Cairate stemma

Cairate

Cairate
Foto di Giorgio Crosta

Sorge sul bordo della Media Valle Olona, in corrispondenza del terrazzamento fluvioglaciale del Wurm, formatosi nell'ultima glaciazione.

Le frazioni di Bolladello e Peveranza si trovano su terrazzamenti più elevati risalenti al Riss, periodo glaciale precedente il Wurm. Le colline moreniche alle spalle delle due frazioni sono ancora più antiche, del periodo detto Mindel e sono costituite da sedimenti sciolti, quali limo, ghiaia, ciottoli e argilla, di origine glaciale.

Dai reperti rinvenuti si può ritenere che il luogo fosse già abitato in epoca romana da popolazioni celtiche. La fondazione di Cairate viene fatta risalire al III secolo a.C. Il villaggio era forse caratterizzato da una parte fortificata, adiacente ad una strada importante, probabilmente la famosa Como-Novara.

L'importanza strategica di Cairate venne confermata dai Longobardi, che si insediarono a Peveranza, nell'area dove poi sorse il Monastero di Santa Maria Assunta fondato nel 737 da Manigunda, nobile longobarda.

Per circa un millennio il Monastero, che possedeva i 2/3 del territorio cairatese e i 4 mulini, è stato il centro economico e sociale di Cairate. La tradizione vuole che il Barbarossa, la notte prima della battaglia di Legnano, abbia fatto sostare il suo esercito nella piana di Cairate e lui sia stato ospite della foresteria del Monastero.

Nel 1654 Cairate, ad eccezione del Monastero, viene infeudata a Giacomo Legnani che la possiederà fino al 1667. Due anni dopo il feudo viene acquistato da Alfonso Turconi al quale succede il figlio nel 1701.

Opera moderna è il viadotto che attraversa la valle dell'Olona tra i comuni di Cairate e Lonate Ceppino, sovrapassando il fiume Olona e la dimessa linea ferroviaria Castellanza-Valmorea. Lungo 447 m è costituito da 7 campate principali in cemento armato e da due campate minori di accesso.

Cairate Viadotto

Grande importanza per lo sviluppo industriale di Cairate, e della Valle Olona, ricoprì la Cartiera Vita Mayer, in località Mulino delle Monache, sulle rive dell'Olona.

Da vedere:

Il MONASTERO DI SANTA MARIA ASSUNTA


Il Monastero di Santa Maria Assunta, edificato nel 737 d.C. per volere della nobildonna longobarda Manigunda per onorare un voto pronunciato per ottenere la guarigione da una grave malattia, divenne importante centro di attività economiche, politiche e sociali del territorio.

L'edificio fu costruito prevalentemente con pietra arenaria, estratta dalle cave di Viggiù e di Saltrio.

 

La vecchia PARROCCHIALE DEI SANTI AMBROGIO E MARTINO, ignota la data della sua erezione ma descritta da san Carlo nel 1583: "chiesa parrocchiale formata da un'unica aula rettangolare terminante con abside a pianta quadrata”.

In epoca imprecisata, dallo stile dell’insieme si ipotizza nel ‘700, avviene la completa ricostruzione nelle forme visibili ancora oggi; la facciata è divisa in due da una fascia marcapiano che accentua gli effetti chiaroscurali; il tutto è concluso da un timpano di impronta barocca.

La data del 1773 ritrovata incisa su una capriata, durante i lavori di sostituzione della copertura e di messa in sicurezza della chiesa, ci porta a pensare che la realizzazione della copertura, e forse anche delle volte costituite da centinatura in legno e intonaco, risalirebbe proprio a questa data. Nel 1842 viene ordinato un nuovo organo che attualmente si trova nella nuova chiesa parrocchiale, dopo essere stato spostato e restaurato nel 1995.

L’ultimo restauro dell’edificio risale al 1911, quando sono state completate varie decorazioni e controllato l’organo.

Le cinque campane della ditta Barigozzi, acquistate nel 1890, sono state portate nel giardino della casa parrocchiale nel 1978, per non compromettere la stabilità del campanile, e nel 2001 sono state posizionate sul nuovo campanile della Chiesa parrocchiale.

Nel 1956 venne sostituita dalla nuova chiesa parrocchiale e utilizzata come deposito. Oggi, restaurata, è un Auditorium con 135 posti a sedere, a servizio delle attività museali ed espositive previste nell’ex-monastero di Maria Assunta.


Cairate SS Ambrogio e Martino

Cairate Arco Manigunda
Arco di Manigunda e vecchia parrocchiale

 

La nuova chiesa dei Santi Ambrogio e Martino, edificata nel 1944, in sostituzione dell'antica parrocchiale, ha l'abside interamente affrescata da Mario Bogani con una monumentale figura del Cristo Risorto e conserva l'antico organo recuperato dalla vecchia chiesa.

Cairate SS Ambrogio e Martino

La CHIESA DELLA BEATA VERGINE detta MADONNA DI CALIMERO, a Bolladello, del XIV sec. Si tratta di un edificio già esistente nel 1300, forse legato al Monastero degli Umiliati che si ergeva ai suoi piedi nell'attuale via Cavour.

