Milano, 25 luglio 2017 - 08:19

Marilyn sottosopra, a Rock in Roma la musica diabolica di Manson

Martedì 25 luglio la star sul palco di Capannelle fra provocazioni, brani di un vasto repertorio noir e pezzi dell’ultimo «Heaven upside down» (dove intitolarsi Sat 10»)

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Anche sull’ultimo disco regna fitto il mistero. «Sat 10», lo stesso suono, in lingua inglese, di Satan (Satana): doveva chiamarsi così, poi il «Reverendo» Marilyn Manson, controversa icona americana che della provocazione e dell’anticonformismo ha fatto uno stile di vita, oltre che musicale, l’ha reintitolato «Heaven upside down», dando avvio a un tour che ha esordito 20 luglio a Budapest e toccherà martedì 25 luglio la Capitale: Mr. Manson sarà alle 20.30 a Rock in Roma, all’ippodromo delle Capannelle.

Le contestazioni

Mercoledì 26 ad ospitarlo sarà Villafranca di Verona, paesino della provincia veneta dove si sono scatenate polemiche feroci da parte di cittadini cattolici, che hanno firmato una petizione per impedire lo show. Veglie di preghiera, invocazioni al sindaco che si giustifica: non ha organizzato lui il live.

Due nuovi tatuaggi

A Roma gli animi sembrano più tranquilli: la città assorbe meglio il colpo, tanto più che (sono in parecchi a sostenerlo) il rock metal della band che Manson formò insieme al chitarrista Scott Putesky nel 1989 (i Marilyn Manson & the Spooky Kids, poi semplificato nel solo nome di battesimo del leader) negli anni ha smorzato l’amore per l’eccesso. Anche i due nuovi tatuaggi, che Manson si è fatto incidere alla vigilia del tour sul petto e sulla mano, subito rilanciati su Instagram, sono di stile minimal.

«Un nuovo disco dalla natura violenta»

Non si temano però derive buoniste. Ha rassicurato la «goth star»: «Chi ha ascoltato i nuovi brani ha sostenuto che ricordano alcuni passaggi di Antichrist Superstar e Mechanical Animals, ma con un approccio diverso. In un certo senso è un disco dalla natura violenta, ma non ha le stesse radici emotive. Il lavoro più complesso che io abbia mai prodotto».

L’ispirazione? Dalla serie televisiva «Salem»

L’ispirazione pare sia nata durante le registrazioni della serie televisiva «Salem», dalla trama stregonesca. Un set ambientato a New Orleans. Proprio lì Manson aveva partorito il suo disco cult, «Antixchrist Superstar»: capitolo, con «Mechanical animals» e «Holy wood», della trilogia sulla storia di un uomo chiamato «The Worm», «il verme», specie di eroe nietzscheiano. «Ho trovato che gli elementi sovrannaturali della serie fossero molto rappresentativi del periodo in cui ho vissuto a New Orleans: la magia Hoodoo, il Voodoo e la Santeria, tutti elementi da cui ero circondato nei giorni in cui lavoravo all’album — ha spiegato il rocker —. Forse qualcosa si è mosso in me e sento che mi ha spinto a comporre nuova musica». Non è un caso che per le nuove canzoni si sia fatto dare una mano dal compositore Tyler Bates, autore della colonna sonora di «Salem».

Icona glamour

Cosa aspettarsi dal live? Manson resta — il famoso «patto con il diavolo» — un animale da palcoscenico. Anche negli ultimi show, la sua verve quasi teatrale trova sfogo in contorcimenti, scatti nervosi, prospettive sui denti metallici. E conta su una voce che ha fatto la storia dell’industrial rock e continua a ruggire, nonostante i fan lamentino sui social «ripiegamenti» nella coda finale dei concerti. Manson più che mai icona glamour: sposato (per un anno, dal 2005 al 2006) con la regina del burlesque Dita Von Teese, al fianco ora della fotografa Lindsay Usich: due che l’hanno ri-lanciato anche nel mondo della moda. Innamorato dell’arte, ovviamente a modo suo. Chi ha avuto la fortuna di visitarne la dimora, racconta di aver ammirato il quadro di un clown dipinto dal serial killer John Wayne Gacy.

Anche attore cinematografico

Attore televisivo e cinematografico: ha iniziato con un cameo in «Strade perdute» di David Lynch, nel 1997, e non si è più fermato. Da allora, ha partecipato al film «Ingannevole è il cuore più di ogni cosa» di Asia Argento (2004), a serie tv come «Once upone a time» e «Californication». Ultimamente il primo ruolo da protagonista: sicario nel noir «Let me make you a martyr», sugli schermi americani a maggio scorso con la regia di John Swab e Corey Asraf. Il suo commento: «Mi hanno chiesto di incendiare una casa e di ammazzare un po’ di persone. Come avrei potuto rispondere di no?».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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