Titoli di debito: caratteristiche e regole di emissione

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La normativa riguardante i titoli di debito (Art. 2483 cc) è piuttosto complessa e l'obiettivo è proprio quello di vederci chiaro: come funzionano i titoli di debito? Chi può utilizzare questo strumento e come? Conviene utilizzare questa modalità di finanziamento? Ecco le principali risposte sul tema, in particolare, parleremo della loro utilità per le PMI che vogliono un'altra forma di accesso al finanziamento.

I titoli di debito sono strumenti che attribuiscono a chi li possiede il diritto di ricevere un flusso di liquidità, senza però l’attribuzione del diritto di partecipazione diretto o indiretto. In sostanza, le società che emettono titoli di debito lo fanno per ottenere liquidità dal mercato e in cambio corrispondono un interesse, ma senza perdere il controllo in termini decisionali.

Soprattutto per le PMI, in particolare per le società a responsabilità limitata, questa è un’ottima opportunità di finanziamento alternativa al classico circuito bancario. Negli ultimi venti anni questo strumento ha preso piede anche grazie a una normativa che ne ha facilitato l’utilizzo, proprio per alleggerire la dipendenza delle società dal sistema bancario.

Cosa significa titoli di debito? La normativa

L'Articolo 2483 del Codice Civile tratta l'emissione di titoli di debito (similari alle obbligazioni) da parte di società come le s.r.l., mentre in precedenza questa possibilità era ammessa solo per le s.p.a., con l'obiettivo naturalmente di estendere le opportunità di finanziamento anche per società generalmente più piccole e, per questo motivo, più in difficoltà nel ricorrere al capitale di terzi attraverso i classici enti bancari.

Secondo il D.Lgs 6/2003 (da direttive della Legge delega n. 366/2001) era necessaria una riforma della disciplina delle s.r.l. con l'obiettivo di "disciplinare condizioni e limiti per l'emissione e il collocamento di titoli di debito presso operatori qualificati, prevedendo il divieto di appello diretto al pubblico risparmio, restando esclusa in ogni caso la sollecitazione all'investimento in quote di capitale."

Nonostante questa apertura, la normativa rimane piuttosto stringente nel definire metodi, requisiti e modalità per l'accesso ai capitali secondo questa nuova forma (ma ormai nemmeno molto, dato che risale al 2003) e l'obiettivo è proprio analizzarne le caratteristiche principali lungo questo articolo, in modo da comprenderne vantaggi e svantaggi, oltre alle differenze rispetto alle altre fonti di finanziamento.

Che cosa vuol dire emettere titoli di debito e chi può farlo? Definizione di srl e differenze con la spa

L'attuale disciplina, ovvero il già citato Art. 2483 c.c., consente alle società a responsabilità limitata di emettere titoli di debito, ovvero strumenti finanziari che hanno l'obiettivo di raccogliere risparmio e che inevitabilmente portano a un obbligo: restituire al sottoscrittore-finanziatore la cifra versata, oltre naturalmente a una quota di interessi. In genere viene valutato un orizzonte di medio-lungo termine e la remunerazione del creditore dipende da diversi fattori, tra cui ovviamente le condizioni del prestito.

Questa definizione ci ricorda anche la più generica definizione di debito: l'obbligazione di fare o dare qualcosa a un altro soggetto. Nel linguaggio giuridico è sintetizzato con il concetto di fornire una prestazione, a prescindere che si tratti di un'azione da svolgere o di una somma da pagare (o entrambi gli aspetti). Nel linguaggio aziendale, invece, viene spesso ricollegato a una concezione negativa, considerando quindi i debiti come un "peso" per l'impresa e dunque come qualcosa da evitare il più possibile.

La realtà è però ben diversa, in quanto i debiti sono "necessari" per ottenere la liquidità che permette di essere operativi sul mercato e, naturalmente, l'obiettivo ultimo rimane la creazione di valore. Non esclusivamente la restituzione del capitale (in ogni caso necessaria), ma piuttosto la creazione di un valore per il medio-lungo periodo che renda sensato il sacrificio economico-finanziario fatto per ottenere determinati fondi.

