Il boom economico: costumi e consumi

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Il nuovo benessere e soprattutto un forte slancio ottimistico verso il futuro aumentano la propensione al consumo degli italiani nel periodo del boom.
Il simbolo di questa fiducia diventa l'acquisto dell'automobile vista sia come status symbol sia come potente strumento di libertà e di velocità.
Grazie anche alle strategie di vendita rateale che conoscono proprio in questa fase il loro periodo di boom, tutti gli italiani desiderano e spesso acquistano la loro prima autovettura, confortati in questa scelta anche dall'industria automobilistica che mette sul mercato le utilitarie che hanno costi contenuti.
Già nella fase dell'immediato dopoguerra una delle principali domande, ancora senza adeguate risposte del mercato, riguardava proprio la mobilità individuale cui si rispose inizialmente con il fenomeno, tipicamente italiano, dello scooter (Vespa e Lambretta), ma poco più avanti si ripropose sempre con maggiore urgenza l'esigenza di una vera "motorizzazione di massa". La vecchia 500 C "Topolino" (la più piccola vettura al mondo!) risultava ormai antiquata.
Saranno il modello della Fiat Seicento del 1955 e Cinquecento del 1957 a prevalere sul mercato come bene di massa.
La Fiat 600 può essere considerata l'icona del boom economico italiano.
Il 1955 e' l' anno in cui lo stipendio mensile di un operaio ammonta a circa 40 mila lire, il costo di un giornale e di un biglietto del tram e' di 25 lire e per un litro di benzina ci vogliono 138 lire. E sulla scia di questa economia che si evolve sempre piu' rapidamente, anche la stessa 600 trova nel prezzo una delle sue componenti principali per attirare il grande pubblico: 590 mila lire per una vettura che in precedenza non era mai costata cosi' poco e, per la prima volta, si puo' acquistare anche a rate.
La piccola utilitaria di Mirafiori, fu presentata il 9 marzo 1955, a Ginevra nel Palazzo delle Esposizioni. La nuova nata, grazie alle sue piccole dimensioni, si dimostrò fin da subito una macchina completa e matura, agevole e comoda sia in città che nelle lunghe percorrenze.
Prima di arrivare al 1955, anno della presentazione ufficiale al grande pubblico, occorre ricordare che la Fiat e l'Italia tutta, avevano sopportato l'immane fardello della guerra. Alla fine del conflitto, l'Italia era allo sfacelo. Bisognava riorganizzare l'intero assetto politico ed istituzionale del Paese nonchè l'intera economia ormai giunta al collasso. Le industrie automobilistiche che fino ad allora erano state dedite alla produzione bellica, dovevano riconvertirsi a quella civile.
La Fiat era una di queste. Però nel fare ciò, poteva contare solo su modelli ormai obsoleti - già in produzione prima del conflitto - e non certamente su nuove introduzioni. Nonostante le mille difficoltà e la penuria di materie prime, la Fiat riesce a continuare l'attività di progettazione che in alcuni casi si traduce nella realizzazione del prototipo, in altri del semplice progetto.Uno dei prototipi che fu realizzato susseguentemente al periodo della riconversione industriale, fu proprio quello della 600. Già nel prototipo è possibile ravvisare tutto l'interesse della Fiat a voler realizzare una vetture innovativa, ma soprattutto al passo con i tempi, nella lucida consapevolezza di dover colmare il gap tecnologico. L'azienda tiene conto delle innovazioni tecnologiche e degli studi sulle piccole vetture che si svolgono un po' in tutta Europa, concentrando la sua attenzione in particolare su Germania e Francia.
Di poco superiore ai tre metri, ebbe anche una versione modificata, la Fiat 600 Multipla, in cui l'abitabilità venne notevolmente ampliata fino a raggiungere la possibilità di ospitare 6 persone distribuite su 3 file di sedili. Questo modello, pubblicizzato come modello ideale per famiglie e per le attività ricreative, incontrò un notevole successo di pubblico soprattutto nel settore dei taxi e si diffuse nelle città italiane nella classica livrea del tempo verde-nera.

Il successo della 600 fu bissato, due anni dopo dall'uscita della 500. In effetti essa inizialmente non incontro grandissimi favori: omologata solo per 4 posti, non era adatta alle famiglie. La sua affermazione si realizzò pienamente a partire dagli anni '60 quando, consolidatosi il boom e aumentato il traffico, la piccola utilitaria cominciò a progredire nelle vendite anche e soprattutto come seconda macchina alla portata dei giovani che entravano nel mondo del lavoro e quindi spesso come seconda automobile di casa.