PASTURO – itineriari2018-07-11T12:21:07+00:00

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MONTI DI PASTURO

sui pascoli del quartirolo

Chissà come mai le montagne catturano il nostro sguardo? Quando passando sulla Strada Provinciale 62 della Valsassina arrivate alla piana di Pasturo subito gli occhi si alzano alla cima della Grigna, metri 2410, che confina con il cielo: siamo nel Parco Regionale della Grigna Settentrionale.

Poi lo sguardo comincia a scendere: rocce, ripidi prati che a poco, a poco addolciscono la loro pendenza diventando pascoli punteggiati di cascine , infine sotto la fascia delle faggete appare Pasturo come adagiata alle pendici della montagna. Terra di contadini, allevatori, casari e villeggianti che da quasi cent’anni frequentano il paese.

Tra loro Antonia Pozzi poetessa milanese giustamente sempre più apprezzata dai lettori e dalla critica, figlia di Roberto Pozzi podestà di Pasturo. Antonia si innamorò di questo paese e delle sue montagne e ne cantò nelle sue liriche i luoghi più belli e segreti oltre a ritrarli nelle sue fotografie.

Vi proponiamo due percorsi che corrono nelle fasce dei pascoli e dei boschi con qualche sosta nei rifugi e negli alpeggi e lunghe camminate con davanti agli occhi la Valsassina e i suoi monti, dallo Zuccone Campelli, al Pizzo dei Tre Signori che guarda dall’alto lo zucco di Corvo, il monte Foppabona, lo zucco di Cam, lo zucco di Valbona e la lunga cresta erbosa che porta fino al Cimone di Margno. Buona parte di questi due percorsi sono ciclabili, a condizione di avere gambe buone, buona tecnica e sapersi informare sulle condizioni del tracciato. Buona scoperta.

PERCORSO STORICO ANTONIA POZZI

Partiamo da Pasturo e visto che siete lì non dimenticate che l’Amministrazione Comunale di Pasturo organizza (su richiesta e per un minimo di 10 partecipanti) visite guidate alla casa di Antonia Pozzi e sul percorso storico. Il percorso storico si snoda nelle vie del paese, descritto su 22 pannelli di varie dimensioni disposti lungo il tracciato, che riportano una selezione accurata di poesie, passi di diario o stralci di lettere accostati a fotografie scattate dalla stessa Pozzi o che la ritraggono a Pasturo e sui monti che le erano così cari.

Per contattare il comune di Pasturo:  info@comune.pasturo.lc.it

PLATTI CARLO
368 7451552

DONISELLI ANTONELLA
0341 955403
348 9815599

CASCINE GORIO

Partite dal Pasturo in prossimità dell’albergo Grigna (volendo si può arrivare anche con il bus di linea da Lecco) e incamminatevi sulla strada asfaltata che porta al Pialeral. Dopo un breve cammino prendete la sterrata che porta alle baite di Gorio e da lì alla Chiesetta del Sacro Cuore dove incrocerete la sterrata che sale da Balisio. Volendo potreste anche abbreviare la camminata e venire a parcheggiare l’auto direttamente alla chiesetta del Sacro Cuore.

AI GRASSI E LUNGHI

In ogni stagione sul sentiero che sale verso il Pialeral c’è un via vai di escursionisti che puntano alla vetta del Grignone o ad altre mete, ma immaginatevi questi luoghi cento anni fa: qualche raro escursionista cittadino, magari accompagnato da un locale che cominciava a fare da guida, e poi un mondo di lavoro composto di agricoltori e allevatori. Negli anni sessanta del secolo scorso in molti lasciarono l’agricoltura e l’allevamento per andare in fabbrica e i boschi si ripresero parte dei prati e dei pascoli.

Oggi qualcosa sta cambiando e le montagne cominciano a ripopolarsi. Una prima testimonianza la incontriamo sul nostro percorso sostando all’agriturismo “Grassi e Lunghi”. Manuel e Lara sono due giovani che da anni hanno scelto di vivere qui, ristrutturando una cascina dell’800 e aprendo un agriturismo e B&B, coltivano piccoli frutti e allevano vacche e capre producendo formaggi che vi serviranno a tavola o che gioiosamente appesantiranno il vostro zaino al momento del ritorno.

