Castelpoto, un paese ‘quasi’ fantasma – il lato semiabitato (1)


Castelpoto ci siamo arrivati risalendo in auto da valle, attraverso una lunga serpentina di curve, fino alla cima dell’altura su cui riposa questo piccolo paese che conta poco più di milleduecento anime. Abbiamo parcheggiato ai margini del lato settentrionale, ovvero ai piedi di un’area abitata, almeno sulla carta. Eppure, scesi dalla macchina, il primo scenario che ci siamo trovati davanti è stato un enorme edificio diroccato, che già da solo sarebbe bastato per una lunga, intrigante esplorazione.

 

Come d’abitudine, abbiamo preferito la scoperta diretta alle nozioni preventive: spoiler ridotti al minimo per puntare tutto sull’esperienza dal vivo. Tant’è che, ad un primo sguardo, ci è parso di essere già dentro il borgo fantasma di cui andavamo in cerca. E invece no. Castelpoto si compone, infatti, di due corpi: uno è il centro antico, defilato su un crinale del monte e da tempo totalmente spopolato; l’altro, quello da cui è partita la nostra deriva, sarebbe in teoria l’abitato… già, ma non del tutto. In realtà, anche la metà ancora ‘viva’ di Castelpoto si sta lentamente estinguendo, e ben presto abbiamo dovuto rifare i conti e capire che 3/4 di questo comune è un paese fantasma.

 

Nella metà semi-abbandonata sono poche le case ancora in uso, e molte quelle vuote e diroccate. Anche le viuzze del paese sembrano tradire un certo grado di abbandono, e noi non abbiamo incrociato anima viva, se non l’immancabile presenza canina, come già accaduto in gran parte delle nostre esplorazioni: un simpatico cagnolino ci ha seguito per tutto il tragitto, fino al nostro ritorno all’auto (foto). All’interno delle abitazioni evacuate sono sparpagliati ovunque oggetti della vita che fu: libri, giornali, utensili, mobili e persino un biliardino.

 

Le iscrizioni visibili sulle facciate di alcuni palazzi in pietra rimandano a due secoli fa, ed è un miracolo che queste antiche costruzioni siano sopravvissute ai tremendi terremoti  del 1962 e del 1980, che nella zona del Beneventano hanno generato una proliferazione di borghi fantasma (tra questi Paduli, oppure la famosa Apice).

La fondazione del sito ha origini ben più remote: risale all’epoca sannitico-romana, prima di svilupparsi ulteriormente sotto i Normanni e i Longobardi, come testimonia la pianta urbanistica tipica di un borgo medievale. Le linee della storia locale sono però iscritte, e soprattutto meglio leggibili, tra le mura dell’antico borgo abbandonato, a cui si accede passando accanto alla torre dell’orologio del palazzo ducale.

Il borgo medievale di Castelpoto è stata la tappa successiva: a questo link l’articolo.
Qui invece il link per l’album Facebook con tante altre foto.


Categoria: borghi fantasma
Tipologia: paese parzialmente abbandonato
Stato: diverse case diroccate
Zona: provincia di Benevento
Raggiungibilità: agevole in auto
Accessibilità: semplice
Dintorni: abitati
Visita: libera
Durata: 2 ore
Aggiornamento: marzo 2019

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