Morazzone

Morazzone

"Benvenuti a Morazzone una perla incastonata nel Parco Rile del Tenore e attraversata dalla via Francisca del Lucomagno.
Il centro storico è raccolto attorno alla Chiesa parrocchiale Sant’Ambrogio e alla Torre Campanaria.
La tranquillità che regna nel borgo e nei dintorni ne fanno il luogo ideale per abbandonare ogni stress attraverso percorsi naturalistici ed enogastronomici circondato da boschi che attraversano il Parco Rile del Tenore
e la via francisca del Lucomagno."

 

 

Il benvenuto dal sito del Comune ben illustra il piccolo borgo sorto nella zona collinare tra la Valle Olona e la Val d'Arno, immerso nel verde dei boschi e lontano da vie di grande comunicazione.

Morazzone

Il ritrovamento, in località Gerbo, di una bella ascia neolitica in pietra verde ha acceso l'interesse degli studiosi della preistoria verso il territorio di Morazzone. La sua scoperta lascia supporre che esso fosse frequentato dall'uomo tra la fine del V e gli inizi del III millennio a.C.. Sin dai tempi più antichi Morazzone doveva essere stato un importante punto di snodo - potendo offrire un'ampia visuale sui transiti da nord a sud e verso i valichi alpini.

L'esistenza di un insediamento romano o di una necropoli è confermata da due blocchi di granito e una lapide romana, databili al I sec. d.C., rinvenuti dal parrocco Antonio Crespi Castoldi, che rimase in paese dal 1581 al 1588, nella chiesetta di Santa Maria Maddalena: "Nel villaggio di Morazzone o Morasenzio, distante da Castelseprio non più di tre miglia, restano della legione Scitica due memorie scolpite su due grandi cubi di pietra che, mentre tenevo la cura delle anime su incarico di San Carlo arcivescovo di Milano, ho fatto portare fuori dalla chiesetta di Santa Maria Maddalena e collocare nel suo atrio. Sotto il piano dei due cubi sono affiorate, nel 1581, le ossa consunte di un piccolo cadavere. Quelle memorie fanno menzione della quarta legione Scitica insediata nella zona." I due blocchi ricordano la nascita, lo status sociale e, uno dei due, anche la morte sul luogo dei due fratelli Marco e Lucio Sentii, vissuti nel I secolo d.C., legionari della IV legione Scitica, appartenenti alla tribù Oufentina. La lapide funeraria invece fu fatta intagliare sempre nel I secolo d.C. a ricordo della moglie Donnia Pupa da Marco Campilio Daphnos, liberto di Marco Campilio Fusco (che ricopriva in quel periodo la carica di serviro senior presso Milano).

Nel Medioevo Morazzone fece parte del Comitato del Seprio - il documento più antico rinvenuto risale al 1179, quando in una carta venditionis appare il nome del fideiussore Guido de Morentiono e qualche anno più tardi (nel 1195), sempre in un contesto di compravendite, si legge di un certo Alberto Venerio de Morentiono, qualificato come possidente di alcuni appezzamenti terrieri.

Nel Liber Notitiae Sanctorum Mediolani del XIII sec. è riportata l'esistenza di tre chiese: Santa Maria Maddalena («in plebe castro seprio. loco morenzono. ecclesia sancte marie magdalene»), Santa Maria Madre («morenzono. ecclesia sancte dei genitricis marie») e San Pietro («morenzono. ecclesia sancti petri apostoli»), oggi scomparsa. Gli studiosi ritengono che dovesse essercene una quarta, quella di Sant’Ambrogio qui non riportata poiché gli edifici intitolati al Santo dovevano essere contenuti in una seconda pubblicazione sfortunatamente andata perduta. Conferma questa tesi quanto reperito nella Notitia Cleri Mediolanensis (un codice con i redditi degli enti ecclesiastici della pieve) che nel 1398 cita la capella de Moranzono (probabilmente Sant'Ambrogio) fra quelle dotate dei proventi più cospicui.

