LA PIETRA Ugo
(Bussi sul Tirino, Pescara 1938)
Occultamento. Premio Lissone 1977
Luogo: Lissone
Editore: N. D.
Stampatore: N. D.
Anno: 1973
Legatura: N. D.
Dimensioni: 24x30,5 cm.
Pagine: N. D.
Descrizione: fotografia originale in bianco e nero di Laura Salviati, titolata, firmata e erratamente datata «1977» dall'artista. Con biglietto intestato del fotografo applicato al retro: «Fotografia Laura Salviati - Via Stresa 6 - Milano», e timbro dell'artista «Archivio Ugo La Pietra - Via Guercino 7 - Milano». L'immagine ritrae l'artista mentre opera all'interno dello spazio creato in occasione della mostra «Proposte critiche per 6 alloggi IACP» (Lissone, Centro del Mobile, 1973). Vintage.
Bibliografia: N. D.
Prezzo: € 800ORDINA / ORDER
In occasione della XVI Settimana Lissonese tenutasi nel 1973, gli architetti Alberto Salvati e Alberto Tresoldi allestirono la mostra «Proposte critiche per 6 alloggi IACP» presso il Centro del Mobile di Lissone. Promuovendo le ricerche per «la casa degli anni '70», l'esposizione si incentrava/interrogava sugli spazi abitativi dell'edilizia pubblica. Tra gli arredamenti progettati appositamente per la mostra, destò molta attenzione la proposta che Ugo La Pietra fece per le case Gescal. Tenendo fede al Sistema disequilibrante teorizzato in quegli anni, l' OCCULTAMENTO di La Pietra metteva in crisi gli spazi codificati e ne svelava usi percettivi e funzionali. Al progetto venne riconosciuto un premio da parte della città di Lissone, e sei anni più tardi valse all'autore il conferimento del Compasso d'Oro" (Alberto Zanchetta, «Ugo La Pietra. L'occultamento», 2013). "Data la mancanza di una effettiva possibilità di approfondire il tema sul piano economico, produttivo, sociale ed anche formale, cerco con questa proposta di porre in luce le contraddizioni più grossolane riscontrabili all'interno dello spazio abitativo proposto (mancanza di uno spazio vitale una volta inserite le strutture atte a risolvere la funzione «dormire» che appare la «dominante» e che invece, attraverso l'operazione proposta di occultamento , viene ridotta praticamente a zero) e la non volontà di «calare dall'alto» modelli di arredo (precostituiti) o strutture «disponibili alla manipolazione» che mistificano il problema lasciandolo praticamente inalterato (problema del ruolo e del rapporto che esiste tra progettazione e fruizione). Nella mia proposta appare chiaro da una parte il tentativo di esprimere una presa di posizione critica nei confronti dello spazio, così come ci viene fornito dalle norme GESCAL, dall'altra la volontà di proporre non tanto soluzioni precostituite imposte dall'alto, quanto ritrovare nella progettazione di spazi interni abitativi, un ruolo da parte del formalizzatore che non copra tutti i possibili GRADI DI LIBERTÀ che lo spazio potrebbe consentire, realizzando cioè delle «strutture di base» che siano in grado di risolvere i problemi più grossolani dell'attrezzatura di uno spazio abitabile, lasciando poi però alla possibilità di intervento dell'individuo la libertà di agire autonomamente, minimamente condizionato alla creazione di uno spazio congeniale alle sue effettive esigenze. Il progetto non vuole essere quindi una reale soluzione al tema proposto, ma un approccio al problema, esprimendo attraverso l'operazione di occultamento alcune scelte all'interno della sua effettiva soluzione" (Ugo La Pietra, in SETTIMANA LISSONESE, Numero unico, 1973).