Alluvione di Niardo, il geologo: Fenomeni sempre più frequenti, serve più prevenzione

di Giuseppe Arrighetti

Dalla Regione subito 800 mila euro per gli interventi

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«Questi fenomeni così improvvisi e così violenti saranno, purtroppo, sempre più frequenti. Dobbiamo attrezzarci». Il geologo Luca Albertelli il 29 luglio era a Niardo per visionare la ferrovia, chiusa da Breno a Capo di Ponte perché invasa dai detriti e con la massicciata erosa dall’esondazione dei torrenti Re e Cobello. Collabora con la comunità montana e con diversi comuni e conosce bene la delicatezza del territorio valligiano. L’anno scorso ad agosto, sull’altro versante della valle, era esondato il torrente Blé tra Ono San Pietro e Cerveno, lo stesso che aveva fatto danni nel 2019; il torrente Figna a Ceto era esondato con la tempesta Vaia a ottobre 2018; Angolo Terme in pochi anni è stato investito più volte da frane e allagamenti. Eppure fino alla scorsa notte tutti temevano la siccità.

«Questi eventi — spiega Albertelli — si verificano per differenze di temperature molto elevate le quali creano correnti d’aria calda che si alzano velocemente e che, ad alta quota, si scontrano con correnti fredde generando celle temporalesche molto violente e molto localizzate, all’interno di bacini idrografici di superfici ridotte nei quali l’acqua si convoglia velocemente dal punto più alto fino al fondovalle trascinando con sé tutto quello che trova sul proprio percorso».

Un disastro all’anno in valle Camonica, ma basta allargare lo sguardo per osservare che è tutto l’arco alpino ad essere in estrema sofferenza: «Le proiezioni degli studi scientifici indicano nel 2030 e nel 2050 i prossimi step dell’evoluzione verso un clima sempre più estremo. Sono tutte le Alpi a subire le conseguenze maggiori perché le elevate differenze di temperatura e le conseguenti celle temporalesche qui trovano spazi ridotti in cui scaricare la propria violenza. Il fatto che la media valle Camonica registri un disastro all’anno deriva dal fatto che le differenze di temperatura qui sono ancora più accentuate che altrove».

Mercoledì era il decennale dell’esondazione che il 27 luglio 2012 aveva provocato danni ingenti a Sonico per l’esondazione della val Rabbia: qui è stato installato un sofisticato sistema di monitoraggio che rileva se gli spostamenti del terreno in alto sono pericolosi. «Ma prevenire rimane complicato – conclude Albertelli – perché siamo ancora deboli nelle previsioni meteo e perché l’approccio del legislatore può ancora migliorare: si fa molto per costruire nuove opere di regimazione idraulica, si fa ancora poco per la manutenzione, per pulire valli e torrenti. Sono consapevole che salire a due o tremila metri di quota con ruspe, scavatori e camion è praticamente impossibile, ma è quello che servirebbe. Per fortuna abbiamo una macchina di protezione civile che risponde in maniera efficace a questi eventi disastrosi».

A questo proposito Regione Lombardia ha messo in campo per Niardo tre azioni di pronto intervento, stanziando quasi 800 mila euro, e messo a disposizione un elicottero per sorvolare le zone colpite dall’esondazione dei due torrenti. Al momento non è stata ritenuta necessaria l’attivazione della Colonna Mobile Regionale; le previsioni del tempo però non promettono nulla di buono, nelle prossime ore sono previste nuove precipitazioni.

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29 luglio 2022 (modifica il 29 luglio 2022 | 16:50)