Tra il XV e XVI secolo, il paese vede l’ascesa dei cosiddetti Castiglioni di Morazzone, un ramo collaterale della famiglia di Castiglione Olona, la cui figura più nota fu senza dubbio il cardinale Branda Castiglioni.

Nel 1573 nasce a Cascina Tacchina Pier Francesco Mazzucchelli, detto il Morazzone (1573-1626) uno dei maggiori pittori del seicento lombardo.

Ai Castiglioni subentrerà la famiglia Parrocchetti (noti allora come Paruchetti o Peruchetti) e nel 1647 le terre infeudate di Morazzone e il titolo comitale vengono acquistate da Giovanni Battista Terzaghi che viene così insignito del titolo di conte di Morazzone. Proprietà e titolo che permarranno sino all'bolizione del sistema feudale del 1796.

Il 26 agosto 1848 Morazzone fu teatro di uno scontro tra le truppe garibaldine e gli austriaci: ne sono testimonianze e ricordo le tre palle di cannone infisse sopra l’ingresso di un’abitazione privata al civico 36 di via XXVI Agosto, quello “stretto budello tortuoso” (come si legge in alcune pubblicazioni di metà ‘900) teatro della cosiddetta Battaglia di Morazzone.

 

Morazzone Palle cannone

 

 

All’inizio del Novecento intorno al centro storico sorgono alcune ville con parchi e giardini di grande pregio: villa Garbin in via S.Maria, villa Bottelli e Palazzo Perrucconi, edifici settecenteschi che formano una cortina continua lungo via XXVI Agosto.

Il parco di Villa Bottelli è delimitato da un percorso pedonale di grande interesse ambientale (via Castello) che porta fino al Padiglione del Vulcano, edificio di origine seicentesca dove visse il pittore Mazzucchelli.

Nel 2015 Maria Luisa Macchi ha lasciato in eredità al FAI la propria abitazione, Casa Macchi, una vecchia casa borghese dell'Ottocento, con tutte le sue parti e gli arredi perfettamente conservati e con bottega proprio su Piazza Sant’Ambrogio, che il FAI ha restaurata e riallestita con mobili recuperati da una vecchia drogheria di Milano: l'Emporio di Casa Macchi.

Morazzone

 

Da vedere:

- La chiesa PARROCCHIALE DI SANT'AMBROGIO.

Le prime notizie scritte risalgono ai tempi della visita pastorale di Padre Leonetto Clivone, nel 1566: aveva dimensioni inferiori rispetto alla Chiesa di Santa Maria Madre, un altare, due porte, il battistero, un campanile con due campane, ma non custodiva il Santissimo, che si teneva presso la chiesa di Santa Maria Madre e la struttura muraria appariva deteriorata.

Nel 1570 San Carlo ne ordina dunque la demolizione e si avvia la costruzione di una nuova chiesa parrocchiale.

Nel 1606, ai tempi della visita pastorale di Federico Borromeo, la chiesa si presenta rinnovata e più vasta. È in questi anni che opera Pier Francesco Mazzucchelli, detto il Morazzone, insieme alla sua scuola, affrescando, dal lato del Vangelo, il Sant’Ambrogio che ancora oggi si conserva nell’attuale sacristia.

Nel 1785 la chiesa è nuovamente insufficiente e all’architetto ticinese Simone Cantoni viene affidato il progetto per la costruzione della nuova chiesa parrocchiale - edificata tra il 1814 e il 1817.

Il campanile è staccato dalla chiesa parrocchiale e domina la piazza centrale grazie ai suoi 30 metri.

La consacrazione avviene però quasi un secolo dopo, nel 1905, il 26 gennaio, come ricordato nella lapide commemorativa all’interno della chiesa stessa: “Compiuta la seconda visita pastorale, l’Eminentissimo Cardinale Arcivescovo Andrea Carlo Ferrari consacrò questo tempio nel gennaio 1905”, collocando nell’altar maggiore le reliquie dei Santi Martiri Desiderio e Benedetto.

