STRUGGIMENTO INTERIORE

“Per vivere con onore bisogna struggersi, turbarsi, battersi, sbagliare, ricominciare da capo e buttare via tutto, e di nuovo ricominciare e lottare e perdere eternamente. La calma è una vigliaccheria dell'anima,,,,,"
Così scrisse TOLSTOJ in una rivista.

Sinceramente, non credo che per conservare la propria dignità sia indispensabile giungere allo struggimento completo del proprio animo o al culmine della drammatizzazione emotiva. La nostra coscienza sarebbe eternamente flagellata e martoriata e non farebbe mai tesoro delle percezioni che si offrono alla nostra attenzione e delle esperienze che la vita ci propone, anche se a volte ci “stirano” per terra.
Sicuramente, una sottile inquietudine dell’animo e della mente, per i dubbi e le incertezze che crea in noi, ci rende più pronti e aperti a recepire i messaggi della vita, consapevoli della ricchezza contenuta negli altri e degli infiniti valori che ci circondano. Al contrario, una calma estesa e piatta, oltre ad essere sintomo di chiusura dell’anima, ci renderebbe forse superbi possessori di principi universali, pronti a cadere poi ad ogni crisi che ci si presenta davanti.
No, non credo che per sentirsi coraggiosi bisogna perdere eternamente. Si può esserlo vivendo sempre la nostra vita, senza buttare mai via nulla, anche quello che può apparirci sbagliato, inutile, doloroso. L’anima coraggiosa deve imparare a maturare, vivendoli, i momenti brutti e i momenti belli. A scrivere fino in fondo le pagine di dolore, sapendo e sperando che, voltando pagina nella nostra vita, ve n’è un’altra, tutta bianca, da scrivere e colorare con le nostre emozioni più belle. Emozioni scaturite da quelle che le hanno precedute, spesso brutte, e che non sono state buttate via, perché pezzi del nostro cuore e del nostro esistere...

Pasquale