DONATO: il santo e “il discorso dello scandalo”

Tutto ci è donato: il pane vivo, … le parole di vita. Ma bisogna saper scegliere fra idoli morti e Dio vivente.

 Palio di San Donato:  http://www.paliodicividale.it/ Un breve ritaglio dal settimanale “La Vita Cattolica” di qualche anno fa inquadra il Santo patrono.

Tranquillamente questi  bozzetti studio per Rualis possono essere cancellati con croci blu (nel modo già proposto per Paolino patriarca e Anselmo abate).


La lettura di un “antico” Ravasi

ha suggerito la preparazione di questa stupidata (riusando una precedente stupidata). Una stupidata al quadrato per il chiostro delle Grazie a Udine, mica per la chiesa nuova di san Pio da Pietrelcina a San Giovanni Rotondo!

 

Il disegno tratteggiato di san Donato d’Istria in tondo era per la “Grande mostra di Cromazio”san donato disegno

Lui ha scelto la Vita eterna. ( È dura… !)

Ritorna a Cividale un patrimonio religioso di migliaia di Reliquie e di qualche centinaio di reliquiari testimonianza della pietà popolare e della storia della città.

Si è aperta  un’esposizione permanente nella Sacrestia nobile del Convento di San Francesco con la possibilità di visitare i dipinti del Quaglio e gli affreschi quattrocenteschi della Chiesa.

Orari di visita durante il Palio di S. Donato (dal 24 al 26 agosto): venerdì dalle ore 20 alle ore 22. Sabato dalle 16 alle ore 22. Domenica dalle 10 alle 12.30 e dalle 15 alle 21. Ingresso dal Chiostro


Don Paolo ha celebrato a Lauzacco e all’omelia (precisando alla fine della Messa che il suo intervento era condiviso con il pensiero di don Valerio perciò di tutta la “parrocchia ” c.p.  ? collaborazioni pastorali ?  di Pavia di Udine) ha invitato tutto il Popolo di Dio a pregare … per i Sacerdoti. Ricordando che la visita di papa Francesco in Irlanda è per chiedere SCUSA, ha poi fatto riferimento al documento papale del 20 agosto 2018 destinato al Popolo di DIO   http://w2.vatican.va/content/francesco/it/letters/2018/documents/papa-francesco_20180820_lettera-popolo-didio.

Chissà se il resto dell’  Arcidiocesi è d’accordo ?! (Per cose assai – assai minori dei casi in questione e che pure hanno prodotto dolore e turbamento, mai ho sentito la parola : scusa)


Ho chiesto in famiglia di dedicarmi un paio d’ore. Bastava che salissero in auto, non dovevano preoccuparsi di niente: tutto spesato! Ma ognuno aveva altro da fare!

Non pioveva, il clima era giusto e dimentico del digiuno raccomandato dal papa avevo mangiato fin troppo! Un po di movimento poteva essere salutare…  Ho pompato la bicicletta e sono partito. Meta: CIVIDALE. (Ho mangiato anche in strada: nell’ultima casa di Buttrio ho spiccato da un ramo sporgente tre prugne dolcissime. La pruina intaccata dalla pioggia recente ne esaltava il profumo e non ho resistito. Un fico ad Orsaria. Maturo giusto, non ha fatto in tempo ad uscire una goccia di latte. L’ho mangiato con la buccia così non mi sono sporcato le mani.

Prima tappa: Rualis

Mi era parso di vedere il nome Donato scritto sulla parete del Battistero, invece erano le solite stuccature saltate nelle fughe del biancone.( Sono quelle di dieci anni fa. Mi ero offerto di rifarle facendoci su il lavoro!). Ho fotografato la croce lapidea dal presbiterio e l’ho aggiunta nell’articolo precedente dove si parla  della croce di Arnaldo Pomodoro (rimossa dalla chiesa perché non aveva il Crocifisso) e della croce  progettata da Renzo Piano (quella di quaranta metri costruita assemblando settanta elementi di pietra). Nell’aula liturgica di San Lorenzo martire ho fatto altre fotografie ma, riferendomi alla chiusura del documento del papa, aggiungo questa  con invito alla preghiera (sempre che la Commissione di Arte Sacra ritenga l’immagine “pregabile”!) a Maria e allo Spirito Santo

Seconda tappa: Piazza del Duomo.

Prima del Ponte del Diavolo la “Sicurezza” mi ha obbligato a tenere la bicicletta “a mano”. Allora l’ho posteggiata sul fianco del Duomo e sono entrato in chiesa a piedi

san donato il pallio

Ecco il palio di San Donato. Di fronte alla porta della sacrestia e della Annunciazione di Giovanni da Udine c’è un antico organo positivo. Con ammirazione ascoltai il Vicario generale monsignor Genero quando era ancora arciprete della “Città ducale”suonare e cantare i vespri un pomeriggio di una domenica. E ho pensato a Lui anche oggi rivedendo i tesori d’arte e le delizie che ha “lasciato”!