Morazzone Sant'Ambrogio
Foto di Graziano Zampieri

La CHIESA DI SANTA MARIA MADRE, all'estremità meridionale della collina del Roccolo, con splendida vista sul Sacro Monte di Varese e la catena alpina, nel 1449 era sede di una cappellania.

Nel 1566 il padre Leonetto Clivone riferisce che la chiesetta era sprovvista di campanile, aveva un cimitero circondato da mura e all’interno versava in condizioni alquanto critiche se si pensa che veniva usata per la lavorazione del lino, i muri erano sporchi e sul pavimento giacevano rimasugli di cenere, grano o biada senza dimenticare l’incuria nella gestione dei paramenti sacri. 

All'interno conserva lacerti di affreschi del XV-XVI sec. emersi nel corso di lavori di restauro.

Morazzone Santa Maria Madre

i RUDERI DELLA CHIESA DI SANTA MARIA MADDALENA risalente al XIII sec. e abbattuta nel 1967 perché pericolante.

Nel 1570 san Carlo Borromeo decretò che i beni di cui era dotata venissero utilizzati per la ricostruzione della nuova chiesa dedicata a Sant'Ambrogio.

Nel 1747, il Cardinal Giuseppe Pozzobonelli, trova la chiesa " perquam antiquissima" con il portico esterno "indecens" ormai pericolante e ne ordina l’abbattimento, anche per rendere più luminosa l’aula interna.

Nel 1818 le lapidi romane dei fratelli Sentii vennero spostate nella parrocchiale di Sant’Ambrogio.

Nel ‘900 la situazione non migliorò affatto e, nonostante le prescrizioni impartite negli anni ‘30 dal Cardinal Schuster, nel 1967 il parroco di allora Don Emilio ne ordinò l’immediata demolizione.

La zona del sagrato è oggetto di scavi archeologici che hanno portato alla luce resti di tombe di epoca longobarda. Il dato fondamentale emerso dalle indagini archeologiche è che la chiesa non fu la prima costruzione in loco, in quanto essa era stata edificata al di sopra di una necropoli appartenente a uno o più gruppi famigliari di epoca romana (I secolo d.C.).

Molto interessante è il nucleo rurale annesso alla chiesa, rimasto ancora intatto.

Morazzone Maddalena

Morazzone Santa Maria Maddalena

 


Curiosità, tradizioni, leggende e ... un po' di storia

 

- da Progetto CIVITA - Le istituzioni storiche del territorio lombardo - Regione Lombardia alcune notizie storiche sul comune di Morazzone

 

Morazzone
Vista sul Lago di Varese
Foto di Maddy Crombach

Morazzone
Morazzone visto da Albusciago
Foto di Morris Favalessa

 



Nell' Antiquario della Diocesi di Milano dell'arciprete oblato Francesco Bombognini - 1828 - si legge:

MORAZZONE, antica sede dei Senzj Romani, che qui abitarono prima di Cristo. Due gran lapidi, tuttora esistenti presso la campestre chiesa di s. Maria Maddalena, che era ne' lontani secoli un tempio di Giove, fanno menzione di due Senzj fratelli, soldati della quarta legione, che fu contro gli Sciti. Credesi che ad essi benemeriti dopo la guerra siasi dato il riposo in questo delizioso soggiorno. Si vede in cima al paese la casa del Morazzone, pittore celebratissimo. In questa si ammira sul focolare della sala, dipinta da lui egregiamente a fresco, la fucina di Vulcano, ed un quadro in grande di san Carlo che contempla il Salvatore deposto dalla croce. Vicino sta il palazzo Viani, nel di cui giardino da un monticello fattovi dall'arte, tutta quanta si domina la Lombardia. La chiesa di s. Maria Madre, consacrata nel 1545, era visitata dai vicini popoli come un santuario. La cura d'anime s'esercita nella chiesa di s. Ambrogio, eretta sulle ruine di quella di s. Pietro, demolita circa l'anno 1587.