Linee guida per il ministero dell’esorcismo”, un vademecum di dottrina e prassi alla luce del nuovo Rituale

Da articolo di LA STAMPA: https://www.lastampa.it/vatican-insider/it/libri/2020/07/14/news/linee-guida-per-il-ministero-dell-esorcismo-un-vademecum-di-dottrina-e-prassi-alla-luce-del-nuovo-rituale-1.39082435

Linee guida per il ministero dell’esorcismo”, un vademecum di dottrina e prassi alla luce del nuovo Rituale

Curato dall’Associazione Internazionale Esorcisti e pubblicato dalle Edizioni Messaggero Padova un testo fondamentale per far luce sull’azione del maligno.

 

TORINO. Negli ultimi anni, l’azione diabolica è oggetto di notevole interesse nel mondo occidentale, in particolare riguardo al fenomeno della possessione e al ruolo che svolgono gli esorcisti nel ministero di liberazione. Come ha rilevato il cardinale Bassetti, presidente della CEI, «esistono nel mondo delle periferie esistenziali dove è sempre inverno, dove l’aria è impregnata di paura. Il boss di queste periferie è il maligno che, come ricorda papa Francesco, non è “un mito, una rappresentazione, ma un essere personale che ci tormenta” e riguardo al quale Gesù ci ha insegnato a chiedere ogni giorno di essere liberati “perché il suo potere non ci domini”». Tuttavia, molto spesso la percezione dell’azione del maligno è distorta e l’esorcismo cattolico è visto come «una realtà scabrosa, violenta, oscura quasi quanto la pratica della magia, […] sullo stesso piano delle pratiche occulte».

Il libro “Linee guida per il ministero dell’esorcismo”, pubblicato inizialmente in forma riservata per i membri dell’Associazione Internazionale Esorcisti, è ora disponibile in un volume pubblicato dalle Edizioni Messaggero Padova (EMP). Il testo, curato dall’Associazione Internazionale Esorcisti, fornisce anzitutto ai sacerdoti esorcisti gli elementi fondamentali per esercitare il loro servizio. Si tratta di uno strumento prezioso, frutto dello studio e dell’esperienza di molti esorcisti, il quale, pur non essendo un documento magisteriale, è stato esaminato e corretto dai Dicasteri competenti della Santa Sede. La decisione di rendere il testo fruibile a tutti offre l’occasione di mettere ordine sulla questione dell’azione diabolica e della liberazione da essa, per evitare di cadere in pericolosi inganni e illusioni; questa trattazione è di particolare interesse e andrebbe raccomandata a tutti i sacerdoti che esercitano il servizio pastorale nelle comunità.

Il punto fondamentale dal quale parte l’attività esorcistica è la Divina Provvidenza: Dio si prende cura in modo concreto e immediato di tutte le sue creature. Tuttavia, il male è presente nel mondo, favorito e stimolato dall’azione diabolica che avviene in modo ordinario (attraverso la tentazione) e in modo straordinario (attraverso fenomeni come la possessione, l’ossessione, la vessazione e l’infestazione, di cui viene fatta un’adeguata trattazione). Questo non deve spaventare, perché Dio è il più forte; anche le azioni straordinarie del maligno sono da Dio permesse per manifestare la Sua misericordia, la quale, come ricorda san Giovanni Paolo II, «non consiste soltanto nello sguardo, fosse pure il più penetrante e compassionevole, rivolto verso il male morale, fisico o materiale: la misericordia si manifesta nel suo aspetto vero e proprio quando rivaluta, promuove e trae il bene da tutte le forme di male esistenti nel mondo e nell’uomo» (cfr. Dives in misericordia, n. 6).

Il testo si sofferma, con spiegazioni ed esempi, su alcuni comportamenti che possono diventare causa occasionale per l’azione straordinaria del maligno, in particolare la superstizione e i malefìci. Non sempre tale azione si verifica: spesso, però, di fronte ai guai della vita, alcuni concludono che “tutto va storto” perché “qualcuno ci sta facendo qualcosa”… ma questo può essere un alibi che distoglie dall’insegnamento più importante. Infatti, come sosteneva il famoso esorcista padre Gabriele Amorth, «il primo e autentico male per l’uomo è il peccato; salvaguardare e accrescere la propria comunione con Dio, per mezzo di una vita di fede, di preghiera, di sacramenti e di carità operosa, è la vittoria contro l’azione ordinaria del demonio ed è insieme la migliore prevenzione contro la sua azione straordinaria».

