bed & breakfast L'antica casina

Cosa visitare...
...Malvito!

Malvito sorge sulla cima di un poggio alla destra dell' Esaro ed offre una veduta paesaggistica singolare. Si ritiene sia uno dei poci centri calabresi di origine Longobarda, sede di Gastaldato.
Dalla documentazione esistente si può stabilire che Malvito ebbe origine tra la fine del VII secolo e gli inizi del successivo, questo grazie al cronista longobardo Paolo Diacono che indica il centro dell' Esaro come una delle più importanti città dell'Italia meridionale.
Durante il pontificato di Benedetto VII (anno 983), la chiesa di Malvito fu elevata a diocesi fino a quando, nel 1160, fu accorpata a quella di San Marco Argentano.
Nel 1057 subì conquista Normanna di Roberto d'Altavilla chiamato il Guiscardo (furbo). Il primo feudatario fu il conte Roberto detto Scalone, terzogenito del guiscardo e della principessa Longoberda Sikelgaita.
I caratteri di fortezza medievali sono ancora oggi visibili: le case sovrapposte in un caratteristico groviglio di viuzze strette che, di tanto in tanto si aprono su improvvisi larghi dove si trovano antichi palazzi con artistici portali in tufo.
E' da visitare, all'estremità della collina, posto a dominio della vallata, il castello Longobardo-Normanno, le cui origini sono da collocare nel IX - X secolo.
E' composto dal Mastio normanno (torre principale) di forma cilindrica cui si può accedere tramite una scaletta elicoidale. Si può anche entrare dal cortile centrale attraverso una scala chiamata di scala francese, che comunica alla cortina.
Nel cortile vi è anche l'ingresso ad una sala interrata a forma di cripta.
Una campagna varia e ricca di angoli piacevoli, circonda Malvito in un' atmosfera di colori specie in direzione della valle dei mulini. Altra area da vedere è quella degli scavi di Pauciuri, dove è stato riportato alla luce un settore di un edificio monumentale databile al 110 a.C..
Si tratta di una villa romana che presenta due diverse fasi di costruzione: nella prima si possono individuare magazzini per derrate; nella seconda la costruzione di impianti termali di cui si distingue un praefurnium.
Successivi scavi assegnano al complesso una funzione pubblica facendo anche ipotizzare la presenza di una stazione che la metteva in comunicazione con l' alto tirreno cosentino.
In mezzo alle rovine venne sistemata una necropoli bizantina, il primo scoperto in Calabria. Dalla necropoli sono state scavate diciotto tombe dove sono stati rinvenuti numerosi reperti, tra i quali, un anello a croce greco-bizantina.
Da segnalare inoltre che Malvito è gemellata, fin dagli inizi degli anni '70 con Rognes, cittadina francese della Provenza, a pochi chilometri da Marsiglia, con la quale ha stretto rapporti di amicizia e che ha avuto come protagonisti i due sindaci pionieri del federalismo europeo, Oscar Principe e Robert Verrier, che conferì a Malvito lo storico primato di essere stato uno tra i primi comuni italiani ad aderire al progetto di unificazione europea.

...e nei dintorni:

Fagnano Castello
San Marco Argentano
Altomonte
San Sosti
Parco Nazionale della Sila


