27 marzo 2018 - 11:57

Zafferana Etnea, itinerario suggestivo nella Sicilia più affascinante

Una realtà che racconta la storia del vulcano e che ha a incantato alcuni dei più grandi intellettuali d’Italia e d’Europa

di Salvo Fallica

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Scoprire Zafferana Etnea è un itinerario suggestivo in una delle dimensioni più affascinanti dell’Etna e della Sicilia. Una realtà che per la sua pluralità di bellezze, come mostra la fotogallery, ha incantato alcuni dei più grandi intellettuali d’Italia e d’Europa. Qual è il segreto di tanta bellezza? In primo luogo il rapporto primigenio con «la madre Etna». Questi luoghi noti nel mondo in particolar modo per la Valle del Bove, con la loro stratificazione geologica raccontano la storia del vulcano. Storie di eruzioni, storie di eventi naturali, ma non solo questo. Sono la testimonianza anche della capacità degli uomini di vivere sul vulcano, convivere con la sua dinamicità inarrestabile, con i suoi respiri, con i suoi imprevisti movimenti. Storie di terremoti ed eruzioni che non hanno mai scoraggiato la popolazione locale nell’opera di ricostruzione. Come se il Dna degli abitanti locali fosse legato in maniera inscindibile al vulcano.

Non bastano le scienze geologiche e vulcanologiche per comprendere questa dimensione, occorre utilizzare l’antropologia, la storia, la psicologia. E la filosofia, perché il rapporto con l’Etna degli abitanti locali è una modalità esistenziale che non è classificabile con le scienze matematiche. Per parafrasare la fenomenologia di Husserl, occorre analizzare le essenze delle cose come si presentano alla coscienza. Un viaggio a Zafferana è dunque un itinerario nella bellezza sublime della natura e nei misteri della coscienza umana, ci dice molto sulla nostra presenza sulla Terra ma anche sul modo in cui ci rapportiamo in maniera originale con l’ambiente. Uno dei luoghi più suggestivi di questo iter è poco lontano dal centro della cittadina, l’area alta e periferica dove si è fermata la colata lavica dei primi anni ‘90, una eruzione che catturò l’attenzione mediatica a livello internazionale.

Ci spiega il vulcanologo Salvo Caffo: «Fu una eruzione lavica laterale di grande potenza, durò dal 1991 al 1993. Ha modificato l’aspetto di questi luoghi. Va ricordato che l’Etna è un vulcano attivo ed in continua trasformazione, per usare una metafora i suoi volti mutano in continuazione». Fra gli aspetti originali degli effetti di questa eruzione, si nota come nella zona del fronte lavico che si fermò nella parte alta di Zafferana si sia formata una copertura bianca sui frammenti lavici. Di cosa si tratta? Caffo afferma: «Si tratta di una copertura dovuta ad un lichene endemico, lo Stereocaulun vesuvianum che colonizza la superficie rugosa delle lave e dà inizio ad un lungo processo biologico che porterà le piante ad insediarsi su questi substrati rocciosi endogeni». E la vita che rinasce. Non solo Etna, da Zafferana si può cogliere la bellezza della costa ionica e del mare, si può cogliere la vivacità dei colori delle colline, la visione poetica del cielo azzurro che sembra specchiarsi nel Mediterraneo. Vitaliano Brancati amava molto Zafferana. Una cittadina urbanisticamente razionale, a dimensione d’uomo.

Nel centro storico ogni anno si ricorda il premio Brancati nato nella metà degli anni ‘60, che fece divenire Zafferana una cittadina dove venivano a dialogare di letteratura, storia, arte, attualità e filosofia, intellettuali ed artisti del calibro di Ezra Pound, Alberto Moravia, Lucio Piccolo, Dacia Maraini, Corrado Cagli, Pier Pasolini (il cui amore per il vulcano è rimasto impresso in alcuni suoi capolavori cinematografici), Leonardo Sciascia, Vanni Ronsisvalle. Zafferana va scoperta anche per gli spazi verdi, per i boschi sui generis, per le visioni dei paesaggi che mutano, per la sua piazza moderna dai tratti metafisici, osservatorio privilegiato sul mare ma anche angolo dal quale ammirare l’Etna che sovrasta la cattedrale e per effetto ottico sembra accarezzarla. Come se un regista ne proiettasse l’immagine su uno spazio che sfiora la chiesa del centro storico. Il viaggio a Zafferana fa divenire protagonista chi la visita, perché i suoi occhi possono inquadrare e scoprire nuove scenografie, angoli meno noti che diventano occasione di conoscenza, potenziali racconti di una natura plurima che ogni volta si pensa di aver catturato ti stupisce con nuovi effetti.

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