La parte centrale è dedicata al discernimento dei segni dell’azione straordinaria del maligno; questo richiede una formazione specifica, in particolare per l’accertamento della presenza del maligno (azione preternaturale) e l’accompagnamento del paziente, soprattutto nel coltivare un’autentica vita spirituale. Infatti, come ha affermato Papa Francesco, il pericolo maggiore per il cristiano è la corruzione spirituale: «Coloro che non si accorgono di commettere gravi mancanze contro la Legge di Dio possono lasciarsi andare ad una specie di stordimento o torpore. Dato che non trovano niente di grave da rimproverarsi, non avvertono quella tiepidezza che a poco a poco si va impossessando della loro vita spirituale e finiscono per logorarsi e corrompersi. La corruzione spirituale è peggiore della caduta di un peccatore, perché si tratta di una cecità comoda e autosufficiente dove alla fine tutto sembra lecito: l’inganno, la calunnia, l’egoismo e tante sottili forme di autoreferenzialità, poiché “anche Satana si maschera da angelo della luce” (2 Cor 11,14)» (cfr. Gaudete et exultate, nn. 164-165).

Infine, nel libro viene anche spiegato il rito dell’esorcismo, di esclusiva competenza del sacerdote esorcista: evitando ogni genere di sensazionalismi, si mette in luce il fatto che l’agente principale è Cristo Dio, mentre l’esorcista è uno strumento che agisce secondo il rito stabilito dalla Chiesa. Non è la ricerca della formula esorcistica più potente, né particolari “poteri” del sacerdote che ne determinano l’efficacia, sulla quale vengono fornite rilevanti argomentazioni teologiche.

“Linee guida per il ministero dell’esorcismo. Alla luce del rituale vigente”, Associazione Internazionale Esorcisti (a cura), 1a edizione 2020, pagine 306, in Libreria da Maggio 2020.

Vai alle edizioni Messaggero Padova:

http://www.edizionimessaggero.it/ita/catalogo/scheda.asp?ISBN=978-88-250-5206-0

 

 

 

 

Circa la beatificazione del dott. José Gregorio Hernandez e la strumentalizzazione da parte della Santeria

CIRCA LA BEATIFICAZIONE

DEL DOTT. JOSÉ GREGORIO HERNANDEZ

E LA STRUMENTALIZZAZIONE DA PARTE DELLA SANTERIA

 

A cura dell’Associazione Internazionale Esorcisti

11 luglio 2020

È dello scorso mese di giugno 2020 la bella notizia della prossima beatificazione del grande medico venezuelano, il Venerabile José Gregorio Hernández Cisneros[1]. Tra coloro che più si sono rallegrati per questo gioioso evento figura, a buon diritto, il Cardinale Jorge Liberato Urosa Savino, Arcivescovo Metropolita emerito di Caracas (Venezuela)[2], il quale ha, con il futuro Beato, uno stretto legame: in primo luogo come venezuelano, ma soprattutto per aver lavorato come vice-postulatore della sua causa di canonizzazione, dal giugno 1984 al maggio 1990, e in seguito come attore principale di questa causa in qualità di arcivescovo di Caracas da novembre 2005 a luglio 2018.

Il sito della Conferenza Episcopale Venezuelana ha riportato una sua recente intervista in cui, tra l’altro, in relazione al dottor Hernández Cisneros ha affermato: «La sua condotta può essere classificata come un’esperienza eroica delle virtù proprio perché ha vissuto intensamente unito a Dio. Questo è importante che lo sottolineiamo, poiché molte volte ci soffermiamo a sottolineare l’esatto adempimento dei suoi compiti professionali e dei suoi doveri civici, e non evidenziamo sufficientemente ciò che costituisce l’essenza della santità: la viva unione con Dio, il seguire e imitare Gesù Cristo intensamente nell’adempimento della volontà divina. In una parola, essere una donna o un uomo di Dio. Così è stato José Gregorio. Senza dubbio è stato un cittadino esemplare, un grande professore, un eccellente ricercatore, un medico accurato e generoso, pieno di carità. Ma anche molto di più di questo: un uomo di Dio. Prepariamoci, quindi, nei prossimi mesi a celebrare la sua beatificazione. Sentiamo il desiderio di imitarlo nell’esperienza dell’amore per Dio, della nostra fede cristiana e cattolica, con una intensa pietà, con la pratica religiosa, con l’esperienza dei 10 comandamenti, con l’ascolto e il compimento della Parola di Dio. È questo il percorso verso la santità e la felicità. José Gregorio è stato, tra altre cose, un uomo di Dio. Imitiamolo!»[3].

