L'ologramma
5 Gennaio 2017 , Scritto da Lorenzo Campanella Con tag #lorenzo campanella
Immagino una dimensione dove Winston Smith chiama Susan Calvin. Dove i precogs si mettono in comunicazione con John Constantine, Ipazia è papessa, la Stanza 101 è dentro un mirrorselfie e l’istruttore Hartman è in fuga da un T1000 con le sembianze di Travis Bickle. Shakespeare fa il magistrato e due Houyhnhnms vengono intervistati. L’ologramma di Hieronymus Bosch fa un ritratto a Ziggy Stardust, Giordano Bruno pilota un MagLev. Tutto normale.
Immagino pace, libertà e narrazioni visive nude come la pietra.
Ma il mio ologramma è tra i canyon della mia identità. Immagino libertà in un mondo prigioniero, schiavo, dove il Money supera il Love, suddito di un bis pensiero, dove anche le anime nere parlano di anima. È il mio ologramma a consigliare una solitudine che porta ad esplorare nuovi mondi. Ma dovremmo trovare in quei luoghi la felicità.
Il mio ologramma è un’identità senza tempo. Il mio ologramma è ontologicamente infinito.
L’ologramma supera i luoghi e diventa memoria soltanto nell’amore e nella felicità.
L’ologramma è la coscienza che attraversa i secoli e trascende il DNA. E quando hai coscienza che non puoi più commettere gli stessi errori, anche il mare ti parla.
Questo ologramma non ha materia, è immanente, non ha limiti materiali, si trova nelle mediateche dell’inconscio.
L’ologramma è un insieme di bit atemporali. L’ologramma è un glifo, un input.
L’ologramma è un libro, un cuore, un temporale, un pianeta. L’ologramma è perché esiste negli occhi di un sognatore, come universi che cambiano. Esiste come una stella che scoppia, come la corsa di un fiume. Perché? Gli universi cambiano e l’essere umano ha un valore inversamente proporzionale alla quantità di qualità positive che si auto-attribuisce.
Battezzeremo androidi, sposiamo aliene. Stiamo bene se vediamo i nostri simili soffrire per qualcosa, qualsiasi cosa.
Siamo frames impazziti. L’ologramma è zero settembre.
È la storia di una prostituta che diventa regina, è la storia del mondo.
In questo ologramma c’è magma della vita, sabbia, c’è flusso creativo, c’è bellezza.
Ma non sono soltanto un ologramma. Sono l’oceano delle coste americane, i canyon di terra rossa, il maremoto, lo spioncino di una porta, una cassaforte, una gonna a fiori, l’orchestra invisibile.
L’ologramma è bianco ed è nero e si trova su strade che devono nascere, su terre inaccessibili.
L’ologramma è una narrazione senza peso ma con massa infinita, è un lampo fluorescente tra la nebbia e il sole rosso della notte.
L’ologramma è un algoritmo senziente, un’anima mundi che non muore e non invecchia. È un manicomio travestito da parrocchia.
È il calcolatore HAL9000 di Odissea 2001.
Zero settembre è un progetto, l’eruzione di un vulcano, un labirinto che porta alla bellezza, un falò, una nuvola, un campo minato, una festa a sorpresa, assolo di chitarra elettrica, il viaggio di Ulisse, Moonlight Sonata di Beethoven.
Un’anima che non si usura, uno scheletro di cristallo, un logogramma cognitivo.
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