Dalla vicinanza a un'antica sorgente potrebbe derivare la dedica al Santo Calimero, nel medioevo invocato contro la siccità, le cui acque miracolose erano, fino in epoca recente, distribuite agli ammalati di Milano nel giorno a lui dedicato.
Secondo altri, il nome deriva probabilmente dal greco Kale Emera che significa buongiorno in quanto la chiesetta è rivolta ad est, laddove sorge il sole, che ne fa la Madonna del Buongiorno.


L’interno è interamente intonacato con decorazioni sulle volte e sui pennacchi della cupola. Sulle pareti del corpo centrale sono collocate due copie di quadri raffiguranti San Calimero e San Giuseppe. Sull’altare maggiore in marmo, con tabernacolo in legno, si trova la “Madonna di San Calimero”, una tela raffigurante Maria che allatta Gesù bambino, all’interno di una elaborata cornice in legno e affiancata da statue di angeli musicanti. Vuole la tradizione che il quadro settecentesco raffiguri una nobildonna sopravvissuta miracolosamente allo schianto della sua carrozza avvenuto a causa del fondo ghiacciato lungo la strada sottostante il Santuario.


Cairate s. Calimero Cairate Madonna di S. Calimero

 

La CHIESA DELLA BEATA VERGINE MARIA o MADONNA DI SAN MARTINO, attigua al cimitero, sorge su un centuriale di epoca romana. La dedicazione rimanda la sua erezione presumibilmente al periodo di lotta contro gli Ariani o alla dominazione franca.

Conserva un affresco raffigurante la Madonna in trono con il Bambino di autore ignoto ma databile a fine quattrocento-primi anni del cinquecento.

Cairate Madonna San Martino

- la CHIESA DI SANT'AMBROGIO, chiesa parrocchiale di Bolladello, citata in un documento del 1524 a proposito di un legato, viene ampliata alla fine del settecento e poi nuovamente sul finire dell'ottocento. Nel 2015 vengono restaurate le facciate.


Cairate Sant'Ambrogio

 

La CHIESA DI SANTA MARIA ASSUNTA, chiesa parrocchiale di Peveranza, risulta citata nel Liber Notitiae Sactorum Mediolani (fine XIII sec.). Tra il 1616 e il 1619 viene ampliata per la prima volta e ne viene invertito l'orientamento. Nel 1872-78 la chiesa viene nuovamente ampliata su progetto di Pietro Moraglia ed assume la dimensione attuale. Nel 1951-53 viene realizzato il portico di ingresso su progetto del prof. Binda con statue e bassorilievi in cemento, cui si aggiungeranno nel 1968 le porte in bronzo.

La facciata fortemente caratterizzata da una sorta di nartece a serliana con colonne ioniche coronato da una statua in cemento raffigurante l’Assunta e affiancata da altre due statue di angeli musicanti. Ai fianchi dell’arco del nartece si trova un grande bassorilievo che raffigura a sinistra la natività e a destra la crocifissione. Al di sopra si trova la scritta “REGINAE NOSTRAE IN COELUM ASSUMPTAE”. Al di sotto del portico, sopra il portale barocco di accesso alla chiesa si trova un vasto affresco raffigurante l’Assunta, il clero e la popolazione di Peveranza in preghiera.


Cairate Santa Maria Assunta


Il CHIESUOLO DELLA MADONNA DI MARZO, segnalato sulle mappe catastali del XVIII sec. come oratorio della Beata Vergine, era conosciuto da tutti semplicemente come La Madonnina. Anticamente posta come una sorta di spartitraffico all'incrocio tra le vie Bari e Crosti, oggi sorge vicino al grande giardino del suo proprietario, su ciò che è rimasto di quelle strade: semplice sentieri.

Il Chiesuolo della Madonna di Marzo, la si chiama ancora così, deriva il proprio nome dall'immagine dell'Annunciazione qui custodita un tempo e poi sostituita dalla tavola del pittore Antonio Porro, con la Vergine del Rosario, attualmente visibile.

Fino al Seicento le vie Bari e Crosti costituivano l'accesso al paese per chi veniva dalla Valle Olona, è perciò plausibile che la cappellina fu costruita quando venne realizzato il tratto di Via XX Settembre da piazza Italia all'edificio stesso, con lo scopo di lasciare un segno religioso nel nuovo ingresso al paese.

Ogni 25 marzo, o nei giorni a ridosso, i Cairatesi si recano in processione al Chiesuolo per cantare i Vespri.




- a Peveranza, il PERCORSO ARTISTICO ALL'APERTO che ripropone gli antichi mestieri del paese con pannelli dipinti posizionati sui muri delle case ove queste attività erano realmente svolte.


