Cuasso al Monte

Cuasso panorama

Il territorio di Cuasso al Monte si affaccia sulle sponde del Ceresio, senza esserne bagnato, di fronte a Morcote, lungo la strada che collega Porto Ceresio a Ponte Tresa. Situato in zona tipicamente prealpina, vanta nel suo territorio la cima più alta della Provincia di Varese dopo il Campo dei Fiori (m. 1226), il Monte Piambello (m. 1129) facente parte della catena montuosa che dal Monte Rhò di Arcisate (m. 931) lega il Monte Minisfreddo (m. 1033) al Monte Poncione di Ganna (m. 987). Queste montagne costituiscono una catena che divide la Valceresio dalla Valganna e che finisce a ridosso del Lago di Lugano.

Posto ai piedi del monte Piambello, quasi dirimpettaio a Besano, è costituito dalle frazioni di Cuasso al Lago, Cuasso al Piano, diviso in Cuasso al Piano di Sopra (370 mt.) e Cuasso al Piano di Sotto (300 mt.), Borgnana, Cavagnano, situato su un altopiano che domina la Val Cavallizza, a sud ovest di Cuasso al Monte. Tutte sono caratterizzate dalla presenza di edifici costruiti con la pietra locale dal caratteristico colore rosato: il “porfido rosso” o “porfido quarzifero di Cuasso”.

Nel 1200 compare per la prima volta il "Locus Cuvaxi" (posto nel covo) intendendosi la Rocca ("Castelasc") edificata dai Longobardi su di una precedente costruzione di epoca romana per proteggere la valle dalle incursioni dei Franchi ed usata nel medioevo come ricovero per i villici durante le incursioni degli Svizzeri.

Nel 1885, vennero aperte le prime cave di porfido rosso, un materiale unico in Europa per colore, durezza e resistenza agli agenti atmosferici, molto utilizzato nelle pavimentazioni naturali - il famoso 'cubetto' rosso.

Nel 1635 venne edificato un convento, nell'area detta il Deserto dove pare fossero soliti ritirarsi in eremitaggio dei monaci, affidato ai Carmelitani Scalzi. Passato in proprietà alla nobile famiglia Dandolo nel XIX secolo, ospitò personaggi quali Giacomo Leopardi, Tommaso Grossi, Giuseppe Mazzini e Giuseppe Garibaldi. Oggi l'edificio è un moderno ospedale specializzato nella riabilitazione cardiopolmonare e nella riabilitazione post-infartuale.

Cuasso - vecchio Ospedale

Ospedale di Cuasso al Monte - parte vecchia

Foto di Danilo Gallotti

Cuasso Vecchio Ospedale

In località Cuasso al Lago è stato aperto un Centro Mességué per cure fitoterapiche.

A partire dal XVIII sec. a Cuasso sorsero quattro mulini, il Mulino Bianchi, il Mulino Rossaga, il Mulino di Borgnana e il Mulino del Torchio. Quest’ultimo, costruito nei primi anni del 1800,si presenta come esempio di archeologica industriale funzionante come impianto di produzione di mangimi fino al 1979, ma in origine adibito alla macina del grano e dell’olio, a testimoniare le principali produzioni agricole del territorio fino alla fine delXIXsecolo.

 

Da vedere:

- il CASTELLO DI CUASSO

- l' ORATORIO DI SANTA MARIA A CAMPAGNA, probabilmente edificato su una preesistente zona di culto romana e riedificata tra il 1675 e il 1691, mantiene al suo interno un affresco proveniente dalla prima costruzione, la "Madonna con il Bambino" del 1300.

- la CHIESA DELLA BEATA VERGINE IMMACOLATA, sopra ad un poggio, a metà strada tra Borgnana e Cuasso al Monte, citata in documenti del 1700 con il nome di Oratorio della Madonna dell'Oro, conserva all'interno l'immagine della "Madonna dei Pumitt”



- la PARROCCHIALE DI SANT'AMBROGIO, costruita nel 1579, conserva un gruppo statuario ligneo, rappresentante la Madonna di Caravaggio (esatta riproduzione dell'originale) e affreschi del professor Morgari (Torino 1857-1935). Da notare il campanile con la sua balconata. La vecchia torre campanaria, piuttosto tozza, costruita per ordine di San Carlo con le pietre dell'antichissima Chiesa di Sant'Ambrogio al castello, viene innalzata nel 1908. Le grosse pietre sottostanti al tetto precedente diventano un terrazzo, chiuso da un parapetto in ferro battuto, che circonda l'attuale cella campanaria. Nello stesso anno si tolgono le quattro campane difettate nel suono, che vengono fuse in un nuovo concerto di cinque campane.

