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'Metteva l'amore sopra ogni cosa'

A colloquio con Chiara Zanella, l'attrice che interpreta Bocca di rosa maritza_zanella_296

“Conoscevo benissimo l’opera di De André, perché a casa mia tutto ciò che non riguardava Battisti e De André era considerato blasfemo. Per cui essere stata scelta per la parte di Maritza (Bocca di rosa, ndr) è stata la realizzazione di un sogno. Quale attrice non vorrebbe una parte simile?”. Parole di Chiara Zanella, giovane attrice fiorentina che nel film di Daniele Costantini “Amore che vieni amore che vai”, liberamente tratto dal libro “Un destino ridicolo” di Fabrizio De André e Alessandro Gennari, interpreta proprio Bocca di rosa.

Bocca di rosa era un personaggio popolare, ma comunque una prostituta, e quindi una figura negativa. De André l’ha nobilitata…
“E infatti quello che io ho cercato di far percepire allo spettatore è che quella donna amava follemente ogni uomo che incontrava. Poteva durare 10 minuti come un anno, ma il suo amore era totale”.

Che tipo di eredità ha lasciato De André alla tua generazione?
“E’ uno dei cantautori più amati anche dai giovanissimi. Lui ha lasciato una eredità enorme, non solo musicale, soprattutto poetica. Per me è uno dei maggiori poeti italiani contemporanei. Il suo messaggio è forte ed attualissimo”.

Non trovi che il mondo di oggi sia addirittura più aderente a quello di trent’anni fa che cantava De André?
“Forse sì. Il mondo è peggiorato molto. La differenza è che i personaggi di oggi sono anche antipatici, mentre quelli di De André erano sì negativi ma avevano un’anima”.

Le sue storie sono delle mini-sceneggiature?
“Assolutamente sì. Su ognuna si potrebbe girare un film. Sembrano scritte apposta”.

“Amore che vieni amore che vai” è passato inosservato..
“Purtroppo sì, ha girato solo 15 giorni. Peccato, perché è un bel film. E’ una commedia ambientata a Genova nel 1963. Il protagonista, Carlo, è un pappone che gestisce tre prostitute. E Maritza è quella che porta una ventata di novità, ha viaggiato moltissimo e rappresenta quasi un’antesignana dell’emancipazione femminile, porta i pantaloni, un trucco diverso, sceglie i suoi clienti e non ne è schiava”.

 

M. I.

Nella foto un'immagine del film “Amore che vieni amore che vai”