La scrittura giapponese è composta da due sillabari fonetici e un sistema di ideogrammi.

 

 I sillabari fonetici:

 

Hiragana—usato per trascrivere tutti quegli elementi linguistici che non fanno parte del lessico o per trascrivere il “suono” di alcune parole di origine giapponese;

Katakana—per trascrivere le parole di origine straniera, soprattutto inglese.

 

Gli ideogrammi, o Kanji, presi in prestito dalla lingua cinese, vengono usati per rappresentare le parole. Parole e concetti possono essere espressi con uno o più ideogrammi combinati.

 

 Prendiamo per esempio la parola porto: (tsu), e la parola onda:  (nami) – la loro combinazione è una parola nuova: 津 波 (tsunami), tristemente conosciuta ormai anche da noi.

 

 Quando un bambino giapponese della scuola elementare dovrà imparare i 1.850 kanji di base (come da programma ministeriale)  più un certo numero di combinazioni di essi per formare altrettante parole di uso comune, si servirà della trascrizione fonetica per memorizzare il suono di quell’ideogramma che rappresenta quel determinato concetto.

 

Ex. =   (suono “tsu”)           =    (suono “na+mi”)      

 

 Saprà quindi che quel nuovo concetto, 津 波 , si leggerà:     .

Speciale

In questa edizione di Radioliceo una parte è dedicata alla tragedia dei paesi colpiti dallo Tsu-nami. Il ricavato delle vendite del giornale sarà inoltre devoluto alle vittime di questo disastro epocale.

Questo articolo è un piccolo contributo culturale legato al tema.

 

mgp