Titoli di credito: che cosa sono, come funzionano

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Parlare di titoli di credito fa subito venire in mente assegni e cambiali, due strumenti ampiamente diffusi tra gli imprenditori per il pagamento dei fornitori. In realtà, la famiglia dei titoli di credito è più ampia. In questo articolo analizzeremo le caratteristiche e le tipologie più diffuse di questi documenti.

Cosa vuol dire titoli di credito?

I titoli di credito sono documenti nei quali sono incorporati diritti di varia natura. Nella maggior parte dei casi si tratta di diritti di credito relativi a somme di denaro, come nel caso della cambiale o dell'assegno, ma possono riguardare anche i diritti relativi ad altre prestazioni, come la consegna di merce.

Come si presentano? Sono dei moduli prestampati che devono essere compilati nelle parti lasciate in bianco di solito con indicazioni che riguardano luogo e data di emissione, importo del credito, scadenza di pagamento ecc. e che contengono la promessa - fatta da colui che lo rilascia - di effettuare una prestazione a favore del soggetto che lo riceve e lo esibisce (il cosiddetto “portatore”).

Se vuoi approfondire questi argomenti, la disciplina giuridica dei titoli di credito è contenuta nel Titolo V “Dei Titoli di Credito” del Libro IV “Delle Obbligazioni” del Codice Civile all’Art. 1992 e seguenti.

Per restare alla definizione generale, l’Art. 1992 cc spiega:

“Il possessore di un titolo di credito ha diritto alla prestazione in esso indicata verso presentazione del titolo, purché sia legittimato nelle forme prescritte dalla legge. Il debitore, che senza dolo o colpa grave adempie la prestazione nei confronti del possessore, è liberato anche se questi non è il titolare del diritto.”

Quali sono le caratteristiche di un titolo di credito?

I titoli di credito sono contraddistinti dalla sussistenza di tre caratteristiche:

  • Autonomia

Questo significa che il titolo di credito è destinato a circolare e, quindi, a essere posseduto da più persone. Da ciò deriva che ogni possessore acquista un diritto autonomo rispetto a quello dei precedenti titolari.

  • Letteralità

Ciò vuol dire che il contenuto del diritto è determinato unicamente da quanto emerge chiaramente dal documento. Non è dunque possibile dimostrare che la somma o la prestazione dovuta è maggiore o diversa da quella che risulta dal documento: chi presenta una cambiale o un assegno bancario all’incasso non potrà pretendere nulla di più di quanto risulta dal titolo di credito in suo possesso.

  • Incorporazione

Il diritto di credito è associato a tutti gli effetti a un apposito documento cartaceo, il cosiddetto titolo la cui presenza sarà necessaria perché il diritto possa circolare o essere esercitato. Con l’incorporazione viene applicato il principio: possesso vale titolo. Dunque il possessore di un titolo di credito non è soggetto a rivendicazioni. In parole semplici, per dimostrare l’esistenza del diritto è necessaria la presentazione del documento. Ne consegue che la distruzione del documento può comportare la perdita del diritto.

Ci sono altre due caratteristiche associate ai titoli di credito:

  • Astrattezza dei titoli di credito

Il titolo è astratto in quanto non esplicita la causa da cui nasce l’obbligazione. Nell’assegno, per esempio, non si scrive perché è stato emesso. Tale requisito è presente solo in alcuni titoli di credito, come succede nel caso della cambiale.

  • Esecutività dei titoli di credito

Cambiali e assegni valgono come sentenze passate in giudicato: i possessori di questi titoli di credito in caso di inadempimento del debitore potranno procedere all’esecuzione forzata, in maniera molto più veloce rispetto a un causa davanti al giudice.

Quali sono i titoli di credito?

Quando si parla di titoli di credito, le prime cose che vengono in mente sono assegni o cambiali, quindi due strumenti di pagamento. In realtà si tratta di una classificazione limitata.

In base al loro contenuto, è possibile distinguere tre tipi di titoli di credito:

Titoli di credito in senso stretto

che attribuiscono al possessore il diritto di riscuotere una somma di denaro. Esempi tipici sono gli assegni (bancari, circolari, postali) e le cambiali.

Titoli di massa (o valori mobiliari):

che conferiscono al possessore la qualità di:

  • socio di imprese, come succede per le S.P.A. Tali titoli sono di fatto le azioni che formano il capitale delle società;
  • creditore nei confronti di enti pubblici o società private. Come succede quando si acquistano titoli di stato (come i BOT) oppure obbligazioni emesse da società di capitali.

Titoli rappresentativi di merci

Si tratta di documenti che attribuiscono al possessore il diritto di ritirare o di trasferire ad altri, merci in viaggio o depositate presso magazzini generali.

Un’altra distinzione, che approfondiremo nei prossimi paragrafi, può essere effettuata facendo riferimento alla modalità di trasferimento.

Come funzionano i titoli di credito?

