non c'è libertà senza passione!

Duchamp, FontanaProvare a fornire una reale analisi dell’accaduto sarebbe un po’ come cimentarsi nell’impresa di prendere tra le mani l’orinatoio-fontana di Duchamp e darne una definizione. È solo un orinatoio, lo giri e sembra una fontana, punto. Ci sono cose, come il popolo italiano, così perfettamente Dada che riescono a sfuggire a qualsiasi logica, e di questa bellezza vivono, e sempre di questa stessa bellezza patiscono la condanna. Si potrebbe ragionare su questioni politiche che costituirebbero uno scenario in fin dei conti sempre giustificabile: chi vota per una sinistra che quantomeno per ragioni ideologiche dovrebbe tutelare il lavoro; chi per una destra che sappiamo strizzerebbe l’occhio all’evasione; chi per protesta, stanco di tutto.

Al di là di tutte le polemiche, dato che ognuno ha sempre le proprie ragioni per vedere il bene in ciò in cui lo vede, e stabilendo che la democrazia è un diritto inalienabile e un bene da non mortificare perché pur non essendo d’accordo con il prossimo dobbiamo sempre tutelare il suo diritto ad esprimersi, possiamo però dire che siamo così immersi in questo passaggio storico pieno di contraddizioni che non ci è molto chiara (per niente) la sua evoluzione. Una cosa però è certa: non siamo neanche stati in grado di sbagliare, e l’incertezza è lo sconforto peggiore. Non ci sono vincitori reali e siamo intrappolati in una realtà frantumata, priva di uno sfondo culturale, quasi rimpiangendo i tempi in cui almeno si sbagliava tutti insieme.

E se dal Dada non si può trarre una spiegazione, va anche detto che finché siamo sospesi e privi di direzioni restiamo in bilico, senza riuscire neanche a dedurre se ci stiamo girando per diventare fontana, o per tornare orinatoio.

di Nunzia Serino