Fagnano Castello

Il paese, situato ai piedi dell'Appennino Meridionale, il suo nome deriva probabilmente da un antico presidio, Fanianum, che individuava la villa di un certo Fannius.
Nel XVI secolo la località era anche detta "Fagiano", mentre già a partire dalla prima metà del Quattrocento veniva detta "Fagnano".
Nel centro storico è possibile visitare le chiese dell'Immacolata e di San Pietro, di origini rinascimentali, in cui sono conservate statue processionarie e varie opere d'arte.
La chiesa dell'Immacolata fu edificata nel 1592. Presenta una bellissima facciata con torre campanaria e, al suo interno, si possono osservare degli stucchi con volte lavorate secondo il "sistema dell'incannucciata".
La chiesa di San Pietro è datata intorno ai primi del '600. Secondo alcune fonti doveva essere inizialmente jus patronato della famiglia Iacovini, al cui palazzo era collegata.
Ai piedi del monte Pizzo la tradizione popolare vuole che vi sia la "pietra scivolante", un masso che il diavolo avrebbe reso viscido per ostacolare il passaggio di Cristo.
La risorsa principale di Fagnano è tuttavia rappresentata dal suo patrimonio naturalistico più grande: la montagna.
Non è un caso che la castagna rappresenti il prodotto tipico del paese, ed uno degli eventi principali è costituito dalla sagra della castagna, che ha luogo l'ultimo sabato e l'ultima domenica di ottobre.
Il Parco Naturale del Monte Caloria, collocato nella parte nord dell'Appennino costiero e situato per intero nel comune di Fagnano Castello, presenta vari laghi di piccole dimensioni, riconosciuti nel loro insieme come "Zona Umida di Importanza Internazionale".
Nel parco vi sono suggestivi e meravigliosi punti panoramici e numerosi sentieri adatti per le escursioni.

Il sito istituzione della città é comune.fagnanocastello.cs.it torna al menù

San Marco Argentano

S. Marco Argentano, cittadina di origine Normanna è l'erede dell'antica Argentanum, sita nella valle del fiume Fullone. Ha una lunga storia di insediamenti.
Le fonti attestano una continuità abitativa dal VIII secolo a.c. al medio evo.
Durante il dominio di Sibari (720-510 a.c.) è chiamata Argyros ed era un piccolo centro minerario dove si estraeva argento per la coniazione dell'incuso (antica moneta sibarita).
Nel 356 a.c., dopo la secessione dei Lucani, è chiamata Argyrano.
Nel 282 a.c. prende parte alla conquista della città greca di Thurium ma viene sconfitta dai romani, che ne mutano il nome in Argentanum.
Durante la seconda guerra punica (c. 210 a.c.) si allea con Annibale. Nel 204 a.c., come ci informa Tito Livio, si compie il processo di romanizzazione.
Nell'88 a.c., dopo la guerra sociale ed in base alla Lex Julia municipalis, diventa municipio.
Nel 44 d.C., secondo la tradizione, si consuma il sacrificio dei Martiri Argentanesi: Dominata, Viatore, Cassiodoro e Senatore, considerati tra i primi martiri della cristianità.
