34. Parco della Caffarella. Cardo dei lanaioli. Dipsacus sativus. (DIPSACACEAE)

“Aveva, quando la plebe entrò in Palagio, la insegna del gonfaloniere di giustizia in mano uno Michele di Lando pettinatore di lana. Costui, scalzo e con poco indosso, con tutta la turba dietro salì sopra la sala, e come e’ fu nella audienza de’ Signori, si fermò, e voltosi alla moltitudine, disse: - Voi vedete: questo Palagio è vostro, e questa città è nelle vostre mani. Che vi pare che si faccia ora?”          

(N. Machiavelli descrive nelle Istorie fiorentine, il tumulto dei Ciompi, operai dell’industria tessile della lana, nel 1378 a Firenze)                                                                                                                                 

Le infiorescenze essiccate di questa pianta sono state a lungo utilizzate per cardare la lana (il verbo cardare proviene proprio da questa pratica). Ancora fino a qualche anno fa le infiorescenze venivano usate su garzatrici a cardi vegetali, (una tecnica particolare di lavorazione dei tessuti). Nel nostro Paese esistono ancora oggi, due macchine funzionanti di questo tipo, una delle quali è conservata nell’interessante Ecomuseo Crumiere di Villar Pellice, provincia di Torino.

Guardando C.sativus, spesso si può notare la presenza di insetti annegati nell’acqua piovana, trattenuta nelle coppe formate dalle basi fogliari intorno al fusto. Questi insetti, vengono attaccati da batteri e le sostanze liberate dalla loro decomposizione vengono assorbite dalla pianta. La raccolta dell’acqua è all’origine del nome botanico del C.sativus: “Dipsacus” che deriva da una parola greca, che significa “aver sete”.

Epoca di fioritura: maggio-settembre.