Cuasso Sant'Ambrogio

- la CHIESA DI SAN SALVATORE, in frazione Zolle, nel Villaggio Siba, edificata in stile barocco e da cui si può ammirare uno splendido panorama sul Ceresio.


Foto di Ulisse Piana

- PALAZZO SABAJNO, settecentesco, casa di residenza prima e in seguito di villeggiatura dell'omonima famiglia, già presente a Cuasso alla fine del 1500, proprietaria di numerosi terreni nei dintorni. Situato nel cuore storico di Cuasso al Monte, all’incrocio tra l’omonima via Sabajno e la piccola via San Carlo, costituisce, con i resti del Castello di Cuasso, l’edificio civile più importante del comune.

Il palazzo, con annesso Oratorio dedicato alla Sacra Famiglia, è un imponente edificio, rivolto a est e composto da tre piani, di cui originariamente il secondo e il terzo piano erano costituiti da loggiati poi chiusi. Presenta una struttura tipica delle ville settecentesche lombarde, con pianta a “U” attorno a un cortile centrale e un’ala rustica con scuderie, rimessa e stalle, con un vasto parco posto a sud del nucleo abitativo. Ancora oggi, nonostante le trasformazioni subite, presenta un’imponente facciata sul centro del paese, con portale in pietra e finestre impreziosite da cornici a stucco. Alcuni degli ambienti interni sono decorati da stucchi e pavimenti e soffitti ancora originali. I loggiati presentano ancora colonne in pietra originali.

Nella piazzetta di fronte all’ingresso del palazzo si trova una fontana, originariamente lavatoio pubblico, alimentata da una sorgente “La Froda” di proprietà anch’essa della famiglia Sabajno. Il 6 dicembre 1997 il Ministero per i Beni Culturali e Ambientali decreta la tutela del Palazzo con annessa chiesa di San Carlo ai sensi della ex L. 1089/39.19.

- il MOLINO DEL TORCHIO, funzionante sino al 1979 e oggi trasformato in rinomato ristorante, mantenendo intatto il suo fascino

Cuasso Mulino

- la CAPPELLA DI SAN MICHELE, già citata da Goffredo da Bussero, è circondata dal bosco e vi si accede dalla strada che sale a tornanti verso l’ospedale

- la MINIERA DELLA CAVALLIZZA, a Cavagnano, da cui si estraevano argento, galena e piombo

- le trincee della LINEA CADORNA, si affacciano sul Ceresio e sono state costruite per contrastare un potenziale attacco dall’ impero austro-ungarico proveniente dalla Svizzera.

- la TORBIERA DI CAVAGNANO, SIC IT2010020, ente gestore del sito è la Provincia di Varese. Il sito copre un'estensione di circa 6 ha ed è situato a sud della scuola dell'infanzia e primaria del Comune di Cuasso al Monte, sul lato sinistro della S.P. 29 salendo verso l'abitato di Cavagnano, in una depressione naturale a quote comprese tra i 527 e i 530 m s.l.m. La depressione che forma la torbiera è delimitata sui lati nord-ovest e sud-est da versanti in roccia e a nord-est da un dosso morenico. Il laghetto di Cavagnano è alimentato da sorgenti subacquee e mantenuto a livello pressoché costante dal Torrente Acqua Fredda, che scorre verso sud e si immette quindi nel torrente Cavallizza.



