Dalle alluvioni al caldo estremo, la crisi climatica distrugge le colture e mette in pericolo i lavoratori

Euractiv Italia ha intervistato il professore Luigi Pellizzoni ordinario di Sociologia dell’ambiente e del territorio presso la Facoltà di Scienze Politiche e Sociali della Scuola Normale Superiore di Firenze e coordinatore del gruppo di ricerca “Politics-Ontologies-Ecologies“. [EURACTIV Italia]

Temporali, violente grandinate o temperature che sfiorano i quaranta gradi. Gli eventi estremi, legati alla crisi climatica, stanno mettendo a dura prova l’agricoltura italiana. I raccolti di frutta e verdura sono compromessi e le piante sono indebolite dallo stravolgimento del ciclo delle stagioni, con danni economici enormi (attorno ai 6 miliardi nel 2022) ed effetti a catena sui consumatori, costretti ad acquistare prodotti di minore qualità a prezzi più alti. Il caldo inoltre rende difficili le attività di raccolta e mette in pericolo la salute di migliaia di lavoratori, nonostante i tentativi di tutela del Decreto Caldo del Governo Meloni.

Danni economici

Un solo evento catastrofico, come l’alluvione che ha colpito due volte in rapida successione prima il 3-4 maqgio e poi il 16-17 maggio l’Emilia Romagna, ha provocato danni per 1,93 miliardi di euro. Nel 2022 la siccità è costata a frutteti e imprese quasi 6 miliardi di euro. Il conto di quest’anno non è ancora arrivato, ma, secondo Coldiretti, una delle maggiori associazioni del settore, sarà ancora più salato.

L’effetto combinato di pioggia e caldo ha ridotto del 70% la produzione di miele, del 60% quella di ciliegie, del 10% quella di grano e latte. Le api faticano ad uscire dalle arnie per impollinare e “il caldo torrido – afferma il report presentati dal consorzio – sta bruciando frutta e verdura nei campi, con ustioni che provocano perdite dall’uva ai meloni, dalle angurie alle albicocche, dai pomodori alle melanzane”.

Coldiretti: "La siccità mette a rischio 3.000 imprese agricole italiane"

“Non c’è agricoltura se non c’è acqua. O meglio, se non c’è nel modo giusto e nel momento giusto”. Così il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti ha lanciato l’allarme sull’emergenza siccità in un articolo sulla rivista online Rienergia Staffettaonline. …

Dalla Puglia, alla Campania fino al nord Italia, gli agricoltori stanno cercando di correre ai ripari. Ombreggiare i prodotti sotto barriere naturali, come erba e foglie, anticipare i raccolti ed eliminare i prodotti non giunti a maturazione, spesso non basta.

Soprattutto nelle regioni del Sud ad aggravare la situazione ci sono gli incendi estivi. Oltre all’incremento delle fitopatologie che, approfittando della situazione già stressante per le piante, si diffondono con maggior virulenza tra i filari. I vigneti sono stati decimati dalla peronospora e dalla flavescenza dorata. Mentre la frutta sta subendo, oltre alla grandine, l’attacco di alcune fitopatie.

Le temperature anomale degli ultimi due mesi, per Coldiretti, sono solo “la punta dell’iceberg” del 2023, segnato da una “grave siccità che ha compromesso le coltivazioni in campo aperto”, “dal moltiplicarsi di eventi meteo estremi, precipitazioni abbondanti e basse temperature ed infine dal caldo torrido di luglio”. I danni all’agricoltura e alle infrastrutture – prevede l’associazione – supereranno i 6 miliardi dello scorso anno, dei quali oltre 1 miliardo solo per l’alluvione in Romagna”.

Impatto sul lavoro

Le alte temperature ostacolano anche le “operazioni agronomiche e di raccolta che devono essere sospese nelle ore più bollenti per tutelare la salute dei lavoratori”, spiega Coldiretti. Se nei campi è possibile trovare un minimo di refrigerio, lavorare nelle serre è quasi impossibile.

La tutela dei coltivatori spesso è demandata alle singole aziende. Il Decreto Caldo, emanato dal Governo Meloni, permette alle ditte che operano nei settori edile e agricolo di chiedere la cassa integrazione ad ore, quando l’afa e l’umidità diventano un rischio per la salute, con un investimento pubblico di circa 10 milioni (8,6 per l’edilizia e 1,4 per l’agricoltura).

Tuttavia gli stagionali, che costituiscono gran parte della forza lavoro in orti e frutteti, sono esclusi dal provvedimento. Inoltre, il blocco delle attività nelle ore più afose, chiesto da CGIL e UIL, non  è riuscito a entrare nella norma, in questa fase della trattativa.

L’allarme nel Sud dell’Europa

Un report presentato al Consiglio UE dei ministri dell’Agricoltura di maggio dalla delegazione portoghese, anche a nome di Francia, Italia e Spagna, evidenzia come questa crisi riguardi tutto il Sud dell’Europa, non solo il nostro paese. In Spagna, nel primo semestre 2023, è piovuto il 24% in meno della media del periodo. In Portogallo la carenza di pioggia ha avuto impatti negativi sulle attività agricole in oltre il 40% del territorio interno, mentre in Francia sono diversi i distretti che soffrono per la carenza idrica.

Dall'Italia alla Germania, come i governi europei stanno affrontando la siccità

La siccità è una delle sfide più grandi che l’Italia sta affrontando negli ultimi mesi, con conseguenze disastrose per il settore agroalimentare. Nel resto d’Europa però non va meglio: il 26.6% del territorio dell’Unione Europea è in condizioni preoccupanti, …

L’intervento europeo

La Commissione europea non è stata a guardare. A fine giugno ha sbloccato 330 milioni di euro dal Fondo di Crisi della Pac (Politica agricola comune) per dare sostegno agli agricoltori di 22 Stati membri. Almeno 60,5 milioni saranno destinate alle aree alluvionate dell’Emilia Romagna.

Inoltre, i beneficiari dei fondi potranno integrare i sussidi fino al 200% attraverso fondi nazionali e avere in anticipo alcune erogazioni della Pac: in particolare, fino al 70% dei pagamenti diretti e fino all’85% dei pagamenti per lo sviluppo rurale connessi alla superficie e agli animali potrebbero essere messi a disposizione già da metà ottobre. Ci sarà infine la possibilità di riorientare le strategie nazionali per recuperare le perdite.

Gli Stati membri potranno anche modificare i propri Piani Strategici della Pac per riorientare i fondi verso investimenti che ripristinino il potenziale produttivo a seguito della distruzione delle colture, della perdita di animali da allevamento e dei danni a edifici, macchinari e infrastrutture a causa di eventi climatici avversi; modifiche che non sarebbero conteggiate nel novero massimo di quelle consentite.

Per avere i primi aiuti bisognerà però attendere la fine dell’anno. Stati membri e Commissione dovranno infatti trattare sui criteri di distribuzione, sulla valutazione delle misure, per evitare distorsioni del mercato o sovracompensazioni.

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