Cairate dipinti
Giuditta Crosta: ul magnan


- a Peveranza, la CASA DELLA NONNA , una vecchia casa colonica del 1700 adibita a magico contenitore di ambienti, utensili, memorie di civiltà contadina

 

Alcuni particolari della Casa della Nonna - per gentile concessione della sig.ra Luigia Montalbetti


Cairate casa della nonna

 


Curiosità, tradizioni, leggende e ... un po' di storia

 

- Per chi volesse approfondire la storia di Peveranza e dei suoi cittadini: https://peveranzastorica.blogspot.com

- In passato, lungo il corso dell'Olona esistevano deimulini

- da Progetto CIVITA - Le istituzioni storiche del territorio lombardo - Regione Lombardia alcune notizie storiche sul comune di Cairate e le sue frazioni.

 

 

Cairate Viadotto
Foto di Roberto Sivieri


Cairate
via XX Settembre
Foto di Rosanna Carbone

Cairate San Calimero
San Calimero
Foto di Pietro Volonté



Nell' Antiquario della Diocesi di Milano dell'arciprete oblato Francesco Bombognini - 1828 - si legge:

CAIRATE, anticamente Cariata, sede antica della famiglia Albuzia, ed orionda di Roma, secondo ciò che dice Bonaventura Castiglioni. Questo scrittore ci dà anche notizia dell'esistenza colà di un'iscirzione, devesi dire sepolcrale, che ricorda quella famiglia: PVELIVS ALBVTIANVS ALBVTIAE PIENTISSIMAE VIVVS FECIT.

Rinomato era il monastero di s. Maria che qui esisteva eretto nel sito d'un antico castello, durante il regno di Liutprando, da una signora longobarda per nome Manigonda, o Ranigonda, e posto sotto la protezione di Anastasio vescovo di Pavia, i di cui successori ne ritennero la giurisdizione, che si vede nel 943 confermata al vescovo Luitefredo da Ugone e Lottario sovrani d'Italia. Fu questo monastero favorito d'amplissime immunità dai principi e dal Barbarossa ancora, il quale nel 29 maggio 1176 fu in Cairate col suo esercito, disfatto poi dai Milanesi nelle vicinanze di Legnano. Nel secolo XV si trovò il cadavere della fondatrice vestito di lunga clamide con cingoli e fibule d'oro. Guerenzo Cairati, nativo di qui, arricchì co' suoi lasciti questo monastero nel 1152.

È Cairate un luogo ameno e di aria salubre, sulla sponda del fiume Olona, ventidue miglia circa al nord di Milano, e due miglia lungi dall'antico Seprio. Si crede che abbiano avuto luogo dei fatti d'armi in quel territorio tra i Visconti ed i Torriani.

BOLLADELLO situata nel già contado di Seprio, distante quattro mila passi dall'antico castel Seprio, aveva la sua antica parrocchiale dedicata a s. Giacomo, segregata dall'abitato, giusta l'antico uso, verso la terra di Peveranza, soggetta allora a questa parrocchiale.

Verso il secolo XV fu eretta a s. Ambrogio la presente parrocchia, nella quale era un vetusto sepolcro della nobile famiglia Martignoni, che altra volta esisteva nella parrocchiale col seguente epitaffio "D.O.M. IOHANNI AVO IACOBO PATRI OPTIMO CETERISQUE MAIORIBVS NOBIL DE MARTIGNONIBVS BENEMERENTIBUS EORUMQUE RELIQVIIS SEPVLCRO VETVSTATE PENE DIRVTO VETERIS ECCLESIAE HVNC TRANSLATIS IOHANNES MARCVS FILIVS SIBI POSTERISQVE SVIS V.M.H.P. ANNO XTI CICIC. Nell'antica parrocchiale vi esisteva una cappella di ragione della detta famiglia, dedicata a' ss. Giacomo e Sebastiano Martignoni l'anno 1587; ma nello scorso secolo quella chiesa fu abbandonata per vetustà, scorgendosene ora soltanto le vestigia. Detta nuova parrocchaile ha una cappellania, della quale la suddetta famiglia ha il giuspadronato.

Evvi pure sul colle altra chiesa, che fu eretta dall'accennata famiglia nel 1470, dedicata alla B.V.M., ed a s. Calimero, nella quale si vede in carattere semi-gotico di sotto dello stemma gentilizio il seguente elogio:"HOC OPVS FECERVNT FIERI NOBILES ET EGREGI VIRI IACOBVS ET GABRIEL FRATRES DE MARTIGNONIBVS....MCCCCLXX Questa chiesa nello scorso secolo per disposizione della nobile famiglia Palazzi fu ampliata dalla parte del prospetto in moderno fabbricato.

La già detta nobile famiglia Martignoni degli antichi conti e signori di Castel-Seprio, motivo per cui porta tuttora per insegna gentilizia un castello allusivo a tale signoria, conservò in quel castello molti diritti fino a' tempi di Galvagno Fiamma, che le patrie vicende scriveva nell'anno 1330, fra' quali l'antichissimo gius-padronato di una cappellania eretta nella chiesa di s. Maria del castello medesimo, che conservò in famiglia fino all'anno 1451, epoca nella quale diroccarono i quasi ultimi avanzi del Seprio lasciati dalle passate guerre. Questa per l'antica sua nobiltà fu descritta nell'anno 1277 nella matricola delle nobili famiglie prescelte all'ordinariato di questa metropoli. Queste formavano il solo antico corpo nobile del Milanese.