Teatro: tradizione, comunicazione, sicurezza e spinta emozionale, parliamone con Alfiero Alfieri

Nella foto Cinzia Ravaglia (Segreteria Generale CONSAP) con il Maestro Alfiero Alfieri

Nella foto Cinzia Ravaglia (Segreteria Generale CONSAP) con il Maestro Alfiero Alfieri

Nelle attività di aggregazione culturale e di promozione spettacoli che hanno alto valore professionale, la CONSAP – Segreteria Provinciale di ROMA ha voluto rivolgere qualche domanda al Maestro Alfiero Alfieri che tra l’altro è in scena, in questi giorni  a Roma Teatro via dell’imbrecciato dal 2 al 5 Marzo 2017.
La produzione delle spettacolo ha voluto riservare agli iscritti alla CONSAP una speciale convezione:

https://consaproma.wordpress.com/2017/02/04/teatro-alfiero-alfieri-e-la-sua-compagnia-in-ammazza-che-famija-roma-teatro-via-dellimbrecciato-dal-23-al-26-febbraio-e-dal-2-al-5-marzo-2017-speciale-riduzione-per-gli-iscritti-all/

 

Cosa è cambiato tra la recitazione del passato e quella dei tempi moderni?
Credo che oggi molti attori recitano con meno passione  e con più egocentrismo.

Quanta importanza ha il pubblico per la spinta emozionale degli attori in scena?
Direi che è la linfa vitale nonostante i miei 57 anni di attività quando sento gli applausi del Pubblico provo la stessa emozione della prima volta.

Cosa caratterizza il teatro romano dalle altre forme di teatro?
Tutti i teatri in dialetto hanno la capacità di comunicazione più immediata con il Pubblico, in particolare quello romano che rispecchia il modo di vivere scanzonato e sornione tipico del Popolo quirite.

Si può trasmettere sicurezza e senso di rispetto del giusto vivere attraverso uno spettacolo?
Assolutamente si..in primis agli Attori che riescono a vincere la timidezza che in alcuni è insita nel proprio carattere  ed inoltre debbono imparare a rispettare i colleghi in scena, il regista e maggiormente il Pubblico e fare squadra per la buona riuscita dello spettacolo, In più in molti dei miei testi si evidenziano i veri valori del vivere civile.

Cosa chiede Alfiero Alfieri a se stesso facendo un bilancio  della propria carriera artistica?
L’unica che cosa che posso ancora chiedere è che il Signore  mi dia la forza per ancora tanti altri anni  di provare la gioia di donare al Pubblico due ore di sereno divertimento e di sentire il Loro caloroso affetto.

Quanto è importante per Alfieri uno Stato di giustizia e cosa pensa della professione del poliziotto?
Senza retorica, direi che è fondamentale e lodevole, sapere che ci sono Donne e Uomini che fanno della loro ragione di vita la sicurezza degli Altri

Se dovesse immaginare  più scene di uno spettacolo a tema di sicurezza che ruolo assegnerebbe ad ogni singolo attore prescelto e quale il finale?
Sicuramente, rifacendomi all’indimenticabile film “Guardie e ladri”  metterei in scena attori che possano mettere in risalto la forza e il coraggio del poliziotto e la fragilità dei malviventi..ma il finale lo immaginerei a lieto fine: il bene che trionfa sul male.

Alfiero Alfieri in scena

Alfiero Alfieri in scena

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(foto di Cinzia Ravaglia)

Alfiero Alfieri
Roma, 6 ottobre 1942 è un attore italiano.
Artista fin da bambino ed allievo di Aldo Fabrizi, con la sua carriera cinquantennale è uno degli attori più prolifici del teatro dialettale romano. Sono note al pubblico capitolino  le sue versioni de Il malato immaginario di Molière e de Il Marchese del Grillo, oltre a varie commedie originali. È sposato ed ha due figli.
Ha partecipato, nel ruolo del sacerdote, ai film Viaggi di nozze e Grande, grosso e Verdone di Carlo Verdone. (Wikipedia)

 

 

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