Anche se la beatificazione di un Servo o di una Serva di Dio interessa, per sé, l’ambito di una Chiesa particolare o di un Istituto di vita consacrata, non ci meraviglieremmo se in un futuro, che speriamo vicino, il culto del dottor José Gregorio Hernández Cisneros venisse esteso all’intera Chiesa Cattolica attraverso la sua canonizzazione, come è avvenuto per altri suoi illustri colleghi, quali Giuseppe Moscati o Riccardo Pampuri. Il prossimo Beato José Gregorio Hernández Cisneros ha infatti, a nostro parere, tutti i requisiti per essere proposto a tutti i fedeli come modello da seguire e come intercessore da invocare.

C’è però un aspetto che riguarda il culto di quest’uomo di Dio che, a nostro parere, deve essere preso in considerazione per evitare che ne soffra la sua vera immagine e, insieme, ne patisca la fede delle persone umili e semplici, oggetto particolare delle sue cure e della sua carità ed è l’uso che è stato fatto sino ad oggi della figura di questo grande medico cristiano da parte della Santeria (una forma di stregoneria, molto diffusa in Sudamerica, che richiede il sacrificio di animali e, in casi estremi, anche mutilazioni umane e “donazioni” da parte di chi presiede il rito).

Il dottor José Gregorio Hernandez è considerato infatti, dai cultori della Santeria, capo della “Corte medica”. Ciò ha generato grave confusione intorno alla figura di questo medico e ancor più ne produrrà nel popolo latinoamericano, se non verrà chiarita l’appropriazione indebita che essi hanno fatto della sua figura.

Per inquadrare meglio la questione, riteniamo opportuno dare un rapido sguardo alla gerarchia dello spiritismo venezuelano.

La Santeria ha ventuno “Corti spiritiche”, con a capo le tre grandi “potenze” dello spiritismo: Reina Maria Lionza, considerata a capo di tutte le Corti spiritiche e affiancata da Negro Felipe e Guaicaipuro.

Le statue delle tre “potenze spiritiche”.

Tra le ventuno Corti troviamo anche una “Corte medica” in cui la Santeria ha messo a capo abusivamente, dissacrandone la figura il dottor José Gregorio Hernandez. Per ottenere guarigioni e interventi, sia a livello fisico che spirituale, gli spiriti di questa Corte vengono invocati dalle sciamane, dai medium e dai maghi tramite sedute spiritiche e con dei rituali, nel corso dei quali vengono usate candele sia di colore bianco che verde (da essi precedentemente “consacrate” agli spiriti).  La sciamana o il medium o il mago chiede alla persona ammalata di portarle una bottiglia d’acqua, una di alcool, cotone, garze, la statua o l’immagine dello stesso dottore, lenzuola bianche, fiori (alcuni chiedono anche tabacco). Questi oggetti verranno da essi sottoposti a dei rituali nel corso dei quali li consacreranno agli spiriti e poi saranno riconsegnati alla persona ammalata con le seguenti istruzioni: preparare nella propria casa un altare in onore del dottor José Gregorio Hernandez sul quale depositare questi oggetti, eccetto le lenzuola che, invece, dovrà porre nel letto nel quale dormirà quella notte, che sarà la notte dell’“intervento”.  L’acqua e l’alcool dovrà depositarli sull’altare in un bicchiere. La mattina seguente, la persona che nella notte sarà stata “operata” dal dottor Gregorio, dovrà bere l’acqua che era nel bicchiere sull’altare.

La gente bisognosa, pensa che sia intervenuto veramente il dottore, esistito storicamente, che per permissione di Dio opera miracoli, ma in realtà sono intervenuti gli spiriti della Corte che operano pseudo guarigioni, chiedendo però allo sciamano, al medium o al mago di dare loro in cambio l’anima del “paziente”, senza che egli ne sappia nulla. Più precisamente la sciamana, il medium o il mago offrono e consacrano agli spiriti non solo gli oggetti che avevano chiesto di portare, ma anche la persona che si è rivolta a loro. E ciò a insaputa della persona stessa.

Una immagine del dottor José Gregorio Hernandez

Come sappiamo, gli schiavi africani, al tempo della loro deportazione in Sudamerica, camuffarono gli spiriti in cui credevano con le immagini dei santi cristiani per poter proseguire le loro invocazioni e i loro riti agli spiriti. Un fatto analogo accade ora con la persona del dottor Josè Gregorio da parte di sciamani, maghi e medium.

Nelle immagini che riportiamo di seguito, apparentemente cristiane, sono rappresentate in realtà gli spiriti della Santeria africana, sotto forma di Santi e anche di Gesù.