Particolarmente rilevante la differenza tra s.r.l. e s.p.a.: si tratta in entrambi i casi di società di capitali, dove quindi i soci non hanno la responsabilità personale e illimitata rispetto all'attività (a differenza delle società di persone in cui invece la responsabilità è appunto illimitata). Inoltre, nella s.r.l. il capitale è diviso in quote e non può essere quotato, mentre nelle s.p.a. ciò è possibile, ma nel complesso le regole di costituzione e di operatività della società sono più complesse.

Senza entrare eccessivamente nel dettaglio, per costituire una s.p.a. sono necessari: 50.000 euro di capitale sociale minimo, uno statuto, un consiglio di amministrazione e un collegio sindacale. La società a responsabilità limitata richiede invece un capitale sociale di almeno 10.000 euro e la redazione di uno statuto (e, di conseguenza, il rispetto delle norme statutarie). Perché allora il legislatore ha ritenuto utile coinvolgere questo secondo tipo di società per quanto riguarda l'emissione di titoli di debito?

L'obiettivo, come già chiarito nell'introduzione, è quello di favorire il reperimento di capitali da parte delle società a responsabilità limitata e poter valutare l'emissione di titoli di debito è certamente una possibilità in più. Per contestualizzare meglio questa decisione, ormai presa dal legislatore vent'anni fa, è giusto chiarire che era un periodo particolarmente complicato per quanto riguarda l'accesso al credito in un contesto di crisi finanziaria e riduzione della produzione lorda. Questo allargamento di orizzonti ha quindi permesso alle s.r.l. di svincolarsi, almeno in parte, dal sistema bancario.

L'unica rilevante differenza tra l'emissione di titoli di debito per società a responsabilità limitata e società per azioni riguarda il potenziale pubblico di investitori, come vedremo più nello specifico nei successivi paragrafi: nelle s.r.l. i titoli di debito sono accessibili ai soli investitori professionali soggetti a vigilanza prudenziale a norma di leggi speciali.

Come funziona l'emissione dei titoli di debito per le s.r.l. in base all'art. 2483 cc?

L'Art. 2483 del Codice Civile è il principale riferimento per quanto riguarda l'emissione di titoli di debito ed esordisce chiarendo che “se l'atto costitutivo lo prevede, la società può emettere titoli di debito. In tal caso l'atto costitutivo attribuisce la relativa competenza ai soci o agli amministratori determinando gli eventuali limiti, le modalità e le maggioranze necessarie per la decisione."

La definizione di titoli di debito rimane piuttosto ampia, come nell'intento del legislatore, e il principale limite imposto rimane il già citato obbligo di sottoscrizione da parte di investitori professionali. Non è quindi un'emissione di debito aperta alla massa, al pubblico di risparmiatori, anche se ad essi si può arrivare per via indiretta.

Oltre a essere prevista dall'atto costitutivo, l'emissione del debito prevede che debbano essere indicati le previsioni del prestito e le modalità di rimborso. In sostanza devono essere chiariti i seguenti aspetti:

  • il valore nominale dei titoli emessi;
  • la data a decorrere dalla quale il prestito avrà godimento;
  • il rendimento dei titoli;
  • i criteri per la determinazione del rendimento, insieme a tempi, modalità di pagamento ed entità degli interessi (che possono essere legati al raggiungimento di chiari e specifici obiettivi economici della società che emette i titoli);
  • natura del prestito (ovvero se ad esempio il prestito è subordinato in tutto o in parte alla soddisfazione di altri creditori sociali).

La dottrina è piuttosto divisa circa la possibilità o l'obbligatorietà di registrare l'emissione di titoli di debito attraverso un atto notarile, ma nel complesso si propende per adottare questa soluzione anche per tutelarsi sia come società emittente sia nell'interesse dei futuri creditori. Essi possono inoltre nominare il rappresentante comune dei sottoscrittori dei titoli di debito, il quale è autorizzato anche a partecipare alle assemblee dei soci o alle riunioni dell'organo amministrativo per far valere la posizione dei creditori e per tutelarne gli interessi. image

Obbligazioni e titoli di debito: credito, debito, capitale e titoli di massa

Il termine “titoli di massa” è molto interessante per comprendere al meglio le differenze tra l'emissione di obbligazioni e l'emissione di titoli di debito, con particolare attenzione sul soggetto che detiene il credito, oltre che naturalmente sulle caratteristiche del debito contratto dall'azienda emittente.

