Titolo: La luna blu
Autore: Massimo Bisotti
Pagine: 188
Anno: 2013
Editore: LIT Edizioni

In vista dell’uscita del nuovo libro di Massimo Bisotti, Karmacity, mi sono decisa ad acquistare l’ultimo libro che mi mancava, La luna blu. Incuriosita dalla trama e dalla splendida copertina, mi aspettavo un libro diverso da quello che ho letto. 

Amo la gente che si ama, che sa amarsi.
Ha un vestito migliore, 
cucito addosso con l’ ago dell’ anima.
E lo regala, senza guardare la misura.
Perchè l’ amore non si prova, si indossa direttamente.
Dopo una festa, Meg incontra George, un uomo che la colpisce immediatamente e che riesce ad aprire il suo cuor. Sfortunatamente Meg può incontrarlo solo nei suoi sogni, così ella totalmente presa dal suo sogno lucido decide di vivere la sua seconda realtà, trascurando la prima. E’ nella realtà in cui George che vuole vivere, perché pensa di aver trovato l’amore così passa il suo tempo a dormire per incontrarlo. Tuttavia, qualcosa è destinato a cambiare.
La luna blu è il primo romanzo di Massimo Bisotti, un libro estremamente romantico e pieno di riflessioni sull’amore. Lo stile del romanzo è confuso poiché disseminate per tutto il libro troviamo queste bellissime citazioni dell’autore, ma che appaiono alcune messe alla rinfusa. Esse non seguono il filo logico della narrazione anzi sembra che esso sia stato ingoiato dalle frasi stesse. Frasi in cui ogni persona si può rispecchiare, frasi ad effetto che spiccano più della narrazione stessa. La storia di Meg e George prima e di Meg e Demian dopo, non risaltano nel libro, anzi i loro pensieri appaiono confusi e a volte troppo melensi, non si comprende dove vogliano arrivare. L’idea di base del romanzo appare originale ma forse mal trattata o forse è rimasta soffocata dai lunghi dialoghi ( che appaiono monologhi) dei personaggi. Il blu, secondo me, doveva avere un ruolo ancor più rilevante ma forse è perché io amo tale colore e accostato alla luna è uno spettacolo.

“E alcuni desideri si avverano al tramonto, sul mare emozionale, un attimo prima della chiusura delle ciglia, leggeri sull’incanto, a ricordarci che non ci dimenticano se non siamo noi a scordarcene, a ricordarci che non c’è un’ultima spiaggia per l’amore. La vita è così, lente giornate tutte uguali e emozioni improvvise che trafiggono il respiro. C’è chi ti ruba l’aria e chi te la ridà, dosandola in quel modo così perfetto da insegnarti a respirare.”

Devo dire che mi aspettavo di più, forse perché amo i libri sui sogni. Quando ho letto il sottotitolo “Il percorso inverso dei sogni”, mi aspettavo un libro che scavasse nella parte più intima ed inconscia dell’uomo e seppur Bisotti ci abbia provato il risultato non era quello che mi ero prospettata. Forse ho riposto troppe aspettative su questo romanzo, alimentate di anno in anno con la lettura delle varie frasi del libro sul web. Tuttavia, anche se ho sottolineato tantissime riflessioni, rimane un libro pieno di bellissime citazioni ma nulla di più. C’è da dire che forse se l’avessi letto in un periodo diverso a questo dove magari mi potevo immedesimare in Meg (come fu per Alex in Un anno per un giorno) forse non parlerei così o forse si ma il mio commento rimane questo. 

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