Credevo fosse l’amore della vita. Ma era solo una bugia

Chiara Fiore
Illustrazione di Giulia PexIllustrazione di Giulia Pex
Illustrazione di Giulia Pex

Era un giorno qualunque, uno di quei giorni memorabili solo a causa del grigiore pregnante. Ero piccola allora, il mio cuore era tenero ed ingenuo e il desiderio dell’amore mi sfiorava appena. All’uscita da scuola sono sempre stata sfuggente: una battuta, una risata accennata con i compagni e subito scappavo a casa, una fretta irrefrenabile di cui ora non saprei spiegare il motivo. Poi quel giorno, successe qualcosa di diverso. Il mio sguardo si scontrò con un viso mai visto prima, occhi timidamente cerulei che, in mezzo a tutta quella folla, guardavano solo me. Mai provata una sensazione così, quello sguardo mi aveva per un attimo sollevata dall’indifferenza di cui mi sentivo circondata. Non lo dimenticai.

Chiara Fiore, 18 anni, studentessa al liceo Scientifico, Napoli
Chiara Fiore, 18 anni, studentessa al liceo Scientifico, Napoli

Pochi giorni dopo lo rividi, un’amica comune ci presentò ad una festa ed io, che non mi aspettavo di rivederlo ancora, ne fui entusiasta. Ci ritrovammo a parlare per ore, prima tra tutta quella gente alla festa e poi, davanti ad una tazza di tè sotto le note di una gelida pioggia battente. Quel ragazzo sapeva tutto di me conoscendomi appena e ad ogni parola l’intesa tra di noi cresceva. Dopo il tè, finito il concerto della pioggia, ci avventurammo per le vie di una città che mi sembrava di vedere per la prima volta, ed in effetti per la prima volta la guardavo davvero, apprezzandone ogni sfumatura. Ad un certo punto, ormai esausti a causa della camminata, ci voltammo indietro quasi a voler ripercorrere con lo sguardo il nostro percorso e rimanemmo senza fiato. Uno dei più bei monumenti della nostra città, che forse avevamo visto molte altre volte prima, ci osservava dall’alto e non potemmo fare a meno di indietreggiare e di avvicinarci; io, da sempre appassionata di storia dell’arte con un anacronistica sindrome di Stendhal, non lo avevo neanche notato e lui mi ci portò per mano; capii che aveva capito tutto di me. Sotto quel maestoso monumento, tra una risata ed una carezza le nostre labbra si sfiorarono, dolcemente. Fu la cosa più naturale del mondo, così tenera e sincera.

Da quel giorno iniziò la nostra storia d’amore, travolgente e totalizzante. L’amore che provavo per lui era immenso, faceva tremare il mio cuore. Gli anni scorrevano veloci e dopo quel primo indimenticabile appuntamento ce ne furono tanti altri, altrettanto indimenticabili e a me il nostro stare insieme non bastava mai. Quando lo vidi per la prima volta avevo sedici anni, lui ne aveva venti e la nostra storia è finita l’anno scorso. Dopo quasi due anni dal nostro primo incontro io decisi di farla finita. Quello che a me sembrava perfetto in realtà, non lo era per niente. Tutte le dimostrazioni, forse eccessive, che mi diede del suo affetto erano in realtà solo una facciata ben costruita.

Lui aveva un’ altra o forse ero io l’altra; mentre mi illudevo di aver incontrato l’amore della mia vita lui in realtà non aveva mai lasciato la sua fidanzata di sempre. Lei viveva nella città dove lui era nato e vissuto per un po’ di anni; ecco i spiegati i suoi spostamenti e la sua frequente necessità di scappare «a casa» come diceva lui, che mi faceva sentire come un’ estranea, sempre così insufficiente. Io credo che l’amore che lui diceva di provare per me lo provava sinceramente per lei. Quando lo scoprii era una giornata piovosa, come quella del nostro primo appuntamento, era il suo compleanno ed io gli avevo preso una sorpresa e decisi di portargliela. Salii le scale, bussai alla porta ma non mi rispose nessuno. Attesi qualche minuto ma poi decisi di andare via, dovevamo cenare assieme quella sera. Il regalo glielo avrei dato più tardi. Arrivata quasi alla fine della rampa di scale mi scontrai con una ragazza, ero distratta come sempre. Dietro di lei intravidi un ragazzo, era lui.

Speravo di sbagliarmi ma ciò che vidi era fin troppo eloquente. Lui non tentò nemmeno di spiegare, non poteva negare e nessuna scusa sarebbe stata sufficiente per cancellare ciò che aveva fatto a me e a lei. Durante i giorni successivi non tentò nemmeno di chiamarmi, liquidò la questione con un messaggio freddo e chiarissimo: «Scusa». Non aggiunse altro ed io non potevo credere che la nostra storia fosse finita così, senza neanche un vero addio. Quello che io credevo fosse l’amore della mia vita, era in realtà la più grande bugia che avessi mai raccontato a me stessa. Dopo una delusione così, mi sono interrogata a lungo sulla vera natura dell’amore e cosa sia davvero io non l’ho ancora capito o forse non l’ho ancora incontrato, ma di una cosa sono certa: l’amore non basta, non basta per perdonare, non basta per capire , non basta per amare .

Come ha potuto per così tanto tempo recitare questa parte, come ho fatto io a non accorgermi di nulla? La verità è che a questa domanda non c’è risposta. Quando si è innamorati la vista è obnubilata, e certe evidenze purtroppo diventano invisibili. Purtroppo al giorno d’oggi stiamo irrimediabilmente annegando nell’assenza di valori, nell’assenza di sentimenti veri che non sono fatti di dimostrazioni tanto appariscenti quanto vuote, ma sono fatti di gesti semplici e apparentemente insignificanti, ma pieni di sentimento. La mia è stata una storia d’amore incredibilmente bella, ma purtroppo è necessario ad un certo punto avere il coraggio di chiedersi se ne vale la pena, se ne vale la pena di accettare anche ciò che fa troppo male, anche ciò che non ci fa più stare bene.

Anche se le relazioni ad un certo punto finiscono, io credo che non si debba dimenticare mai che non è l’amore a ferire, sono le persone, le circostanze ma l’amore mai. L’amore è l’unico antidoto per questa vita, strana ed irrefrenabile. Contro tutto ciò che vogliono farci credere, l’amore non è voglia di apparire, ma desiderio di nascondersi. L’amore è un progetto comune, è percorrere una strada insieme con un orizzonte da raggiungere. L’amore è mani che si stringono sfiorandosi appena.

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