5 aprile 2018 - 23:16

Vaccini obbligatori, i bambini respinti dagli asili da Prato a Torino

Le ripercussioni della legge sull’obbligo della vaccinazione: dopo le vacanze pasquali, i bambini inadempienti al 10 marzo, non sono stati ammessi ad asilo nido e scuola materna. In Piemonte un sindaco mobilita i vigili. Puglie, le famiglie no vax ritirano i figli

di Margherita De Bac

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Comincia ad avere ripercussioni concrete la legge sul l’obbligo di vaccinazione. Dopo le vacanze pasquali, i bambini risultati inadempienti alla data del 10 marzo, non sono stati ammessi ad asilo nido e scuola materna. È successo a Prato, con otto alunni per la maggior parte stranieri, e a Perugia dove i genitori hanno chiesto alle autorità regionali di poter almeno far terminare l’anno scolastico. Ieri un altro episodio nel Torinese: i genitori che hanno accompagnato la loro piccola hanno trovato ad attenderli i vigili allertati dal sindaco di Torre Pellice, Marco Cogno. Il papà, un medico attivista no vax, il 21 marzo aveva ricevuto la lettera dove si informava che la bimba non sarebbe stata accolta in aula.
È molto probabile che ci siano altri casi. In Puglia «ci sono stati riferiti episodi sporadici di ritiro spontaneo del bambino. Ormai l’anno volge al termine, non ci sono state polemiche», racconta Michele Conversano, direttore della prevenzione alla Asl di Taranto. Resta un problema la Provincia autonoma di Bolzano, storicamente refrattaria alle profilassi specie nelle zone rurali di lingua tedesca. È verosimile che diversi bimbi siano rimasti in classe, nonostante il mancato rispetto della legge.

Walter Ricciardi, presidente dell’Istituto superiore di sanità, ha letto i dati preliminari della Asl di Bolzano: «La soglia di copertura è salita dal 50 al 65 per cento. Un miglioramento c’è, ma insufficiente». Basti pensare che la soglia considerata di sicurezza per proteggere anche i non vaccinati è il 95 per cento.
Nel Lazio nella fascia 0-2 anni, solo 33 bambini su circa 45 mila risultano dichiaratamente inadempienti, secondo Alessio D’Amato, nuovo assessore alla Sanità nella giunta Zingaretti. A Napoli il sindaco de Magistris ha chiesto al ministero di poter trattenere a scuola anche gli irregolari. Si tratta in generale di situazioni poco definite. In un’altra regione «sotto osservazione», l’Emilia Romagna, l’assessore alla Sanità Sergio Venturi spiega: «La legge parla chiaro, non si transige. Ma noi per una questione di buon senso abbiamo dato appuntamenti per la vaccinazione anche a fine maggio, in modo da dare tutto il tempo per la regolarizzazione e per non danneggiare i genitori».

Un parziale bilancio del primo anno di applicazione della legge sull’obbligatorietà di 10 vaccini per l’iscrizione a scuola sembra positivo sebbene i dati siano ancora da elaborare. I no vax si sono rivelati una sparuta minoranza: la maggior parte degli under 16 che risultavano non a posto sul piano dell’immunizzazione lo erano per trascuratezza, dimenticanza, sottovalutazione dell’importanza di un atto sanitario che salva la vita.

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