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I deserti occupano un terzo della superficie delle terre emerse e sono presenti in tutti i continenti. In questi ambienti la pioggia è scarsissima: a volte prima che cadano poche gocce d'acqua dal cielo passano addirittura alcuni anni. La temperatura di giorno raggiunge valori molto elevati, mentre di notte cala notevolmente perché molto del calore presente in superficie si disperde in atmosfera. La vita, però, non si ferma nemmeno davanti al deserto e, sia pure con mille difficoltà, riesce a resistere a un clima così sfavorevole ricorrendo ad espedienti molto efficaci. 

Il deserto (dal latino deserere che significa abbandonare) è un habitat caratterizzato da una bassa piovosità. In molti deserti la piovosità annua è inferiore ai 50 mm, ma può essere anche nulla. 

In questo ecosistema, la scarsità d’acqua è il fattore ecologico principale che influenza la vita, sia vegetale sia animale. Oltre alla scarsità delle precipitazioni, anche la loro variabilità annua influisce fortemente sulla vita: per avere un termine di paragone, basta rilevare che in Europa il valore delle precipitazioni varia annualmente del 20%, mentre nel Sahara arriva a 80-150%. Questo comporta violenti scrosci saltuari, durante i quali può cadere più pioggia che in vari anni consecutivi. 

I deserti possono essere freddi o caldi. I deserti freddi si trovano ad altitudini elevate, dove in inverno la temperatura arriva ad essere sottozero, come il Deserto di Gobi, protetto dalle masse di aria che portano piovosità da alte catene montuose. Nei deserti caldi, la temperatura atmosferica diurna può arrivare a 50°C, mentre quella della superficie della sabbia può salire fino a 90°C. Durante la notte, il suolo e l’aria si raffreddano rapidamente con escursioni di oltre 20°C. In un ambiente così inospitale, tutti gli esseri viventi devono essere altamente specializzati: per ovviare alla scarsa presenza di acqua, si sono evolute le più svariate forme di adattamento anche se la biodiversità è comunque bassa, poiché in 150.000 km2 (pari alla metà dell’Italia) si possono incontrare da un numero minimo di 20 specie di piante ad un massimo di 400.

I deserti nel mondo

I deserti si estendono dal 20° parallelo Nord al 20° Sud. Il 15% di tutte le terre emerse viene considerato semiarido, un altro 15% arido e il 4% estremamente arido. I deserti estremamente aridi sono caratterizzati dall’assenza totale di precipitazioni per periodi di oltre un anno. Queste caratteristiche si trovano nei deserti veri come il Sahara, parte del deserto d’Arabia, il Namib e parte del Kalahari; il deserto Mojave nordamericano e l’Atacama dell’America latina; il Gobi asiatico e parte del deserto australiano. 

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Le oasi

Un'oasi si forma generalmente dove una falda freatica è più vicina alla superficie terrestre, così da consentire l’affioramento dell’acqua necessaria alla vita. In casi isolati le oasi vengono create artificialmente scavando dei pozzi a volte profondi anche chilometri, fino ad arrivare alla falda freatica; di qui l’acqua potrà poi essere estratta tramite una pompa o con un secchio. La vegetazione presente in questi ambienti è solitamente composta da palme da dattero e da ridotte piantagioni di ortaggi, frutta, cereali. 

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Le piante del deserto

La vita vegetale del deserto comprende specie annuali, effimere e perenni, così chiamate a seconda della durata del loro ciclo di vita.

Piante annuali. Le annuali sono tutte quelle piante, principalmente erbacee, il cui ciclo di vita dura meno di un anno, come, per esempio, il Panicum turgidum che è una pianta sempreverde quando cresce nei suoli alluvionali più umidi, mentre nei suoli aridi diventa decidua, cioè perde le foglie…

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Gli animali del deserto

Anche nel mondo animale si trovano sorprendenti adattamenti a questo habitat inospitale dove il caldo e la siccità sono i principali fattori limitanti per lo sviluppo della vita, e determinano anche una scarsa disponibilità di cibo. Alcuni animali del deserto durante l’estate o nel caso di siccità particolarmente prolungata vanno in “estivazione”, riducono, cioè, le proprie attività, riparandosi sotto le rocce o nel sottosuolo, esattamente come avviene in inverno nelle latitudini temperate, quando molti esseri viventi si ibernano o entrano in letargo. 

