Bari

Studenti svenuti per il caldo, il caso del Marconi-Hack finisce in Parlamento. Interrogazione a Valditara: “Basta classi-pollaio”

Studenti svenuti per il caldo, il caso del Marconi-Hack finisce in Parlamento. Interrogazione a Valditara: “Basta classi-pollaio”

A presentarla Elisabetta Piccolotti, deputata di Alleanza Verdi e Sinistra, dopo la decisione della dirigente di Bari di anticipare l’uscita dei ragazzi alle 12,30

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Il caso del Marconi-Hack di Bari finisce in Parlamento. La decisione di Anna Grazia De Marzo, preside dell’istituto tecnico-tecnologico, di anticipare l’uscita da scuola alle 12,30 – per due giorni – a causa del caldo insopportabile e dei conseguenti malori di alcuni studenti, ha spinto Elisabetta Piccolotti, deputata di Alleanza Verdi e Sinistra, a presentare un’interrogazione al ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara per denunciare l’annoso problema delle classi pollaio.

“Le prime classi delle superiori che quest’anno contano tra i 28 e i 32 studenti sono 2.500 – ha scritto la deputata – Le chiamiamo classi-pollaio, sono luoghi in cui i nostri figli e le nostre figlie devono passare ogni giorno cinque o sei ore, stipati, senza spazio vitale, senza possibilità di imparare e crescere in un luogo adeguato. E a volte capita, come è capitato a Bari all’istituto tecnico Marconi-Hack, che manchi proprio l’aria e che studenti e studentesse svengano per il troppo caldo, tanto che la preside è stata costretta a mandare a casa prima ragazze e ragazzi. Ho presentato l’interrogazione al ministro Valditara per capire cosa voglia fare contro questo sovraffollamento delle nostre scuole e per garantire la didattica in edifici che sono pressoché inagibili e senza aria condizionata, soprattutto al Sud, nei mesi di giugno e settembre”.

Anche la preside aveva lamentato l’assenza di strumenti per affrontare l’apertura delle scuole nei mesi più caldi. "Abbiamo anche il grande dramma della dispersione scolastica più alta d’Europa – continua la deputata – agire per ridurre il numero di alunni per classi è il minimo. Lo abbiamo chiesto più volte, lo faremo ancora nella discussione sulla nuova finanziaria”.

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