L'ultima voce riferita ad Argentanum risale all'896. In seguito per le terribili invasioni saracene, l'antica città viene abbandonata. Nel 969 il sito attuale prende il nome di San Marco, a ricordo dell'evangelizzazione dell'apostolo Marco (al quale si deve, secondo la tradizione popolare, la conversione dei Martiri Argentanesi). Nel 1048 Roberto il Guiscardo assedia e conquista San Marco, trasformandola in città fortificata.
Da qui dirige le operazioni militari per la conquista delle Calabrie. Dal 1862 la cittadina viene denominata San Marco Argentano.
A San Marco Argentano è possibile visitare :
la Torre (detta di Drogone) che è una rara testimonianza del primo insediamento normanno in Calabria. Fu fatta innalzare da Roberto il Guiscardo nel 1048 sulle rovine di un'antica fortificazione romana. E' contraddistinta da un enorme tronco di cono detto rivellino o motta alto m.18 (la motta è la struttura peculiare dei castelli normanni). La fortezza, che si eleva per un'altezza di ventidue metri.
La Cattedrale e l'Episcopio risalenti all' XI secolo . L'Episcopio, in origine casa-forte, viene costruito per volontà di Roberto il Guiscardo come sua dimora. La Cattedrale conserva la sua fisionomia originaria fino agli inizi del '700. Successivamente, l'interno viene adornato di stucchi, per seguire la moda del tempo.
La cripta, che mescola le tecniche costruttive di varie culture (bizantina, normanna, musulmana). La Cripta è divisa da dodici robusti basamenti in pietra, dai quali si innalzano trentacinque possenti arconi a sesto leggermente acuto. La costruzione si articola in venti campate che sembrano realizzate di getto. Ne viene fuori una tipologia di architettura severa ed essenziale.
L'Abbazia di S.Maria della Matina (dal latino mata, monte, bosco, selva) sorge a quattro chilometri da San Marco, nelle vicinanze del Fiume Fullone. Secondo le Carte Latine dei Pratesi, la dedicazione della Chiesa abbaziale a Santa Maria avviene il 31 marzo 1065. Dopo l'eversione della feudalità (1806) viene tramutata in fattoria agricola. Nonostante le trasformazioni subite nel corso dei secoli è ancora esistente e comprende: il parlatorio; lo scriptorium; la scala d'accesso ai piani superiori; l'aula capitolare. La fontana di Sikelgaita (detta di Santo Marco), che dopo continui rimaneggiamenti, si presenta come un parallelepipedo incassato nella collinetta sovrastante. Del nucleo originario si conservano solo parte delle decorazioni scultorie.La struttura, del 500 è stata realizzata in pietra da taglio.
La Riforma, complesso conventuale dei Frati Minori che apparteneva un tempo alla Famiglia dei Riformati. È uno tra i più antichi esempi di architettura francescana in Calabria. La sua fondazione pare si debba a Pietro Cathin, discepolo e sodale di San Francesco d'Assisi. Il complesso sottoposto nel corso del tempo a innumerevoli trasformazioni comprende il convento, la chiesa e gli orti.
L'antico centro, al quale si accedeva attraverso porte oggi in gran parte scomparse si snoda in una fitta rete di vicoli, sottoportici, gradinate, edifici, palazzi gentilizi. Pregevoli elementi architettonici in pietra da taglio adornano gli edifici. Fulcro è il Palazzo Ducale con l'antico Campo degli Armigeri, oggi Piazza Selvaggi.

