Caravate

Caravate
Foto di Gabriele Lazzari

Sorge ai piedi di una collina escavata per l'estrazione di pietra cementifera, lungo la provinciale che conduce a Sangiano e Leggiuno.

Il nome di Caravate (Calavade) compare nel 712 nel cosiddetto diploma di Liutfprando che da notizia della donazione delle terre del circondario al potente monastero di S. Pietro in Ciel d’Oro di Pavia. In questo documento si attesta la presenza della Chiesa di S. Agostino, le cui reliquie sono conservate nel monastero pavese, e di un’altra chiesa dedicata a Maria (l’odierna S. Maria Del Sasso).

Il grappolo d'uva nello stemma comunale ricorda il vino prodotto un tempo a Caravate nei vigneti del "Sassa" e quello ricavato dalle uve del Ronco denominato "Pancotto".

Sulla collina di Castelverde sorge il prezioso allevamento di cavalli da corsa della Società Ippica Varesina, con ampi spazi per l'attività agonistica e amatoriale.

Da vedere:

- al centro del paese, la CHIESETTA DI SANT'AGOSTINO, conserva affreschi trecenteschi, tra cui nel catino absidale un Cristo Pantocrator assiso in trono e benedicente. Esistente già nel 712 come Oratorio e di proprietà della famiglia Beolchi, la piccola chiesa subì nel tempo diverse trasformazioni finché nel 1989 l'Amministrazione Comunale ne avviò il restauro. Oggi la struttura è usata per mostre e incontri culturali.

Nel 2002 nei pressi dell'edificio religioso è stata rinvenuta una necropoli, costituita da quattordici sepolture a inumazione databili VIII-IX sec. Le tombe sono ancora visibili grazie al progetto di valorizzazione del contesto. Si tratta di loculi strutturati che in origine erano chiusi con lastroni di pietra. All’interno giacevano supini i resti scheletrizzati, alcuni dei quali perfettamente conservati, degli antichi abitanti di Caravate.


Caravate San Agostino

Caravate_necropoli


- la CHIESA DI SANTA MARIA DEL SASSO, risalente al 1100 venne probabilmente ricostruita nel 1580, come si può desumere dal medaglione dipinto sopra la porta centrale della chiesa recante l’anno di costruzione. Altri interventi eseguiti agli inizi del '900 ne hanno modificato ulteriormente la struttura. La denominazione "del Sasso" è dovuta al fatto che il santuario è costruito su un rilievo di roccia calcarea.

Acccanto ad essa il convento dei Padri Passionisti, che tanto si prodigarono nel restauro della chiesa.

Nel 1965 si inizia a costruire il Sentiero Del Rosario che dalla frazione Fornazze porta al convento. Nel 1999 viene scelta dalla Diocesi di Como come Chiesa Giubilare delle valli Varesine.

Caravate_Madonna Sasso


- in frazione Castello, dominante l'abitato, si erge la PARROCCHIALE DEI SANTI GIOVANNI BATTISTA E MAURIZIO, costruita su disegno dell'ingegnere nobile Lorenzo Bernago e che all'interno conserva un pregevole organo Franzetti.

La doppia denominazione deriva dall’esistenza fino al 1831 di due edifici distinti. Uno dedicato a S. Giovanni con intorno il cimitero, avente funzione battesimale e di cappella di preghiera per gli aderenti alla confraternita del SS. Sacramento, l’altro cioè la chiesa vera e propria, dedicata a S. Maurizio, con sacrestia, campanile con tre campane, altar maggiore, altari laterali e pulpito.

Caravate SS. Giovanni Battista e Maurizio


- la nuova CHIESA DI SAN AGOSTINO eretta nel 1853, in sostituzione dell'antica S. Agostino allora in rovina, per ricordare la Nobildonna Gertrude Beolchi, ultima erede dell’importante famiglia Beolchi che alla sua morte avvenuta l’11 dicembre 1827 lasciò tutte le sue sostanze all’ospedale di Cuggiono.

Gli affreschi novecenteschi della Chiesa sono opera del pittore e decoratore Virgilio Mascioni di Cuvio.

Caravate


- il MULINO RIVA o 'dei Frati', perfettamente funzionante. La struttura del mulino è ancora quella originaria, come pure le varie parti meccaniche e in legno.