Anche quella che segue, apparentemente sembra una immagine sacra cattolica, perché sono rappresentati: Sant’Anna, la Vergine Maria, il Bambino Gesù, San Giuseppe, San Gioacchino. Sotto di essi è rappresentata una mano. Alla gente viene detto che è la mano di Cristo: in realtà è la mano delle cinque “potenze” dello spiritismo, ovvero di “cinque spiriti”. Si noti come l’agnello immolato è per terra, sottomesso a questa mano misteriosa; inoltre quasi tutti gli altri agnelli sono rivolti non verso Cristo ma verso la mano “miracolosa”.

Davanti a questa immagine vengono proferite delle formule, che hanno come scopo di ottenere abbondanza di beni e anche protezione da ogni tipo di magia.

Quella che riportiamo, nell’immagine di seguito, è invece la stessa mano a forma di candela da usare nei diversi rituali di stregoneria. Alla gente viene però falsamente detto che è la mano di Cristo o di Dio.

Le seguenti immagini sono presenti su internet e ci aiutano a comprendere come gli operatori dell’occulto usano la figura del dottor Josè Gregorio per circuire le persone umili e semplici.

Servendosi di queste immagini, sciamane, medium e maghi ingannano il popolo dicendo di operare magia bianca o addirittura dicendo che Dio ha permesso che essi fossero mediatori tra il santo e le persone che si sono rivolte a loro. Sappiamo bene, però, che la magia è in assoluta antitesi con la fede cristiana e non esiste una “magia buona”.

Molte persone sono state irretite da questo mondo di stregoneria e spiritismo senza accorgersene.  In modo speciale descriviamo brevemente il caso di una suora che soffriva di diversi problemi di salute. Giacché sua madre era una sciamana e praticava la magia nera della Santeria venezuelana e tante altre forme di magia, invitò l’altra figlia a portarla in una “farmacia” per essere curata da un uomo che diceva essere un “fratello mediatore” tra il santo dottor Gregorio Hernandez e gli ammalati. Ella ricorda che, arrivando in quella presunta farmacia, c’erano tante statue e immagini come quelle che sono state riportate nelle immagini precedenti. Venne quindi invitata da quell’uomo a mettersi su un lettino ospedaliero e chiudere gli occhi, perché avrebbe pregato su di lei per ottenerle la guarigione.  La suora, non solo non è guarita, ma ha subito ulteriori danni sia a livello di salute fisica che spirituale, che ancora oggi le provocano grandi sofferenze.

Si consideri che quando la gente soffre e non ha le idee chiare e non ha una fede cristiana ben formata (e questo può incredibilmente accadere anche a una suora che ha un genitore sciamano), si fida di chiunque promette di ottenerle la salute e la guarigione e non si accorge che sta cadendo in una trappola del maligno.

È certo, pertanto, che gli operatori dell’occulto strumentalizzeranno enormemente la beatificazione del dottor José Gregorio per confondere ancora di più quei cristiani cattolici del Sudamerica, quasi analfabeti nella propria fede. E molti di essi, ingannati da sciamani, medium e maghi, faranno spiritismo senza saperlo, credendo di pregare un nuovo santo cattolico.

Sarebbe cosa molto conveniente che la Chiesa latinoamericana si preparasse a questo importante evento della beatificazione del dottor José Gregorio con una grande opera di purificazione dell’immagine della sua persona presentata dagli operatori dell’occulto, smascherando le loro falsità … solo così questa beatificazione sarà davvero un momento di grazia per tutta la Chiesa e non di ulteriore inciampo e confusione per le persone semplici.

Segnaliamo alcuni siti internet sui quali si possono trovare video con finte preghiere e rituali spiritici che vengono indirizzati al falso dottore:

https://www.youtube.com/watch?v=MkqgECHII7o

https://youtu.be/-tEDDIujRxg

https://youtu.be/_RfP5CTB26g

https://youtu.be/j4Vhbguhojw

Circa il culto di Maria Lionza, regina di tutte le Corti spiritiche, si può vedere invece:

https://youtu.be/lNafMgt9QLM

https://youtu.be/rWXv44h0tyY

Davanti alle agghiaccianti immagini delle automutilazioni del culto a Maria Lionza che sono una gravissima violazione della dignità umana e che si possono vedere in questi ultimi due link segnalati e davanti alla distorsione del vero culto al nostro prossimo beato, il Venerabile dottor José Gregorio Hernández Cisneros, non ci resta che affidare pertanto la Chiesa del continente latinoamericano allo Spirito Santo, perché la guidi e illumini in questo momento di preparazione e attesa…

