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Percorsi di visita

Crocifisso prodigioso del XIII secolo

Davanti a questa celebre tavola, di autore ignoto, si raccoglieva in preghiera san Tommaso d’Aquino. Il recente restauro del 2018 ha permesso di confermare l’origine campana del dipinto, dagli evidenti influssi orientali.

La Cella di san Tommaso d’Aquino abitata dall’Angelico tra il 1272 e il 1274 custodisce il “Crocifisso che parlò a San Tommaso d’Aquino”, la celebre tavola del XIII secolo di autore ignoto. Secondo i biografi dell’Aquinate, Tommaso soleva raccogliersi in preghiera davanti a questo Crocifisso, collocato nella cappella dedicata a San Nicola di Bari nell’antica chiesa di San Michele Arcangelo a Morfisa.

Il 6 dicembre 1273 Tommaso ebbe un dialogo mistico davanti alla tavola: «Bene scripsisti de me, Thoma. Quam ergo mercedem accipies?» («Tommaso tu hai scritto bene di me. Che ricompensa vuoi?»). E Tommaso rispose: «Non aliam nisi te, Domine» («Niente altro che Te, Signore».) Il restauro del 2018, realizzato nell’ambito della diciottesima edizione di Restituzioni – il programma di esposizioni di restauri di opere del patrimonio culturale italiano promosso da Intesa San Paolo –, ha permesso di confermare l’origine campana del dipinto, che presenta evidenti influssi iconografici orientali.

La tavola, che a partire dalla seconda metà del Quattrocento fu spostata sull’altare maggiore del Cappellone del Crocifisso, è attualmente esposta nella cella di San Tommaso d’Aquino.