BEI TEMPI: UN VIAGGIO CON LA MEMORIA NELLA PROPRIA GIOVINEZZA

di PIETRINA OGGIANU

Erano i tempi che tua madre si affacciava al balcone e gridava:” Sali che è pronta la cena!” Si perché si giocava in cortile per tutto il giorno, con le biglie colorate nella terra e nessuno osava usare l’igienizzante per le mani. I tempi che si giocava con i soldatini in plastica verdi, i tempi che si giocava con le

cerbottane e quando era il periodo delle cerbottane te ne accorgevi per forza perché tutta la città si riempiva di razzetti di carta. I tempi che le vecchiette si mettevano fuori dalla porta di casa a fare a maglia o a uncinetto, i tempi, che ti chiedevano di andare a comprargli il pane e tu ci andavi perché sapevi che poi c’era la mancia di 200 lire e se ti andava bene anche 500 lire.

 Erano i tempi che le porte dei vicini rimanevano aperte lasciando uscire il profumo di ciò che cucinavano, il profumo della conserva, il profumo del brodo che riempiva le strade di vita vissuta, di vita quotidiana. I tempi che i vicini di casa si scambiavano sapori, ricette, consigli, si scambiavano i dadi, l’olio, il sale, lo zucchero, e non era vergogna chiedere ciò che ti mancava perché era uno scambio e valeva molto.  I tempi delle botteghe sotto casa dove ci si andava oltre che fare la spesa come un rituale per incontrare le persone che non vedevi da tempo, e li ci rimanevi ore perché era l’unico momento che si aveva per il sano spettegolare e parlare, e anche la spesa era un momento importante. 

I tempi che si giocava a Paradiso per strada con un semplice gesso e si passava tutta la serata, i tempi che si suonavano i campanelli e poi si scappava senza rispondere… facendoci sentire grandi. I tempi che i vecchietti si riunivano a giocare a carte nelle panchine e la finivano col parlare dei ricordi di guerra, e ognuno diceva la sua.

Mio nonno litigava sempre: ”Ma che dici?…ai miei tempi si mangiavano le bucce di patate per strada!” e ovviamente ogni anziano aveva una visione diversa di ciò che aveva vissuto, io rimanevo estasiata ad ascoltare e mi nutrivo di tutto ciò che dicevano perché anche se in versioni diverse mi insegnavano qualcosa.

 E erano i tempi delle sigarette nazionali e le mitiche N80, le fumava mia madre, io e mio fratello le rubavamo di nascosto quando lei dormiva, ricordo che metteva il pacchetto sotto il cuscino perché sospettava già che noi fumassimo di nascosto, ma comunque quando si addormentava riuscivamo sempre a prenderle. 

I tempi che a tredici anni si giocava ancora con le barbie e a mamma e figli (oggi i figli li fanno direttamente così non si perde tempo!) I tempi che non vi erano i supermercati… e fare la spesa era un appuntamento piacevole, dal fruttivendolo, dal macellaio, al panificio, e si poteva dire: ”Ha detto mamma di segnare che poi passa lei” il famoso “LIBRETTO” ricordate?

I tempi che passavi le mattine in saletta e non circoli perché si chiamavano così e giocavi a flipper e biliardino etc. I tempi che i grandi organizzavano le partite a calcio sfidando gli altri vicinati, i tempi che con una fune ti inventavi una rete e si giocava a pallavolo, i tempi che a tredici anni si era maschiacci senza avere le tette grandi e si giocava a calcio, i maschi contro le femmine e tutto risultava un divertimento. I tempi che la domenica era un giorno importante, un giorno di riposo dedicata al Signore e si andava in chiesa a chiedere perdono a Dio per i peccati e non per criticare il prossimo.  E erano i tempi che la domenica ci si vestiva eleganti con l’abito bello e la si passava in famiglia accanto ai tuoi cari perché sentita e non perché si doveva Erano i tempi che se a scuola ti mancava il materiale, te lo davano le maestre senza farti pesare che non lo avevi, i tempi che dovevi mettere il fiocco rosso per i maschi e rosa per le femmine e io mi ci impiccavo sempre a fare il nodo.  

