Repetita iuvant

  Qual è o qual’è?
Il dubbio dei dubbi della grammatica italiana: “Qual è” si scrive con o senza apostrofo?” Si scrive senza apostrofo. L’esatta grafia di qual è non prevede l’apostrofo perché è un’apocope vocalica e non un’elisione (che avviene soltanto prima di una vocale). Ricorda: l’apocope non richiede mai la presenza dell’apostrofo, l’elisione sempre.
Da, dà o da’
Andiamo con ordine e analizziamo tutti e tre i casi. “Da” senza apostrofo è la preposizione (Marco corre da casa a casa), “Dà” con accento è la terza persona singolare del verbo dare (Marco dà una mano a Giovanna), “Da’” con apostrofo è la seconda persona dell’imperativo del verbo dare (Marco, da’ una mano a Giovanna!). Quest’ultimo caso è un troncamento della formula “Dai tu!”.
Tutto apposto o tutto a posto
Si scrive tutto attaccato “apposto” quando intendi il participio passato del verbo “apporre”, si scrive invece “a posto” staccato quando intendi la locuzione. Un esempio semplice? Questa formula comprende entrambe le grafie: “Ho apposto la firma sul documento, adesso è tutto a posto”. Altri esempi?: “Metti la testa a posto!”, “Come stai? Tutto a posto.” Insomma se vuoi rispondere che stai bene, la formula corretta è sempre a posto, scritto staccato.
Obbiettivo o obiettivo?
Sono entrambe corrette le formule… Ma c’è un ma! La forma più elegante e più vicina all’etimologia della parola è quella con una sola b (dal latino obiectum). Non è una regola ufficiale, tuttavia alcuni consigliano di usare la versione con una sola “b” quando si tratta di un aggettivo (un uomo obiettivo) e quella con due “b” quando si tratta di un sostantivo (l’obbiettivo di una macchina fotografica, l’obbiettivo di un business plan).
Se o Sé
“Se” può essere un pronome o una congiunzione. Quando parliamo del pronome riflessivo “sé” devi usare sempre l’accento acuto. In questo caso se usi la formula: “tra sé e sé”, devi usare sempre l’accento, se invece scrivi “se stesso”, non serve l’accento, anche se la formula “sé stesso” non è sbagliata. Invece quando usi la congiunzione con valore ipotetico “se”, e quindi quando si formulano ipotesi es: “Se fosse vero?”, non si usa mai l’accento.
Valige o valigie? Ciliegie o ciliege?
Tutte le parole che finiscono in “-cia” e “-gia” alzano infiniti dubbi sulle loro formule plurali. La regola universale da conoscere in questi casi è che se prima di -cia o -gia c’è una vocale, il plurale sarà -cie o -gie. Ecco quindi alcuni casi corretti. Con finale in “gie/cie”: “ciliegie”, “valigie”, “camicie”. Mentre finale in “ce”: “facce” perplesse (e mai delle faccie), delle “frecce” nella faretra, delle “trecce” tra i capelli.
A fianco o affianco?
“Affianco” non è altro che la prima persona singolare del verbo “affiancare”. Invece “a fianco” vuol dire “a lato di” ed è una locuzione preposizionale (cioè una locuzione che unisce due parole). Se intendi: “accanto a qualcuno”, il termine corretto da usare è staccato.
Si o sì?
Certo che sì! Quando devi scrivere l’avverbio di affermazione, metti sempre l’accento. Se è un pronome riflessivo di terza persona singolare, es: “si è giocato tutto”, l’accento non ci va.
Centra o c’entra?
La differenza è sostanziale: nel primo caso, hai davanti la voce del verbo “centrare”, ovvero fare centro. Es: “Marco ha centrato il bersaglio”. Nel secondo caso, con l’elisione, si intende il verbo “avere attinenza”. Es: “che c’entro io in tutto questo?”.
Un po’ o un po’?
Accento o apostrofo per scrivere “un po’ di pane”? L’errore un tempo era meno comune, ma sta riprendendo piede grazie alle abitudini di scrittura su smartphone, che spesso tendono a sacrificare gli apostrofi a favore degli accenti. Per questo è importante sapere che “un po’” si scrive sempre con l’apostrofo, in quanto è un troncamento della parola poco.
Pultroppo o Purtroppo
In questo caso, non ci sono scuse. Se scrivi “pultroppo”, purtroppo stai facendo un grave errore!
da Helloword.it

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