La riforma del diritto societario del 2003 ha previsto che ci fosse un apposito strumento per le s.r.l., i titoli di debito, che possono essere considerati dei titoli similari alle obbligazioni, anche considerando che la destinazione a bilancio è la medesima (i titoli sono iscritti nell'attivo a bilancio come da indicazioni dell'OIC, l'Organismo Italiano di Contabilità). Ci sono però delle differenze da considerare che vanno oltre alla ragione sociale dell'impresa che li emette. Infatti, nei confronti degli acquirenti si tratta in ogni caso di forme di investimento che prevedono alla scadenza il rimborso del capitale e una certa somma che comprende gli interessi, ma non tutti i potenziali investitori possono essere possessori dei titoli di debito.

Infatti, la disciplina prevede il già citato obbligo che si tratti di investitori professionali quando si parla di titoli di debito, mentre nel caso delle obbligazioni non esiste alcun vincolo di questo genere. Anche per i titoli di debito, però, c'è la possibilità per le persone fisiche di ottenerli attraverso il cosiddetto mercato secondario, cioè in maniera indiretta. La circolazione presso il pubblico è dunque possibile, anche se non si tratta di "titoli di massa".

Nell'intento del legislatore, però, c'è anche la volontà di favorire l'evoluzione economica e finanziaria dell'impresa e quindi di non "ostacolare" la crescita e cioè la potenziale trasformazione di una srl in una spa e, di conseguenza, accompagnando il cambiamento anche in termini di possibilità di accesso al credito.

Di seguito le differenze tra l’emissione di titoli di debito e l’emissione di obbligazioni:

  • la possibilità di emettere titoli di debito deve essere prevista dallo statuto o prevista con una delibera modificativa dello statuto (che prevede il consenso della maggioranza dei presenti, i quali devono essere almeno i tre quarti dei soci), mentre nel caso delle obbligazioni non è prevista questa condizione;
  • la delibera dell'emissione per le srl avviene da parte dell'organo previsto dallo statuto o dall’atto costitutivo, mentre per il caso delle obbligazioni avviene a cura degli amministratori (salvo diversamente previsto);
  • per le obbligazioni esiste anche un massimo in termini di somma, la quale non può eccedere il doppio del capitale sociale e delle riserve iscritte nell'ultimo bilancio presentato, salva la concessione di garanzia ipotecaria ai sensi dell'Articolo. 2412 cc, limite che per l'emissione di titoli di debito non è invece previsto;
  • in termini di condizioni del prestito, invece, i titoli di debito sono effettivamente similari alle obbligazioni e possono permettere di ottenere una remunerazione simile.

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Corso dei titoli di debito e pianificazione: ecco perché Agicap

Una valutazione importante al momento dell'emissione di titoli di debito riguarda certamente l'orizzonte temporale: come si comprende qual è la giusta durata del debito che si matura grazie agli investitori? Naturalmente ogni situazione merita di essere discussa a sé, ma nel complesso possiamo certamente dire che bisogna valutare un orizzonte di medio-lungo periodo e una serie di elementi che si differenziano per ogni singola impresa. Le condizioni del prestito, tra cui appunto la durata, dipendono da valutazioni puntuali e non da linee guida che possono essere un riferimento generico, non certo un vademecum da seguire step by step.

Infatti, gli organi direzionali di ogni impresa hanno il compito di stabilire quali siano gli aspetti da migliorare, tra cui naturalmente anche l'esposizione al debito. Abbiamo già chiarito in precedenza che il debito non è necessariamente un aspetto negativo e su cui intervenire, anzi una certa leva finanziaria è necessaria per poter operare e, se gestita correttamente, è un vero e proprio moltiplicatore. Avere dei debiti comporta però anche dei rischi, motivo per cui la gestione finanziaria deve essere affidata a figure con esperienza anche nelle Piccole e Medie Imprese, inevitabilmente più esposte a rischi e incertezza rispetto alle società più grandi e strutturate.

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