Lanuvio: tremila
anni di storia
Scommetto che molti di voi non sanno che il territorio dei Castelli Romani pullula di siti archeologici affascinanti, in luoghi spesso di notevole interesse ambientale.
Certo non sono il Foro Romano ma definirli secondari è riduttivo.
Allora andiamo tra Lanuvio e la pianura alla
ricerca di tracce medioevali, romane e preromane.
Partiamo, al solito, da casa mia.
Con l’auto ci spostiamo a Lanuvio, distante
soli 5 chilometri. Appena arrivati all’ingresso del paese parcheggiamo
nel Belvedere dell’Immacolata.
Qui è davvero un bel-vedere. Siamo a 300
metri di quota sull’estrema propaggine verso sud-ovest del Vulcano
Laziale. In lontananza nelle giornate limpide si vedono i monti Lepini
(spesso innevati in inverno), il Circeo e le Isole Pontine, la campagna
romana, la pianura pontina.
Secondo la tradizione Lanuvio fu fondata da
Diomede, mitico guerriero della guerra di Troia. Di certo reperti
archeologici ne testimoniano l’esistenza già dal 9° secolo a.C.
Fece parte della Lega Latina e ospitò un
importante santuario dedicato a Giunone Sòspita.
Lì viveva il serpente sacro oggetto
del culto antichissimo di cui avevamo già parlato nell’itinerario
R7.
Ricordiamolo: in primavera per propiziare
un buon raccolto le fanciulle offrivano doni al serpente. Se accettati
tutto bene, altrimenti quella impura tra le fanciulle sarebbe stata
offerta in sacrificio.
Resterebbe da capire il criterio con cui
veniva selezionata quella impura.
Sconfitta la Lega Latina e persa
l’indipendenza, Lanuvio ottenne dai romani i diritti di cittadinanza
proprio per via del tempio, dietro la concessione a Roma di metà dei
ricavi delle tante e ricche offerte.
I ruderi del santuario ci sono ancora, li
andremo a vedere.
Bastano pochi passi per raggiungere il
centro storico. Passiamo davanti alla seicentesca Fontana degli Scogli
realizzata per conto del marchese Cesarini da un allievo del
Bernini di nome Fontana (!).
Pare rappresenti la grotta in cui viveva il
serpente sacro.
Traversiamo la piazza ed entriamo nel paese
medioevale da sotto la Torre di Porta Romana, oggi trattoria ed enoteca
ma un tempo parte della cinta di mura fortificate di avvistamento e
difesa contro i saraceni. Merita uno sguardo la fontana realizzata con
un antico sarcofago.
Qualche decina di metri attraverso lo stretto
corso principale e siamo in Piazza Santa Maria Maggiore. Qui troviamo la
Collegiata e il Palazzo Colonna dove nacque Marcantonio Colonna, uno dei
vincitori della battaglia di Lepanto contro gli ottomani. Anche altri
personaggi celebri nacquero a Lanuvio, come gli imperatori Antonino Pio
(vedi anche R8) e Commodo.
Nella facciata del Palazzo Colonna è inserito un altro sarcofago romano,
anch’esso trasformato in fontana.
In fondo alla piazza ci soffermiamo ancora ad
ammirare il panorama, poi ci attardiamo un po’ a passeggiare per il
centro, tra vicoli caratteristici, vecchie case e negozietti.
Può essere interessante venire in Giugno
quando, per la Festa delle Musica, ogni angolo e ogni piazzetta vengono
occupati da gruppi musicali. E non è l’unica festa che qui si svolge:
voglio citare - tra le altre - la manifestazione multiculturale
“Castelli in Africa” che si svolge in Settembre, alla cui organizzazione
partecipa da anni mio figlio Alessio, gran viaggiatore
(http://ramingodentro.blogspot.it/).
Ora però torniamo indietro e saliamo oltre la Fontana degli Scogli per Via Sforza Cesarini. Dopo 250 metri oltrepassiamo un cancello e poco avanti troviamo uno slargo. Qui sorgeva l’acropoli della antica Lanuvium. A destra vediamo la Biblioteca Comunale. Di fronte un porticato è ciò che rimane del Santuario di Giunone (altri resti sono nel terreno dei Salesiani in Via S.Lorenzo). Giriamo liberamente, sperando che nessuno si senta autorizzato a trattare senza la dovuta cura queste rovine prive di sorveglianza.
Prima di pensare al pranzo torniamo a prendere l’auto. Passiamo vicino alla chiesa della Madonna delle Grazie, dal ‘500 ad oggi meta di venerazione. Nella discesa notiamo le mura del quinto secolo a.C. poi proseguiamo lungo la Via Astura. Dopo circa 4,5 chilometri troviamo sulla sinistra un piccolo parcheggio dove ci fermiamo (se avete un navigatore usatelo: impostate Via Astura 95 ma attenzione a non superare la località).
Siamo al Ponte Loreto. Qui la vecchia strada
romana (ne è ancora visibile il basolato) che univa l’Appia ad Anzio e
alla Via Severiana verso Terracina e la costa tirrenica sud, superava un
torrente con un ponte a schiena d’asino stranamente non allineato alla
strada. Ne scriveva Cicerone, frequentatore abituale di questa zona
ricca di ville di importanti personaggi dell’antica Roma.
Godiamocelo, è un sito sconosciuto a molti,
suggestivo e sorprendente.
Ora possiamo tornare.
Si mangia?
Dopo con chi vuole potremmo fare un giro
nella vecchia Genzano senza affaticarci troppo.