di Paolo Barosso 

Caratteristico borgo adagiato in una conca tra i rilievi morenici che separano la val Sangone dalla Dora Riparia, Reano deve le sue più significative testimonianze d’arte e di storia al mecenatismo di un’importante famiglia dell’aristocrazia piemontese, i principi Dal Pozzo della Cisterna, che acquisirono feudo e castello nella seconda metà del Cinquecento.

Castello di Reano
Veduta del castello di Reano

Originari del Biellese, dove il ramo principale della famiglia è documentato sin dal XII secolo, i Dal Pozzo legarono le proprie sorti alla dinastia sabauda, trasferendosi a Torino nella seconda metà del XVI secolo. Proprio in città, nella chiesa di Sant’Agostino, riposano i resti mortali di Cassiano Dal Pozzo, illustre giureconsulto, primo Presidente del Senato di Piemonte nel 1560 e ambasciatore sabaudo presso la corte di Carlo V e Francesco I. Fu lui ad acquistare il castello di Reano, aggiornandone la veste stilistica e trasformandolo da fortezza medioevale, appartenuta in precedenza agli Orsini di Rivalta, in elegante residenza di campagna. La sagoma turrita del maniero, con le sue merlature e i sontuosi interni barocchi, domina ancor oggi il centro abitato.

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Scudo recante l’arme dei Dal Pozzo della Cisterna collocato sopra la Tomba di famiglia nella Cappella della Madonna della Pietà

I Dal Pozzo, conti di Reano, divennero principi di Cisterna nel 1670 per concessione di papa Clemente X, mentre risale al 1681 l’acquisto della residenza torinese, il magnifico Palazzo dal Pozzo della Cisterna (divenuto in tempi moderni sede dell’Amministrazione provinciale), sito all’incrocio tra via Madonna degli Angeli (ora via Carlo Alberto) e contrada San Filippo. Quest’ultima via, su cui affaccia il prospetto principale dell’edificio, verrà in seguito intitolata alla figura più nota della storia di famiglia, la principessa Maria Vittoria dal Pozzo della Cisterna, che fu duchessa di Savoia-Aosta e regina di Spagna.

Nata nel 1847 a Parigi da Carlo Emanuele dal Pozzo della Cisterna e dalla contessa Luisa de Merode, Maria Vittoria nel 1867 si unì in matrimonio con il terzogenito di re Vittorio Emanuele II, il principe Amedeo, capostipite dei Savoia-Aosta, e questo avvenimento allietò la sua breve esistenza, travagliata da lutti e sofferenze, ma guidata da un’autentica fede cristiana. Come documenta Carla Casalegno nella biografia dedicata a Maria Vittoria, la devozione della principessa era tanto profonda che nel 1870, all’indomani della presa di Roma, lei non partecipò alle celebrazioni con tutti i Savoia riuniti, ufficialmente per via della seconda gravidanza, ma in realtà per l’amarezza e la contrarietà nei confronti di un atto di forza, mai autorizzato dal Pontefice, che lei, da cattolica fedele al Papa, vibratamente condannava.

Tomba della famiglia dal Pozzo della Cisterna nella Cappella della Pietà a Reano
Tomba della famiglia dal Pozzo della Cisterna nella Cappella della Pietà a Reano

Sempre nello stesso anno, il fatidico 1870, un altro avvenimento politico influì sulla vita di Maria Vittoria: a seguito dei moti rivoluzionari che esautorarono la regina di Spagna Isabella II, venne offerta ad Amedeo d’Aosta la corona di Spagna, in veste di sovrano costituzionale non ereditario, come tentativo di pacificazione nazionale in un contesto di marcati contrasti tra fronte conservatore e moderato, favorevole alla monarchia, ma diviso in fazioni rivali, come Carlisti e sostenitori di Isabella II, e fronte repubblicano e radicale, con varie sfumature sostenitore della Repubblica.

Il Savoia, pur combattuto, accettò la proposta e iniziò così la parabola di Maria Vittoria nel ruolo di regina di Spagna, esperienza che terminò già nel 1873, ma che lasciò un’indelebile impronta nel Paese per l’impegno profuso dalla sovrana, soprannominata “madre dei poveri”, in favore di indigenti e malati. Tornata in Piemonte, trascorse i suoi ultimi anni tra Torino e Reano, spirando a San Remo nel 1876 minata dalla tubercolosi. La salma venne tumulata a Superga, nelle Tombe Reali, dove ancor oggi si conserva, racchiuso in una teca, un mazzo di fiori, inviato dalle lavandaie spagnole in segno di gratitudine per le beneficienze ricevute da Maria Vittoria.

