La
manifestazione, giunta quest’anno alla settima
edizione, alla cui realizzazione partecipa tutto
il paese, si svolerà il 23/24 agosto 2008
a S.Biase, di Ceraso, lungo il fiume Palistro,
sistemato grazie alla Comunità Montana
Gelbison e Cervati
O’ PANE RE CASA
La salvaguardia e la valorizzazione dell’ambiente
e dell’arte attraverso la riscoperta di
antiche tradizioni e vecchi sapori.
Il pane elemento principale nell’alimentazione,
è stato, negli anni addietro, l’unico
vero pasto del cimentano, e per questo ha sempre
rivestito una importanza fondamentale nello sviluppo
sociale, economico e culturale dei nostri ambienti.
È ancora vivo il ricordo, in noi quarantenni,
della preparazione del pane fatto in casa e di
tutti i rituali che precedevano tale momento;
il grano, prodotto in ogni famiglia, conservato
nelle “casce” ( grandi cassoni di
legno costruiti apposta per tale servizio) veniva
portato qualche giorno prima al locale mulino
ad acqua per essere macinato. Detto mulino, oggi
in fase di restauro, è l’unico ancora
funzionante in tutto il cilento, e gode di privilegi
che dimostrano come la preparazione del pane prevaleva
su tutto, basti pensare che anche nei mesi di
Luglio e Agosto quando l’acqua del fiume
scarseggiava, e i contadini erano costretti ad
attendere anche settimane per innaffiare le loro
coltivazioni, al mulino l’acqua non mancava
mai, perché ognuno era disposto a rinunciare
al proprio turno pur di far girare la macina.
Una volta macinato il grano, si poteva procedere
all’impasto del pane, non prima però
di essersi procurato il “lovato”;
era il momento in cui noi ragazzini entravamo
in gioco e venivamo presso altre famiglie alla
ricerca di detto “lovato”. Era, infatti,
in uso scambiarsi questo lievito artigianale,
ricavato dallo stesso impasto del pane e mantenuto
in apposite scodelle in modo che fermentasse,
lo scambio faceva si che il lievito si mantenesse
sempre fresco. Procuratosi il “lovato”
la mattina presto la mamma iniziava la separazione
della farina dalla crusca per mezzo della “seta”
una sorta di membrana a maglie strettissime, grazie
alla quale la farina veniva raccolta nella “matra”,
vasca di legno costruita apposta per l’impasto
del pane, e la crusca veniva recuperata ed usata
come alimento per le galline o i maiali. A questo,
punto messo il lovato nella farina e sciolto il
tutto con acqua e sale, iniziava l’impasto,
fatto tutto a mano, e continuava fino a quando
non ci si rendeva conto, al tatto, che fosse pronto.
Si procedeva alla formazione delle panelle che
venivano imbragate in stoffe di cotone e coperte
da teli di lana in modo che lievitassero; nel
frattempo veniva riscaldato il forno, presente
in ogni famiglia, con le “frasche”
piccoli legnetti ricavati dalla potatura degli
alberi. Appena pronto il forno veniva pulito con
il ”munnolo” un particolare tipo di
scopa fatta con la paglia ricavata dalla trebbiatura
di un particolare tipo di grano che si coltivava
nelle nostre zone chiamato “iermano”.
Si arrivava cosi all’infornatura e alla
cottura del pane, secondo metodi e stili talmente
accorti da renderlo unico. Tutto questo procedimento
è stato ripreso nel 2002 dai cittadini
di S.Biase con l’intento di: restaurare
gli affreschi, risalenti al 1200, presenti nella
locale chiesa, far conoscere il mulino ad acqua,
valorizzare le bellezze paesaggistiche, storiche,
e gastronomiche del paese. La manifestazione,
giunta quest’anno alla settima edizione,
alla cui realizzazione partecipa tutto il paese,
si svolerà il 23/24 agosto 2008 a S.Biase,
di Ceraso, lungo il fiume Palistro, sistemato
grazie alla Comunità Montana Gelbison e
Cervati,
Cilento
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Tra cultura, storia e tradizioni dell'antico cilento......[..]
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