Comune di Taranto La città nuova |
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La città Nuova
Il PONTE GIREVOLE, unico "contatto fisico" tra l'isola e la "città nuova", è un po' il simbolo di Taranto. Dal 1887, il ponte, più volte ricostruito, congiunge i due borghi, l'antico e il moderno, sormontando il canale navigabile, attraverso il quale transitano in Mar Piccolo le unità navali che raggiungono l'ARSENALE o la STAZIONE TORPEDINIERE della Marina. Il LUNGOMARE alberato, affacciato al Mar Grande, è sempre stato l'orgoglio di Taranto: la sua bellezza, il colpo d'occhio che offre in tutte le ore del giorno, meritano l'attenzione che da sempre tutti i visitatori vi dedicano. Le sue floride palme, la sua passeggiata capace di astrarci all'improvviso dal clamore della città, sono da sempre un fiore all'occhiello per Taranto. In quel lungomare, dove nei "favolosi anni Sessanta" si giravano i film sui marinai, ancora oggi gli innamorati si
danno appuntamento. Sulla rotonda si affaccia l'imponente struttura del PALAZZO DEL GOVERNO, eretto in periodo fascista,
su progetto dell'arch. Brasini.
Davanti a noi è il Borgo, con l'elegante salotto di VIA D'AQUINO, punto d'incontro per eccellenza per i tarantini.
Vi si affaccia anche l'edificio simbolo del Borgo: PALAZZO DEGLI UFFICI, costruito negli ultimi decenni dell'Ottocento
come per vincolare urbanisticamente lo sviluppo della città nuova. Ma non si può tacere l'opera d'arte moderna più importante della citbrtà, anch'essa di carattere religioso: l'enorme MOSAICO DEL CRISTO RISORTO realizzato da Ferruccio Farrazzi nella CHIESA DI SANT'ANTONIO. Un giro intorno alla città, tuttavia, ci rivelerà numerose importanti testimonianze storiche, a partire dall'ACQUEDOTTO DEL TRIGLIO (di epoca medievale su un tracciato risalente ad età ellenistica), in buona parte ben conservato. Nella cucina locale regna sovrano il pesce, che si sposa con i celebrati frutti di mare. Piatto classico sono i tubettini alle cozze, ma anche la gloriosa zuppa di pesce, con scorfano, cernia, "tracina", scampi e seppie, prima fritti, poi affogati nella conserva di pomodoro, con aglio, prezzemolo e origano, il tutto rigorosamente cotto in pentole di coccio. Tradizionalissimi: le cozze al gratin, con mollica di pane, prezzemolo, aglio e pecorino; le seppie ripiene, il polipo affogato in un battuto di olio e cipolla. E poi la griglia con spigole, orate e mormore condite con una goccia di limone; noci di mare, ostriche, canestrelle e le tantissime varietà di frutti che le coste riservano. Il tutto bagnato col buon vino delle rinomate aziende e cantine sociali della provincia ionica. |
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