Trattoria del Fulmine di Trescore Cremasco

FUORI UN MURO DI NEBBIA

DENTRO SPLENDE UN GRANDE SOLE

(di Veronelliana memoria)

Trattoria del Fulmine di Trescore Cremasco

Ormai è un mantra: dopo gli anni delle rincorse alle novità, da un pò di tempo in qua in fatto di alimentazione e di ristorazione non si fa che parlare di riscoperta dei valori del territorio. Lo si fa spesso a sproposito, tirando dentro di tutto, mettendo sullo stesso piano chi non ha mai cambiato linea con chi ci è arrivato solo adesso cavalcando più che la storia vissuta, la moda del momento. Fenomeni probabilmente passeggeri questi ultimi, perché vedrete, arriverà presto un’altra inversione di tendenza e allora quegli stessi vi si butteranno con la stessa (in)coerenza con cui ora dichiarano di avere sposato un ideale. Ma le eccezioni ci sono, eccome!! Ed allora affidiamoci a quelle insegne che senza fare annunci non hanno mai tradito la cucina delle tre T (Tradizione, Territorio, Tipicità).

Come la Trattoria del Fulmine dei coniugi Bolzoni, Clemy in cucina e Gianni in sala ed ai vini. Anche se qualcuno ha pensato bene (cioè male) di togliere loro la stella che da anni brillava sulla loro insegna; per noi il sole continua a splendere sulla loro cucina di anima e calore che in questa stagione e per tutto l’inverno si esalta nei sapori “della bassa”.

 

Fuori può esserci un muro di nebbia ma varcata la soglia il cuore si scalda accolto e raccolto nell’atmosfera familiare; poi addirittura si surriscalda colpito dalla bontà della cucina.  Ed è proprio la percezione di un’autenticità spontanea e disincantata, fatta di poca – ma sapientemente dosata – forma e di molta sostanza, la caratteristica che accompagna e segue la sosta al tavolo della Trattoria del Fulmine. Per i colpi ad effetto prego accomodarsi altrove: qui ci si viene per l’affetto – per le cose che si fanno e per chi le apprezza – che si coglie in ogni parola, nei gesti e nei piatti che, pur se riprodotti millanta volte, sempre rinnovano la sorpresa per una cura dei dettagli che non si sofferma sull’estetica ma entra nella profondità dei sapori.

Noi “i soliti 5” prima di Natale abbiamo fatto tappa alla Trattoria del Fulmine, che già conosciamo da tempo e pertanto appena seduti è arrivato il biglietto da visita: salame cremasco, coppa delle colline di Broni e il culatello di Spigaroli che da soli possono valere il viaggio che abbiamo abbinato al Franciacorta Saten di Bosio.

Non bisogna attendere molto per rincarare la dose del godimento con polentina e foie gras spadellato al Picolit. Un vero godimento!!! E che dire delle lumache trifolate e servite su crema di patate (che dopo cinque ore di cottura si sciolgono letteralmente in bocca) abbinate ad uno Chardonnay Villa Gentilotti di Lunelli del 1995 (semplicemente strepitoso per un bianco). Abbiamo saltato le paste ripiene e i tortelli cremaschi al burro e salvia per dedicarci a due assaggi della “trippa del Fulmine” (da richiedere con 48 ore di anticipo), davvero sublime sposata ad un Grumello Rocca de Piro 2012 Valtellina Superiore DOCG di Arpepe.

Non ci sono cedimenti quando entrano in scena i secondi di Gianni Bolzoni (maiale, anatra, oca). Ma noi siamo appositamente ritornati per un piatto da encomio al valore della tradizione che impone lunghe e meditate cotture: la “cassouela d’oca” con polenta maritata e con le prime verze che hanno sentito il gelo delle notti – (abbiamo tutti fatto il bis) – abbinata ad un Brunello di Montalcino Riserva 2012 dell’azienda Sassodisole.

Niente formaggi, niente dessert, solo un assaggio di un favoloso panettone con crema pasticciera. Del panettone si fa anche vendita diretta nel ristorante. Chiusura con un Passito della Val Camonica 2013 Rocche dei Vignali ottenuto da Incrocio Manzoni 100%.

 

Una giornata da ripetere senza far passare ancora 4 anni. 40 i coperti all’interno e una trentina nel bel dehors estivo. La trattoria fu aperta nel 1923 da Angelo, padre di Gianni che la rilevò con la moglie Clemy nel lontano 1963. 40 anni, di cui venti stellati, dove i proprietari sono riusciti a mantenere vivi un locale che ancora oggi offre professionalità, bravura, modestia e cortesia. Gianni e Clemy in cucina sono cresciuti alla scuola del compianto Franco Colombani del Sole di Maleo, dal quale hanno preso spunti per alcuni dei loro piatti. Due persone garbate e discrete che sanno mettere a proprio agio anche i più critici dei “gastro/gourmet”. Claudio e Maria Teresa non fanno mancare il loro valido aiuto.

Storia e sapienza, garbo e gentilezza d’altri tempi: i piatti del giorno sono declamati a voce, ma con calma, senza fretta; il vino al bicchiere è d’uso, la cantina è ottimamente fornita e lo si vede con le bottiglie esposte. Il servizio al tavolo è garbato e gentile. Il conto corrisponde alla cura nella gestione del locale. Un volume della Trenta Editore di Milano – www.trentaeditore.it – raccoglie le ricette di Clemy Lupo Stanghellini e di Gianni Bolzoni. Il locale ha funzione anche di bar per gli avventori del paese, che qui non fanno mancare la loro presenza nel locale di accoglienza.


Trattoria del Fulmine 

Via Don G. Carioni, 12 

Trescore Cremasco (CR)

Tel: 0373 273103    

 

Articolo a quattro mani di Elio Ghisalberti e Rocco Lettieri