Brescia, cade l’ultimo comune mai toccato dal Covid: primo positivo a Magasa (100 abitanti)

di Nicole Orlando

Nella piccola comunità, al confine con il Trentino, il paese è stato blindato per tutelare gli anziani residenti. Il positivo è in realtà di Gargnano, è residente solo sulla carta

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Dove non è arrivata la prima ondata della pandemia, né le sue varianti, dalla Beta alla Delta, è riuscita Omicron. Così Magasa, il più piccolo comune della provincia di Brescia, terra di confine con il Trentino, dopo quasi due anni di immunità dal virus conta il suo primo caso di contagio da Sars-Cov-2.

Nell’unico comune bresciano fino a questo momento «Covid-free» il primo tampone con esito positivo è arrivato sulla soglia del nuovo anno. Si tratta per la verità, spiega il sindaco Federico Venturini, di un uomo residente in paese solo sulla carta: «Non abita a Magasa ma a Gargnano, viene a trovare i genitori ma non è salito di recente, quindi di contatti non ce ne sono stati».

Anche perché, per tutelare gli abitanti (l’età media è di 65 anni), prima di Natale lo stesso sindaco ha chiesto ai figli degli anziani concittadini di rinviare i festeggiamenti in famiglia, in attesa di un miglioramento della situazione sanitaria. «Ho telefonato poco prima delle feste a tutti personalmente per chiedere di avere ancora particolare attenzione, evitando o comunque riducendo il più possibile i contatti con i genitori, quasi tutti anziani. Ho raccomandato di non abbassare la guardia perché questo virus non perdona e bisogna stare attenti soprattutto a chi ha un’età più elevata, più in pericolo nonostante i contagi sembrano dare sintomi abbastanza leggeri».

A Magasa è stato quindi un Natale in solitudine per tutti, a eccezione, racconta Venturini, «di una nostra anziana che compie 100 anni. La figlia è salita a trovarla dopo avere fatto il tampone, ed è rimasta con lei. È stato però un caso unico. Tutti gli altri hanno rispettato le misure di precauzione, come hanno sempre fatto».

Un po’ per l’isolamento naturale in cui si trova il piccolo paese della Valvestino, un po’ per le misure eccezionali prese fin dall’inizio della pandemia — la Pro Loco insieme al Comune aveva offerto tamponi a tappeto a tutti gli abitanti, e gli stessi familiari dei residenti si sono sempre sottoposti ai test prima di entrare in paese — Magasa continua a essere un’isola felice. Pur con molte rinunce: ultima in ordine di tempo, anticipa il sindaco, la cancellazione della festa patronale, il Triduo, prevista per il 22, 23 e 24 gennaio, che attira fedeli da tutta la valle. Anche quest’anno, come nel 2021, le celebrazioni saranno sospese per evitare assembramenti e contagi: è la seconda volta dal 1740. «Neanche durante la guerra — racconta Venturini — la festa dedicata al santissimo sacramento e ai defunti è stata mai cancellata. Il Covid ha cambiato tutto. Purtroppo però non ci sono alternative, dobbiamo tutelare i nostri anziani».

Dall’Alto Garda Magasa guarda al futuro con qualche preoccupazione in più. Oltre allo spopolamento e all’innalzamento dell’età media il paese cerca di resistere al virus con le poche armi a disposizione: anche l’utimo negozio di alimentari del paese ha chiuso i battenti, lo scorso settembre. Una sconfitta che l’amministrazione comunale sta tentando di trasformare in occasione di rilancio: «Stiamo cercando di portare avanti un nuovo progetto — spiega il sindaco — attraverso i fondi destinati ai comuni di confine, con l’obiettivo di riaprire lo storico albergo Tombea, chiuso da tempo, trasformandolo in un centro aggregativo. Lo immaginiamo come un luogo di riferimento per il turismo diffuso, dedicato principalmente alle colazioni, oltre a punto informativo e di ritrovo. L’intenione è di aprire anche un bar e un nuovo negozio di alimentari, per dare un nuovo slancio al territorio oltre a offrire servizi ai residenti».

4 gennaio 2022 (modifica il 4 gennaio 2022 | 08:18)