motivo di gioia e il pranzo era un banchetto, anche se la tavola era quasi spoglia. In questo paese la storia e la tradizione trovano forma ogni anno nella rievocazione del ritrovamento dell’effige della Madonna di Pagani.

Chiesa di Paupisi

In una delle frazioni del paese, nella periferia dello stesso, ogni anno si svolge una solenne festività religiosa, che va di pari passo con la festa civile. In questa zona, infatti, si continua a dar forma ad una antica leggenda: il ritrovamento del quadro della Madonna a seguito della sua apparizione in sogno a dei fedeli.

Qui, questo racconto, che accomuna gran parte dei ritrovamenti delle icone mariane, continua a vivere come narrazione di una storia vera, di un evento che si poneva in passato come uno dei rari episodi felici di una popolazione tribolata da miseria e sottomissione. Un sogno, un ritrovamento, la nascita di una Chiesa e quindi lo svilupparsi di una tradizione. Un’immagine, un ricordo, una storia passata che continua a vivere grazie a quei paupisani che vogliono continuare a dare voce alla Grande Madre.
Prendere parte ai festeggiamenti, ascoltare i canti intonati dai paupisani, ma anche accarezzare semplicemente la nuda pietra della Chiesa ad essa dedicata; tutto ciò permette al visitatore di vivere il passato e respirare un’aria mistica nella più totale semplicità. Niente di “urlato”, nulla di rumorosamente mostrato sulle scene di una vita sempre troppo sotto i riflettori, nulla di rielaborato o di ricostruito, qui tutto sembra essere fatto solo ed esclusivamente nello spirito del fedele che vuole rinnovare il passato e tramandare una tradizione da una generazione all’altra.

Una festa che coinvolge tutto il paese e che sembra attraversare l’intero anno: si inizia il 20 Gennaio con la festa religiosa e si termina l’ultima domenica di luglio con la festa civile. Un paese dunque segnato da forti scontri: antico-moderno, tradizione-innovazione, fede-politica.
Scontri che si concludono nel vivere bene insieme, nel continuo e incessante amalgamarsi dell’opposto, del diverso.

Il turista che qui giunge riesce a sentirsi straniero e parte della comunità al tempo stesso; perché anche se qui non troverà la sua vita, le sue abitudini, facce sulle quali riconoscere il segno dell’ultimo congedo, non percepirà il senso di spaesamento in quanto qui, troverà i ricordi della nonna, le storie di paese della mamma e le tradizioni che si leggono sulle guide. In questo paese sarà possibile per il turista ritrovare il proprio passato e, nella più totale vanificazione del presente, sentirsi cittadino in terra altrui.

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