I tempi che quando finiva l’anno scolastico non sapevi che cosa ti regalavano i genitori perché era una sorpresa e non come oggi che si usa: ”Che cosa vuoi per la promozione?” togliendo il gusto del “chi sa cosa mi regaleranno?” Erano i tempi che a scuola all’ora di ricreazione si giocava al gioco della bottiglia, si metteva una bottiglia di plastica per terra e ci si sedeva in cerchio con la bottiglia al centro, la si faceva girare e quando si fermava nel verso del tappo e si fermava come una lancetta di orologio indicando la persona, quella… doveva baciare chi veniva indicato dalla bottiglia, e era bello, si! era veramente bello, perché in mezzo ai tuoi compagni c’era sempre quello che ti piaceva. E erano i tempi che i ragazzi mandavano le tue compagne a farti la dichiarazione d’amore del tipo: ”Ha detto Marco se ti metti con lui” e tu li tutta contenta rispondevi di si,  se ti piaceva e di no, se non era di tuo gradimento . E la cosa buffa era che dopo due giorni tornava la tua amica e ti diceva: ”Ha detto Marco che ti lascia” tutto era così semplice e puro senza malizia e sapeva di vero e di ingenuità. Erano i tempi dei carretti fatti di legno sui quali ci si sedeva anche in tre e si scendevano delle discese pericolose ma nessuno aveva paura dirompersi l’osso del collo perché eravamo senza paura e senza scrupolo alcuno. E erano i tempi che non c’era il cellulare e tua madre ti faceva andare ai giardini in pieno centro a Nuoro e erano le prime uscite e ti diceva;” Alle nove e mezza a casa altrimenti non esci per una settimana” e porca paletta! Chissà perché perdevi l’auto che allora si chiamava “postalino” e allora correvi e correvi fino a casa con la lingua a terra pur di arrivare puntuale. Erano i tempi che si faceva il fuoco di sant’Antonio e tutte le persone del vicinato cucinavano le fave con il lardo e si teneva un fuoco acceso per tutta la notte e ogni rione ne faceva uno, e rimaneva acceso tutta la notte e si dovevano fare tre giri intorno al fuoco perché si diceva che portasse fortuna, io non ci ho mai creduto ma comunque come usanza lo facevo. C’era la musica, la gente che beveva divertita e si respirava amore …tanto amore! ed erano i tempi che il fine settimana era” FINE SETTIMANA” e non week end perché l’inglese non era per tutti, i tempi che a scuola c’era solo una maestra che ti accompagnava per 5 anni e ti ci affezionavi come una seconda mamma., I tempi che la scuola finiva alle tredici perché non c’era il tempo pieno…o le mense a scuola,  e si passava più tempo con i genitori perché non c’era bisogno di lavorare in due, le mamme potevano fare solo le mamme e non le mamme manager. Erano i tempi che le mamme dopo pranzo si attaccavano alle telenovele, come Beautiful Quando si ama, anche i ricchi piangono, o Andrea Celeste, i tempi che la tv accompagnava le tue serate con Happy Day alla conquista del west e la mitica casa nella prateria. Correvano i tempi di BIM, BUM, BAM, col mitico Wan e Paolo Bonolis quando ancora non era famoso, e erano i tempi che i cartoni animati erano istruttivi oltre che belli, Heidi, Remì, Candy Candy e Anna dai cappelli rossi…erano tutti Orfani chissà perché? non l’ho mai capito, ma la tv non era spazzatura come adesso. 

I tempi che prima se la sera tardi non volevi andare a dormire le mamme ti dicevano: ”Vai a letto o viene l’uomo nero” oppure :” Guarda che se non vai a dormire chiamo Mommotti” che ancora adesso mi domando sempre chi cavolo fosse questo Mommotti, l’uomo nero poteva pure passare perché ti immaginavi una specie di uomo ombra…ma Mommotti? chi cavolo era? Bhò? Erano i tempi che andare a votare era un piacere e ti sentivi importante perché non vi era tutto questo mangia mangia confusione e massa di ladri che rubano al popolo senza fare il loro dovere. Erano i tempi delle spadrillas, le topoline, le superga e i mitici levis 501. I tempi che i bambini erano solo bambini e non robot tutto fare con diecimila sport perché così vuole la massa.  I tempi che sull’auto i ragazzini cedevano il posto per far sedere gli anziani o le mamme incinta e si usava dare del lei agli adulti, invece oggi tuo figlio rientra da scuola ti da una pacca nella spalla e ti dice:” Bella ma!” che amarezza averlo tenuto nove mesi in grembo per poi sentirsi dire: ”Bella ma!”…Poveri noi genitori. Erano i tempi che ti sembrava di avere il mondo fra le mani, e tutto profumava di verde, oggi l’unico profumo che senti per strada è quello delle tasse. E già!!!!!…Erano bei tempi.

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