Torbiera (Laghetto) di Cavagnano e Poncione di Ganna

 


Curiosità, tradizioni, leggende e ... un po' di storia


- Ospedale di Cuasso al Monte
- La parte vecchia risale alla prima metà del 1600 quando la congregazione religiosa dei Carmelitani Scalzi, riferibile al complesso di Biumo Superiore, ricevette in donazione dalla Contessa Taverna Arcimboldi e dal conte Cicogna questo luogo, denominato "deserto" , per costruirvi un convento . [secondo alcune fonti in realtà buona parte dei terreni fu donata dalla popolazione Cuassese ]. Nel 1798 "Il Deserto" passo in proprietà all'erario e fu in balia di un rappresentante del Governo tale Julien che ne fece uno scempio vendendo i tetti delle case e persino le piante da frutto come legna da ardere. Dal 1806 passo in proprietà al Conte Dandolo che ne fece luogo di sperimentazione Agraria e di ospitalità per artisti e patrioti. (Leopardi , Manara, Garibaldi Boito Mazzini). Successivamente, dal 1906 al 1917 divenne "Colonia agricola" di Padre Gerardo Beccaro per l'ospitalita dei bambini orfani ( oltre 100).
Nel 1917 venne occupato dalle Autorità Militari (per la sua posizione strategica e in relazione alla costruzione della Linea Cadorna) e, alla fine della Prima Guerra Mondiale (1918) la Croce Rossa di Milano trasformò l'edificio in sanatorio per le malattie polmonari.

Nella Cappellina che si trova pero' di fronte alla chiesa di Cuasso al Monte sono conservati i resti di Padre Damasceno fondatore del Deserto ... solo alcuni resti... perchè pare che la testa venne persa da un frate cuciniere del convento ... ma questa è un altra storia ...!

Testo e foto di Danilo Gallotti


Cuasso Cappelletta Ospedale

- All’esterno del cimitero di Cavagnano, su entrambi i lati sono posizionati 12 cippi in porfido rosso di Cuasso di forma irregolare e diversi tra loro, inframmezzati da cipressi, che recano ognuno una targa in ottone con i nomi dei Caduti nelle due guerre mondiali; un cippo reca la dedica ai militari della Croce Rossa Italiana Caduti.

- da Progetto CIVITA - Le istituzioni storiche del territorio lombardo - Regione Lombardia alcune notizie storiche sul comune di Cuasso

 

Cuasso al Monte
Dal belvedere di Cuasso al Monte
Foto di Eugenio Pigato

Cuasso al Monte
Cuasso al Piano
Foto di Gianpietro Toniolo

Cuasso al Monte
Villaggio Siba e chiesetta di San Salvatore
Foto di Eugenio Pigato

Passeggiando per Cuasso - Foto di Eugenio Pigato

Cuasso al Monte

Cuasso al Monte

Cuasso al Monte

 



Nell' Antiquario della Diocesi di Milano dell'arciprete oblato Francesco Bombognini - 1828 - si legge:

Oltre il fiume Bolletto, ferace di pesci e tra questi di trote, sorge su di alto colle la nuova bellissima parrocchiale di CUASSO AL PIANO, così detto perchè giace nella valle colla sua antica chiesa di s. Cristoforo, matrice un tempo delle altre parrocchie adjacenti.
Salendo poi sull'erto monte, e passati gli avanzi di un antichissimo castello, si arriva in CUASSO MONTANO, eretto in parrocchia da s. Carlo. La famiglia Sabaini donò il fondo per la chiesa e parrocchiale, ed albergò tre notti il santo arcivescovo, il quale consecrò la chiesa sotto il titolo di s. Ambrogio, e sciolse la detta famiglia da un voto di contribuire certa porzione di grano al popolo.
Nel distretto di Cuasso eravi il rinomato deserto dei padri Carmelitani Scalzi, erettovi nel 1635 nel fondo della Valfrigeria. Una corona di monti, il silenzio profondo, i faggi di smisurata grossezza inspirano un sacro orrore. La stessa famiglia Sabaini donò pure 400 pertiche dell'incolto montuoso terreno, tutto cinto da un muro. Oltre il chiostro, in cui ogni religioso aveva un casino appartato, eranvi nell'interno della boscaglia tre piccoli romitorj, dove usavano ritirarsi coloro che volevano condurre una vita del tutto solitaria. Nella chiesa del chiostro si conservavano due rare tavole, esprimenti la natività di Gesù Cristo e la Maddalena.