Grigorij Rasputin: tra mito e leggenda

Girano numerosi voci e leggende relative alla sua vita, al suo rapporto con la famiglia imperiale e, soprattutto, riguardo alla sua morte.

Oggi scopriremo la vera storia di questa carismatica figura.

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La vita

Grigorij Efimovič Rasputin nacque approssimativamente nel 1869 nel villaggio di Pokrovskoe nella regione di Tjumensk in Siberia occidentale.

La sua data di nascita non è certa: Rasputin affermava di essere nato tra il 1984-1985, ma secondo gli storici si auto-attribuiva 5 anni in più, per meglio rappresentare l’immagine del vecchio santone che che avevano di lui a San Pietroburgo agli inizi del XX secolo.

Il padre, Efim Jakovlavič Rasputin, era un cocchiere. La madre si chiamava Anna Vasil’evna. Grigorij Rasputin era essenzialmente un contadino siberiano analfabeta, infatti imparò a leggere e a scrivere a San Pietroburgo.

Alcune lettere scritte da Rasputin

La gioventù e il trasferimento a San Pietroburgo

Rasputin al villaggio di di Pokrovskoe

Da giovane compì numerosi pellegrinaggi verso luoghi santi: dal Monastero di Verchotur’e negli Urali, al Monte Athos in Grecia, sino a Gerusalemme. Condusse una vita da asceta solitario e viandante per lungo tempo.

Nel 1890 si sposò con Praskov’a Fёdorovna Dubrovinaja, da cui ebbe i figli Dmitrij, Varvara e Matrёna.

Nel 1903 giunse a San Pietroburgo, dove si fece ben presto notare, acquisendo la fama di starec, un santone e uomo di Dio.

Rasputin con i figli Dmitrij, Varvara e Matrёna

I rapporti con la famiglia imperiale

Il 1 novembre 1905 Rasputin fu convocato a corte, al cospetto dello Zar Nicola II. Questo incontro è testimoniato dal diario personale di Nicola II, che era solito annotare gli eventi della giornata.

Rasputin riuscì ad avvicinarsi alla famiglia imperiale e, soprattutto, alla zarina Aleksandra Fёdorovna, grazie alla promessa di guarire il figlio Alessio, emofiliaco. All’epoca, infatti, non c’era una cura per l’emofilia e una semplice caduta o ferita avrebbero potuto portare alla morte del piccolo.

Rasputin consigliò alla zarina di togliere qualsiasi farmaco, ivi compresa l’aspirina, utilizzata per alleviare i dolori dello tsarevič. Solo a metà del 1900 emerse che l’aspirina fluidifica il sangue, rendendola pertanto controindicata per gli emofiliaci.

Sembrerebbe questa la principale ragione per la quale le condizioni di salute del piccolo Alessio migliorarono, e questo rafforzò la cieca fiducia degli zar in Rasputin.

Rasputin con alcune fan

i rapporti con la chiesa ortodossa

La chiesa ortodossa mal tollerava la sua persona: si credeva, infatti, che Rasputin fosse un falso profeta e per questo motivo fu accusato di far parte della setta dei Chlysti.

Queste accuse ben presto caddero e a San Pietroburgo la sua fama crebbe sempre più; veniva definito “l’uomo di Dio”, alla stregua di un santo.

Rasputin, il vescovo Ermogene e lo ieromonaco Iliodoro

Secondo la leggenda, la famiglia imperiale si fidava così ciecamente di Rasputin da farsi consigliare nelle scelte politiche di quegli anni, così come in quelle bellico-militari della I Guerra Mondiale. In realtà, secondo gli storici nonostante lo stretto rapporto di fiducia, Rasputin non interferì mai direttamente con le scelte politiche dello zar.

La condotta di Rasputin

La condotta di Grigorij Efimovič aveva ben poco di santo: era amante delle feste sfrenate, dell’alcool, del cibo e, sopratutto, delle donne.

A causa del suo comportamento sconsiderato e dei rapporti con la famiglia imperiale, Rasputin si era inimicato gran parte dell’élite di corte. Nel 1914 ci fu il primo tentativo di omicidio al quale sopravvisse, ma il secondo tentativo, quello del 17 dicembre 1916, andò a buon fine.

Rasputin in ospedale, dopo il tentato omicidio del 1914

L’assassinio di Rasputin

Rasputin fu vittima di una congiura ordita dal principe Feliks Jusupov, dal Gran Principe Dmitrij Pavlovič Romanov (cugino di Nicola II), dall’ufficiale dei Servizi Segreti britannici Oswald Rainer, dal tenente Suchotin e dal Dottor Lazovert.

Secondo la loro testimonianza, invitarono Rasputin a palazzo Jusupov, con il pretesto di un festino. Gli offrirono dolci e vino contenenti cianuro, ma con sorpresa degli assassini su Rasputin non ebbero effetto e questo contribuì a rafforzare la leggenda del monaco santone, dotato di straordinari poteri divini.

Jusupov decise di sparare con un Revolver alla schiena di Grigorij, ma con sorpresa del principe questo non morì, ma si rialzò e scappò in strada. I cospiratori lo inseguirono e lo finirono con altri tre colpi di pistola.

Rasputin fu anche vittima di un feroce pestaggio, probabilmente pre-morte.

Il corpo di Rasputin

Il corpo di Rasputin fu gettato nel fiume Neva e ripescato 3 giorni dopo. L’autopsia svolta sul cadavere ha evidenziato presenza di acqua nei polmoni, indice del fatto che Grigorij era ancora vivo quando fu gettato nella Neva. Tuttavia, i documenti dell’autopsia non si sono conservati sino ad oggi, pertanto questa informazione potrebbe essere una semplice leggenda.

Il cadavere di Rasputin recuperato dalla Neva

Dopo la rivoluzione, il 4 marzo 1917,  il ministro Kerenskij ordinò che il corpo fosse riesumato e bruciato.

Il mito e la leggenda

A prescindere da quale sia la realtà, Rasputin è stato indubbiamente un personaggio carismatico e la sua fama perdura ancora oggi. Su di lui sono stati girati numerosi film, serie TV e sono stati scritti numerosi libri.

Tra questi citiamo il film Rasputin, del 2011 con la regia di Francesco Cobras; la serie TV Gli ultimi zar, che ripercorre la vita dell’ultima famiglia imperiale russa.

I libri sono tantissimi, tra questi ne cito 5:

  • L’ultimo inverno di Rasputin di Dmitrij Miropol’skij.
  • Rasputin. Il monaco nero e la corte dell’ultimo zar di Andrej Amal’rik.
  • Rasputin: la fine di un regime di J.W. Bienstock.

Rasputin, il Monaco Furfante: Gli Ordini Segreti che Rasputin riceveva da Berlino di William Le Queux.

Il burattinaio dell’ultimo zar. Grigorij Rasputin di Marco Natalizi.

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Alla prossima lettura,

Fanny Russian 😘

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