Il sito istituzione della città é comune.sanmarcoargentano.cs.it torna al menù

Altomonte

Altomonte ha origini molto antiche; già lo scrittore romano Plinio il Vecchio (23-79 d.C.) nella sua "Historia Naturalis" ne ricorda il vino Balbino.
Il paese antico si trovava spostato verso il fiume Esaro, dove da poco sono stati ritrovati i resti di una villa romana del I sec. d.C.
Segue un periodo storico che lascia tracce del passaggio di diversi popoli e civiltà . Probabilmente, tra l'800 ed il 1000 d.C. il paese si sposta verso il sito attuale, forse per difendersi dalle incursioni nemiche, soprattutto Saracene.
Il paese assume il suo nome nel XIV sec.
Altomonte è oggi un borgo conosciuto in tutta Italia per il suo immenso patrimonio artistico-culturale. A questo consistente flusso turistico Altomonte fa corrispondere un'offerta variegata e completa, ed una realtà sempre più accogliente e specializzata, dotata di ampia ricettività e di serie professionalità.
Ad Altomonte si possono visitare:
Castello dei San Severino, è appartenuto a diversi proprietari e per questo motivo risulta molto rimaneggiato. Ancora notevoli sono il cortile interno, con il loggiatino e le tracce di affreschi, e la caratteristica Piazzetta del Vaglio, che costituiva il centro della vita del borgo medievale. Un'ampia ala è stata da poco restaurata e trasformata in un esclusivo albergo e ristorante 5 Stelle.
La chiesa di San Giacomo Apostolo, è la più antica di Altomonte, dato che la sua esistenza risale già al XII secolo. La Chiesa matrice venne rimaneggiata successivamente ed attualmente mantiene forme tardo barocche. L' edificio vanta un bel portale in pietra scolpita ed intagliata del '700, mentre sull'esterno la parte bassa del campanile ospita una delle probabili porte medievali del borgo, con lapide ed iscrizione. Di pregio anche i documenti dell'Archivio parrocchiale, oggi custoditi in altra chiesa ed in fase di riordino.
La chiesa di San Francesco di Paola, fondata nel 1636, in occasione della proclamazione a patrono di Altomonte di San Francesco di Paola. La chiesa ha forme barocche, una navata unica, dei pregevoli stucchi e affreschi sulle pareti che raffigurano miracoli di San Francesco. Notevoli il coro ed il pulpito, in legno intagliato e scolpito, del 1775. Belle le tre tele di scuola napoletana del '700 dell'abside (Natività, Visita dei re Magi, Annunciazione).
Convento dei frati Minimi, annesso alla Chiesa di San Francesco e costruito nello stesso periodo. Notevole il Chiostro, con pilastri quadrati ed archi romani, luminoso e leggero. Interamente restaurato, dal 1979 è la sede del Municipio di Altomonte e conserva, nei corridoi e nelle stanze, numerose opere d'arte e mobilia antica di pregio.
L' Anfiteatro, che ogni estate è la sede principale del Festival Euromediterraneo, rassegna di teatro, musica, danza, ed arti visive. Il teatro richiama le strutture greco-romane, ha una platea capace di 1100 posti a sedere e ha sotto il corpo palcoscenico i camerini ed i servizi per gli artisti. Davanti al teatro è stato creata una piazza che si trasforma in capace parcheggio per le serate di spettacolo.
Santa Maria della Consolazione, sorge in cima al vecchio abitato ed è considerata la più ingente testimonianza dell'arte gotica-angioina in Calabria. La chiesa ha una facciata dall'architettura originale, in cui spiccano il bel rosone a 16 colonnine ed il ricco portale con timpano-lunetta ed archi a sesto acuto, nonchè la massiccia torre campanaria. L'interno si propone come raro esempio di gotico puro in Calabria, con il soffitto a capriate della navata unica, gli archi a sesto acuto e le volte a crociera delle cappelle e del presbiterio. Ogni traccia barocca è stata rimossa con i lavori di restauro conclusi nel 1978, e la chiesa è stata riportata in uno stato molto simile a quello originale.
Il museo civico, istituito nel 1980 e allestito nelle antiche sale del Convento, è tra i più prestigiosi Musei Civici meridionali. È diviso in settore Medievale e settore Domenicano per un totale di 5 grandi sale. Oltre ad opere dei maestri toscani del '300 (famoso il S. Ladislao di SIMONE MARTINI) il museo ospita anche opere di Pietro Negroni, della scuola di Antonello da Messina, di seguaci di Nino Pisano e Francesco Solimena ecc. nonchè una ricca raccolta di paramenti sacri, reliquari, croci astili, busti processionali ecc...
Convento Domenicano, probabilmente edificato a partire dalla prima metà del XV secolo per volere della contesa Cobella Ruffo, e poi gradualmente ingrandito nei secoli successivi. Il convento ospitò nel corso del tempo diversi personaggi e studiosi illustri, tra cui frate TOMMASO CAMPANELLA, che vi scrisse "Philosophia sensibus demostrata" e forse vi intuì¨ la sua massima opera "La Città del Sole". Notevole il Chiostro quattrocentesco.
Il sito istituzione della città é comunedialtomonte.it torna al menù