I titoli di credito, come abbiamo visto, non hanno un solo proprietario. Parlare dunque di trasferimento di un titolo di credito, vuol dire prendere in esame la modalità di cessione dei diritti incorporati al titolo di credito. Modalità che sono diverse a seconda che trattasi di titoli al portatore, all’ordine o nominativi. E che si perfezionano con la consegna del documento.

In base a queste modalità di trasferimento, vi sono tre tipi di titoli di credito:

titoli nominativi, intestati a una determinata persona. Alcuni esempi di titoli nominativi sono le azioni di società, alcuni titoli di stato e certe obbligazioni.

titoli all’ordine: la cessione si attua con la consegna del documento accompagnato da girata (girata è, appunto, l’ordine di pagare a una determinata persona). Un titolo può contenere varie girate, se trasferito più volte da un soggetto all’altro; sono titoli all’ordine, gli assegni, le cambiali.

titoli al portatore: sono trasferiti per mezzo della semplice consegna del documento, dato che il possessore è legittimato all’esercizio del diritto mediante presentazione del titolo. Sono titoli pagabili “a vista”, ossia in virtù della semplice presentazione al debitore; per il trasferimento è sufficiente la semplice consegna del titolo, come succede per esempio con le banconote. Infatti, chi trova una banconota ne acquista la proprietà.

Quali sono i titoli di credito più utilizzati?

I due titoli di credito maggiormente utilizzati sono la cambiale e l’assegno.

La cambiale è un titolo di credito che si può così definire:

“La cambiale è un titolo di credito all'ordine, formale e astratto, che attribuisce al legittimo possessore il diritto incondizionato di farsi pagare una somma determinata alla scadenza indicata sul titolo. È uno strumento che consente a chi si trovi privo di disponibilità liquide di rinviare un pagamento. Il creditore può far circolare la cambiale ovvero detenerla, per poi presentarla all'incasso, una volta scaduto il termine. Essendo la cambiale un titolo esecutivo, se il debitore non paga tempestivamente, il possessore del titolo può iniziare direttamente l'esecuzione forzata sui beni del debitore.”

Per quanto riguarda invece l'assegno, Banca d'Italia ci offre la definizione completa sul suo sito:

“L'assegno è un titolo di credito cartaceo, attraverso il quale un privato o un'impresa ordina alla banca di pagare al portatore legittimo del titolo una somma di denaro esattamente determinata nel titolo stesso. L'uso di assegni consente dunque a due o più parti di effettuare una transazione monetaria senza la necessità di scambiare effettivamente valuta fisica.”

L’assegno presenta due tipologie principali: quello bancario e quello circolare.

Assegno bancario:

contiene l'ordine scritto impartito da un correntista alla propria banca di pagare a terzi (o a se stesso) una somma di denaro. Ad esso sono assimilati, per tutti gli effetti di legge, gli assegni postali. L'assegno può essere pagato dalla banca del cliente che lo ha emesso al momento della sua presentazione.

Assegno circolare:

L'assegno circolare è emesso da una banca per somme disponibili presso di essa al momento dell'emissione. Come per l'assegno bancario, il presentatore può richiederne il pagamento in contante. In alternativa, l'importo dell'assegno può essere versato su un conto corrente.

L'assegno circolare emesso dalla Banca d'Italia prende il nome di vaglia cambiario.

Ammortamento titoli di credito

Cosa succede in caso di smarrimento di un titolo di credito? O, peggio ancora, in caso di sottrazione? In alcuni casi, il pericolo concreto che si manifesta è che il titolo originario possa continuare a circolare. Ecco perché, allo scopo di evitare tutto questo, viene predisposto un particolare procedimento, che prende il nome di ammortamento, il cui obiettivo è quello di eliminare l’efficacia del titolo smarrito, sottratto o distrutto. E ottenere comunque il pagamento tramite un duplicato del titolo perduto o presentazione della relativa dichiarazione giudiziale.

Il procedimento di ammortamento si apre con una denuncia al debitore e un ricorso al presidente del tribunale del luogo in cui il titolo è pagabile.

In seguito alla presentazione del ricorso, il presidente del tribunale, effettuati gli accertamenti sul diritto del possessore e su come si sono svolti i fatti, emana un decreto di ammortamento che dichiara inefficace il titolo, ma allo stesso tempo autorizza il pagamento a favore di colui che ha attivato il procedimento, dopo 30 giorni dalla pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica.

Per concludere

I titoli di credito (soprattutto nella loro forma di strumenti finanziari) giocano un ruolo cruciale nella vita di un’azienda, in quanto agevolano la circolazione dei crediti. Questo fa venire in mente un aspetto rilevante nell’attività di impresa che riguarda le relazioni con i clienti e i fornitori. La gestione del credito risulta oggi uno degli asset più importanti per una sana politica aziendale.

E su questo terreno una cosa appare certa: non è assolutamente possibile navigare a vista. Fatture non pagate, clienti irrintracciabili e tempi di riscossione eccessivi portano al collasso anche le imprese più solide, ecco perché evitare una situazione di stallo risulta fondamentale e prioritario per arginare la possibilità di finire in crisi di liquidità e quindi, in casi estremi, finire in fallimento.

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