Cappella della Pietà a Reano

Oltre al castello, appartenuto ai Cisterna sino al 1876, la memoria dell’illustre famiglia echeggia nelle forme solenni della chiesa parrocchiale di San Giorgio, eretta nel 1852 per volere di Carlo Emanuele dal Pozzo e innestata, con la sua imponente veste neo-gotica di gusto normanno, sui resti d’una precedente chiesa medievale, e la Cappella della Madonna della Pietà, ora sede d’un museo inaugurato nel 2014 per iniziativa del Comune e in particolare di Giuseppe Morra, attuale vice-sindaco.

La Cappella, di forme settecentesche, venne costruita attorno ad un pilone, tuttora visibile all’interno, che divenne meta devozionale a seguito di un fatto miracoloso occorso nel Cinquecento quando un bambino, scagliando per gioco un sasso contro l’effigie mariana, ne provocò il sanguinamento. L’episodio è simile per dinamica ad altri fatti miracolosi legati ad immagini sacre che, colpite da pietre, archibugiate o altri oggetti scagliati in un momento d’ira, per gioco o con intenti sacrileghi, presero ad effondere sangue. Da questi piloni, divenuti mete di pellegrinaggio, presero origine complessi santuariali famosi, come la Madonna di Vico nei pressi dell’attuale Mondovì o il Santuario di Re in Val Vigezzo. Sul pilone, ora interno alla cappella, si ammira l’affresco raffigurante la Madonna con in grembo il Cristo morto, realizzato nel 1523 con i modi del piemontese Jacobino Longo.

Affresco della Madonna della Pietà con in grembo il Cristo morto
Affresco della Madonna della Pietà con in grembo il Cristo morto

Lungo le pareti laterali, spiccano due raffinati esempi di arte funeraria ottocentesca: il Monumentino a bassorilievo eseguito nel 1828 dal Benzoni con evidenti influssi del Canova, dedicato alla memoria di Barbara, sorella di Carlo Emanuele dal Pozzo, e la Tomba di famiglia, arca marmorea commissionata nel 1866 dalla contessa De Merode allo scultore milanese Vincenzo Vela (nel sepolcro furono deposti i resti mortali del padre di Maria Vittoria, Carlo Emanuele, della madre Luisa e della sorella Beatrice, mentre la principessa riposa a Superga).

Tomba dei Dal Pozzo della Cisterna a ReanoIl sepolcreto, sovrastato dallo scudo recante l’arme dei dal Pozzo della Cisterna, che mostra come emblemi il pozzo sorretto da coppie di draghi alati e l’aquila imperiale, colpisce per l’eleganza esecutiva, in stile neo-quattrocentesco secondo il gusto del tempo, e per la bellissima coppia di angeli posti a custodire la tomba, da cui emana “una liricità intensa e partecipe”.

Pezzo forte del percorso di visita è poi il sorprendente Ciclo pittorico di Pietrafitta, serie di sette tele (dell’ottava, pur documentata, si sono perse le tracce) che costituiscono una delle più significative testimonianze dell’arte tardo-rinascimentale toscana, riconducibili alla fine del Manierismo, eseguite a Firenze dagli allievi del Bronzino e commissionate nell’ultimo scorcio del Cinquecento dal ricco banchiere fiorentino Alessandro degli Acciaiuoli per la sua tenuta di Pietrafitta a San Gimignano.

Le tele esposte nell'area presbiteriale della Cappella
Le tele esposte nell’area presbiteriale della Cappella

Dopo la bancarotta dell’Acciaiuoli, la tenuta venne acquistata dal vescovo di Pisa, che era un Dal Pozzo, e le tele, collocate nella cappella della tenuta, furono trasportate a fine Settecento in Piemonte, dapprima nella residenza torinese della famiglia, poi a metà Ottocento a Reano, dividendole tra la nuova chiesa parrocchiale e la Cappella della Madonna della Pietà.

Oggi nel percorso espositivo interno alla Cappella si ammirano tre tele originali, di Alessandro Allori, Giovanni Maria Butteri e Giovanni Battista Baldini, poste nell’area presbiteriale, e al piano superiore le riproduzioni fotografiche su tela degli altri quattro dipinti, i cui originali si trovano nella chiesa parrocchiale.

La Cappella della Madonna della Pietà con il ciclo pittorico di Pietrafitta è visitabile ogni ultima domenica del mese. Per info e prenotazioni contattare l’ufficio Turismo Eventi e Manifestazioni del Comune di Reano al numero 011/9310244