[1] Si veda, al riguardo, l’intervista al Card. Becciu in http://www.causesanti.va/it/notizie/notizie-2020/intervista-al-card-becciu-sulla-beatificazione-di-jose-cisneros.html

[2] https://press.vatican.va/content/salastampa/it/documentation/cardinali_biografie/cardinali_bio_urosa-savino_jl.html

[3] «Su conducta se puede catalogar de vivencia heroica de las virtudes precisamente porque vivió intensamente unido a Dios. Esto es importante que lo destaquemos, pues muchas veces nos quedamos en señalar el exacto cumplimiento de sus tareas profesionales y sus deberes cívicos, y no destacamos suficientemente lo que constituye la esencia de la santidad: la viva unión con Dios, el seguir e imitar a Jesucristo intensamente en el cumplimiento de la divina voluntad. En una palabra, ser una mujer o un hombre de Dios. Así fue José Gregorio. Sin duda él fue un ciudadano ejemplar, un gran profesor, excelente investigador, médico certero y generoso, lleno de caridad. Pero también mucho más que eso: un hombre de Dios. Preparémonos, pues, en los próximos meses para celebrar su beatificación. Sintamos el deseo de imitarlo en la vivencia del amor a Dios, de nuestra fe cristiana y católica, con una intensa piedad, con la práctica religiosa, con la vivencia de los 10 mandamientos, con la escucha y cumplimiento de la Palabra de Dios. Ese es el camino hacia la santidad y la felicidad. José Gregorio fue, entre otras cosas, un hombre de Dios. ¡Imitémoslo!» https://conferenciaepiscopalvenezolana.com/cardenal-urosa-jose-gregorio-hernandez-fue-realmente-un-hombre-de-dios

Testimonianze circa l’uso dell’esorcismo di Leone XIII da parte di chi non ne ha ricevuto facoltà dalla Chiesa

Testimonianze circa l’uso dell’esorcismo di Leone XIII

da parte di chi non ne ha ricevuto facolta’ dalla Chiesa.

 

Testimonianza n. 1

Una volta venne da me una donna che sembrava soffrire di violenti attacchi demoniaci. Le preghiere di liberazione non le recavano alcun sollievo. Nel colloquio mi raccontò che, esortata da un sacerdote, recitava ogni giorno l’esorcismo di Leone XIII per perorare la liberazione della sua nazione dalle forze del male.

Le risposi che recitando quell’esorcismo aveva ingaggiato una lotta spirituale più grande di lei. Se lei attaccava il nemico, senza il mandato della Chiesa, doveva anche aspettarsi che il nemico «rispondesse al fuoco».

Ho usato un esempio per illustrare questo concetto.

Immagini di essere un soldato davanti al fronte nemico. Si trova senza alcuna protezione in pieno campo di battaglia. Ha lasciato la trincea e per sua iniziativa personale corre da sola con una mitragliatrice incontro al fronte nemico che avanza verso di lei con diversi carri armati. Pensa di poter abbattere i carri armati nemici con la sola mitragliatrice?

Cosa pensa che accadrà a lei? I carri armati nemici prenderanno la mira e la abbatteranno.

In che modo avrebbe dovuto quindi reagire? Il suo posto non è in prima linea. A lei spetta un altro compito: da un terreno sicuro, deve sostenere a modo suo i combattenti di prima linea. Se lei lavora lì, i combattenti di prima linea, che hanno una maggiore esperienza, saranno più forti, più protetti e con una maggior capacità offensiva da dispiegare al fronte.

Esprimo ora il concetto in modo analogo: se lei recita l’esorcismo di Leone XIII, si schiera sul fronte di battaglia e ingaggia una lotta solitaria contro le forze del demonio. Ma questa lotta non è un gioco: il nemico è reale e al tempo stesso non innocuo, come scrive l’apostolo Paolo: «Poiché non abbiamo a combattere contro carne e sangue, ma contro i principati, contro le potestà, contro i dominatori di questo mondo di tenebre, contro gli spiriti maligni che sono nei luoghi celesti» (Ef 6,12). Lei combattendo nel posto che non le compete, rischia grandemente perché affronta un nemico che è più forte di lei da una posizione in cui può essere facilmente sconfitta.

Quindi, cosa deve fare?

«Nella battaglia spirituale dobbiamo applicare gli stessi principi di una guerra terrena. I combattenti di prima linea nell’esercito di Dio, sono i Vescovi e i Sacerdoti esorcisti. Hanno un equipaggiamento diverso e godono di una speciale di protezione di tutta la Chiesa.