San Sosti

Cittadina di grande suggestione, San Sosti è un antico centro di turismo religioso, di origine greco-bizantina, il nome, infatti, trae origine da "Aghios Sostes".
Qui si trova il Santuario Basilica Maria SS del Pettoruto, di origine basiliana.
Secondo la tradizione, nel 1500, un certo Nicola Mairo di Altomonte, che era ricercato dalla polizia per un omicidio non commesso, si nascose tra i due monti Mula e Milara, in una località aspra e rocciosa denominata "Petruto" che significa "pietroso".
Qui l'uomo visse nella più completa solitudine, a contatto con la natura, e poiché aveva una grande devozione per la Madonna, pensò di scolpirne l'immagine su una delle due rocce vicine, per poterla invocare affinché la sua innocenza venisse scoperta presto.
L'immagine rappresenta la Madonna che tiene in braccio il Bambino, mentre nell'altra mano regge un ramoscello fiorito.
Molto tempo dopo, un pastorello sordomuto, che pascolava le sue pecore nella località "Petruto", fu testimone dell'apparizione della Madonna che gli ordinò di andare dal parroco per chiedergli di erigere sul posto un tempio in suo onore.
In un primo tempo fu eretta solo una piccola cappella, che fu chiamata "Rifugio" e intorno alla fine del 1600 furono fatti i lavori di ampliamento.
La chiesa attuale è a tre navate e antistante la facciata vi è un ampio spiazzo che accoglie i pellegrini.
Nel corso dei secoli essa subì numerose trasformazioni fino a diventare oggi molto grande.
La festa dedicata alla Madonna ha luogo il 7 Settembre.
La zona di San Sosti ha una sua bellezza naturale e aspra resa ancora più suggestiva dalla catena di monti che la circondano: La Mula, che innalza la sua vetta, candida di neve per quasi tutto l'anno, a m. 1943; il Varco del Palombaro e il Campo a m. 1563 e inoltre Monte Alto, Serra Scomunicata, Acqua Marcia, Patanizzi, Cozzo del Pellegrino, Serra Caruso, Frida, Scodellaro, Civarra ecc.
A San Sosti si possono visitare:
Il Santuario del Pettoruto, (da petruto, ossia pietroso, roccioso) fondato nel 1274 dai monaci dell'abbazia di Acquaformosa, distrutto dal terremoto del 1783; poi ricostruito. Nel Santuario è conservata una scultura in pietra del XVII sec., realizzata da uno scultore di Altomonte, raffigurante la Madonna col Bambino.
Abbazia di San Sozonte, X-XI sec. d.C.
L' Abbazia di S. Nicola e la chiesa Chiesa Madre Santa Caterina Vergine e Martire. Ruderi del Castello della Rocca, roccaforte di Annibale, del sec. X. Turrito, ubicato sulle estreme propaggini del monte La Mula all'imbocco del fiume Rosa, a quota 551 mt. È detto della Rocca perché posto su uno strapiombo roccioso a vedetta della valle sottostante.
Palazzo Coscarelli già Spagnuolo, Palazzo Guaglianone, Palazzo Bloise, Palazzo Giordanelli-Migaldi, Palazzo Raffaele Coscarelli-Bruno, Palazzo Salerno.

Tra le risorse naturalistiche:
Il fiume Rosa e le sue gole, cresce un tasso (Taxus baccata) con una circonferenza di oltre due metri.

Il sito istituzione della città é sansosti.asmenet.it torna al menù

Parco Nazionale della Sila

È NATO UN PARCO NEL CENTRO DEL MEDITERRANEO
Con D.P.R. 14.11.2002 sono stati istituiti il Parco Nazionale della Sila ed il relativo Ente.
Il Parco ricomprende i territori già ricadenti nello "storico" Parco Nazionale della Calabria (1968). Tutela aree di rilevante interesse ambientale in Sila piccola, Sila grande e Sila greca per complessivi 73.695 ettari.
Favorisce il mantenimento e lo sviluppo delle attività agro-silvo-pastorali tradizionali, artigianali, sportive, enogastronomiche, turistiche.
Promuove ed incentiva le iniziative atte a favorire lo sviluppo economico e sociale delle popolazioni residenti all'interno del Parco.
Provoca lo sviluppo ecocompatibile del comprensorio, crocevia del Mediterraneo di storia, arte e culture succedutesi nei secoli.
È nato un Parco, nel "Gran Bosco D'Italia", in cui si ammirano paesaggi mozzafiato, che suscitano profonde emozioni, che invitano alla visita ed al soggiorno.
Per saperne di più visità il sito del Parco, continua...

Il sito ufficiale dell'Ente Parco Nazionale della Sila é parcosila.it torna al menù

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