Guardia Sanframondi e il fascino medievale campano
Charme medievale in quel di Benevento
La Campania offre una smisurata quantità di attrattive incredibilmente differenziate l’una dall’altra.
Tra queste figurano dei piccoli borghi dal fascino old age. Si tratta di cittadine che preservano ancora lo stesso incanto che avevano nel Medioevo, conservandone tutt’oggi le principali caratteristiche architettoniche e strutturali.
Guardia Sanframondi
Il piccolo comune di Guardia Sanframondi rientra sicuramente tra i luoghi dallo charme medievale. Sito nella provincia di Benevento e facente parte della comunità montana del Titerno, Guardia Sanframondi conta 4844 abitanti e deve il suo nome alla famiglia Sanframondo, che l’ha eretto e che gli ha donato il possente castello il quale ancora veglia sulla Valle Telesina. Attorno a quest’ultimo si sviluppa il centro storico della città, all’interno di una cinta muraria composta da quattro porte. Questi elementi, assieme all’architettura tutta, alle fontane, ai lavatoi e a ogni elemento che la compone, conservano l’aspetto medievale di Guardia Sanframondi, rendendola un grande esempio sannitico.
Si tratta di un territorio pianeggiante verso il fiume Calore, ma principalmente collinare, con boschi di querce e conifere nelle alture e innumerevoli distese di vigneti e oliveti nella maggioranza del luogo.
Guardia Sanframondi è anche bagnata da corsi d’acqua quali il torrente Seneta, quello Ratello e Rio Capuano.
La lunga storia della cittadina
Sebbene non si abbia una precisa idea della nascita del posto, si sa che è abitato da davvero tantissimo tempo. E ci si riferisce a periodi antichissimi. Se ne ha infatti conferma dal fatto che sul territorio sono presenti oggetti di vario tipo risalenti a periodi davvero distanti dal nostro. Vi sono infatti manufatti litici attribuibili al paleolitico inferiore, e ancora opere in pietra di età neolitica, e infine artiglieria dell’età del bronzo e altra dell’età del ferro.
Il castello medievale
L’edificazione militare sormonta Guardia Sanframondi, proteggendo tutta la valle dagli assedi. Fu voluta probabilmente nel 1139 da Raone di Sanframondo, conte normanno. Nei secoli è stata però spesso modificata e trasformata.
Il forte a sud presenta una cinta merlata divisa in cortine, con quattro torri merlate. Al centro vi è invece il palazzo feudale col mastio. E a est venne scavato un fossato con ponte levatoio.
Da fortezza divenne poi dimora per gli ex schiavi delle coltivazioni, una volta abolita la schiavitù.
Oggi, dopo ulteriori recuperi e restauri, al suo interno è presente il Museo delle Farfalle, una sala convegni particolarmente panoramica e un teatro all’aperto, grazie al notevole terrazzo nella parte superiore. Un terrazzo è posto anche nella parte inferiore, mostrando le vallate del Titerno, del Volturno e il Matese.
Ormai è quindi centro di vita culturale di Guardia Sanframondi.
La cultura del vino
La composizione del luogo permette alla città una grande produzione di uva, e di conseguenza di vino. Il risultato è così fervido da farne un festival. Ogni anno, ad agosto, si tiene infatti Vinalia, una settimana di festeggiamenti dedicata alla produzione vinicola e al cibo che ben si sposa con la bevanda.
I riti settennali
Ogni sette anni, nella settimana che segue quella del 15 agosto, a Guardia Sanframondi è organizzata la processione dei Battenti. Si parla dei Riti settennali di penitenza in onore dell’Assunta. Si inscenano i misteri, animazioni di quadri plastici raffiguranti episodi biblici finché, la domenica, penitenti in saio bianco e cappuccio, ripropongono il rito medievale della flagellazione. Con degli attrezzi poco piacevoli si battono il petto provocandosi sanguinamenti.
L’interesse cinematografico
Guardia Sanframondi ha suscitato l’interesse del grande schermo. Nel 1953 per il film Maddalena di Augusto Genina, con la Basilica Santuario dell’Assunta come set interno. Nel 1955 approdarono in città Marcello Mastroianni, Sophia Loren, Vittorio De Sica e Yvonne Sanson per La bella mugnaia. E, ancora, nel 2014 fu scelto per Janara, horror movie di Roberto Bontà Polito.
Nel anni ottanta ha anche ospitato Incontri Cinematografici Internazionali con le tradizioni popolari, festival cinematografico con premio il D’Uva D’oro.