Lei è una semplice fedele e non può attaccare direttamente e personalmente il nemico con armi che non sono destinate a lei. Non può recitare quindi l’esorcismo di Leone XIII che è un sacramentale della Chiesa e nel quale si usa una forma imperativa nei confronti del demonio che solo i Vescovi e i Sacerdoti che ne hanno ricevuto autorizzazione dai propri Vescovi Ordinari possono usare.

Sostenga i combattenti di prima linea con le sue preghiere. Preghi Dio perché sconfigga il nemico. Si accontenti di recitare la preghiera a san Michele Arcangelo e lo supplichi di lottare per noi contro il nemico. E preghi la Beata Vergine Maria, vincitrice di tutte le battaglie di Dio, che porterà alla vittoria. Reciti il Rosario. Si confessi e partecipi alla Santa Messa regolarmente, e cerchi di vivere la sua vita cristiana mantenendosi salda nella fermezza della fede. Questo è il suo posto nella lotta spirituale».

Di lì a poco, questa donna tornò da me per raccontarmi che stava già molto meglio e non molto tempo più tardi mi riferì che i fenomeni di cui mi aveva parlato erano scomparsi.

Ho così imparato che il documento del 29 settembre 1985 redatto dal Cardinale Ratzinger, rappresenta un grande aiuto per alcuni credenti per evitare che si espongano con negligenza o incautamente agli attacchi del demonio ritenendo erroneamente, anche se con le migliori intenzioni, che usando l’esorcismo di Leone XIII possano liberare il mondo dalle potenze del male. Quando il Cardinale Ratzinger vieta ai fedeli di recitarlo, intende quindi proteggerli e difenderli dagli attacchi del nemico, per loro imprevedibili.

Nei casi summenzionati, è stato per me un valido aiuto porre la seguente domanda: «A chi volete obbedire: a un Sacerdote che vi dice che potete usare l’esorcismo di Leone XIII per combattere il demonio o all’Autorità della Chiesa che ve lo vieta?». Questa domanda ha aiutato numerose persone a liberarsi da un grande peso.

(Don Martin Ramoser)

 

Testimonianza n. 2

Per motivi di riservatezza manteniamo l’anonimato dell’autrice della presente testimonianza e omettiamo quei riferimenti che permetterebbero di identificarla.

 

Reverendo Padre Francesco Bamonte, ho seguito la vicenda circa l’uso dell’esorcismo di Leone XIII e spero con queste poche righe di aiutare tutti a riflettere.

Vorrei con molta semplicità e umiltà, ma soprattutto nella verità, condividere la mia esperienza di vita.

Il dono della vita mi è stato dato da Dio in un paese dell’America Latina e oggi sono una Consacrata nella Vita Religiosa. Come è ben risaputo, in tante zone di questo bellissimo continente si pratica largamente la stregoneria, la magia nera, la santeria, lo spiritismo e tante altre pratiche esoteriche.

Sono nata in una famiglia nella quale si esercitava tranquillamente la magia nera, lo spiritismo e addirittura erano stati realizzati patti con il demonio: uno lo aveva fatto la mia nonna materna, un altro mio padre. Sono nata e cresciuta in questa realtà aberrante, come se fosse la cosa più normale del mondo. All’età di 5 anni ho subito la prima violenza sessuale, in un rituale di iniziazione -con profanazione dell’Eucaristia- al quale fui costretta a partecipare e a cui ne seguirono molti altri per 5-6 anni.

Sin dall’inizio fui considerata la prescelta, l’ “eletta”, colei che alla morte della nonna avrebbe dovuto continuare le sue opere di stregoneria. Dato l’ambiente familiare nel quale vivevo imparai gradualmente, come se fosse un fatto del tutto normale l’uso del pendolino, della tavola ouija per evocare i defunti, la consacrazione dei bambini agli spiriti nel ventre delle donne in gravidanza, come fare malefici e tante altre cose di questo genere.

Nella mia classe ero l’unica bambina a non aver ricevuto il Battesimo e questo, spesso, diventava per me motivo di disagio, perché mi sentivo diversa dagli altri alunni. Cominciai a desiderare di ricevere il Battesimo, ma senza manifestarlo ai miei genitori. Il desiderio del Battesimo, però, era motivato anche da un sincero sentimento d’amore che stava crescendo nel mio cuore nei confronti di Gesù e dal desiderio di diventare cristiana, entrando a far parte della Chiesa.

Un giorno -avevo 6 anni- seppi di un grande raduno organizzato da un sacerdote in una parrocchia, un po’ distante dalla mia. In quella occasione sarebbero state battezzate tante persone, bambini e adulti.

