Le vie di mezzo – Esercizi di immobilità

Un discorso che si interrompe, la vita nelle case degli altri che continua, l’attesa davanti a una porta chiusa, la fine del teatro, una madre da accudire, il discorso di un professore, un mostro, il piacere di una videocassetta, l’annullamento e una riflessione sugli addii.

Dieci storie. Assenza di movimento. Stare fermi e lasciare che il mondo intorno vada avanti. Quello che accomuna il Presidente, Mimì e gli altri protagonisti di questi racconti è la situazione di immobilità apparente. Tutti in una personale via di mezzo, dove il presente è in bilico: da un lato lo stare fermi e dall’altro la velocità di ciò che, nonostante tutto, continua ad accadere.


Le vie di mezzo- Esercizi di immobilità per certi versi è stata una scommessa. Più i miei lettori reclamavano un romanzo, più continuavo nella mia intimità a partorire racconti. Così ho pensato di replicare e accompagnare ciascun racconti di quella patina ineffabile, che è il tema dell’immobilità, indagata nelle sue molteplici forme. La stesura di questo libro è avvenuta durante il primo lockdown tra marzo e maggio ed è poi proseguita nei mesi di zona rossa, quando il freddo sottolineava bene il disagio esistenziale che stavamo vivendo. Non ho mai voluto esplicitare il termine pandemia o lockdown all’interno dei racconti, ma credo che se ne debba parlare a futura memoria, è stato ed è un momento molto doloroso e interessante, da qualsiasi punto di vista. Oggi che l’arte, le varie possibilità di narrazione e i modi di veicolare sono tornati a essere quelli di prima, nel bene o nel male, possiamo voltarci e capire bene cosa è capitato in questa immobilità vera o presunta. Io ci ho provato “dentro”, in un periodo in cui era facile diventare banali e ancora non ho capito bene se ho schivato o meno questa possibilità.

Federico Riccardo


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