Caravate

Caravate


- la CAPPELLA DI SANTA LUCIA, costruita all'interno del parco di Villa Letizia, sino al 2001 casa di riposo per non vedenti, progettata dall'arch. Luciano Baldessari, con caratteristica copertura a vela e all'interno particolarissimi giochi di luce

Caravate Santa Lucia


- in cima al monte Sangiano, il SANTUARIO DI SAN CLEMENTE, anticamente affiancato da altri edifici religiosi di cui rimangono pochi ruderi. Attorno al Mille il luogo era sede di una canonica regolare, con tre chiese dedicate a San Clemente, San Nicolao e San Matteo, e una cappella dedicata a San Giovanni Battista con funzioni battesimali: di tutte queste costruzioni rimangono solo pochi resti. Trasferita la canonica a Leggiuno gli edifici caddero in rovina tranne San Clemente che continuò ad essere sede di culto e pellegrinaggi da parte delle popolazioni dei borghi vicini dando rifugio ad un romito che alloggiava al piano superiore con funzione di custode. La chiesa si conservò con pochi interventi, solo nel 1859 venne abbattuta l'abside semicircolare che venne ricostruita in occasione dei laboriosi restauri eseguiti tra il 1965 e il 1975.

All'interno, un ossario di epoca romana e un pavimento a mosaico dell'epoca carolingia. Panorama spettacolare sul Lago Maggiore.


Salerndo al San Clemente
Foto di Giancarlo Tiranti


- il BALCONE PICUZ, poco prima di arrivare alla chiesetta di San Clemente, splendida terrazza naturale sul lago Maggiore, con vista a 180° dal Lago di Varese alle montagne della Valle d'Ossola.

Caravate Balcone Picuz

Caravate san Clemente
La campana degli Alpini al San Clemente


Curiosità, tradizioni, leggende e ... un po' di storia

 

- da Progetto CIVITA - Le istituzioni storiche del territorio lombardo - Regione Lombardia alcune notizie storiche sul comune di Caravate

 

 

Cenni Corografici Storici Statistici della Valcuvia Brevemente e Liberamente esposti di Michele Lajoli - Milano 1876