Terza tappa: Chiesa di San Francesco (dal chiostro)

Anche qui ho ripensato al Vicario più volte, passando sempre a piedi davanti alla casa canonica  ed entrando nel chiostro della chiesa …

Integro quanto scritto sul pieghevole (con la foto di scarsa qualità) con quanto scritto sul pannello all’entrata

La varietà e bellezza dei reliquiari rende la mostra particolarmente interessante. Ho fatto molte fotografie ma non saprei quali privilegiare … C’era la professoressa Gabriella Bucco Storica dell’Arte e ci siamo scambiati alcune considerazioni. Prontamente ci ha redarguiti un “cavaliere” della sorveglianza invitandoci a parlare piano (...invitandomi a parlare piano! Allora sono stato zitto). La signora Bucco invece mi ha parlato con molta discrezione e maniera soave ricordandomi anche le pitture del Quaglio… Ero già confuso dalle reliquie e dai brani di pittura quattrocenteschi alle pareti che ho solo varcato la soglia di San Francesco per sbirciare e ho fatto subito retromarcia non senza pensare  a quanto ben di Dio si è nutrito per anni il Vicario!

Preoccupato che la bicicletta potesse dare fastidio in un posto nevralgico nello svolgimento del palio (preoccupato che me l’avessero portata via!) ho salutato la Professoressa. La bicicletta c’era e la piazza si era riempita. Con la bici “a mano” ho camminato un alto po’ fra figuranti , cavalli, cavalieri, dame, artigiani, … quando mi parevano rarefatti sono salito in sella.

“Senta lei… “ Si sono protesi verso di me due preposti alla “Sicurezza” Ho capito. E senza scendere ho detto:”Allora vado di qua?!” indicando con la mano il vicolo che sorvegliavano . Loro hanno annuito con la testa e con aria soddisfatta ( meno uno!). Allora ho preso la strada per Udine.

Quarta tappa: chiesa campestre di San Donato a Moimacco

È realmente affondata nel verde dei campi, ma capannoni e tralicci non passano inosservati. Sui “fili della luce” non ci sono le rondini (se ne sono andate in Africa l’altro ieri per San Bartolomeo!). Quelle che si vedono sono cornacchie grigie (cugine della taccola dagli occhi d’argento)

La soppressa Provincia di Udine faceva questi cartelli trilingue. E adesso?

Dove migreranno le cornacchie per fare il nido se mancano le foglie ai tralicci?  Loro per difendere i pulcini hanno due soli modi per farsi intendere: gracchiare e beccare !

Quinta tappa:Madonna delle Grazie a Udine

Mancava poco alle sei e sono arrivato giusto per la benedizione di fine Messa. Volevo solo controllare che i temporali non avessero disfatto il cartone nel chiostro.

(Ho incrociato tre/ quattro volte il professor Ellero, anche in Pracchiuso mentre andavo via. L’ho salutato con gesti del capo e della mano. Dev’ essere arrabbiato… o non m’ ha visto! ).

Sono transitato davanti alla casa dei primi anni di matrimonio. Ho  suonato tre volte al campanello dove c’è ancora scritto il mio nome… Tutto donato!

Sono sceso per Pradamano.

Di Villa Giacomelli ne abbiamo parlato da poco per il quadro delle “Cicorie”. La facciata era baciata da un debole sole rispuntato da nuvole, già  pronto ad andare a dormire. Anche qui ho visto il cartello della Provincia e la banderuola porta la data 1852.

Mi sono perso a Pradamano!  Sbucavo da una via desueta ma avevo imboccato correttamente via Lovaria …e mi è parsa stranamente lunga …non vedevo segnali conosciuti perché nascosti da mais e girasoli. Sono dovuto tornare all’incrocio …

Sarà stato  l’Alzheimer oppure  un calo di zuccheri, perciò ho pensato al fico mangiato a Orsaria, nel “paese degli orsi”. Ma nel “paese dei lupi” non c’erano fichi. A Pavia sono passato davanti la Villa Lovaria dove c’è il secolare platano… ma non fichi. Alberi di fico sono più avanti , dove c’era la caserma. Pensavo di raccoglierne un pochi da portarne in famiglia . Quest’anno non hanno fruttificato , anzi ad una pianta hanno segato tutti i rami aggettanti sulla carreggiata.

Non m’intendo di monti. Qui siamo a Lauzacco intorno alle sette della sera e il sole disegna forse il Cansiglio o il monte Cavallo del pordenonese … Un trancio di pizza.  Che gola!

Ci speravo. Invece sono in ferie!

 Digiuno per i peccati dei  Sacerdoti!!!!!

MI ERO DIMENTICATO DI DIRLO:

QUANDO USCIVO DAL SAN LORENZO A RUALIS (Prima tappa) , DON MARIO USCIVA DALLA CANONICA PER ANDARE A DIR MESSA IN CASA DI RIPOSO.

(La Chiesa, con i suoi Sacerdoti e non solo, fa anche tanto bene!). MI HA SALUTATO COL SORRISO DEI PRIMI TEMPI. GLIEL’ HO SUBITO DETTO DI QUANTO MI FACCIA PIACERE VEDERLO COSÌ SERENO …