3488598731
grassilunghi@gmail.com
http://www.aigrassielunghi.com/

DEVIAZIONE CORNISELLA

Riprendete il cammino e, prima di imboccare il sentiero che vi porterà in località Cornisella , alle cascine Marcotelli fate due passi nel bosco alla vostra destra e vedrete quello che resta delle antiche casere, ormai in gran parte crollate. Qui, come in moltissimi altri luoghi della Valsassina, venivano edificate le casere addossate a rocce calcaree dalle cui fratture uscivano correnti d’aria fredda capaci di mantenere temperatura e umidità costanti per gran parte dell’anno.

Adesso è facile aprire il frigorifero e conservare il cibo, ma fino a cent’anni fa non era così e bisognava inventare soluzioni. Qui in Valsassina con le casere il problema venne risolto e, oltre ai prodotti caseari della valle, nelle casere venivano stagionati i formaggi provenienti dalla pianura ed in particolare i gorgonzola.

Prendete ora un sentiero che esce sulla destra e alterna brevi salite ad una panoramica traversata verso destra che vi farà, dapprima costeggiare e poi attraversare, la suggestiva Valle dell’Acqua Fredda con il torrente che la solca scorrendo con acque pulitissime.

CHIESETTA REGINA PACIS

Attraversata la valle siete arrivati alla cappella della Madonna Regina Pacis costruita dagli Alpini di pasturo nel 1957 a ricordo dei loro caduti nel corso delle guerre.

FRATELLI INVERNIZZI

Eccoci alla stalla dell’azienda dei fratelli Invernizzi. Qui Giacomo, Felice e Rosa producono con una sessantina di vacche di razza bruno-alpina i tradizionali quartiroli di monte commercializzati dal fratello Antonio nel negozio a Pasturo. Se prima abbiamo parlato di giovani che si stanno dedicando all’arte di fare formaggi, qui abbiamo a che fare con la tradizione che si rinnova. Da ormai più generazioni stanno affinando l’arte di fare taleggi che su questi pascoli sono sempre stati chiamati quartiroli. A iniziare l’allevamento e la produzione furono i 4 fratelli Invernizzi: Antonio, Natale, Giuseppe e Giorgio (detti i Giorgioni). Oggi la produzione ha coinvolto diverse generazioni della famiglia e la scelta è stata quella della qualità tanto che i loro prodotti si possono acquistare presso vetrine importanti come da Peck a Milano. Dalla stalla di Cornisella e dai pascoli che la circondano per due volte al giorno il latte viene lavorato senza essere scaldato e pastorizzato. Ogni operazione è effettuata da mani sapienti e le procedure di produzione cominciano pochi minuti dopo la mungitura. La stagionatura viene fatta in casse di legno e si prolunga per due mesi. Si arriva ad un quartirolo compatto, ma morbido e la grassezza del sottocrosta con il protrarsi della stagionatura tende ad arrivare al cuore del formaggio. Da leccarsi i baffi.

0341 955218 negozio
0341 919924 azienda agricola

BRUNINO AGRITURISMO

Rimettiamoci in cammino, il lavoro secolare degli uomini ha creato i pascoli strappandoli ai boschi, approfittatene per guardarvi intorno, con una breve passeggiata siete arrivati all’agriturismo Brunino. Da qui il paesaggio è incantevole, sia guardando verso la valle che alzando lo sguardo verso il “Grignone”. Nel ristorante potrete gustarvi la tipica cucina valsassinese ottenuta con prodotti locali.

380295790 De Gasperi Carlo

LA GRIGNETTA

Rientriamo nel bosco, ma prima di tornare ai Grassi Lunghi e alla Chiesetta del Sacro Cuore e da lì riprendere l’auto o il cammino che vi riporterà a Pasturo passando per le baite di Gorio, potrete fare sosta all’agriturismo La Grignetta. L’agriturismo ed azienda agricola si trovano all’interno di un cascinale d’epoca completamente rinnovato utilizzando pietre del luogo e legni caratteristici.  Nell’azienda agricola si producono salumi e si coltivano ortaggi e frutti.