Celebrazioni collettive di Battesimi, amministrati ad adulti e a bambini, circa 40 anni fa erano molto usuali in alcune zone del Sud America, da parte di sacerdoti missionari, proprio perché il Sud America era considerata da loro “terra di missione”.

All’insaputa dei miei genitori e di mia nonna, riuscii a convincere il cugino di mio padre e sua moglie ad accompagnarmi a quel raduno, dove chiunque, non battezzato (sia i bambini portati dai genitori, sia gli adulti), poteva ricevere questo sacramento, senza alcuna preparazione previa e senza nemmeno che il parroco lo conoscesse.

Al momento del Battesimo, che si svolse in una cattedrale (che era anche chiesa parrocchiale), mi confusi con tutti gli altri battezzandi e ricevetti anch’io, con grande gioia, il sacramento. Mio cugino e la moglie mi fecero da padrino e madrina.

Al termine della celebrazione tutti i battezzati venivano censiti nel registro parrocchiale dei Battesimi.

Dopo il Battesimo, cominciai a frequentare spontaneamente la Santa Messa festiva nella mia parrocchia, ma vi andavo da sola, perché i miei genitori non vi partecipavano. Dopo un anno circa volli iniziare il cammino di preparazione alla Prima Confessione e alla Prima Comunione, che ho ricevuto all’età di 9 anni. I miei genitori non parteciparono alla Messa in cui ricevetti la Prima Comunione e non permisero che io fossi festeggiata da alcuno. Nonostante ciò, da quel momento cominciai a sentire nel mio cuore un amore sempre più grande per Gesù; e, sebbene continuassi a essere coinvolta nella realizzazione delle pratiche magiche, provavo un disagio crescente, ogni volta che le facevo. Mi sentivo, al contempo, attratta dalle attività parrocchiali e, all’età di 10 anni, mi resi disponibile per aiutare alla mensa dei poveri e al dispensario farmaceutico della parrocchia. Entrai anche a far parte del coro parrocchiale.

Il senso di disagio crescente, che sentivo nei confronti delle pratiche magiche, giunse a un punto tale che, all’età di 11 anni, rinunciai definitivamente ad esse. Nel mio cuore entrò in abbondanza la pace e la serenità, che scaturiscono dal sentirsi accolti, amati e perdonati da Dio. Contemporaneamente, però, in seguito al mio rifiuto di prestarmi ancora alle pratiche magiche e ai riti di stregoneria, si scatenò una fortissima reazione da parte dei miei familiari, che si manifestò in un continuo tentativo di farmi desistere dalla scelta fatta: mi parlavano sempre del demonio come di un “buon amico”, al quale si doveva obbedire; lui, in cambio, mi avrebbe fatto dono di tante cose, compresa la salute. Dovevo solo consegnargli continuamente la mia anima e servirlo fedelmente. Mi rifiutai decisamente e, insieme alle persecuzioni familiari, si aggiunse quasi subito una guerra aperta e tremenda nei miei confronti da parte del demonio, che di notte mi assaliva con vessazioni fisiche: cercava di soffocarmi, mi bloccava nel letto; oppure mi procurava un peso tremendo sul petto, tanto che mi sentivo schiacciare; mi appariva sotto forme mostruose e mi diceva che ero sua e non mi avrebbe mai lasciata; altre volte provocava forti rumori in casa per impedirmi di dormire. Reagivo con la preghiera e, dopo una lotta estenuante, finalmente desisteva. Potrei raccontare ancora tante altre cose che mi rendevano la vita assai difficile, però ritengo che non sia qui né il luogo né il momento adatto. È importante, però, sapere che nel frattempo ero diventata catechista dei piccoli e nel mio cuore cominciò a manifestarsi il desiderio di donarmi totalmente a Gesù nella Vita consacrata, in un Istituto religioso. Tale desiderio si realizzò all’età di 17 anni, quando entrai nell’Aspirandato di un Istituto religioso. Per la mia famiglia fu una vergogna, un disonore, un’onta che ancora oggi desiderano farmi pagare, operando rituali di maledizione contro di me. Questo gesto, infatti, fu considerato anche un sacrilegio, ed essi, nei loro riti, mi offrono continuamente a satana, chiedendogli tutto il male possibile nei miei confronti. Sono trascorsi 23 anni da allora: nel frattempo sono diventata Suora, consacrandomi per sempre a Gesù con la professione perpetua dei voti religiosi. Attualmente offro a Lui l’esperienza di continui malesseri fisici -che i medici non sanno diagnosticare- e di visite notturne del maligno, che prosegue a tormentarmi con le sue vessazioni. La preghiera e gli esorcismi della Chiesa mi sono però di grande aiuto in questa lotta.