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Come si forma un deserto

Un deserto ha origine dopo una prolungata carenza di precipitazioni. La conformazione geologica - dovuta in prevalenza all'azione del vento (erosione eolica) - può essere di differenti tipologie. Ci sono i deserti di sabbia, chiamati erg, di roccia, detti hammada, o di ciottoli, i deserti serir. La storia di un deserto può essere studiata attraverso la paleontologia. Durante il pleistocene (1 milione di anni fa), dove attualmente si trovano i deserti si alternarono periodi piovosi coincidenti con le glaciazioni e periodi aridi corrispondenti ai periodi di clima più caldo. 

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La lunga storia del Sahara

Le origini del deserto del Sahara, il più vasto deserto caldo e il più esteso in assoluto, risalgono a circa 600 milioni di anni fa. Il mare sommerse ripetutamente questa regione, depositando i suoi sedimenti; ad ogni riemersione si alternarono foreste, savane e addirittura paludi. Durante questa fase, nella zona crescevano alberi come la quercia, il cipresso, l’ulivo e il pino d’Aleppo. Circa 50-55 milioni di anni fa, le terre emersero definitivamente e incominciò la fase di inaridimento del territorio; a testimonianza di ciò rimangono ancora oggi molte tracce…

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Tra i dinosauri del Gobi

Il deserto del Gobi, all'estremità sudoccidentale della Mongolia, oggi è una delle zone più inospitali del pianeta, ma da 130 a 65 milioni di anni fa era una regione ricca di vita, di grandi laghi e di fiumi. È qui che, a partire dai primi anni del secolo scorso, i paleontologi hanno scoperto ricchissimi giacimenti di fossili del periodo Cretaceo, quando i dinosauri raggiunsero l'apice della loro evoluzione prima di estinguersi. Per capire quanto siano importanti le scoperte di questa zona, basta dire che dei sette gruppi sistematici in cui sono stati classificati i dinosauri, ben cinque sono rappresentati fra i fossili del Gobi, e fra loro quasi tutte le specie carnivore. 

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Nonostante l’inospitalità del deserto, esistono etnie che vivono in questi luoghi; sono gruppi di persone costrette a spostarsi continuamente in carovane alla ricerca di luoghi dove trovare acqua e cibo, sfidando quelli che sono i maggiori rischi: tempeste di sabbia, pozzi insabbiati o perdita della direzione per mancanza di punti di riferimento. Alcuni di questi popoli sono i Berberi del nord Africa, che comprendono tra gli altri anche Kabili e Tuareg; i Beduini dei deserti arabi, i Beja in Namibia, i San del Kalahari e gli aborigeni australiani.

I Tuareg. Emblema della vita umana nel deserto sono i Tuareg che, da secoli, vivono percorrendo con i loro dromedari le piste del Sahara. Detti anche “uomini blu” per il caratteristico velo che indossano per ripararsi dalla sabbia e dal caldo, questo popolo vive in accampamenti di tende costituite da decine di pelli di capra dipinte di ocra rosso, cucite sapientemente dalle donne per custodire tutti gli oggetti e gli utensili della vita quotidiana. I Tuareg vivono principalmente di prodotti ricavati dai loro animali. La loro alimentazione è costituita da latte cagliato, burro fermentato, datteri e cereali (in particolare il miglio) dai quali ottengono la farina. La carne si mangia raramente, ma quando arriva l’ospite, che va assolutamente onorato, si uccide la capra secondo la tradizione mussulmana. L’acqua viene trasportata in otri ricavate da zucche svuotate e seccate al sole, la cui superficie decorata permette di identificare il gruppo che le ha prodotte. In origine i Tuareg erano un popolo nomade, ma successivamente i vari conflitti e la colonizzazione francese hanno spinto molti di essi a svolgere una vita sedentaria, e i pochi che restano nomadi vivono dei prodotti dei loro animali e di altri cibi ottenuti commerciando e allevando dromedari e cavalli. Realizzano prodotti artigianali in argento cesellato, conciano pelli, fabbricano stuoie e realizzano tappeti e tessuti con lana di dromedario. L’agricoltura, così come l'artigianato di alto livello, è praticata da caste inferiori che sono sedentarie nelle oasi. Oggi, alcuni Tuareg hanno trovato un impiego nel terziario e si occupano di turismo: da ottimi conoscitori del deserto, fanno da guida ai turisti durante le escursioni.