345 9685138
lagrignetta@gmail.com
http://www.lagrignetta.it/

CHIESETTA SACRO CUORE

Siete arrivati alla Chiesetta del Sacro Cuore. Avete avuto l’occasione di scoprire il mondo dei pascoli e del lavoro che li rende vivi, ma avete voglia di guardare le cose da un po’ più in alto? Vi proponiamo un altro itinerario che parte sempre dalla Chiesetta del Sacro Cuore , dove siete arrivati da Pasturo passando per le baite di Gorio.

Il primo tratto di percorso fino alle cascine Marcotelli è uguale a quello che avete visto nell’itinerario che vi abbiamo appena descritto, ma questa volta, anziché svoltare a destra per la località Cornisella,  proseguite seguendo le indicazioni verso il rifugio Antonietta. Ad un certo punto la mulattiera finirà all’inizio di una faggeta per trasformarsi in un sentiero che sale verso il Pialeral e da lì, volendo, verso la vetta del Grignone.

CASCINE DI COVA

Usciti dal bosco siete arrivati all’Alpe Cova e dalla vostra sinistra arriva un sentiero storico che varrebbe la pena di percorrere in una futura gita. Si tratta della “Traversata Bassa” che dai Piani Resinelli porta fin qui passando sotto le guglie della Grignetta (Grigna Meridionale). Ancora pochi passi e siete arrivati al rifugio Antonietta in Pialeral. Quando parliamo di Pialeral dovremmo toglierci il cappello perché siamo in uno dei luoghi dove sono nati l’escursionismo e lo sci lombardi. A poche decine di metri dal rifugio Antonietta sorgeva, dal 1908, il rifugio Mario Tedeschi della Società Escursionisti Milanesi (la SEM).

RIFUGIO ANTONIETTA

Era normale che ogni fine settimana centinaia di milanesi e o lecchesi, in ogni stagione, arrivassero con i mezzi pubblici nella piana di Balisio e da lì, in inverno con gli sci in spalla, risalissero a piedi fino alla conca, al limitare della vegetazione e costellata di mughi del Pialeral. In alcuni delle gite sociali della SEM si arrivò ad oltre 2500 partecipanti. Il rifugio Tedeschi fu per decenni anche il punto di partenza per le salite al Grignone per la via normale o per quella invernale che passa per le baite Comolli che vedete qualche centinaio di metri sopra di voi.

Il rifugio fu anche il campo base da cui partirono le leggendarie imprese sulla Parete Nord del Pizzo della Pieve più nota come Parete Fasana dal nome del primo salitore Eugenio Fasana. La capanna Mario Tedeschi continuò ad essere un punto di riferimento per le salite al Grignone, una delle montagne più amate dai lombardi, fino al 31 gennaio 1986 quando un’enorme valanga si staccò per un largo fronte e lo spazzò via. Fortunatamente in una sera in cui nessuno si trovava all’interno. Solo pochi mesi la signora Antonietta Pensa, allora custode, trovò il modo di adattare una baita, che si trovava in un luogo vicino ma più sicuro, e trasformarla nell’attuale rifugio gestito dal figlio Dario che ha voluto intitolarlo alla madre.

Per anni il Pialeral aveva ospitato due piccoli ski-lift privati, delizia di tutti gli sci alpinisti che, dopo una salita con le pelli di foca, potevano sfogare la loro bramosia di nevi immacolate. Ancora oggi, nelle belle giornate invernali, si vedono molti alpinisti, rigorosamente in fila indiana come formichine, salire per la via invernale dopo essersi ristorati al rifugio Antonietta o al Bivacco Riva-Girani in località Comolli, di proprietà di Sergio Longoni che ha voluto dedicarlo alla memoria dei due amici scomparsi.

Il Pialeral costituisce poi un ottimo punto di osservazione sulla geologia delle Grigne. Fu grazie agli studi dell’Abate Antonio Stoppani sulla geologia delle Grigne che arrivarono i primi turisti in Valsassina nella seconda metà dell’800. L’autore dell’allora famoso libro divulgativo “Il Bel Paese” cominciò a raccontare la storia del Gruppo delle Grigne che ebbe inizio più di 220 milioni di anni fa quando enormi masse di organismi si depositarono sui fondali marini dell’Oceano della Tetide Occidentale per poi cominciare ad innalzarsi circa 45 milioni di anni fa in seguito allo scontro delle placche continentali.