Mi chiederete: che c’entrano queste cose con l’uso dell’esorcismo di Leone XIII?

Vi narro un fatto che, a mio parere, dimostra come non possiamo sfidare il demonio con iniziative personali o con armi che la Chiesa mette solo nelle mani dei Vescovi e di Sacerdoti che ne hanno ricevuto legittima facoltà dai propri Vescovi.

Nella casa di mia nonna si svolgevano messe nere e rituali in cui venivano sacrificati animali e profanate le Ostie consacrate che si procurava tramite dei bambini che le portavano via di nascosto al momento della distribuzione eucaristica e che ella ricompensava con denaro (a quest’ultima nefandezza della nonna io non mi sono mai voluta prestare, nonostante me lo avesse chiesto più volte). Un giorno alcuni di questi fatti che accadevano in casa di mia nonna arrivarono alle orecchie del nuovo parroco, giovane e inesperto. Senza preavviso, si presentò immediatamente in casa di mia nonna con un secchiello di acqua benedetta e l’aspersorio in mano. «Cosa fate in questa casa? Adesso ci penso io!», esclamò l’ingenuo sacerdote. Mia nonna lo lasciò entrare, gli permise di benedire e di fare tutte le sue preghiere. Alla fine, con un sorriso perfido, gli domandò come stavano i suoi parenti e gli raccomandò di salutarli. Il parroco era appena giunto in canonica, quando ricevette una telefonata: veniva informato che suo padre, recatosi in campagna, non era più tornato ed era introvabile. Trascorsero sei giorni di inutili ricerche, quando fu ritrovato morto. Sul terreno e sul suo corpo vi erano evidenti tracce di un rituale satanico. Eppure, in quel luogo, coloro che erano alla sua ricerca erano passati in precedenza diverse volte, ma non avevano notato nulla. Il giovane parroco, poco tempo dopo, cadde in una tremenda depressione e dovette essere rimosso dalla guida della parrocchia.

Vengo ora a me. Da anni sono sottoposta regolarmente ad esorcismi per essere aiutata nelle continue vessazioni del maligno, che sperimento nella mia carne e so quanto sono delicate e umilianti le cose che possono venire alla luce o accadere durante un esorcismo.

Immagino, anzitutto, i possibili traumi psicologici che ne conseguirebbero se l’esorcismo fosse qualcosa che ogni persona, senza aver ricevuto una preparazione adeguata e senza che sia stata verificata la sua capacità ad assumersi un tale compito, facesse senza un mandato espresso da parte della Chiesa.

Inoltre, temo, per la mia esperienza, che si aprirebbero delle porte, attraverso le quali queste persone sarebbero attaccate in maniera molto forte dal demonio, divenendo a loro volta sue vittime e bisognose anch’esse di esorcismi.

Spesso, infatti, giungono alle Comunità monastiche richieste di preghiere in favore di persone sottoposte a esorcismi da Sacerdoti autorizzati. Queste richieste danno molto fastidio ai demoni, i quali cercano di vendicarsi su quelle Comunità e non è raro che Dio, per i fini misteriosi della sua Provvidenza, a volte permetta delle loro azioni di disturbo. Ora, se questi “disturbi” si verificano quando si fanno semplici preghiere quotidiane nelle quali si affidano le persone tormentate dal maligno alla Madonna e si offrono per loro sacrifici giornalieri, mi chiedo che cosa potrebbe accadere se qualcuno, senza godere della protezione assicurata da un mandato ufficiale della Chiesa, cominciasse a fare esorcismi, anche senza rivolgersi direttamente al demonio, ma semplicemente invocando l’aiuto di Dio servendosi di quelle che nel rito degli esorcismi della Chiesa sono definite “formule deprecative!”.

Nel mandato ricevuto dal Sacerdote esorcista scorgo la figura materna della Chiesa, che non abbandona mai i suoi figli e vi vedo la cura e la preghiera di tutta la Chiesa: non del singolo che opera in maniera privata e autonoma, ma l’unità e la forza della comunione ecclesiale.

Affido alla Madonna queste poche righe, che spero possano servire al bene di tante anime, nel desiderio che questo bene possa in qualche modo ridondare anche per la salvezza dei miei famigliari, ai quali ho sempre perdonato e di cuore perdono. Con questa intenzione concludo con l’antica preghiera per mezzo della quale i primi cristiani chiedevano l’intervento della Madre celeste:

Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio,

Santa Madre di Dio, non disprezzare le suppliche

di noi che siamo nella prova, ma liberaci da ogni pericolo,

o Vergine gloriosa e benedetta.