I Beja. Se i Tuareg possono essere considerati “incontrastati padroni del Sahara”, i Beja sono da sempre gli abitanti delle vaste distese del deserto nubiano. La maggioranza della popolazione Beja (circa 1,5 milioni) vive nel Nord-Est del Sudan. Sono chiamati i "Fuzzy-Wuzzies” a causa dei loro capelli crespi. Per oltre 4000 anni i Beja hanno percorso questo caldo paese e le colline desolate del Mar Rosso alla ricerca di pascoli per i loro cammelli, bovini, pecore e capre. Erano temuti per le rapide scorrerie che effettuavano contro le ricche città lungo il Nilo. Dopo il saccheggio si rifugiavano nel deserto di cui conoscevano tutti i meandri e i pozzi dove poter trovare acqua, anche i più nascosti. Un popolo valoroso e tenace tanto che, non solo ha saputo resistere alle pressioni di Egiziani, Greci e Romani, ma, nel XIX secolo, ha persino vinto una battaglia contro l'esercito britannico, molto meglio equipaggiato e preparato militarmente. Da sempre le loro uniche armi sono: la spada, ornata d’argento, il coltello ricurvo, lo scudo rotondo di pelle d’elefante e un’arma antichissima, il “bastone da getto”, già utilizzato nell’Egitto faraonico per la caccia.

Coltivare le oasi

Nelle zone desertiche l’agricoltura è praticata soltanto nelle oasi. All’origine c'è spesso una singola palma, piantata in uno scavo del terreno e circondata da rami secchi per proteggerla dalla sabbia. Con il tempo si sviluppano estese coltivazioni, ma l’acqua necessaria alla crescita della vegetazione non scaturisce liberamente da sorgenti. È necessaria un’opera umana faticosa e rigorosa per sfruttare la riserva idrica presente nel sottosuolo. Nel corso del tempo, l’uomo ha costruito vasche sotterranee per raccogliere l’acqua, e lunghi canali per trasportarla. 

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L’oro del deserto

L’importanza economica del deserto è legata anche allo sfruttamento delle risorse minerarie, attività presente già dall’antichità. In Egitto, per esempio, durante l’egemonia romana, veniva estratto il porfido rosso che veniva utilizzato per ornare i grandi edifici pubblici e le dimore dell’imperatore. L’importanza del porfido rosso era legata probabilmente, oltre che alla sua bellezza, alla scelta della porpora come colore reale o imperiale: il suo nome, infatti, “porphyrites” deriva da “porphyra”, che significa porpora. 

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Diamanti del deserto

In questo ecosistema ostile, l’insediamento umano è legato anche allo sfruttamento delle risorse minerarie: dall’oro ai diamanti, dal petrolio a molti minerali. Già nel periodo tolemaico, nell’antico Egitto, gli schiavi faticavano senza interruzione per estrarre l’oro dal quarzo, utilizzando rudimentali strumenti di pietra. Ancora oggi, una vasta fetta del deserto della Namibia e del Sud Africa è sfruttata per l’estrazione di diamanti. 

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Il deserto per i turisti

Un’altra attività economica del deserto è legata al turismo: difficile resistere al suo fascino. Molte persone sono attirate dal silenzio e dalla vastità di questi luoghi suggestivi e unici. Per questo, sono stati attrezzati accampamenti che, durante tutto l’anno, ospitano turisti provenienti da tutto il mondo e che costituiscono il punto di partenza per escursioni guidate. 

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La desertificazione

Secondo le stime del Programma per l'Ambiente delle Nazioni Unite (United Nations Environment Programme - UNEP), un quarto delle terre del pianeta è minacciato dalla desertificazione. L’esistenza di più di un miliardo di persone in oltre 100 nazioni è messa a rischio, dal momento che la coltivazione e il pascolo divengono meno produttivi. Per desertizzazione si intende la semplice avanzata di un deserto in una data area, verso zone non desertiche. Per desertificazione, invece, si intende un processo di degrado di suoli che porta alla scomparsa della biosfera (animali e piante) generalmente di origine antropica. 

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Deserto

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Deserto Junior

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