Il barbabuc

Il barbabuc – ci spiega Mauro –è una coltivazione primaverile, si semina ad agosto, settembre, più o meno è una coltivazione come il radicchio. Io semino a file, direttamente sulla terra a mano. Poi freso con il motocoltivatore in mezzo alle file e tolgo l’erba quando ce n’è. Sì sfalcia una volta o due poi quando in primavera ricaccia si raccoglie: si mangia radice, foglia, si fa lessato. In autunno le foglie gelano poi ributta come il radicchio. Ogni piantina, se si lascia crescere, diventa anche un etto, fa radice e foglia e diventa sempre più grande, però se è un po’ più piccola è più tenera. La raccolgo come la carota: radice e tutto. Il barbabuc selvatico è tanto più piccolo di quello coltivato e se ne trova poco, per questo ho imparato a coltivarlo. Tra le erbe di campo adesso cominciano ad esserci tarassaco, borragine, cicoria selvatica, papavero, cardella, primule, erba di San Pietro. Le trovo nei boschetti, ogni tanto scopro qualche posto nuovo. In una giornata riesco a raccogliere più o meno 20 kg, tra raccogliere e pulire. Mentre raccolgo metto tutto assieme, poi si pulisce e si divide. Con la stagione anticipata, in questo momento ci sono un po’ più di erbe. Adesso andremo avanti a raccogliere anche due mesi: marzo, aprile e anche maggio. Oggi le erbe selvatiche sono di nuovo apprezzate, c’è poca gente che le conosce e le raccoglie. Mia mamma mi aiuta nella pulizia. – Sto tutto il giorno seduta a pulire – dice Fiorenza, la mamma, 64 anni – faccio questo lavoro da quando son piccola. Io conosco le erbe selvatiche, ma sono poche, non dappertutto vengono. Io le pulisco con il coltello, non sembra, ma ci va tempo. Con le erbe cucino minestre, frittate e con quelle tenere faccio l’insalata”.

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