Le popolazioni puniche, tra il V e il III secolo a. C., abitarono la sommità della collina di Santu Teru e utilizzarono l’antistante colle di Monte Luna come luogo di sepoltura. In questa monumentale necropoli gli archeologi hanno scoperto oltre cento sepolture, dislocate sulle pendici della collina. Nella maggior parte dei casi si tratta di tombe a camera ipogeica, con pozzo verticale d’accesso. I corridoi immettono in camere singole o doppie, al cui interno si trovano in alcuni casi dei banconi sui lati, nicchie rettangolari e vaschette votive.
Sono presenti anche le sepolture del tipo a fossa, dotate di gradini sulle pareti laterali, quelle “a fossa” terragna semplice e le sepolture “a cassone” con lastre di rivestimento. Si segnala inoltre la presenza di alcune deposizioni in anfora (enkytrismòs). Il fronte meridionale di Monte Luna fu interessato da sepolture di età romana che riutilizzarono lo strato superficiale del terreno per circa cinque secoli.
Le strutture che occupano l’altura di Santu Teru sono invece riferibili ad un’acropoli con relativo quartiere abitativo. La collina risulta racchiusa da una cortina muraria difensiva irregolare di cui affiorano alcuni settori. Nella parte alta si trovava l’insediamento di cultura punico-romana, sovrapposto a preesistenze relative all’età del Bronzo. Emergono ruderi consistenti di quella che fu la cittadella fortificata, soprattutto nella parte sud, dove si rilevano resti di strutture articolate riconducibili a monumentali edifici pubblici. Lungo il versante meridionale si estendeva la città bassa, le cui costruzioni, forse più antiche, come testimoniato dai resti edilizi e dagli instrumenta domestica, avevano certamente un aspetto più modesto.
Il notevole repertorio di frammenti ceramici di produzione punica e di importazione, attica e campana, consente di collocare l’insediamento ad un periodo compreso tra il V e il III secolo a.C.