Chiara Ferragni nella basilica romanico gotica di Galatina: il Salento segreto sotto i riflettori
Dopo gli Uffizi di Firenze, la basilica di Galatina. Nelle sue giornate salentine, prima della sfilata Dior del 22 luglio in piazza Duomo a Lecce, Chiara Ferragni si dedica all'arte. Lo fa anche per lavoro, dato che in Salento è impegnata nella realizzazione di un video sulle bellezze del territorio, in collaborazione proprio con Dior. Dopo aver visitato il MarTa di Taranto (museo archeologico nazionale) è stata nella basilica di Santa Caterina d'Alessandria a Galatina. Un luogo unico per la Puglia e l'Italia meridionale, spesso oggetto di campagne promozionali del territorio ma forse mai così esposto agli occhi del mondo. Bastano alcuni scatti in cui l'imprenditrice e influencer da oltre 20 milioni di follower si fa ritrarre all'interno dell'edificio religioso perché arrivi all'attenzione di tutti. Con l'augurio che scateni l'effetto Uffizi: dopo le polemiche che sono seguite alle sue foto davanti alla Venere di Botticelli, il museo fiorentino ha comunicato che nel weekend c'è stato un incremento del 27 per cento di ingressi di bambini e giovani fino a 25 anni. A Galatina si troverebbero davanti a un gioiello, una fusione straordinaria fra romanico pugliese e gotico. L'interno è una pinacoteca, le pareti sono quasi completamente affrescate, tanto che per la vastità di cicli pittorici la basilica è seconda solo a quella di San Francesco d'Assisi. Racchiude una storia di arte e potere che va avanti dal XIV secolo: fu voluta dal signore del luogo, Raimondello Orsini del Balzo che, di ritorno dalle crociate, si spinse fino alla sommità del monte Sinai per rendere omaggio al corpo di santa Caterina. Secondo la leggenda, baciò la mano della santa, strappandole il dito con i denti. La reliquia si trova tuttora nel tesoro della chiesa, ma gli affreschi spettacolari si devono alla volontà di sua moglie, la principessa Maria d'Enghien, che a Galatina fece arrivare maestri da tutta Italia, alcuni di scuola giottesca e senese. Da allora sono passati 600 anni, la basilica è monumento nazionale, è aperta per le visite (anche in gruppo) e chissà se non subirà l'effetto Ferragni