Mondovì – San Biagio (CN) : Antico Priorato di San Biagio

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Storia del sito:
L’antico priorato benedettino, anticamente nel territorio di Morozzo, venne costituito nel 1040 con beni provenienti dall’eredità di Eremberto di Morozzo e rimase legato a questa famiglia, anche se di fatto dipendeva da San Benigno di Fruttuaria. I benedettini resero fertile un’area in origine malsana ed inospitale. Il monastero venne citato in documenti nel 1101 e nel 1173. Nel 1440 i benedettini furono costretti ad abbandonare il priorato a causa della soppressione attuata dall’antipapa Felice V e il monastero passò al Capitolo dei Canonici di Mondovì.
Nel 1675 la chiesa assunse la funzione di parrocchiale per la frazione di San Biagio. Dopo la costruzione di una nuova chiesa parrocchiale nel centro dell’abitato, nella seconda metà del XVIII, secolo avvenne la trasformazione del priorato in cascina; nel 1788 esistevano solo più alcune camere del convento e il restante era stato ristrutturato per usi agricoli.
Dal 1973 i resti dell’antico priorato sono tornati ad essere la sede di una piccola comunità monastica. Da allora sono stati eseguiti lavori di scavo archeologico e recupero che hanno consentito di ricostruire le vicende degli edifici del monastero.
Si è appurato che la costruzione del complesso avvenne in diverse fasi. La prima costruzione fu una piccola cappella altomedievale ad aula rettangolare, abside rotonda con la curvatura irregolare, con murature di ciottoli posti a spina di pesce in abbondante malta, i cui resti, secondo Bertone, potrebbero risalire al VII-VIII secolo. Probabilmente nel X secolo la cappella fu ricostruita con strutture murarie insistenti sulle precedenti. In una successiva fase costruttiva furono edificati una chiesa più grande, con tre navate tutte absidale, accostata a sud della prima cappella, e alcuni edifici del monastero. Per le murature in ciottoli con giunti ripassati è databile al secolo XI.
Nel XIII secolo la chiesa fu rimaneggiata mantenendo la pianta a tre navate come la primitiva, ma realizzando un intervento radicale che portò a mantenere i lati nord e sud, arretrare le absidi, costruendone tre ex novo e radendo al suolo le preesistenti. Da documenti si sa che vi era un portico davanti alla chiesa, il chiostro e la sala capitolare. La muratura era con ciottoli a spina di pesce e blocchi di pietra provenienti dalle precedenti costruzioni. Venne affrescata nel XV-XVI secolo.
Non si sa quale fosse la lunghezza originale dell’edificio del XIII secolo, perché nel XVI-XVII secolo venne molto modificato con una riduzione dell’area adibita al culto; dovrebbe verosimilmente risalire a questo periodo l’arretramento della facciata al livello attuale, risultato di drastici interventi di abbattimento di una buona metà del complesso edilizio; le navate ridotte a due e quella nord trasformata in sacrestia, come documentato dalla relazione del vescovo Scarampi nel 1583.

Descrizione del sito:
La chiesa è quella derivante dalle modifiche del XVI secolo e successivi. Il campanile romanico è in mattoni, irrobustito negli spigoli con ripiani segnati da archetti pensili, coperto da un tetto; la cella presenta bifore con colonnina. Al momento gotico appartengono capitelli, finestre e porte ogivali. Alla base del campanile vi è di un vano quadrato, absidato verso oriente, che è stato possibile riferire all’edificio del secolo XI.
Gli AFFRESCHI che decorano l’interno della chiesa di San Biagio nei vani absidali e pareti contigue sono stati recentemente restaurati. Sulla parete del vano alla base del campanile è affrescata una Madonna del XV secolo, di notevole livello.
Gli altri affreschi risalgono ai primi decenni del ‘500 e presentano alcune iconografie più antiche e particolari. La parete destra, accanto all’abside minore, conserva una raffigurazione di sant’Anna “Metterza”, con in grembo la Vergine Maria la quale, a sua volta, regge sulle ginocchia il Bimbo Gesù: questa iconografia, resa celebre da Masaccio, è assai rara in Piemonte, mentre ebbe una discreta fortuna nei paesi nordici soprattutto fra Tre e Quattrocento. Un secondo e singolare particolare all’interno del ciclo pittorico è rappresentato (abside maggiore) dal Bimbo Gesù, recante la croce, il quale seguendo la traiettoria di un raggio che parte dall’Eterno, si dirige in picchiata verso la Vergine Annunciata. E’ una raffigurazione del parvulus puer preformato, severamente criticata fin dal Quattrocento ed in seguito dal Concilio di Trento, pertanto bandita dall’iconografia ufficiale. Nell’abside maggiore compare centralmente un incombente Padre Eterno circondato da angeli e cherubini; al di sotto è rappresentata l’Annunciazione. Nell’abside minore un’Assunta, con veste in broccato e manto azzurro, viene sollevata dagli angeli sopra le anime del purgatorio; ai lati due riquadri di epoca posteriore: a sinistra vi è sant’Antonio e, a destra, san Biagio.

Informazioni:
Il Priorato si trova oggi nel territorio della frazione San Biagio, in una tranquilla borgata. Nei  locali vi era il “Monastero di San Biagio, Madonna della Fiducia, centro di spiritualità”, che è stato  chiuso.

Link:
http://www.monasterosanbiagio.com

Bibliografia:
BERTONE L:, Arte nel Monregalese, L’Artistica Editrice, Savigliano CN, 2002
COMBA R.; MERLO G.; San Biagio di Mondovì, un Priorato fruttuariense tra XI e XV secolo, Atti Convegno 3-5 Novembre 2000, Quaderni di storia a arte, Soc. per gli Studi Storici,Archeologici ed artistici della Prov. di Cuneo, Mondovì. Centro studi Monregalesi, Cuneo, 2003

Fonti:
Fotografie dal sito sopra indicato. Piantina da Bertone 2002.

Data compilazione scheda:
17/05/2007 – aggiornamento marzo 2014 – maggio 2020

Nome del rilevatore e associazione di appartenenza:
Angela Crosta – Gruppo Archeologico Torinese

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