Da Cittiglio percorrendo un chilometro di strada provinciale, ed un altro circa di strada comunale che dirama a destra dopo oltrepassato sopra un bel ponte di granito il fiume Boese, si arriva a Caravate, il cui territorio segna il confine della Valcuvia col Mandamento di Gavirate. Questo Comune di Caravate è lontano dal Capoluogo di Cuvio poco meno di nove chilometri: è il più popoloso della Valle contando più di 1300 abitanti, che pel servizio sanitario sono aggregati alle Condotte medico-Chirurgica di Gemonio.
L'esteso territorio di Caravate è censito scudi 25,506,2,7, ed è confinante con quello di Gemonio ad oriente, con quelli di Trevisago, Besozzo e Cardana a mezzogiorno, di Cittiglio e Mombello a settentrione, e di Monvalle e Sangiano ad occidente.
L'abitato è diviso e soddiviso in molte frazioni, originariamente costrutte nelle località indicate dai bisogni agrarj, essendo questo comune puramente agricolo. I terreni sono ubertosi, ed in generale sono coltivati da contadini esperti, che ne traggono abbondanti prodotti. Anche in questo comune si è costituita l'associazione mutua per l'assicurazione del bestiame bovino, regolata da un consiglio i cui membri sono eletti dai Soci. I Vini che si raccolgono dai vigneti esposti a mezzogiorno sotto il monte calcare, denominato la Sassa sono ricercati per la loro squisita bontà: ha poi particolare rinomanza quello che si ricava delle uve del Ronco chiamato il Pancotto.
A Caravate ha un grosso possesso l'Ospedale di Cuggionno, ed un altro l'Ospedale di Cittiglio. La Chiesa Parrocchiale in questo secolo riedificata sopra alta roccia in base al disegno dell'Ingegnere nobile Lorenzo Bernago è dedicata al Precursore San Giovanni Battista. Rappresenta una croce greca d'ordine dorico: è spaziosa e ben proporzionata. Si osservano alcuni quadri ad olio della scuola lombarda, ed ornati in plastica disegnati con garbo, ed eseguiti da mano maestra; alla detta chiesa sta dinanzi una spianata o piazzale dal cui parapetto si gode una vista amena e variata. Su cotest'eminenza eravi anticamente un castello, che doveva esser formidabile a quei tempi: alcune armi arrugginite e spezzate, ed altre anticaglie si diseppellirono nello scavare le fondamenta della chiesa attuale. In un caseggiato a pochi passi dalla medesima, che anche al giorno d'oggi chiamasi Castello erano soliti prima di essere soppressi, di venirvi a villeggiare i frati Carmelitani di Milano, i quali è fama che avessero dei possedimenti in queste adjacenze.
Sopra un altro scoglio superiore alla frazione Fornazza esiste altra Chiesa sussidiaria conosciuta col nome di Chiesa della Madonna del Sasso, ed anche da quel punto si ha una bellissima prospettiva, potendo lo sguardo spaziare da un lato per tutta la lunghezza della Valcuvia, e dall'altro per un'estensione smisurata di lontano paese. Il caseggiato attiguo presentemente abitato da famiglie coloniche, era nei secoli che furono un convento di frati Umiliati, o come alcuni sostengono, un luogo di ritiro e di castigo per gli indisciplinati di detto ordine. Per godere però spettacolo più gradito e meraviglioso conviene salire per un'ora partendo da Santa Maria e portarsi alla frazione San Clemente ed alla sommità del monte, ove trovasi un fabbricato rustico, minacciante rovina, al quale si dà il nome di Chiesa di San Clemente. Da quell'altura, da qualsiasi parte si rivolga lo sguardo, si rimane confusi e sorpresi dallo sfoggio dei bellissimi panorami che si presentano. Da una parte si specchia nel più largo bacino del Verbano, da Laveno a Feriolo dove stanno le tanto rinomate Isole Borromee che nessun viaggiatore ommette di visitare e dalle Città d'Intra e Pallanza sino a quella di Arona con tutte le vaghe borgate che rendono così deliziosa e ridente la sponda occidentale del Lago Maggiore, al quale accrescano comodo e lustro le magnifiche strade nazionali, che lungh'essa percorrono sino a raggiungere i confini svizzeri. Si osserva e si distingue ad occhio nudo il Colosso di Arona, e di facciata verso il Lago si contemplano nella grave loro maestà l'erboso Mergozzolo ed il roccioso Motterone; a destra il Pizzo Marone, ed il Monte Zeda; il Lago di Mergozzo ed il Montorfano ricco del più bel granito che si conosca; l'Alpe d'Ompi convertito in un bellissimo chalet; ed in maggiore lontananza le Montagne della Valstrona e dell'Ossola colle cento guglie delle Alpi fra le quali giganteggiano quelle bianchissime del Monte Rosa. Da un altro lato si vedono tutti i paesi lacuali da Intra a Luino e le valli di Cuvio e di Marchirolo sino ai lontani Monti dell'Elvezia; e volgendosi a mezzogiorno un immenso prospetto sino alla catena degli Appennini. Si distinguono innumerevoli paesi e borgate; i Laghi di Varese, di Biandronno, di Comabbio e di Monat; il corso tortuoso del Ticino e quello della Sesia colle sperbe colline del Varesotto e del Comasco, cui succede l'immensa pianura della ricca Lombardia.
Paghi di codesta diversione, scendendo dal San Clemente per altro sentiero si viene alla frazione denominata Corte ove si crede che in un tempo vi risiedesse il Magistrato della giustizia. E' però certo che un illustre casato vi aveva stanza, essendosi nello scavare il terreno, scoperto un bellissimo pavimento a mosaico.
Prima di arrivare alla frazione Cadè si rimarca una cascata che scivola sul nudo ceppo, la cui acqua contiene sostanze calcari e ferruginose.
Alla frazione Stallazzo vedesi un Oratorio di proprietà dell'Ospedale Beolchi di Cuggiono, stato recentemente costrutto, nel quale è degno d'osservazione un quadro ad olio del Baroni, rappresentante la B. V. con Sant'Agostino, a cui la chiesuola è dedicata.
Il Parroco di Caravate ed i due Coadjutori sono eletti dalle famiglie Besozzi e Savioli, che sono le Patrone dei beneficj. Per fatalità la famiglia Savioli, un tempo ricchissima, è al presente una delle più povere del paese. In questo Comune vi sono quattro Molini per le granaglie, un torchio per l'olio, ed una sega di legnami d'opera messi in movimento dall'acqua della Viganella, che scorre a breve distanza dall'abitato.
Nel territorio vi sono alcune fornaci di latterizi che per la qualità dell'argilla sono riputati di qualità superlativa; si smerciano per la massima parte nei paesi al di là del Lago Maggiore.
Essendo il paese esposto a Sud-Est, e riparato dalla Sassa verso Nord-Ovest, il clima di Caravate è dolcissimo anche nel massimo inverno: la neve vi fa breve soggiorno.
Le famiglie Cadario, Rosnati e Valaperta ebbero persone benevise e stimate. Si ritirò e finì di vivere a Caravate il Maggiore d'artigliera, professore di matematica Antonio Carevali, che dopo di aver servito il primo Napoleone, e di essere stato il precettore dei figli, dell'Arciduca d'Austria Rainieri, Vice-Re del Lombardo-Veneto, consigliò e diresse le barricate di Milano nelle gloriose cinque giornate del marzo 1848, ed istruì i giovani ingegneri nelle armi dotte onde formare buoni ufficiali per l'esercito che si stava creando.
La strada lunga circa due chilometri, che da Caravate volge verso levante sbocca sulla strada provinciale Varesina sotto Gemonio ed in vicinanza della frazione San Pietro, da dove abbiamo cominciato il giro della Valcuvia; e da qui il visitatore potrà far ritorno a Varese prevalendosi della Diligenza.