Questo spiega il ritrovamento di affascinanti fossili marini sulle Grigne e l’interesse della Facoltà di Palentologia dell’Università di Milano che sotto la direzione dei propri ricercatori ha tenuto numerose campagne di scavi che hanno avuto il loro punto di partenza proprio al Pialeral, portando al ritrovamento di numerosi altri fossili.

0341 955462
338 3154374
dariopensa@gmail.com
http://www.rifugioantonietta.it/

PRABELLO DI SOTTO

Dal rifugio Antonietta parte un sentiero che, costeggiando i pascoli, dopo aver attraversato alcuni valloni e risalita la faggete, conduce alle località Prabello di Sotto e Prabello di Sopra, nome decisamente appropriato al luogo.

CHIESETTA SAN CALIMERO

Siete arrivati in una conca erbosa ai piedi della parete Nord Est della Grigna Settentrionale. Qui il tempo sembra essersi fermato, vi trovate in uno splendido pascolo ricchissimo di fiori alpini, alcuni rarissimi e presenti solo sulla Grigna: sono gli endemismi floreali del Parco.

Un luogo indimenticabile che vi preparerà all’arrivo alla Chiesetta di San Calimero (1495 metri di altitudine) da cui potrete godere di una delle più belle viste della Valsassina. La chiesetta sembra risalire al 1343 e fu dedicata a San Calimero (San Calümer in dialetto locale), santo a cui è andata nel corso dei secoli la devozione dei pasturesi che ancora oggi vi si recano in processione l’ultima domenica di luglio.

La tradizione racconta che furono delle rondini a trasportare i primi materiali per la costruzione dell’edificio, indicando così al santo dove edificare il suo eremo. Sempre secondo la tradizione Calimero era uno di sette fratelli santi eremiti a cui sono dedicate le chiese di San Zefiro sul Legnoncino, San Ulderico sul monte Muggio, Santa Eulalia a Gravedona, Santa Eufrasia a Dongo, San Grato a Bellano e San Defendente a Varenna.

RIFUGIO RIVA

Il luogo è così bello e rilassante e la vista così ampia che sarà faticoso muovervi da lì, ma è ora di scendere al rifugio Riva ai piedi della Parete Nord del Pizzo della Pieve e punto di partenza per altre belle escursioni su questo lato selvaggio delle Grigne.

328 7115705
info@rifugioriva.it
http://www.rifugioriva.it

BAITE DI NAVA

Dal rifugio Riva passando per la sella ricca di pascoli di Nava potrete scendere a Baiedo, fare una visita ai resti della Rocca e da lì rientare a Pasturo.

IL MIRTILLO

3355600460
ilmirtillo.baiedo@gmail.com
ilmirtillo-baiedo.com

B&B LA ROCCA

3358274497
roccadibaiedo@progettomedioevo.it
roccadibaiedo.progettomedioevo.it

LOCALITA’ RISCIOL

Dalla chiesetta di San Calimero è però anche possibile un’altra interessante discesa. Potreste tornare a Prabello di Sopra poi a Prabello di Sotto e da lì proseguire lungo la mulattiera sino alla località “Risciol (Rizzolo)” poi voltare a sinistra per un’altra mulattiera. Vi consigliamo di osservare età ed utilizzo delle mulattiere scrutando i segni sulle pietre che lastricano la carreggiata e cercando ad esempio le tracce lasciate da slitte usate per il trasporto della legna e dei quartiroli.

ANTICHE CASERE

Se volete, poco più in basso e sempre sulla sinistra, potrete imboccare il percorso per mountain bike e seguire i relativi segnavia che, attraverso le località di Prasparone e Piazzo vi ricondurranno a Pasturo passando per la strada delle antiche casere. Di queste strutture, che per anni giocarono un ruolo importante per la conservazione dei formaggi, oggi restano solo i ruderi. Due di queste sono ancora ben visibili e, anche se da tempo sono state abbandonate, conservano al loro interno i resti delle scalere in cui venivano messe le forme di formaggio a stagionare. Ormai siete arrivati a Pasturo, arrivederci!

DONISELLI VITTORIO

0341 955101

INVERNIZZI E ROTA

0341 955218