3 novembre 2020 - 09:57

Il portinaio scampato al delitto Gucci morto in attesa dell’intervento rinviato per il Covid

Giuseppe Onorato era stato ferito in via Palestro da due colpi di pistola. Da tempo si era ritirato in Alta Val Seriana. In primavera si sarebbe dovuto sottoporre a un’operazione, il ricovero un mese fa

di Redazione Bergamo online

Giuseppe Onorato Giuseppe Onorato
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«Senza dire nulla ha sparato contro il dottor Gucci. Alla schiena. Poi ha visto me e ha sparato due colpi, prendendomi al braccio e alla spalla sinistra». Giuseppe Onorato, quel 27 marzo 1995, aveva visto bene il killer di Maurizio Gucci. Faceva il portinaio nel palazzo di via Palestro, a Milano, teatro dell’agguato. Scampò ai proiettili e fu tra i testimoni chiave. A distanza di 25 anni, non è sopravvissuto invece ai danni collaterali del coronavirus. Lo racconta L’Eco di Bergamo, riportando, in un articolo di Stefano Serpellini, il racconto della moglie Rosangela Savoldi.

Il racconto di Giuseppe Onorato dopo il delitto; allora aveva 51 anni Il racconto di Giuseppe Onorato dopo il delitto; allora aveva 51 anni

Onorato, 77 anni, è morto lunedì 2 novembre in una clinica milanese, dove era entrato a inizio ottobre per un soffio al cuore. Da tempo viveva a Gandellino, in Alta Val Seriana. L’intervento era previsto in primavera. Scoppiata l’emergenza sanitaria, il ricovero era stato rinviato prima a luglio, ma i coniugi erano a trascorrere l’estate in Sardegna, poi è arrivata la chiamata un mese fa. Secondo quanto riferisce la consorte, Onorato era stato sottoposto a diversi tamponi, l’ultimo dei quali era risultato positivo, anche se lui non presentava sintomi. «Stava bene», sostiene la donna. La notizia della morte è arrivata dunque inattesa.

Per il delitto Gucci erano stati condannati la moglie Patrizia Reggiani (a 26 anni), ritenuta la mandante per motivi di eredità; la sua amica e cartomante Giuseppina «Pina» Auriemma (19 anni), che le fornì i contatti con gli esecutori; Ivano Savioni (20 anni), che organizzò il piano; Orazio Cicala (29 anni), che fece da autista, e Benedetto Ceraulo, colui che sparò (prese la pena dell’ergastolo). Onorato riuscì a ottenere i soldi del risarcimento, 100 mila euro, solo dopo un’estenuante battaglia legale, vinta nel giugno scorso.

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